Recensione Golden Axe: Beast Rider
SEGA al macello
INFORMAZIONI GIOCO
Articolo a cura di
Nicolò Carboni
Disponibile perXbox 360
PS3
Le storie di Ieri
C'è stato un tempo in cui il nome di SEGA ispirava a tutti i videogiocatori una sorta di timore quasi reverenziale, e tutti i videogiocatori, di qualsiasi fede, non potevano chen riconoscere l'enorme valore dei titoli sfornati dalla casa di Tokyo. I nomi di Yuji Naka, Yu Suzuki e tanti altri sono impressi a fuoco nella mente di ogni appassionato che si rispetti, insieme a quelli delle loro creature. Tuttavia anche le storie più grandiose sono destinate a finire e, nonostante tutti i suoi pregi, la vecchia SEGA è morta insieme a quello che è stato, forse, il suo progetto più ambizioso, chiudendo così un'epoca e spianando la strada a nuovi e probabilmente meno romantici competitor.In questo desolante scenario i dirigenti di SEGA hanno dovuto fare di necessità virtù, pressati dal rischio di bancarotta ed incapaci di muoversi su un mercato sempre più polarizzato, hanno accettato l'offerta di acquisto da parte di un'altra multinazionale giapponese, Sammy, che ha ritirato in toto l'azienda di Tokyo predisponendo un piano di "salvataggio" che prevede (o meglio, dovrebbe prevedere) il rilancio di tutti i brand più importanti nonché una maggiore attenzione verso il mercato mainstream.Inutile dire che non è andata così: dopo aver distrutto Sonic con gli ultimi, osceni capitoli e aver gettato nel cassonetto dell'immondizia il progetto Shenmue, pare che SEGA stia proseguendo con lucida follia verso un harakiri artistico di dimensioni epiche, andando addirittura a riesumare serie ormai consegnate alla leggenda, come Golden Axe che, a malincuore, andiamo qui a recensire.
Bassa Macelleria
Pensato come seguito diretto di Golden Axe III (pubblicato nel 1993 ed ultimo episodio ufficiale della serie), Beast Raider ci riporta nei panni, invero piuttosto succinti, di Tyris Flare, l'amazzone spadaccina del primo episodio. Il nemico è sempre lo stesso, il re dei demoni Death Adder che, grazie ad un oscuro incantesimo, è riuscito a fuggire dalla prigione dov'era rinchiuso e, come se non bastasse, ha distrutto la Golden Axe, spargendone i frammenti per tutto il regno di Yuria. Inoltre i seguaci del demone sono riusciti anche a raggiungere l'isola in cui le consorelle di Tyris vivevano, massacrandole tutte e riuscendo a catturare l'ultimo Grande Drago, una creatura mistica che contiene in se la chiave per sconfiggere Death Adder. Inutile dire che la nostra eroina, spinta dal desiderio di vendetta partirà immediatamente alla volta delle terre più desolate, alla ricerca della mitica Ascia Dorata e per fronteggiarsi con il Re dei Demoni in persona. Niente di troppo originale, dunque, ma comunque abbastanza per giustificare qualche ora di sano massacro a suon di spade, magie e creature dai nomi improponibili. Peccato però che dietro a questa banalissima trama, il concept ludico di Beast Rider sia completamente improponibile. Nel tentativo di scimmiottare alcuni capolavori degli ultimi anni, infatti, gli sviluppatori hanno imbastito una triste fiera del già visto che sconcerta per pressappochismo e mancanza di idee.Il gameplay è estremamente frustrante, a cominciare del pattern dei comandi assolutamente demenziale che costringe chi gioca ad improponibili acrobazie per riuscire anche solo a saltare, a causa di una scomodissima mappatura dei controlli (di fatto, in ogni caso, è proprio nella disposizione dei tasti che si ritrova l'unico barlume di malata originalità). In ogni caso due tasti della pulsantiera frontale sono deputati all'attacco e vanno utilizzati ritmatamente per attivare le (poche) combo disponibili, mentre i dorsali servono per schivare e parare. Il salto è lasciato al tasto in alto (Triangolo, nella versione Ps3 - testata), per cui ogni volta che dovremo saltare saremo costretti a muovere il pollice, rimanendo di fatto indifesi davanti ai nemici. Ma non è finita qui. Gli sviluppatori infatti, per complicarci ancora un po' la vita hanno deciso che il tasto cerchio sarebbe stata una scelta troppo banale per lanciare gli incantesimi e, dunque, hanno deciso di assegnare questa funzione ad R2, inutile dire che, più di una volta capiterà di confondere le funzioni dei due dorsali, lanciando incantesimi a vuoto oppure parandosi quando non serve a nulla. A tutto questo si aggiunge poi una gestione della telecamera a dir poco demenziale che a tratti si concentra solo sui nemici che stiamo attaccando, tagliando completamente la visione periferica ed esponendoci a facili colpi alle spalle, altre volte invece saremo ripresi talmente da lontano che sarà difficile anche solo distinguere Tyris dai nemici. Per non parlare poi degli elementi dello scenario che, anziché diventare semitrasparenti quando il personaggio si trova dietro di essi (tecnica usata, per inciso, già nei lontani anni '90 da Nintendo), si frappongono fra noi e l'azione, costringendoci così a muoverci alla cieca.Fortunatamente l'intelligenza artificiale dei nemici è talmente poco curata che nella maggior parte dei casi avremo tutto il tempo che vorremo per posizionarci nel modo migliore ed attendere che i demoni vengano, spontaneamente, al macello. Gli avversari infatti hanno tutti gli stessi algoritmi di attacco e si limitano a caricarci a testa bassa, per cui basterà rimanere fermi in una posizione e premere forsennatamente quadrato o X per avere la meglio con discreta facilità. L'idea di costruire un sistema di counter simile a quello di Heavenly Sword (la parata è efficace contro attacchi veloci e leggeri, mentre la schivata è indispensabile per evitare quelli lenti e potenti) poteva essere buona, ma di fatto l'influenza che questa introduzione ha in termini di gameplay è davvero misera; non solo per la facilità con cui è possibile prevedere gli attacchi nemici, me anche per la generale ripetitività dell'azione, che non viene opportunamente variegata da un cospicuo numero di combo e di risposte. Inoltre anche il semplice button mashing sarà sufficiente per avere la meglio su tutti gli agguerriti (?) demoni. In questo modo il livello di sfida viene praticamente azzerato e, più di una volta, ci scontreremo non tanto con le orde di avversari (fra l'altro costituite da appena tre modelli poligonali ripetuti per tutti i livelli, proprio come nei vecchi coin - op), quanto con i vari bug grafici che affliggono disperatamente ogni singolo pixel a schermo. Non sarà raro infatti incastrarsi negli angoli, cadere nel vuoto o veder scomparire oggetti senza motivo apparente. Neppure l'interazione con le bestie, che dovrebbe essere il punto focale di tutto il gameplay è resa bene: le creature che cavalcheremo, infatti, sono tutte lente e pesanti e dunque quasi inutili in battaglia. Il loro numero poi è ridicolo, ne incontreremo solamente 5, ed ognuna di esse varia praticamente solo per le dimensioni e l'attacco secondario; passati gli attimi iniziali di divertimento non cercheremo neppure più i recinti dove sono imprigionate e, anzi, tenteremo di disfarcene il prima possibile. Calcolando che gli sviluppatori puntavano praticamente tutto sul beast riding basterebbe solo questo per bollare già il gioco come un fallimento completo.
Tecnicamente Beast Rider è forse la peggior produzione multipiattaforma uscita ad oggi, la versione Playstation 3 (da noi testata) soffre di continui rallentamenti, anche nelle scene meno concitate nonché di occasionali blocchi momentanei durante i caricamenti dal disco che costringono a riavviare brutalmente la console. Il comparto grafico è carente sotto tutti i punti di vista, al di là dei già citati cali di frame rate tutto il gioco è affetto da un fastidiosissimo pop up di texture ed oggetti, sia nelle sezioni in game che nelle cut scene, e da continue compenetrazioni fra personaggi ed oggetti. Il design complessivo poi è estremamente carente e non riesce mai a trasmettere il senso epico che vorrebbe, un po' a causa di architetture ed ambienti pericolosamente ridondanti e realizzati in modo banale, un po' per la totale mancanza di carisma della protagonista e dei comprimari, che paiono usciti da un (brutto) episodio di Xena.La traduzione italiana, poi, merita un discorso a sé. SEGA, probabilmente per contenere i costi, dev'essersi affidata a dei traduttori automatici e non crediamo si sia sprecata a fare un controllo dell'adattamento. Giocando potremo così leggere alcune perle come "la schermata suggerimenti serve per leggere suggerimento" oppure "Bravo! Hai completato storia!". Se già l'immedesimazione in una guerriera che stermina demoni in Bikini non è delle più facili, quantomeno gli sviluppatori hanno saputo farci sorridere. Anche se probabilmente non era fra i loro obiettivi principali. Non che il comparto sonoro sia molto migliore, alternando musiche epiche quanto il suono d'avvio di Windows ed effetti sonori MIDI da preistoria ludica, i Secret Level sono riusciti a rendere Beast Rider sgradevole anche da questo punto di vista. Quanto rimpiangiamo la scheda sonora a 8 bit del Master System!
3
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Golden Axe: Beast RiderVersione Analizzata PlayStation 3Golden Axe: Beast Rider è un gioco che riesce nella rara impresa di essere gravemente insufficiente sotto ogni punto di vista, da quello tecnico a quello ludico, passando per una longevità che a stento arriva alle 6 ore complessive (sempre che abbiate la forza per spingervi così avanti). Davvero non riusciamo a capire perché SEGA continui imperterrita ad affidare a studi esterni i suoi “gioielli della corona”, anziché predisporre un piano serio per il loro rilancio. In definitiva non ci sentiamo di consigliare questo pessimo, prodotto a nessuno. Tantomeno a chi ha amato gli episodi originali.