Haunted Mansion si dimostra, da subito, un titolo particolare. Disponibile nelle versioni per PS2, X-Box e NGC, pubblicato da TDK Mediactive e sviluppato da High Voltage Soft, il titolo viene catalogato dal Team di sviluppo come un puro “Action game”. Sebbene Haunted Mansion ripercorra le triviali tematiche della casa infestata (sui passi di un non recente Luigi), il titolo riesce a farsi scoprire veramente spettacolare nelle sue particolarità ludiche, partendo dall'ambientazione, tutt'altro che infantile, basata su una sceneggiatura Disney: ottimo credito per un videogioco. Il titolo, disponibile da qualche mese, propone la storia di Zeke, un timido personaggio impiegato presso la spettrale villa Southren: ben presto capirà di non essere solo e imparerà a convivere con le presenze della casa: sulle inquietanti manifestazioni spettrali s'impernia proprio il fulcro del gioco: il povero Zeke dovrà farsi coraggio e liberare gli spiriti torturati che sono stati “imprigionati” nella gigantesca villa dal malvagio Atticus Thorn. A disposizione del protagonista, solamente una lampada magica chiamata Beacon of Souls, le cui funzioni saranno poco lontane da quelle di una comune arma da fuoco. Il gioco sfrutta una formula semplice, ma ugualmente lontana dalla banalità. Il paragone più appropriato, anzi, per atmosfera e coinvolgimento, è forse quello con Medievil, pietra miliare del panorama ludico PsOne. La meccanica del titolo è la seguente: ogni stanza rappresenta un mini-livello, in cui si dovrà risolvere un puzzle per riuscire ad accendere la luce: in questo modo si potranno scovare gli spiriti da liberare. Dare la pace alle anime tormentate, oltre che fornire momentanee ricompense (upgrade per la lampada, o, semplicemente, punti), sarà indispensabile per guadagnare l'accesso alle aree della villa in cui è ambientata l'avventura: su ogni porta troneggerà il numero di spiriti minimo per poter entrare nella stanza. La semplicità della struttura è compensata ottimamente dal livello dei puzzle. Laddove alcuni risultano veramente ingegnosi, altri si rivelano risolvibili solamente se si ha la capacità di armarsi di una buona dose di fantasia: Haunted Mansion non è un gioco che richiede tattica o pazienza; piuttosto, impone di tornare “un po' bambini”, quando ancora non eravamo ancorati ad una rigida coerenza strutturale. Il punto forte del gioco sono sicuramente le atmosfere che lo scenario tipicamente disneyano ci propone: non mancheranno le scene classiche, dagli strumenti musicali che volteggiano, suonando per opera di mani invisibili, ai fantasmi che danzano nelle smisurate sale da ballo, toccando le statue che si voltano, inaspettatamente, al nostro passaggio. Lo stile di combattimento, che interviene una volta scoperti gli spettri nascosti dall'oscurità, non lascia troppe varianti: una volta imparati i movimenti di base, il tutto risulta relativamente meccanico. L'avventura prende luogo in diverse zone della villa: oltre agli interni, 2 zone esterne, un cimitero (allestito in un cortile interno) e un giardino immenso, al pari di una giungla post-moderna. I tre piani in cui tutta l'azione è concentrata consistono di 7-8 stanze: decisamente poche. La scarsa longevità, infatti, è una grossa pecca del titolo: tra le mani di un esperto Haunted Mansion non reggerà una sessione di oltre 5 ore. Inoltre, la monotonia delle situazioni di combattimento mina seriamente il divertimento nel giocare più volte il titolo.
Tecnicamente
L'aspetto grafico non è di certo al margine della spettacolarità odiernamente canonica: tuttavia, è proprio del particolare design tecnico che consiste la particolarità di Haunted Mansion: l'attrazione è composta da un mix d'elementi ottocenteschi e medioevali: fondali semplici ma sempre colorati vivacemente, e pieni di elementi “d'azione” grafica particolare. Segue alla scarna poligonalità una totale assenza di rallentamenti: ogni stanza è costituita da un numero molto limitato di elementi, che la CPU riesce a gestire senza problemi. Rimane il fatto che, dopo aver capito le intenzioni del titolo, abituarsi alla pochezza grafica è conseguenza immediata: Haunted Mansion s'affaccia al mondo d'animazione classica, presentando uno “raro” e sempre meno proposto. L'ambientazione volutamente retrò si manifesta anche nel comparto sonoro: le musiche sono simpaticissime, spesso “demenziali”: sembrano suonate da quartetti di fantasmi amanti della polka, ricordando momenti di “Casper” e ancora di più le musiche del film “Beetlejuice”. I dialoghi sono costruiti sul carattere d'ogni fantasma che s'incontra: dallo spirito classicamente triste allo spettro infuriato. Il sonoro è il settore più dettagliato e ben costruito di Haunted Mansion.
Concludendo
Un gioco per tutti ma non un gioco qualunque. A prima vista può sembrare infantile, ma in nessun caso risulta noioso. Se siete alle ricerca della “particolarità” e avete amato il mondo Disney, saprà stupirvi nonostante la scarsa longevità e una grafica non eccelsa.
Recensione Haunted Mansion
Leggi la nostra recensione e le opinioni sul videogioco Haunted Mansion - 1126
Sembrava un gioco da
Hauntedragazzi
Mansion si dimostra, da subito, un titolo particolare. Disponibile nelle
versioni per PS2, X-Box e NGC, pubblicato da TDK Mediactive e sviluppato da High
Voltage Soft, il titolo viene catalogato dal Team di sviluppo come un puro
“Action game”. Sebbene Haunted Mansion ripercorra le triviali tematiche della
casa infestata (sui passi di un non recente Luigi), il titolo riesce a farsi
scoprire veramente spettacolare nelle sue particolarità ludiche, partendo
dall'ambientazione, tutt'altro che infantile, basata su una sceneggiatura
Disney: ottimo credito per un videogioco. Il titolo, disponibile da qualche
mese, propone la storia di Zeke, un timido personaggio impiegato presso la
spettrale villa Southren: ben presto capirà di non essere solo e imparerà a
convivere con le presenze della casa: sulle inquietanti manifestazioni spettrali
s'impernia proprio il fulcro del gioco: il povero Zeke dovrà farsi coraggio e
liberare gli spiriti torturati che sono stati “imprigionati” nella gigantesca
villa dal malvagio Atticus Thorn. A disposizione del protagonista, solamente una
lampada magica chiamata Beacon of Souls, le cui funzioni saranno poco lontane da
quelle di una comune arma da fuoco. Il gioco sfrutta una formula semplice, ma
ugualmente lontana dalla banalità. Il paragone più appropriato, anzi, per
atmosfera e coinvolgimento, è forse quello con Medievil, pietra miliare del
panorama ludico PsOne. La meccanica del titolo è la seguente: ogni stanza
rappresenta un mini-livello, in cui si dovrà risolvere un puzzle per riuscire ad
accendere la luce: in questo modo si potranno scovare gli spiriti da liberare.
Dare la pace alle anime tormentate, oltre che fornire momentanee ricompense
(upgrade per la lampada, o, semplicemente, punti), sarà indispensabile per
guadagnare l'accesso alle aree della villa in cui è ambientata l'avventura: su
ogni porta troneggerà il numero di spiriti minimo per poter entrare nella
stanza. La semplicità della struttura è compensata ottimamente dal livello dei
puzzle. Laddove alcuni risultano veramente ingegnosi, altri si rivelano
risolvibili solamente se si ha la capacità di armarsi di una buona dose di
fantasia: Haunted Mansion non è un gioco che richiede tattica o pazienza;
piuttosto, impone di tornare “un po' bambini”, quando ancora non eravamo
ancorati ad una rigida coerenza strutturale. Il punto forte del gioco sono
sicuramente le atmosfere che lo scenario tipicamente disneyano ci propone: non
mancheranno le scene classiche, dagli strumenti musicali che volteggiano,
suonando per opera di mani invisibili, ai fantasmi che danzano nelle smisurate
sale da ballo, toccando le statue che si voltano, inaspettatamente, al nostro
passaggio. Lo stile di combattimento, che interviene una volta scoperti gli
spettri nascosti dall'oscurità, non lascia troppe varianti: una volta imparati
i movimenti di base, il tutto risulta relativamente meccanico. L'avventura
prende luogo in diverse zone della villa: oltre agli interni, 2 zone esterne, un
cimitero (allestito in un cortile interno) e un giardino immenso, al pari di una
giungla post-moderna. I tre piani in cui tutta l'azione è concentrata
consistono di 7-8 stanze: decisamente poche. La scarsa longevità, infatti, è una
grossa pecca del titolo: tra le mani di un esperto Haunted Mansion non reggerà
una sessione di oltre 5 ore. Inoltre, la monotonia delle situazioni di
combattimento mina seriamente il divertimento nel giocare più volte il
titolo.
Tecnicamente
L'aspetto grafico non è di certo al margine della
spettacolarità odiernamente canonica: tuttavia, è proprio del particolare design
tecnico che consiste la particolarità di Haunted Mansion: l'attrazione è
composta da un mix d'elementi ottocenteschi e medioevali: fondali semplici ma
sempre colorati vivacemente, e pieni di elementi “d'azione” grafica
particolare. Segue alla scarna poligonalità una totale assenza di rallentamenti:
ogni stanza è costituita da un numero molto limitato di elementi, che la CPU
riesce a gestire senza problemi. Rimane il fatto che, dopo aver capito le
intenzioni del titolo, abituarsi alla pochezza grafica è conseguenza immediata:
Haunted Mansion s'affaccia al mondo d'animazione classica, presentando uno
“raro” e sempre meno proposto. L'ambientazione volutamente retrò si manifesta
anche nel comparto sonoro: le musiche sono simpaticissime, spesso “demenziali”:
sembrano suonate da quartetti di fantasmi amanti della polka, ricordando momenti
di “Casper” e ancora di più le musiche del film “Beetlejuice”. I dialoghi sono
costruiti sul carattere d'ogni fantasma che s'incontra: dallo spirito
classicamente triste allo spettro infuriato. Il sonoro è il settore più
dettagliato e ben costruito di Haunted Mansion.
Concludendo
Un gioco per tutti ma non un
gioco qualunque. A prima vista può sembrare infantile, ma in nessun caso risulta
noioso. Se siete alle ricerca della “particolarità” e avete amato il mondo
Disney, saprà stupirvi nonostante la scarsa longevità e una grafica non eccelsa.
Quanto attendi: Haunted Mansion
Hype totali: 0
Altri contenuti per Haunted Mansion