Harvest Moon Mad Dash Recensione: Tetris da coltivare

La serie Harvest Moon tenta di conquistare il mondo console con Mad Dash, un inquadrato puzzle game poco rigoglioso.

Harvest Moon Mad Dash Recensione: Tetris da coltivare
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Disponibile per
  • PS4
  • Switch
  • PS4 Pro
  • Quella del più famoso "simulatore di fattoria" nipponico è una storia complicata, funestata negli ultimi anni da questioni burocratiche che hanno portato ad una vera e propria scissione tra il "vero" Harvest Moon, quello che oggi in occidente è conosciuto con il nome di "Story of Seasons" (a tal proposito recuperate la nostra recensione di Story of Season), e una nuova serie parallela portata avanti, con risultati tutt'altro che positivi, da Natsume. Quello che oggi conosciamo come Harvest Moon, insomma, non è Harvest Moon. Dopo il discutibilissimo "The Lost Valley", approdato su 3DS con la (vana) speranza di svecchiare la serie introducendovi raffazzonate meccaniche simil-Minecraft, e il dimenticabile "Light of Hope", oggi è il turno di Mad Dash, un vero e proprio spin-off a tutti gli effetti, il primo completamente avulso dal passato del brand: un prodotto che, in tutta onestà, sembra avere più affinità con le produzioni low-budget del mercato mobile che non con la virtuosa controparte distribuita da Marvelous.

    I frutti della terra

    Dopo un'introduzione criptica e appena abbozzata, in cui una misteriosa magia ricoprirà tutti i terreni coltivabili attorno alla nostra fattoria con una vegetazione così folta da renderli inutilizzabili, abbiamo subito trovato ad attenderci la prima, grande novità del titolo: la suddivisione in stage. La proposta ludica di Mad Dash è infatti molto diversa da quella classica del brand, solitamente piuttosto "libera" e rilassante.

    Al contrario, stavolta ci troviamo di fronte ad un prodotto piuttosto inquadrato e schematico; un asciutto puzzle game a tempo che ricorda molto da vicino numerosi congeneri già disponibili per il mercato mobile, costituiti da brevi livelli lampo da giocare in rapida successione. Gli elementi di gameplay che caratterizzano la produzione di Natsume sono piuttosto limitati, e si basano principalmente sull'interazione tra il nostro personaggio e i vari "blocchi di piante" che troveremo sul terreno dell'area di gioco, i quali ricordano una vera e propria variante agricola dei mattoncini del Tetris.

    Il nostro scopo sarà quello di trasportare i vari blocchi, disposti in maniera casuale all'interno della ridotta area di gioco, in maniera tale da raggrupparli per colore (e quindi tipologia di coltivazione); accoppiando più blocchi dello stesso colore in maniera opportuna otterremo prodotti più rigogliosi e imponenti, moltiplicando il nostro punteggio in maniera esponenziale. Tale punteggio sarà fondamentale per la buona riuscita della nostra opera di purificazione del territorio: più è alto e più stelle otterremo, più stelle otterremo e prima potremo passare all'area successiva del mondo di gioco.

    Proseguendo con l'avventura si aggiungeranno anche altre meccaniche secondarie, come ad esempio la pesca, la necessità di raccogliere il latte dalle mucche e la possibilità di utilizzare alcuni specifici power-up: tutti elementi che, per quanto incredibilmente semplicistici, contribuiscono a donare un pizzico di varietà in più alla produzione. Sebbene i controlli siano piuttosto semplici e richiedano l'utilizzo di appena due tasti, durante la nostra esperienza con il gioco non abbiamo potuto far a meno di notare lo sgraditissimo ritorno di uno dei più grandi difetti che aveva caratterizzato anche la nostra esperienza in compagnia del già citato Harvest Moon: The Lost Valley, ovvero l'ingiustificata mancanza di precisione del sistema di controllo: piazzare nel posto giusto i vari blocchi si è spesso e volentieri rivelato il più grande ostacolo tra noi e la corretta conclusione di un livello, soprattutto considerando quanto importante sia all'interno dell'economia di gioco il fattore tempo.

    Il tasso di sfida però resta sempre drammaticamente basso, e sebbene continui ad aumentare in maniera perlopiù costante, non risulta mai sufficientemente elevato da mantenere alto l'interesse del giocatore medio sul lungo periodo. Nonostante abbia dalla sua un quantitativo di livelli non indifferente e un accettabile numero di variazioni sul tema, insomma, la difficoltà praticamente inesistente rende il gioco adatto quasi unicamente a un pubblico di giovanissimi, che magari potrebbero trovare nella natura coloratissima e iper-semplificata del titolo Natsume un ambiente sicuro in cui muovere i primi passi all'interno del variegato mondo dei videogiochi su console.

    Ma ha davvero senso spostarsi da mobile a console, senza un vero incentivo dal punto di vista ludico? Forse no, considerando il prezzo di questo Harvest Moon: Mad Dash, davvero troppo alto e difficile da giustificare vista la caratura della produzione. L'unico valore aggiunto degno di nota è la presenza di una co-op locale che vi consentirà di giocare ogni singolo stage insieme ad altri tre giocatori, i quali potranno entrare e uscire dalla partita in qualunque momento. Ovviamente, più numerosi saranno i "contadini", e maggiore sarà il punteggio richiesto per ottenere un determinato numero di stelle.

    Anche tecnicamente, purtroppo il gioco non fa una bellissima figura. La colonna sonora che ci accompagnerà durante l'intera avventura è fastidiosa e ripetitiva, mentre graficamente siamo, tanto per cambiare, addirittura al di sotto di buona parte delle nuove produzioni specificatamente pensate per smartphone. Soprattutto su PS4, la console sulla quale abbiamo testato il gioco, la cosa stona parecchio. Ciononostante, la direzione artistica gioiosa e colorata della produzione rappresenta a nostro avviso un piccolo passo in avanti rispetto al predecessore Harvest Moon Light of Hope, capitolo ludicamente più solido e tradizionale, ma non particolarmente a fuoco dal punto di vista stilistico.

    Harvest Moon: Mad Dash Harvest Moon: Mad DashVersione Analizzata PlayStation 4 ProQuello messo in piedi da Natsume è un puzzle game frenetico e colorato, ma incapace di avvincere e gratificare il giocatore a causa di un’eccessiva semplicità; un prodotto modesto, indicato principalmente ai giocatori meno esigenti in cerca di un passatempo rapido e poco impegnativo o per i giovanissimi in cerca di una prima esperienza in compagnia di un gioco su console. Se proprio volete provarlo, comunque, vi consigliamo di farlo almeno attraverso la sua versione per Nintendo Switch, sicuramente la piattaforma più adatta a questo tipo di produzioni. Se invece speravate in un Harvest Moon tradizionale, vi conviene rivolgervi all’ottimo Stardew Valley o, se siete possessori di console Nintendo, al già citato Story of Seasons.

    5

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