Recensione Good Robot

Dopo aver suscitato un discreto interesse nella community con una campagna Steam Greenlight andata a buon fine in una sola settimana, Pyrodactil è pronta a condurci nel metallico mondo di Good Robot, shoot 'em up impreziosito da dinamiche roguelike.

Recensione Good Robot
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  • Pc
  • Nell'anno 2031l'aria del nostro pianeta si trasformerà in una venefica nube tossica, generata dalla scelleratezza di un'umanità che per troppi secoli ha sottovalutato il fenomeno dell'inquinamento. La superficie terrestre diverrà un luogo inospitale, costringendoci a migrare nel ventre della Terra, servendoci di un esercito di robot senzienti indispensabili per la nostra nuova vita. Peccato che, come la tradizione di una certa fantascienza insegna, ben presto le IA alle quali ci siamo affidati cominceranno a non apprezzare più di tanto la nostra compagnia, trasformandosi in sanguinarie macchine di silicio decise ad accelerare il nostro processo di estinzione. Eppure una scintilla di speranza continua a rischiarare i bui tunnel nei quali ci siamo rifugiati: sembra che un piccolo robot sia riuscito a conservare un briciolo di senno, e non ci resta che affidarci alla sua tenacia per respingere la minaccia nemica. Il nostro eroe è Good Robot, grazioso automa protagonista del nuovo progetto di Pyrodactil: uno shoot 'em up frenetico ed impegnativo, impreziosito da livelli generati proceduralmente e da alcune delle dinamiche tipiche dei roguelike. Il risultato convince, per una produzione certamente divertente ma incapace di lasciare il segno.

    Labirinti di silicio

    Nonostante le poco originali premesse narrative, sulle prime Good Robot si presenta come l'ennesimo Twin Stick Shooter in cui distruggere qualsiasi cosa si muova nel nostro campo visivo: potremo infatti controllare i movimenti del protagonista indirizzando con il mouse il reticolo di mira, necessario non solo per colpire gli avversari ma anche per scandagliare l'ambiente di gioco con uno speciale radar luminoso, grazie al quale palesare la presenza di eventuali minacce altrimenti invisibili. Abbattendo i robot nemici guadagneremo dollari sonanti e accresceremo a dismisura il nostro high score, procedendo nei tetri cunicoli scavati nel cuore del mondo. A questa collaudata formula, resa celebre da un enorme quantitativo di titoli pubblicati negli ultimi tempi, Pyrodactil aggiunge ingredienti inediti per il genere, puntando tutto su di un sistema di generazione procedurale degli stage, ma sopratutto sulla tipica progressione dei roguelike, caratterizzata da potenziamenti ottenuti gradualmente e da tragiche morti che ci costringeranno a ricominciare il nostro viaggio da zero. Il titolo si compone di sei livelli totali, suddivisi in un corposo numero di stage secondari, ai quali è possibile accedere avanzando sul nostro cammino: un po' come accade per le "stanze" del seminterrato di The Binding of Isaac, l'ambiente di gioco di Good Robot viene frammentato da alcuni tunnel, al cui ingresso troviamo un simbolo sempre diverso. Tale segno indica in maniera piuttosto criptica il tipo di stage che la CPU andrà a generare una volta imboccato il relativo cunicolo: una serie di smile verdi, ad esempio, suggerisce la presenza di numerosi nemici di basso livello, mentre il simbolo del dollaro anticipa corposi bonus, celati in casse speciali dalle quali possono balzare fuori minacce inattese. Il simbolo del fulmine indica invece un sub-stage caratterizzato da bordi elettrificati, ostacolo pericoloso per le manovre del nostro alter ego: ma la parte del leone è sicuramente affidata agli smile rossi, i quali annunciano la presenza di un boss (o mid-boss) che sbarrerà il nostro cammino verso la macro area successiva.

    Fortunatamente i meandri immersi nell'oscurità non sono abitati esclusivamente da macchine assassine: di tanto in tanto potremmo infatti rifornirci presso appositi distributori robotici, tappe fondamentali per il successo della nostra run. Potenzieremo così valori di attacco, difesa e velocità, aumenteremo l'efficacia degli scudi o recupereremo dispositivi quali bussole e radar potenziati così da poter anticipare gli assalti dei nemici non ancora in vista, senza rinunciare al tocco di stile offerto dai tanti cappelli, surreali reliquie umane grazie alle quali incassare qualche colpo senza perdere energia. Di vitale importanza risulterà spendere i sudati risparmi in un contratto di "garanzia", grazie al quale non incappare in un punitivo game over se distrutti, ottenendo così una seconda chance. Grazie a questa peculiare struttura, Good Robot subisce l'influenza del tipico stile roguelike, invitando a non puntar dritto verso l'area del boss ma a concentrarsi sull'esplorazione degli stage secondari, così da accumulare quante più risorse possibili, potenziare a dovere il proprio guerriero e presentarsi di conseguenza al cospetto del super cattivo di turno armati di tutto punto. Presa confidenza con l'inusuale ritmo della progressione, il titolo cattura il giocatore grazie a furiose battaglie al cardiopalma, sempre più spettacolari e affollate con il proseguire dell'avventura, presentando un mix di generi che può dirsi tutto sommato riuscito e ben congegnato. Good Robot presenta quindi una struttura solida e convincente, la cui bontà però non viene sostenuta da contenuti in grado di esaltarne i punti di forza.

    Un Robot come tanti

    Pur offrendo spunti interessanti, l'esperienza racchiusa in Good Robot non riesce a colpire nel segno, mostrando difetti che offuscano quanto di buono ottenuto grazie al peculiare, seppur parzialmente derivativo, concept. Il più grande ostacolo che separa la produzione dalle vette qualitative alle quali ambisce è caratterizzato da una direzione artistica fiacca e piuttosto insipida: il design di boss e avversari risulta decisamente anonimo, e in più di un'occasione restituisce uno sgradevole senso di "già visto", con modelli bidimensionali caratterizzati da colori sgargianti ma privi di sostanziale personalità. Stesso discorso vale per gli ambienti, tutti estremamente spogli e simili tra loro, accompagnati da un level design che mostra tutti i limiti del sistema procedurale implementato, il quale offre un numero di variabili drammaticamente basso.

    Il ritmo della progressione, sulle prime, sembra funzionare piuttosto bene, ma dopo aver maturato un congruo numero di sconfitte negli stage iniziali qualche crepa comincerà a mostrarsi, a causa di una gestione dei power up eccessivamente punitiva, caratterizzata da un incremento dei prezzi del singolo potenziamento non bilanciato a dovere. L'enorme enfasi posta sulle armi a disposizione del giocatore, divise tra primarie e secondarie, restituisce un arsenale di buona varietà, privo però di soluzioni offensive realmente innovative, che non siano già state offerte da altri titoli simili. La più grande debolezza di Good Robot risiede proprio nella sua soffocante mancanza di originalità, esauritasi nell'inusuale mix di generi elaborato in fase di concept: nessuno degli aspetti della produzione riesce a brillare di luce propria o a colpire l'immaginario del giocatore, il cui interesse risulterà già discretamente provato da una presentazione piuttosto anonima. Un comparto sonoro deludente chiude il cerchio su di un titolo che si risolleva grazie al ritmo di battaglie sempre toste ed impegnative, che potrebbero interessare gli amanti del genere pronti a mettersi in gioco con una sfida dall'alto tasso di difficoltà.

    Good Robot Good RobotVersione Analizzata PCGood Robot è un Twin Stick Shooter come tanti, e questa è la sua più grande colpa. I buoni presupposti racchiusi nelle influenze ereditate dai sempre più apprezzati roguelike si esauriscono sin troppo prematuramente, mettendo a nudo tutte le debolezze di una produzione priva di sostanziale personalità e originalità. Mancanze che si riflettono in una direzione artistica spenta e poco ispirata, incapace di suggestionare il giocatore con un design di nemici, boss e armi in grado di lasciare il segno. Se però amate il genere alla follia e siete alla ricerca di una sfida impegnativa ma sempre onesta, Good Robot potrebbe offrirvi qualche ora di genuino divertimento, a patto di non nutrire aspettative troppo grandi.

    CONFIGURAZIONE PC DI PROVA

    • CPU: i5 2500K
    • RAM: 8 gb
    • GPU: Nvidia GTX 960
    6.4

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