Recensione Hell Yeah Wrath of the Dead Rabbit

Un principe degli inferi alle prese con foto scandalistiche!

Recensione Hell Yeah Wrath of the Dead Rabbit
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Negli anni ‘90 i platform facevano da padroni sulla scena videoludica. Dopo l’exploit di Nintendo con Mario, anche Sonic, il porcospino blu di SEGA, vive i suoi anni di gloria raccogliendo anelli dorati, e persino Epic Game con il suo Jazz Jackrabbit intratteneva i giocatori su PC con vaste mappe da esplorare e l’introduzione di divertenti dinamiche shooter alla Earthworm Jim, altro indimenticabile caposaldo del genere.
    Tutti questi titoli avevano in comune la forza esplosiva delle novità: con una grafica colorata ed accattivante, questi capolavori introducevano nel salotto di noi giocatori idee geniali ed innovative, ed avventure da rivivere più e più volte.
    Gli anni sono passati, e la scena videoludica si è profondamente modificata. I platform 2D, salvo alcune eccezioni, sono sempre di più legati a produzioni minori, al mercato digital delivery e mobile e alla scena indipendente: un genere diventato insomma quasi di nicchia. Ma in questo scenario c’è chi ancora che vuole a sorprendere ed incuriosire con concept fuori dagli schemi, idee stravaganti ed una buona dose di humor. Ed è Arkedo, piccolo team indipendente francese, ad attingere all’eredità dei grandi del passato, proponendoci Hell Yeah: Wrath of the Dead Rabbit su Xbox Live Arcade e PlayStation Network: un platform/shooter dai colori accesi, dal protagonista eccentrico e da interessanti dinamiche di gioco. Ma si sa, non bastano dei buoni ingredienti per realizzare alla perfezione una ricetta...

    Un coniglio infernale

    Hell Yeah vede protagonista Ash, uno scheletrico coniglio che è pure il principe degli inferi, e dopo la morte di suo padre ha appena ereditato il vasto regno dove albergano perennemente dolore e distruzione. Tuttavia, il nuovo reggente viene subito coinvolto in uno scandalo che mette a repentaglio la sua reputazione: un paparazzo lo fotografa mentre Ash è nudo nella vasca e gioca con una papera di gomma. Per riuscire ad insabbiare la sua debolezza, Ash sarà costretto ad uccidere i 100 mostri che hanno visto le foto, viaggiando tra le pericolose terre dell’Ade.

    l titolo è strutturato come un platform shooter ambientato in vaste mappe con alcuni elementi "Metroidiani”. Inizialmente Ash sarà privo di qualsiasi mezzo di trasporto, e si muoverà solo grazie all’uso delle sue gambe. Ma presto il suo fido assistente gli donerà una enorme sega-circolare, che il coniglio demoniaco potrà cavalcare come una moto. Il veicolo sarà molto utile, visto che riusciremo a scavare un passaggio all’interno delle rocce che bloccano il cammino, affettare i mostri, e ad utilizzare le varie armi in dotazione, tra cui missili, mitragliatrici, e lanciafiamme. Il nostro obiettivo è quello di eliminare tutti i mostri presenti in ogni mappa, per aprire i cancelli che daranno accesso a nuove aree degli inferi.
    Il gameplay mantiene questa struttura durante tutta l’avventura: esplorando la mappa, ci imbatteremo in un nuovi mostri da sconfiggere. Inizialmente Ash potrà semplicemente avvicinarsi con la sua Moto-Sega per affettare il nemico fino a quando la sua energia si sarà esaurita. Per porre fine alla patetica esistenza di un mostro, il giocatore dovrà poi superare una sfida, uno dei brevi mini-game in stile WarioWare, che darà il via ad una spettacolare mossa finale. Di varia natura queste attività: ad esempio dovremo premere ripetutamente il tasto X per schiacciare il traditore tra le nostre dita, o dovremo tenere premuto il pulsante per avvicinare il dito ad un alveare e rubare del miele ad un’ape girata di spalle. Se il minigioco sarà superato, Ash eliminerà il suo avversario con un bagno di sangue, altrimenti sarà lui a subire un danno e sarà costretto a combattere nuovamente con il nemico, che avrà recuperato parte della sua energia. Peccato che le spettacolari combo finali non siano uguali in numero ai mostri da sconfiggere, il che significa che dopo circa un’ora di gioco molti minigame e mosse si ripeteranno più e più volte. Il risultato è che una delle componenti più folli del gioco diventerà presto un susseguirsi di azioni un po' trite, e le stesse animazioni che all’inizio avevamo valutato simpatiche diventeranno presto noiose e banali.
    Dopo le prime uccisioni, i mostri diventeranno sempre più resistenti, e non basterà la nostra lama affilata per sconfiggerli. Alcune creature saranno corazzate e dotate di una carica elettrica, tanto che al solo contatto potrebbero fulminarci. Quindi, Ash dovrà fare affidamento al suo armamentario. Altri ancora saranno totalmente inavvicinabili, il che richiederà al protagonista di inventarsi qualcosa per colpirli. Ad esempio potremo indirizzare dei cannoni posti sul soffitto di un’area verso il nemico, oppure fargli schiantare in testa una cassa opportunamente posizionata.
    Ash potrà inoltre potenziare i suoi strumenti di distruzione, grazie a dei negozi sparsi un po’ ovunque. Qui potremo spendere le ricchezze raccolte per ottenere upgrade ma anche buffi costumi per personalizzare l’aspetto del protagonista e del suo mezzo di trasporto.
    Ma se le idee di partenza sembrano ottime, presto ci si accorge che che l’esperienza di gioco venga inficiata da alcune grossolane disattenzioni da parte del team di sviluppo.

    Ad esempio i nemici che sono oltre il bordo dello schermo non potranno essere colpiti dai nostri proiettili, ma la stessa regola non vale per gli attacchi avversari. Alcuni mostri potranno addirittura sparare colpi capaci di attraversare muri e piattaforme, cosa che complicherà non poco la vita del giocatore. Anche il sistema di fuoco sarebbe totalmente da rivedere: l’uso del grilletto, unito alla mira attraverso lo stick analogico destro, risulta particolarmente scomodo, soprattutto nel caso in cui dovremo saltare e sparare contemporaneamente. In questi casi sarebbero necessarie un paio di dita in più per riuscire a premere tutti i pulsanti!
    Inoltre pessime sono anche le dinamiche platform: la Moto-Sega di Ash ha un’inerzia fin troppo accentuata in fase di volo: il mezzo si comporta come un Jet-pack alla pressione continuata del tasto relativo al salto, il che rende impreciso sia il controllo in aria, sia la fase caduta. Quando Ash sarà invece a piedi, il doppio salto ed i salti contro i muri faranno diventare il coniglio una scheggia impazzita, impossibile da gestire con precisione.
    Anche il level design soffre di qualche pecca: le mappe sono abbastanza vaste ed articolate, ma sono davvero pochi gli elementi interattivi presenti al loro interno. Oltre ai piccoli mostri che si eliminano velocemente con la moto-sega, ed i grandi boss da trivellare, non c’è molto altro da fare. Pessima è anche la gestione dei check-point, posti spesso soltanto all'inizio di grandi aree dall'estensione enorme: il risultato è che se moriremo durante l'esplorazione di queste zone, dovremo ricominciare tutto dall’inizio, riascoltando anche tutti i dialoghi, che ovviamente non potranno essere saltati in alcun modo.
    A corollario della modalità principale vi è anche “L’isola”, un luogo in cui i mostri uccisi verranno riesumati per lavorare come schiavi per Ash. Il giocatore potrà gestire il suo piccolo esercito di schiavi per ottenere alcune ricompense, come soldi, oggetti dell’inventario, o alcune sorprese. Ma le dinamiche gestionali si limitano a suddividere il numero di mostri disponibili nelle varie zone, per vederli sgobbare sull’atollo. Un’idea interessante, ma che non è stata assolutamente articolata con la giusta premura, per permettere al giocatore di interagire maggiormente e ricevere qualche soddisfazione aggiuntiva nel comandare i propri sudditi.

    Inferi All Inclusive

    Ma Hell Yeah non ha solo difetti: va dato atto agli sviluppatori dello sforzo di creare un mondo ricco, vario e colorato. Molto belle sono le ambientazioni di gioco: gli inferi non sono mai stati così variegati, ed Ash scoprirà che tra pozzi di lava e prigioni ammuffite ci saranno anche lande ricolme di arcobaleni e addirittura un casinò.
    L’aspetto grafico risulta ben curato: i mostri hanno aspetti buffi e sono curati nei minimi particolari. Tutti hanno un nome ed una storia, che il giocatore può consultare in un’enciclopedia nel menù di pausa.
    Spassosissimi i dialoghi, surreali, buffi, irriverenti, e non mancano di cogliere l’occasione per fare spesso divertenti parodie su altri videogiochi del passato.
    Infine la colonna sonora risulta particolarmente azzeccata per il gioco, con brani musicali che si adattano bene ad ogni ambientazione, e che viene voglia di riascoltare addirittura dopo aver spento la console.

    Hell Yeah Wrath of the Dead Rabbit Hell Yeah Wrath of the Dead RabbitVersione Analizzata PlayStation 3Hell Yeah: Wrath of the Dead Rabbit è un titolo che si prefiggeva il compito di emulare i platform irriverenti degli anni ‘90. Purtroppo Arkedo ha fallito la missione, realizzando un prodotto che sebbene parta con tutte le buone intenzioni, risulta alla fine un po' troppo "innocuo", incapace di sostenere e valorizzare le idee proposte nelle fasi iniziali per tutto l’arco dell’avventura. Dopo le prime due ore tutto sa di già visto, e l’attenzione del giocatore scema subito per far spazio alla noia più assoluta. Di Hell Yeah salviamo solo la splendida prestazione artistica, e l’ironia che pervade i buffi personaggi protagonisti, ma questo non basta a renderlo un titolo memorabile.

    6.5

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