Recensione Heart&Slash

Dopo aver esordito sugli store di PS4 e Xbox One, il frenetico brawler dello studio aheartfulofgames si lascia alle spalle anche l'Early Access di Steam.

Recensione Heart&Slash
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  • Non era poi così scontato che, a ormai più di due anni dal nostro primo hands-on, saremmo potuti tornare a raccontarvi gli sviluppi di Heart&Slash, opera di debutto del piccolo team madrilèno aheartfulofgames. Il rischio che dopo tutto questo tempo i lavori si fossero arenati tra gli scogli dell'Early Access, come peraltro su Steam accade spesso, poteva in effetti sembrare dietro l'angolo. Un'ipotesi che si è sgretolata quando, un po' a sorpresa, il titolo si è palesato pochi mesi orsono in forma definitiva nei negozi online di Xbox One e PS4, oltretutto sotto l'etichetta di Badland Indie, editore acquisito strada facendo. Con un po' di ritardo, siamo oggi qui a presentarvi la versione del gioco uscita di recente per PC, Mac e Linux, l'ultima che, a discapito delle origini del progetto, ha visto la luce in questo lungo processo di gestazione. Dunque, cos'ha questo brawler in salsa cibernetica di buono, e cos'altro invece sarebbe meglio dimenticare seduta stante?

    Robot May Cry

    Heart&Slash racconta i fatti di un'umanità annientata dai robot, i quali, dopo aver vinto la guerra nel giorno conosciuto come Roboluzione, hanno infine ceduto in massa al controllo di QuAsSy, gigantesca e malvagia intelligenza artificiale. Risvegliatosi da un sonno di cent'anni in un laboratorio sotterraneo dismesso, Heart si scopre unico sintetico senziente a non essere finito sotto il giogo dal suddetto dittatore e, spinto alla ragione dall'ologramma dello scienziato suo creatore, anch'esso oramai deceduto nel corso della rivolta, si adopera subito per risalire in superficie e sventare la minaccia una volta per tutte. Avrete capito che la prima fatica di aheartfulofgames rinuncia quasi subito a una narrativa solida per concentrarsi sul gameplay, che il nome del gioco già suggerisce adeguarsi ai perfetti canoni dell'hack'n'slash. Ancor più nello specifico, aggiungiamo noi, a una formula action che non nasconde una certa dose di ammirazione nei confronti dell'operato del grande Hideki Kamiya, il padre di Dante e Bayonetta. La differenza principale risiede nel fatto che la formula aderisce da subito alle declinazioni contemporanee del roguelike, dalla generazione procedurale degli ambienti allo spawn casuale dei nemici e degli armamenti, fino alla presenza dell'ormai onnipresente permadeath. Facciamo un po' d'ordine e partiamo col dire che l'esperienza di Heart&Slash si compone di soli tre macro-stage da completare categoricamente in un'unica run dove ci verrà negata ogni possibilità di salvataggio dei progressi. Controller alla mano, il nostro amico dalla testa a monitor si dimostra di passo particolarmente veloce, oltre che dotato di tre slot per le armi che andremo a riempire non appena varcata la prima delle numerose stanze che compongono il livello, ben consultabili di corridoio in corridoio grazie a una mini mappa posta ad angolo dell'interfaccia. È questo il momento cruciale di ogni try, poiché i tre strumenti, dispensatici randomicamente dal software, ci terranno compagnia fino al ritrovamento di nuovi arnesi da battaglia, il che potrebbe avvenire in tempi relativamente brevi come anche dopo un bel po' dall'inizio della propria scarpinata. Heart può inoltre montare fino a quattro moduli assieme per comporre una sorta di armatura che serve, in soldoni, a incrementarne le statistiche, quali ad esempio la capacità d'attacco, di difesa e la rapidità di schivata. Armi e moduli sono in qualsiasi momento barattabili con una certa quantità di bulloni, necessari ad acquistare gli upgrade del personaggio e incrementarne di conseguenza la barra della salute, neanche a dirlo rappresentata da un numero variabile di tradizionali cuoricini rosa.

    Gli arnesi di morte che potremo equipaggiare, dicevamo, sono solamente tre, uno principale e gli altri due switchabili tenendo premuti i dorsali del pad, ma è pur vero che gli sviluppatori ne hanno ideati davvero tantissimi. Potranno infatti capitarci più di cento gingilli tra comuni mazze da baseball, martelli elettrificati, guantoni d'acciaio e quant'altro utile al melee, ma anche pistolette e blaster per l'attacco dalla distanza, in quello che è un arsenale che sulle prime, in effetti, potrebbe rivelarsi divertente da collaudare per capire come inanellare combo sempre nuove e viepiù devastanti. I villain si differenziano a loro volta nel look, sebbene, in questo caso, possano semplicemente essere raggruppati in poche categorie: i robot minuti e agili, quelli grossi e robusti e quelli, ben più fastidiosi, in grado di svolazzare in giro per il setting. Quando si scende in campo, il combat system di Heart&Slash si dimostra poi abbastanza basilare, fatto di classici attacchi e di schivate in rotolata ma privo di alcun comando per il targeting e, soprattutto, molto condizionato dall'efficacia del tipo d'arma da noi impugnata a contatto con la specifica tipologia di cattivo da neutralizzare. Sperimentare run dopo run dovrebbe portare il giocatore alla consapevolezza di quale strategia offensiva sia meglio adottare caso per caso; l'impressione, al contrario, è che alcune armi siano decisamente OP, e che dunque la fortuna di riceverne di particolarmente performanti a principio della partita possa segnarne l'esito in maniera fin troppo marcata.

    Cuore di robot

    Al di là di tutto, Heart&Slash si attesta su un livello di difficoltà medio-alto, specie in funzione della già citata intelaiatura da roguelike che dà sapore alla ricetta ludica. Dicevamo che la morte è permanente e al principio di ogni nuovo tentativo si riparte con soltanto una quantità di bulloni bonus variabile a seconda della bontà della performance precedente. Manca insomma una crescita effettiva del personaggio, per cui è un po' tutto nelle mani del giocatore, chiamato a far tesoro dei propri errori per ambire a successive run più fruttuose. Di fatto l'esperienza acquisita può essere considerata un plusvalore solo fino a un certo punto, poiché il titolo presenta una manciata di altre criticità che potrebbe infastidire persino gli utenti più abili e scafati. Anzitutto, l'abbiamo già accennato, l'incedere si accoppia a un sistema di combattimento legnoso e di scarsa profondità, in cui il continuo saltellare e poi sferrare attacchi pesanti e leggeri è ben lontano dai tecnicismi coreografati dei suoi consimili più famosi, riducendosi sovente al mero button mashing. In questo senso non aiuta neppure una camera virtuale a gestione manuale che risulta a tratti davvero fastidiosa da manovrare, soprattutto nei momenti di lotta più concitati.

    Il limite più grande di Heart&Slash, comunque, è dato dalla marcata ripetitività delle situazioni che lo compongono, per cui le numerose stanze, pur generate casualmente, si somigliano un po' tutte e il continuo varcarle per combattere e potenziarsi rischia di venire presto a noia. Anche artisticamente c'è ben poco che sappia rapire la vista, sia dal punto di vista cosmetico - siamo nelle terre della voxel art rivestita di un cel shading piuttosto grezzo - che da quello musicale, per cui i pochi brani presenti, seppur di discreta fattura, si ripetono all'infinito senza enfasi o variazioni.

    Heart&Slash Heart&SlashVersione Analizzata PCDopo un’attesa non indifferente ci saremmo di sicuro aspettati qualcosa di più da Heart&Slash. Le perplessità che avevamo segnalato durante la nostra prova di due anni fa si sono purtroppo concretizzate in questa ultima versione di gioco, costringendo il primigenio di aheartfulofgames a una proposta action roguelike nevrotica, traballante e poco incisiva. Dispiace, anche perché i dev stanno dimostrando indubbia dedizione al progetto - i bug e problemi di framerate, che qui abbiamo volutamente tralasciato, sono stati integralmente rattoppati fin dai primi giorni di release. Facciamo però fatica a consigliare il titolo al di fuori della cerchia dei malati di hack’n’slash all’ultimo stadio, suggerendo a tutti gli altri di volgere lo sguardo altrove.

    5.8

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