Recensione Hex: Shards of Fate

Hex Shards of Fate approda finalmente su Steam con una versione definitiva che include tante novità rispetto alla fase early access, tali da renderlo un valido e agguerrito concorrente nel settore dei giochi di carte digitali.

Recensione Hex: Shards of Fate
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  • Magic: The Gathering: un gioco che ha appassionato e fatto spendere cifre inenarrabili a milioni di appassionati in tutto il mondo; una pietra miliare che ancora oggi è salda nelle mani di Wizards of the Coast. Un prodotto che negli ultimi anni è sconfinato nel mercato dei videogiochi guardando con curiosità alle possibilità di questo terreno ancora fertile. Possibilità fiutate anche da altre software house, tra cui i ragazzi di Hex Entertainment, tra i primi a proporre la loro formula dei TCG online. È passato parecchio tempo dal lontano 2011 e il loro gioco, Hex Shards of Fate, approda finalmente su Steam con una versione ormai definitiva, più di qualche expansion pack alle spalle e una campagna PVE recentemente introdotta, che rende Hex un valido e agguerrito concorrente sulla piazza.

    Scopriamo le carte

    Hex prende ispirazione dal gioco di Richard Garfield, e nemmeno tanto velatamente visto che i loro sviluppatori si sono trovati in una causa legale mossa da Wizards of the Coast. Aldilà delle beghe burocratiche questo rende chiaro come il sottile confine che separa l'omaggio dal plagio qui sia stato bellamente valicato. Hex riprende a piene mani meccaniche, strutture e perfino abilità di Magic, apportando delle modifiche marginali al cuore del gioco. Una di queste è l'assenza di "terre" per il mana, qui presenti invece come cristalli da sacrificare ad ogni turno che vengono accumulati nel pool di risorse - nello stesso modo di Hearthstone ma mantenendo la diversità di colore. Tolta questa differenza più di stile che di altro il resto del gioco è assolutamente identico, al punto che un qualsiasi giocatore di Magic si troverà a suo agio senza toccare il tutorial. Quello che colpisce di Hex e che lo eleva di gran lunga sopra gli innumerevoli cloni presenti sul mercato è la mole di contenuti che gli sviluppatori hanno raffinato durante questi anni. Quella centrale è sicuramente quella PVP: sfide, arene, booster draft e chi più ne ha più ne metta rappresentano il centro nevralgico dell'esperienza online, ma assolutamente degna di nota è anche la campagna principale. Scegliendo il nostro eroe - che deciderà il punto di partenza e chiaramente il colore del nostro deck - potremo esplorare una vasta mappa portando a termine quest, esplorando dungeon, livellando il nostro personaggio e collezionando oggetti e carte da gioco. Oggetti, esattamente: perché uno dei punti di forza del gioco è che le carte posseggono delle gemme che ne potenziano le caratteriste, e il personaggio possiede dei socket su cui equipaggiare determinati item in grado di aggiungere o migliorare le statistiche presenti. A questo si aggiunge un ramificato albero di crescita dell'eroe che dona particolari abilità da usare durante la partite - anche qui esattamente come Hearthstone - e modificatori per i vari mazzi utilizzati. Perfino la struttura narrativa che viene esplicitata attraverso dei dialoghi e una mappa da esplorare a mo' di board-game, lascia una certa libertà di movimento, attraverso dei simpatici escamotage che sfruttano le meccaniche di gioco. Per esempio, durante l'incontro con le bestie selvatiche sarà possibile utilizzare un artefatto simile ad una pokeball per tentare un "tame" e guadagnare così la carta avversaria. Arrivati ad un certo punto ci verrà invece sconsigliato di attraverso un guado invaso dai piranha: un simpatico snodo narrativo che se ignorato ci poterà a fronteggiare un mazzo rapido e letale, difficilmente battibile. Senza inventare nulla è chiaro come Hex mantenga invariato il sistema di gioco lavorando ai bordi, attraverso piccole varianti in grado di dare spessore all'avventura, così da evitare la monotonia di una serie di scontri tutti uguali. Un lavoro sicuramente encomiabile visto che tutti questi contenuti sono assolutamente gratuiti. Hex prosegue quindi la tradizione dei TCG online, continuando a battere le strada dei Free-To-Play. Campagna, sfide e un assortito campionario di mazzi iniziali sono infatti presenti fin da subito, espandibili nella modalità PVE così da dare vita a migliori sinergie del mazzo. Ovviamente nel momento in cui ci si butta sul multiplayer o si vuole mettere mano a qualche risorsa in più arriva la classica valuta di platino, acquistabile solo attraverso soldi reali. Il modello commerciale si sposa bene con la formula di gioco, e la struttura pone enfasi nel creare un vero e proprio mercato di acquisto e scambio: è possibile donare e ricevere carte con gli altri giocatori o partecipare alla casa d'asta interna - replicando virtualmente l'intero sistema di compravendita tipico dei giochi di carte collezionabili.

    Quanto e quando spendere dei soldi per le varie bustine virtuali è chiaramente un giudizio che spetta all'utente finale, ma quello che è sicuro è che i ragazzi di Hex sono riusciti da zero a creare un vero e proprio ecosistema in grado di tenere testa a quello rodato da Magic, sia che si consideri il client ufficiale sia le versioni più "giocose" dei Duels. Volendo cercare dei difetti sono due le cose che appaiono più evidenti. La prima di natura tecnica riguarda l'interfaccia di gioco, non proprio pulita e immediata e ancora insidiata da qualche ingenuo bug tra i menù (complice una traduzione italiana non proprio brillante). Niente a cui non si faccia l'abitudine ma la cosa risulta più vistosa nel momento in cui si prende in analisi il secondo difetto, di natura più teorica. Che Hex citi, copi o renda omaggio a -scegliete il termine che più vi aggrada- Magic è ovvio. Quello meno ovvio è che in questa operazione di digitalizzazione viene mantenuto il sistema di stack e priorità. Per chi non lo sapesse una delle meccaniche in grado di dare spessore alle partite di Magic è la possibilità, durante il turno avversario, di giocare magie di risposta, attivare particolari abilità e dare vita a concatenamenti di eventi. Se nel gioco reale questo richiede semplicemente una minima attenzione e del dialogo tra i due giocatori, nella trasposizione digitale questa sistema risulta goffo e pesante, interrompendo continuamente il gioco. Nei Duels la cosa veniva risolta con un timer che scorreva su schermo. In Hex invece ogni azione va confermata premendo un tasto - con la possibilità di attivare delle shortcut per saltare alcune fasi. Si tratta di un'operazione macchinosa, che tampona ma non risolve un problema fittizio. Se Magic ufficialmente non può rinunciare a questa meccanica, nonostante la netta somiglianza in Hex c'era la possibilità di snellirla, cambiarla o abolirla in favore di qualcosa più a uso e consumo dell'esperienza digitale. La scelta, insomma,. si porta dietro pregi e difetti di una meccanica ludica chiaramente nata in ambiti diversi da quelli elettronici e che, è il caso di dirlo, mostra comunque una certa età rischiando di risultare obsoleta a qualche utente ormai saturo.

    Hex: Shards of Fate Hex: Shards of FateVersione Analizzata PCHex non inventa nulla e non ci prova nemmeno. È chiara l’idea degli autori di non voler assolutamente rivoluzionare il mondo dei TCG. Il risultato è un’esperienza classica ma valida, che copre tutti gli aspetti tipici dei giochi di carte collezionabili. Il sistema collaudato garantisce un buon funzionamento delle meccaniche e il lavoro di contenuti costruito intorno cerca di valorizzarlo attraverso delle gradevole varianti. Inoltre, cosa da non sottovalutare, il sistema free to play è capace di offrire anche gratuitamente una buonissima mole di contenuti, portando finalmente su Steam uno dei migliori TCG-Online presenti sulla piazza, con tutte le “carte” in regola per proporre una valida alternativa a Magic The Gathering. Magari, non proprio originalissima.

    7.8

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