Gran Turismo Sport: Recensione del nuovo racing game di Kazunori Yamauchi

Con Gran Turismo Sport, Polyphony Digital sterza in direzione degli eSport: il risultato? Scopritelo nella nostra recensione

Gran Turismo Sport
Recensione: PlayStation 4
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  • PS4
  • Recensione spinosa, per questo recensione da leggere con calma, senza trarre conclusioni affrettate. Spiegare Gran Turismo Sport è la cosa più importante da fare prima di iniziare a tirare le somme, prima di iniziare a riflettere su un possibile voto. Del resto una cosa è assolutamente certa: Gran Turismo Sport, per quel che riguarda il mondo console, è il racing game più coraggioso degli ultimi anni. Non ce ne vogliano gli appassionati dalla solita struttura "gara e perdi, modifica e vinci", ma è venti anni che esiste un'impostazione del genere: a idearla fu proprio Polyphony Digital nel 1997, e visto che ci sono giochi che continuano ad usarla, è una grande fortuna che Kazunori Yamauchi abbia optato per qualcosa di totalmente diverso. Non sappiamo se il futuro ci riserverà un altro Gran Turismo classico, ma sarà difficile tornare indietro dal gameplay di questo Gran Turismo Sport, anche se oggi, ad alcuni, sembra così limitante.

    Lewis Hamilton

    Gran Turismo Sport è pura competizione, e infatti la modalità omonima, perno di questo nuovo gioco, è ispirata chiaramente ad iRacing, quello che per tanti appassionati è uno dei simulatori più interessanti del circondario.

    Tutto ciò che troverete attorno alle gare Sport non sarà altro che allenamento, preparazione, in quella che probabilmente è la più lussuosa autoscuola in cui metterete piede nella vostra vita. Tutte le attenzioni sono rivolte al gioco online, alle gare fiancata su fiancata con e contro altri giocatori. Sì, c'è una modalità arcade dove scegliersi pista e vettura in totale libertà, e qui è possibile scoprire anche un'intelligenza artificiale di ben altra risma rispetto a quanto offerto in passato dalla serie; ma è un'opzione per nostalgici, un'appendice di passato per prenderci la mano e poco altro. E sì, c'è anche una modalità campagna, ma non ha nulla a che vedere con quelle precedenti, tanto che qui non troverete nemmeno una gara. La carriera di Gran Turismo Sport è infatti suddivisa in tre sezioni: la prima dedicata alla guida con le classiche patenti della serie, la seconda basata su molteplici sfide pensate per insegnare le manovre avanzate a bordo della vettura, e la terza incentrata sui singoli circuiti e pensata per permettere ai giocatori di dare il meglio su ogni curva di un tragitto. Per chi vuole giocare online senza pensieri c'è poi la modalità lobby, dove è possibile tirar su una competizione con le regole e le limitazioni che più ci piacciono, decidendo poi se aprirla al pubblico o solo agli amici. Nelle lobby è possibile ridurre l'attesa tra una gara e l'altra migliorando in pista il proprio tempo di qualifica, in modo da sgraffignare un posto migliore sulla griglia di partenza.

    E poi eccoci finalmente alla modalità Sport di cui parlavamo prima, la più importante, quella che non a caso dà il nome al gioco e su cui confluisce tutta la filosofia di un progetto che non ha eguali, né su PlayStation 4, né sulle altre macchine da gioco dedicate. Nella modalità Sport, in questo preciso momento, troverete tre diverse gare singole e ripetibili ogni quindici minuti, e tre diverse competizioni ufficiali FIA, composte da più manche (la prima partirà il 4 novembre e le successive a stretto giro nei giorni successivi).
    Un menù molto restrittivo, pensato in questo modo per incentivare quella dedizione che è alla base di ogni attività sportiva agonistica e di conseguenza anche di Gran Turismo Sport. In questo gioco, del resto, non si deve saltare da una gara all'altra: per goderselo al meglio è necessario sviluppare ogni volta una sorta di ossessione per quelle proposte. Le tre gare singole non vengono aggiornate tutti i giorni, c'è quindi tempo per dedicarcisi anima, cuore e motore, per migliorare costantemente tempi e posizionamenti.

    Anche qui (anzi soprattutto qui) le qualifiche svolgono un ruolo fondamentale, ma per rendere le cose più amichevoli ogni tempo di qualifica rimarrà valido fino a quando non cambieranno regole e vetture richieste, cosa che potrebbe anche non accadere fino al ciclico refresh delle attività in corso.
    Per farla molto più semplice: se in GT Sport vorrete correre in gare ufficiali, potrete farlo solo sulla attraverso la manciata di competizioni proposte da Polyphony Digital nel momento in cui vi collegherete ai server.
    Limitante quanto volete, non stiamo dicendo il contrario, ma come impostazione ha i suoi innegabili punti di forza. Ad esempio, il fatto che le gare si attivino solamente in determinati giorni e orari della settimana dona alle competizioni un'aura speciale, da evento, con cui darsi appuntamento o in cui saltare dentro per puro caso.
    Come approccio è la cosa più simile a ciò che accade nella vita di un pilota reale, che non schizza da una location all'altra senza continuità, ma si concentra per un'intera settimana su un'unica pista; che è poi l'unico modo per dare davvero il meglio di sé.

    Le gare proposte in modalità Sport hanno anche regole e durate diverse: nel primo blocco presente dal primo giorno, per esempio, erano tutte da ventiquattro macchine su pista contemporaneamente, mentre le successive tre sono state da dodici, una in cui la vettura ci viene prestata dal gioco e due nelle quali saremo obbligati ad utilizzare un bolide compatibile tra quelli in nostro possesso.
    Questa rigida struttura, dicevamo, ha i suoi pregi, ma è innegabile che necessiti ancora qualche giro di vite per dirsi davvero perfetta: manca, ad esempio, quella quarta e più coraggiosa gara per fare la differenza, come per esempio qualcosa che duri più di cinque velocissimi giri di pista, per permettere anche ai più dediti di avere pane per i loro denti con competizioni più durature e impegnative.
    Lacune a cui Polyphony Digital può facilmente rimediare, visto che il gioco è chiaramente costruito come se fosse una piattaforma estremamente malleabile, caratteristica che abbiamo già avuto modo di apprezzare in questa prima acerba settimana. Al di là delle gare proposte, alla modalità Sport manca anche quel guizzo creativo in più: va bene mantenere le stesse gare per più giorni, ma perché non creare delle mini-stagioni dalla durata di quarantottore per rendere più incisivi gli sforzi dei giocatori? Insomma, c'è da lavorarci un po', ma la strada intrapresa è senza dubbio quella giusta.

    Ayrton Senna

    Prima di accedere alla modalità Sport è necessario guardare due filmati da due minuti l'uno, che spiegano con estrema efficacia il peso della sportività in pista. Concetti molto importanti per questo Gran Turismo, e che nel gameplay si riflettono in due indicatori legati tra loro e di dominio pubblico, pensati per quantificare con la maggior precisione possibile la bravura di ogni singolo pilota e il suo livello di sportività, ovvero con quanta frequenza è coinvolto in incidenti ed è costretto a penalità sul tempo.

    Questi valori non servono soltanto a mostrare agli altri quanto siamo più o meno bravi, ma anche per fare in modo che il sistema ci metta in pista con dei pari-grado. Come sempre in casi analoghi, calcolare con esattezza durante una gara chi è andato addosso a chi è molto difficile, e infatti spesso ne pagheranno le conseguenze tutti coloro che finiranno nella mischia. Sbavature di un sistema che darà il meglio sul lungo periodo, quando le differenze tra i piloti si faranno man mano più marcate, ma che già ora, al netto delle imperfezioni, si è dimostrato subito robusto, ben pensato, ma sicuramente migliorabile.

    C'è anche da dire che chi è abituato ai classici giochi di guida tra la simulazione e l'arcade, ibrido che Gran Turismo contribuì a creare e di cui rimane fiero esponente, non è mai stato davvero introdotto a quelle che sono le regole basilari del comportamento in pista: come posizionarsi leggendo anche i movimenti degli altri contendenti e come effettuare un sorpasso il più possibile pulito. Anche Gran Turismo Sport, a parte i due filmati di cui vi abbiamo parlato ad inizio paragrafo, non fa molto al riguardo: tra le tante prove incluse, sarebbe stato bello averne di dedicate proprio a ciò che questo gioco ritiene così fondamentale.
    Fortunatamente, almeno stando alla nostra esperienza, la maggior parte dei giocatori sembrano aver capito lo spirito richiesto e questo permette di disputare quelle che sono senza alcun dubbio tra le migliori gare online di sempre.
    Il naturale svolgimento delle competizioni viene esaltato dal buonissimo sistema di guida e dagli inarrivabili replay (fermi a 30fps su PS4 liscia, su Pro invece è possibile beneficiare anche qui dei preziosi 60 frame al secondo).

    Nella modalità Sport, specialmente ad alti livelli di rating, si tende ad evitare il sorpasso scriteriato per esaltare al massimo quello calcolato, intonso, e questo permette di arrivare al traguardo con una piacevole sensazione vittoria anche se dal quindicesimo posto si è riusciti a guadagnare soltanto cinque posizioni. Aver introdotto con successo questa "etichetta di gara", aver fatto percepire al pubblico l'importanza fondamentale di sportività e correttezza, è forse il più grande risultato di Gran Turismo Sport.

    Mario Andretti

    Il modello di guida scelto da Polyphony Digital è ancora una volta declinato in un realismo che sa bene come scendere a compromessi. Mai come questa volta il team di sviluppo è riuscito a scremare gli aspetti più tecnici senza però intaccare la sensazione di essere alla guida di una vera vettura da corsa. Gran Turismo Sport riesce a farlo meglio di altri perché non esagera, non ci mette "Hollywood" esasperando vibrazioni o spargendo motion blur alla bisogna per aumentare il senso di velocità. Rispetto al più recente passato, ovvero i due (veri) Gran Turismo arrivati su PlayStation 3, il comportamento delle vetture si è fatto decisamente più interessante, ma senza stravolgere quelle che sono le sensazioni primordiali che gli appassionati storici della serie hanno imparato ad amare in questi venti anni.

    Del resto si può criticare quanto si vuole, se ne possono preferire altri, ma è innegabile che l'ibrido messo in piedi da Polyphony funziona, trasmette le giuste sensazioni e può anche riuscire a portare un pilota virtuale a competere nella realtà, come ci confermano le carriere di chi ha partecipato e vinto la rinomato GT Academy (un altro unicum nel panorama dei videogiochi automobilistici).
    Per quel che riguarda le modifiche che è possibile fare alle autovetture, Polyphony ha cercato di semplificare il più possibile limitando le possibilità di chi ama cambiare centraline e marmitte a dei settaggi basilari.

    Con lo scopo di porre l'accento sempre e solo sulla competizione, anche l'allineamento delle prestazioni tra le diverse vetture, obbligatorio nelle gare ufficiali, è gestito automaticamente dal gioco. Nulla invece è stato fatto per rendere gli immancabili incidenti più interessanti: non solo l'effetto sonoro dei contatti è rimasto lo stesso, ma non c'è ombra di deformazione della carrozzeria, solo elementari graffi e sporcizia da fondo pista. Una mancanza che fa rumore, anche se l'impostazione sportiva del gioco ne limita in qualche modo il peso specifico all'interno del gameplay. Gran Turismo Sport non ha bisogno di auto che si accartocciano, anche se sarebbe bello vederne: l'unica cosa di cui ha bisogno e che in parte riesce a garantire, è che le macchine si comportino in modo convincente nei contatti. Ed ancora una volta a dare un senso a questa direzione, a lenire la mancanza di feature che daremmo per scontate, è una impostazione estremamente realistica della gara e del suo svolgimento.
    Mancano anche i fenomeni atmosferici (la pioggia dicono arriverà tra qualche tempo) e tranne che in una prova ben precisa al momento è possibile correre solo su asfalto asciutto. Assente anche l'avanzamento temporale (si finisce all'ora in cui si è partiti), quindi niente endurance dal giorno alla notte, ma anche questa è tra le feature che potrebbero essere aggiunte in seguito, visto che Gran Turismo Sport ha un'illuminazione dinamica decisamente evoluta.

    Emerson Fittipaldi

    Un garage striminzitoAbbiamo già detto che la modellazione poligonale delle vetture, in GT Sport, è semplicemente incredibile, forse la migliore mai vista in un gioco di guida. Il prezzo della perfezione o presunta tale? Una mancanza cronica di autovetture tra cui scegliere: sono solo 140 contro le 600 di Forza 7) e di circuiti disponibili (sono 17 contro i 45 di Project Cars 2. Naturalmente saranno a breve disponibili i primi DLC che, visto i numeri di partenza non proprio esaltanti, speriamo vivamente in buona parte gratuiti.

    Tecnicamente Gran Turismo Sport punta chiaramente al fotorealismo, obiettivo che raggiunge in fulminanti sprazzi di incredibile credibilità grazie a una modellazione delle vetture che non ha eguali, oltre ad un sistema di illuminazione globale che lascia spesso esterrefatti. L'impatto è clamoroso anche se nel dettaglio c'è qualche semplificazione di troppo, e in quanto a texture a bordo pista si poteva fare molto di più.
    L'apice si raggiunge nel modo in cui sono stati riprodotti i materiali, nei raggi di luce che filtrano tra gli alberi e afferrano la lingua d'asfalto su cui presto andremo a lanciarci al massimo della velocità. Inferiori al resto sono invece le rifrazioni in tempo reale sulle livree delle vetture, la cui bellezza è minata da una risoluzione troppo bassa per essere all'altezza del loro compito.
    Niente da dire invece sulla fluidità di gioco, che dopo due capitoli su PS3 alquanto deludenti riesce finalmente a gestire con estrema facilità i tanto agognati 60 FPS su PS4 e PS4 Pro.
    L'impatto fotorealistico non cala nella modalità per la realtà virtuale, dove il frame rate esce immacolato anche se le rinunce sono davvero insostenibili: si può giocare contro una sola altra vettura e per due soli giri di pista, che andrà scelta nel menù ridotto di questa comunque spettacolare porzione di gioco.
    Un enorme passo in avanti è stato fatto sul sonoro: niente più aspirapolvere lanciati a duecento chilometri orari ma una riproduzione finalmente realistica dei bolidi reali, anche se un po' troppo pulita per essere davvero convincente.

    Gran Turismo Sport Gran Turismo SportVersione Analizzata PlayStation 4Gran Turismo Sport è un grande gioco che svolta bruscamente verso una direzione completamente diversa da quella verso cui la serie ha sempre puntato. Il problema di questo titolo è che si infila in una zona grigia totalmente nuova su console, e potrebbe quindi correre il rischio di non accontentare tutti i giocatori, e anzi di lasciare interdetti i fan di lungo corso. Gran Turismo Sport richiede una dedizione diversa dal solito, e consuma il tempo libero in modo totalmente diverso da quello a cui erano abituati coloro i quali amavano la serie per la sua “carriera fiume”. Ma insomma, la filosofia alla base di quello che possiamo considerare quasi uno spin-off è lucida, consapevole, interessante. Ed è proprio questo cambio di direzione, questa volontà di avvicinarsi alla struttura del giocatissimo iRacing, a rappresentare un grosso valore aggiunto per la produzione. Bisogna però considerare che anche gli aspetti più coraggiosi e riusciti del titolo necessitano di un perfezionamento che siamo certi arriverà in corso d'opera, ma che allo stato attuale lascia dei buchi enormi nel pacchetto che Polyphony Digital ha confezionato (con il solito, chiaro, impeto d'amore). Se siete appassionati di guida, comunque, Gran Turismo Sport è un gioco che merita tutta la vostra attenzione: anche solo per le sue straordinarie gare online, in assoluto le più interessanti che ci sia capitato di affrontare negli ultimi anni su console, e senza per questo risultare mai troppo elitarie. Gran Turismo Sport è, insomma, un capitolo di rottura: un episodio che si distanzia dalla tradizione della saga e anche da quella dei racing game su console. Proprio per questo è un prodotto interessante, a patto che si chiuda un occhio (o due?) su quello che non c'è, e che con molta probabilità arriverà in futuro. Un titolo che diventerà, insomma, sempre più importante mese dopo mese, ma che oggi non può essere promosso a pieni voti.

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