Green Hell VR Recensione: sopravvivenza in realtà virtuale

Green Hell abbraccia la realtà virtuale con una versione leggermente diversa del gioco originale, riadattato per sfruttare le potenzialità della VR.

Green Hell VR Recensione: sopravvivenza in realtà virtuale
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • Il risveglio nella giungla di Green Hell è piuttosto brusco e un realtà virtuale è tutto profondamente acuito. Mi ridesto con un braccio ferito, un altro aggredito da un paio di maledette sanguisughe, lo stomaco che brontola e una sete terrificante. L'acqua del fiume può indurre in tentazione, ma bisogna stare ben attenti a non cedere, perché c'è il rischio di contrarre qualche verme. Invece noto una noce di cocco verde che casca giù da una palma sulla riva, e rapidamente la raccolgo. Senza indugio la afferro a due mani e la sbatto con violenza contro una roccia, per berne avidamente il latte.

    Dopo averlo prosciugato fino all'ultima goccia, spacco in due il frutto e ne mangio con voracità la polpa bianca all'interno, saziando in parte la mia fame. Stacco dal mio braccio quegli animali disgustosi e raccolgo due pietre da terra. Dopo averle sbattute l'una contro l'altra per affilarle, le uso per tagliare delle piante e recuperarne le foglie come bende per l'altro mio braccio, quello sanguinante. Avanzando tra la fitta vegetazione trovo un ramo e decido di usare un'altra pietra lì vicino per fabbricare una rudimentale ascia. Nel frattempo, sento uno zampettìo e voltandomi noto uno scorpione che si stava avvicinando famelico, e con un balzo lo schiaccio con l'utensile appena creato.

    Sono stanco e il sole sta calando: ho bisogno di un riparo. Utilizzo la mia grezza arma per abbattere un alberello, con molti più colpi di quelli che probabilmente sarebbero serviti con un'accetta vera. A quel punto recupero due bastoni lunghi e li conficco nel terreno a colpi di pietra, facendo sì che si incrocino a formare un triangolo. Mi serve una liana, e per fortuna dall'albero che ho buttato giù riesco a recuperarne una: la uso come corda per fissare assieme i due bastoni e un terzo, a formare una sorta di piramide obliqua. Con un po' di foglie da una palma lì vicino ricopro la struttura e creo un riparo per la notte. Infine, con i ramoscelli rimasti dall'albero di poco fa abbozzo un falò sbilenco, che accendo usando una foglia secca della palma e generando scintille con una pietra e la mia ascia rudimentale. Ecco, tutte queste azioni che in un classico survival game sarebbero la norma, in realtà virtuale acquisiscono una dimensione nuova: si fanno più vivide, più verosimili, più concrete.

    Sopravvivenza semplificata

    Green Hell è un survival ambientato nella giungla, che dopo un fortunato debutto su Steam nel 2018 (a questo link potete leggere la nostra prova di Green Hell in edizione console), si è reinventato in una versione VR per Meta Quest realizzata dal team Incuvo.

    In questo contesto, il gioco di Creepy Jar è senza dubbio uno dei titoli più interessanti del suo genere d'appartenenza, nonostante i compromessi a cui si è dovuti scendere. In effetti per poter girare sul visore stand alone di Meta, il colpo d'occhio è stato vistosamente ridimensionato. In questa versione i poligoni che compongono corpi e oggetti vari sono stati semplificati e la risoluzione delle texture è stata ridotta, come pure la profondità di campo. Nonostante le accortezze, non è raro imbattersi in un po' di stuttering, fenomeni di pop-in in lontananza o altri difetti simili. Tuttavia, Green Hell non è stato semplificato solo dal punto di vista grafico. Il profondissimo gioco di sopravvivenza che ha conquistato tantissimi giocatori su PC è stato rivisto anche in altri fondamentali aspetti, che ne avevano decretato il successo, su tutti il crafting e il multiplayer.

    Per quanto riguarda gli oggetti costruibili, oltre a essere stata alleggerita la procedura per realizzare alcuni utensili, è stata ridotta all'osso tutta una sostanziosa parte legata all'edificazione di strutture abitabili, come pure il numero di materiali ottenibili e utilizzabili. Inoltre, tutto il sistema di sviluppo del personaggio è stato troncato completamente. La componente multigiocatore è anch'essa per adesso del tutto assente.

    Appare evidente che quella che era un'esperienza molto legata al gioco online e alla costruzione di complessi edifici, sfruttando gli ampi spazi della mappa, abbia un po' spostato il suo focus in questa versione VR.

    Sembra infatti che il titolo in questo caso sia molto più votato all'esplorazione che alla costruzione. Per andare incontro ai limiti della piattaforma, la mappa è stata rimpicciolita, e non propone le vaste aree del gioco originale, dal momento che è suddivisa in zone (separate da brevi caricamenti) e composta da corridoi naturali e piccole radure.

    La magia del visore

    Come molto spesso accade però, la realtà virtuale fa la sua magia, e Green Hell una volta indossato il Quest diventa un'esperienza coinvolgente e trascinante, da cui, superato un po' di motion sickness iniziale, si fatica a staccarsi. L'impatto è impressionante: la possibilità di esplorare con discreta libertà una giungla virtuale, con tutti i suoi pericoli e le sue bellezze, gli ostacoli e le risorse, si traduce quindi in un'avventura che vale il prezzo del biglietto.

    Tutta l'interfaccia, che già era imperniata sullo smartwatch del protagonista, in VR spinge il giocatore a guardare fisicamente l'orologio al suo polso virtuale, e a interagire con esso usando l'indice della mano destra. Oggetto che in questa versione più che mai diventa fondamentale per tenere sotto controllo lo stato di salute del protagonista. L'inventario invece è costituito da uno zaino che è effettivamente sulle spalle del giocatore, in cui riporre manualmente i nostri oggetti ed estrarre rapidamente l'arma da sopra la spalla destra. Tutte le dinamiche di costruzione, associate al quaderno degli appunti del protagonista, richiedono il compimento di svariati tipi di azioni fisiche che, per quanto semplificate, riescono a simulare l'idea della costruzione manuale di utensili e strutture.

    Green Hell propone una modalità storia che di fatto è un preludio a quella che sarà l'esperienza principale, la modalità sopravvivenza. Eppure, per quanto il cuore pulsante del titolo sia effettivamente la sua esperienza libera, la trama offre diverse ore di avventura e introduce abbastanza bene tutte le meccaniche di gioco, oltre a toccare tematiche tutt'altro che leggere, come l'impatto dell'uomo sull'ambiente o la preservazione delle popolazioni indigene.

    È un peccato che la mappa offerta sia identica nelle due modalità: si finisce infatti ben presto per riconoscere gli stessi luoghi e prevedere la comparsa di specifici animali feroci in determinate zone.

    Un'introduzione alla sopravvivenza

    In generale questa versione VR di Green Hell si configura come un perfetto punto d'accesso per chi ai titoli survival non è particolarmente avvezzo, dal momento che, come già accennato, rispetto alla controparte originale si concentra più sugli aspetti esplorativi che su quelli costruttivi. Se per i veterani di questo tipo di esperienze può risultare piuttosto semplificato e meno stimolante in rapporto all'edizione base, per i neofiti è un'ottima scelta con cui sperimentare le potenzialità del proprio Quest 2.

    Al di là dei compromessi tecnici e ludici con cui il gioco ha dovuto fare i conti, Green Hell rappresenta uno dei massimi esponenti della sopravvivenza sul visore stand alone di Meta. La speranza è che il titolo possa ricevere degli aggiornamenti che introducano la modalità multiplayer, che potrebbe allungare a dismisura la giocabilità, e magari che possano essere gradualmente introdotte alcune delle dinamiche di crafting eliminate nel processo di conversione. Un aspetto su cui invece sarebbe necessario affinare l'esperienza è la fase di tutorial, troppo poco dettagliata.

    Se da un lato il titolo sembra chiaramente rivolgersi a giocatori inesperti, dall'altro la mancanza di una guida iniziale sufficientemente esaustiva potrebbe indurre più di un utente a sentirsi quasi abbandonato a se stesso. Nelle prime battute, infatti il gioco non spiega a dovere come costruire specifici oggetti fondamentali, o perfino come effettuare alcune azioni basilari, rendendo l'incipit abbastanza faticoso da digerire.

    Green Hell VR Green Hell VRVersione Analizzata PCNel complesso la versione Quest di Green Hell è ben riuscita, seppur limitata, e capace di trascinare i giocatori nella giungla selvaggia per tante ore, stuzzicandoli grazie alle peculiarità della realtà virtuale. Insomma, si tratta di un'esperienza molto stimolante che merita di essere inserita nella propria libreria dei giochi in VR.

    7.5

    Che voto dai a: Green Hell VR

    Media Voto Utenti
    Voti: 5
    7.4
    nd