Recensione Heavenly Sword

Nariko finalmente in azione

Recensione Heavenly Sword
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  • PS3
  • Heaven can wait

    Heavenly Sword, nel corso del suo sviluppo, è diventato il portavoce perfetto della filosofia concettuale alla base della nuova console Sony. Come per la piattaforma su cui gira, l'aspetto tecnologico è stato insistentemente messo in risalto con dovizia di particolari durante ogni evento nel quale il titolo è stato mostrato. Gravato dallo scomodo ruolo di killer application sin dal suo concepimento, investito del compito di precursore di quelli che Sony ritiene essere gli stilemi fondamentali della nuova generazione, Heavenly Sword risulta un prodotto controverso e discusso a prescindere dal suo effettivo valore qualitativo. Elogi sperticati e critiche feroci si sono alternate in un carosello pieno sfumature nel giudicare un prodotto che è stato incensato come capolavoro e bollato come vaporware ancor prima della sua uscita. In questo clima tutt'altro che sereno abbiamo finalmente potuto testare l'opera omnia dei Ninja Theory, la cui analisi fedelmente vi riportiamo.

    Narrazione entusiasmante

    Sin dalla prime battute colpisce il taglio cinematografico che i Ninja Theoy hanno impresso alla loro creazione, nonchè l'mpostazione esaltata dalle cut-scene, realizzate grazie una lunghissima sessione di "performance capture" in Nuova Zelanda presso gli studi Weta Digital (gli stessi de Il Signore degli Anelli). Non a caso a dirigere gli attori, interpretando egli stesso un ruolo da protagonista (il sadico e malvagio Bohan, antagonista di Nariko), troviamo il noto attore Andy Serkis, ormai specializzato nel dare vita a personaggi digitali, e già ammirato nel ruolo di Gollum e in quello di King Kong, diretto in entrambi i casi dal regista premio Oscar Peter Jackson. Diversamente da quanto accaduto in passato con il motion capture, questa volta Serkis ha sperimentato la nuova tecnica sopra citata, grazie alla quale i movimenti del corpo, le espressioni del viso e la voce sono stati registrati simultaneamente.
    Il risultato è semplicemente sbalorditivo, in grado di donare alla recitazione una "naturalezza" mai vista prima.
    Difficile non restare basiti di fronte agli scatti di rabbia della bella Nariko, protagonista ribelle di fronte ad un destino avverso che pare già segnato. Impossibile non rimanere affascinati innanzi al perverso umorismo di Rè Bohan, espresso in maniera magistrale attraverso una recitazione carica di teatralità in grado di far impallidire qualsiasi altra produzione cinematografica in computer grafica. Da notare che i modelli "virtuali" utilizzati nella narrazione sfruttano, pur con qualche evidente escamotage tecnico, il medesimo motore grafico del gioco; se lo scopo era segnare una frattura netta con quanto fatto in passato, ci si può complimentare con i Ninja Theory, in quanto l'esame è stato innegabilmente superato a pieni voti. Ninja Theory presenta un lavoro di nuova concezione in grado fare del suo punto di forza un'interpretazione senza pari, costituita da personaggi carismatici mirabilmente portati in scena in modo da esprimere e trasmettere in maniera efficace ogni tipo di emozione: amore, odio, paura. E' la recitazione il fulcro dell'impianto narrativo di Heavenly Sword, la caratteristica prima che apre nuovi ed inesplorati scenari nel ventaglio di possibilità offerte dalla macchina Sony.
    Per il resto sarebbe stato auspicabile che fosse stata riposta la medesima cura anche in sede di sceneggiatura. Il canovaccio su cui poggia la trama appare quanto mai canonico, presentandoci una storia alquanto banale in cui vediamo Nariko in lotta sia contro il crudele Bohan (nel disperato tentativo di salvare il clan a cui appartiene), sia con l'arma che brandisce, una spada maledetta dotata di poteri eccezionali ma in grado di consumare l'anima di chi la impugna. Una trama che, sebbene non priva di spunti interessanti, appare approssimativa - appena abbozzata - in relazione a quelli che potevano essere i suoi sviluppi, che lascia una forte sensazione di incompiutezza a causa dei numerosi interrogativi privi di risposta.
    Da segnalare, in ultima battuta, l'ottimo lavoro svolto in sede di "character design" dai Ninja Theory, in grado di distinguersi grazie ad alcune felici intuizioni: dall'accesa chioma rossa alla flessuosa Nariko, capace di farla risplendere nei caotici scontri, ai tratti ed alle movenze feline della svagata Kai (la sorellina adottiva della nostra eroina). Ogni personaggio risulta frutto di un attento processo di caratterizzazione, di cui una buona dose di merito va attribuita al nostro connazionale Alessandro Taini (concept artist del gioco).

    Heavenly Sword

    Narrazione a parte, il perno del gioco è sempre stato il combattimento. Il sistema creato da Ninja Theory si rivela, se non del tutto intuitivo e semplice (visto l'utilizzo di entrambi i dorsali e del tilt sensor), sorprendentemente più articolato di quanto possa apparire ad un'analisi superficiale. Il tutto ruota attorno alla Heavenly Sword, la spada sopranaturale impugnata da Nariko ed unica arma da lei utilizzata, la cui peculiarità consiste nell'assumere forme differenti per adattarsi ad ogni tipo di situazione. Il primo assetto è più adatto per contrastare le minacce poste alla lunga distanza, in questo caso la pressione del tasto dorsale sinistro vede Nariko scagliare due lame in stile "blade of chaos" di Kratos (protagonista di God of War), per attacchi di scarsa potenza offensiva ma dall'ampio raggio d'azione. Il secondo assetto, associato al tasto dorsale destro, trasforma la nostra arma in un possente e pesante spadone a due mani, che ovviamente compensa i limiti di estensione con la potenza dei suoi affondi. Infine il terzo assetto si rivela il più indicato nell'esecuzione di attacchi veloci, con la arma ultraterrena divisa in due corte e maneggevoli spade gemelle. Per ogni configurazione sono previste svariate combo, che diverranno sempre più lunghe ed articolate con il prosieguo della storia, permettendoci di concatenare un numero progressivamente maggiore di colpi. La corretta alternanza degli assetti si rivela inoltre fondamentale come strumento difensivo: per poter parare con successo, ed in seguito contrattaccare, i colpi inferti è necessario trovarsi nella giusta configurazione. Il risultato è un balletto elegante e letale in cui le combo offensive e le proiezioni difensive vanno dosate con il giusto tempismo ed un pizzico di strategia per ottenere scontri pirotecnici mai uguali a se stessi, in cui le schivate (eseguibili con lo stick destro), ed i contrattacchi diventano un elemento fondamentale per trovare il giusto ritmo di gioco.
    Da notare che Ninja Theory ha sacrificato la funzione di "lock on" in favore della possibilità di indirizzare ogni singolo attacco verso un bersaglio diverso, senza per questo interrompere la combinazione in atto, a tutto vantaggio della spettacolarità delle battaglie. Una scelta straniante che si assomma alla mancanza del tasto deputato a gestire il salto; quet'ultima sulle prime può lasciare interdetti, ma viene ben presto metabolizzata al rendersi conto che l'agile Nariko è tutt'altro che schiava della forza di gravità. Fedeli all'impostazione scelta i Ninja Theory hanno legato l'esecuzione delle combo aeree ad uno degli assetti presenti: nello specifico sfruttando la configurazione prevista per gli attacchi a distanza è sufficiente agganciare un bersaglio, mediante un deciso movimento del Sixaxis, per scagliarlo in aria ed infierire sul malcapitato con inusitata violenza. Parimenti sfruttando lo stesso sistema ci verrà concessa la facoltà di effettuare un rapido "counter attack" nel momento in cui saremo vittime di attacchi in grado di sollevarci da terra, ribaltando rapidamente la situazione. Il risultato è un'azione frenetica e variegata, che ben si sposa alla massiccia dose di scontri e nemici da fronteggiare.

    Evidentemente il sensore di movimento del pad Sony deve essere piaciuto molto a Ninja Theory, che ha implementato l'aftertouch su ogni cosa possa essere usata come arma da lancio: sostanzialmente basterà raccogliere un oggetto (oltre ad armi e suppellettili, nella categoria rientrano anche i cadaveri), lanciarlo e correggerne la traiettoria mediante semplici inclinazioni del sixaxis.


    Una trovata integrata in maniera più corposa nelle sezioni dedicate a Kai, la sorellina un po' matta di Nariko. Armata di balestra, la piccola Kai dovrà affrontare gli stage a lei dedicati sfruttando le sue doti da tiratrice per aver ragione di avversari deciasamente coriacei e pericolosi. Dopo un po' di pratica utilizzare l'aftertouch, che rallenta lo scorrere regolare del tempo, per scagliare frecce evitando i vari ostacoli che si presenteranno, diverrà un esercizio utile a spezzare l'azione tra un massacro e l'altro. Purtroppo la linearità delle sessioni di gioco in cui si impersona Kai, unita ad una ripetitività congenita e ad un ritmo molto frammentato (ad ogni freccia scoccata il tempo rallenta), trasformano questi livelli in un semplicistico espediente indispensabile per interrompere la monotonia che si intravede anche dietro i massacri di Nariko.

    In definitiva ci troviamo di fronte ad un prodotto estremamente curato, ma non privo di sbavature. Nonostante il fatto che il titolo dei Ninja Theory si distinua in maniera netta nei confronti dei gli altri giochi appartenenti alla categoria di riferimento (N3 o la saga di Dinasty Warriors), alcuni pesanti difetti inficiano notevolmente il valore del prodotto. Oltre a quelli espressi nel corso dell'analisi, si deve citare una longevità estremamente limitata: soli cinque capitoli frazionati in una miriade di atti (con funzione di checkpoint) per una durata complessiva di circa sei ore. Per non parlare di routine comportamentali estremamente opinabili, che sovente si traducono in un nugolo di avversari di cui solo una minima parte rappresenta una minaccia reale all'incolumità della protagonista. Un vero peccato perché il sistema di combattimento risulta davvero ben congeniato in ogni suo aspetto e permetterebbe facilmente la gestione di situazioni ben più complesse, rinvenibili solo settando al livello di diffcoltà più alto il gioco (in quello standard il button smashing indiscrimato è un tarlo che rode la complessità degli scontri più ostici). Chiudiamo l'elenco segnalando la pesante linearità del gameplay, che si traduce in magnifiche ambientazioni avulse da qualsiasi traccia di esplorazione, in cui troppi "Quick Time Events" lasciano intravedere le immense potenzialità che non sono state pienamente sfruttate; molte di queste sequenze scriptate, per quanto altamente coreografiche, avrebbero necessitato di una diversa impostazione. Sicuramente ci troviamo innanzi ad un ottimo hack'n slash, ma che non riesce a superare i limiti strutturali propri della sua categoria.

    Questioni di stile

    Il lavoro svolto da Ninja Theory sotto il profilo tecnico ed artistico è davvero encomiabile e lo si nota subito già a partire dall’introduzione.
    Nariko, Botham e tutti gli altri personaggi sono modellati con un livello di dettaglio talmente minuzioso che è possibile scorgere persino le imperfezioni della pelle, e animati in maniera altrettanto realistica.
    Ogni viso presenta una gamma di espressioni la cui varietà dona l’illusione di trovarsi di fronte ad un essere umano. Gli zigomi s’incurvano all’atto del sorridere, la fronte si corruga in un espressione corrucciata, le labbra si muovono in perfetta sincronia con il parlato coinvolgendo tutti i muscoli del volto in unico movimento armonico del tutto naturale. Semplicemente superlativo.
    Buone anche le animazioni, in particolare quelle di Nariko, caratterizzate da una fluidità notevole ravvisabile nell’esecuzione delle innumerevoli combo, meno ricercata invece la modellazione dei nemici, più dozzinale nei modelli degli avversari così come poco indovinata è la loro caratterizzazione.


    Discreti invece vestiti, capigliature e corpi, sempre in movimento e di pregevole fattura ma connotati da una realizzazione di qualità inferiore alla perfezione dei volti. In particolare nella modellazione di giunture quali le dita (perfettamente squadrate quelle di Bohan) o le sin troppo ossute ginocchia di Kai.
    Eccezionali i panorami ammirabili durante l'avventura: evocativi, mozzafiato, carichi di centinaia di elementi in movimento ed arricchiti da un uso massiccio di HDR. Effetti particellari impiegati nella resa della polvere, o degli schizzi d’acqua, si uniscono ad una palette di colori vivace, e ad una gestione degli effetti di luce praticamente perfetta.
    Shader pregevoli e texture traboccanti di normal map, completano l’illusione donando ad ogni superficie la giusta consistenza. A questo si aggiunge una cura artistica sbalorditiva che si traduce in ambientazioni vagamente oniriche in cui foreste lussureggianti, circondate da cascate che si gettano da altezze vertiginose fra mille arcobaleni si alternano a palazzi immensi, templi esotici e montagne innevate.
    Se non fosse per un frame rate che si attesta attorno ai 30fps (cui si aggiungono sporadici rallentamenti) e soprattutto la massiccia presenza di tearing dovuto all’assenza del v-sync ci troveremmo di fronte alla perfezione. In ogni caso un’innegabile sfoggio della caratteristiche hardware di ps3, in grado di mettere a tacere anche i più scettici.
    Si deve citare, poi, un comparto sonoro di primissimo piano, composto da musiche orchestrali, ed in cui spicca un doppiaggio in italiano davvero ineccepibile (forse il migliore mai sentito in un videogioco). Un’innegabile sfoggio della caratteristiche hardware di Ps3, in grado di mettere a tacere anche i più scettici.

    Heavenly Sword Heavenly SwordVersione Analizzata PlayStation 3Heavenly Sword è il classico titolo che con un po’ di cura in più avrebbe potuto aspirare a risultati ben più riusciti. Purtroppo alcuni gravi difetti - su tutti l’esigua longevità - penalizzano quella che allo stato attuale rappresenta comunque un’esperienza estremamente godibile ed intensa. In ogni caso un titolo diverso dal solito, coraggioso nel puntare su elementi spesso considerati marginali (come la recitazione) ed in grado di regalare una manciata di ore di puro divertimento. Sicuramente Heavenly Sword rappresenta un buon punto di partenza più che di arrivo.

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