Hidden Agenda Recensione: Un nuovo thriller per PS4 dagli autori di Until Dawn

Hidden Agenda, realizzato dagli autori di Until Dawn, si aggiunge al catalogo PlayLink mescolando il thriller interattivo al party game.

Hidden Agenda Recensione: Un nuovo thriller per PS4 dagli autori di Until Dawn
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  • PS4
  • PS4 Pro
  • È ormai evidente che il team Supermassive Games sia intenzionato a legare il proprio nome alle esperienze interattive di stampo prettamente cinematografico, a modello di quanto fatto, negli anni, da Quantic Dream: tuttavia lo studio di Guildford non si limita soltanto a riproporre costantemente lo stesso meccanismo ludico, ed anzi tenta di declinare in modi sempre diversi la medesima formula che caratterizza le sue opere, basata sul potere decisionale del giocatore, su un'atmosfera fortemente inquietante e sull'ansiogeno sfruttamento dei QTE.
    Mentre Until Dawn possiede, infatti, un fascinoso tocco da teen horror e The Inpatient mira ad amplificare la sua carica di terrore grazie al coinvolgimento sensoriale garantito dal PSVR, Hidden Agenda esplora sentieri ancora differenti: un thriller poliziesco, inserito nella collana PlayLink di Sony al prezzo di circa 20 euro, da giocare con il proprio smartphone ed in compagnia di altri amici, al pari di un qualsiasi party game, all'insegna di una serata piena di mistero, suspense ed inganni.

    Lo schermo si tinge di giallo

    Hidden Agenda è senza dubbio il gioco più simile ad un vero film mai realizzato da Supermassive, se non altro per la durata: due ore di indagini, in cui si sommeranno prospettive, punti di vista, trame e personaggi, in modo forse un po' troppo intricato per essere sbrogliato in così breve tempo. La caccia al pericoloso assassino chiamato il Manipolatore, con il feticcio delle trappole per topi e degli esplosivi artigianali, porterà gli agenti Marney e Nelson del Terzo Distretto ad entrare in un sordido meccanismo di corruzione e pedofilia, che vede coinvolto un vecchio orfanotrofio ormai distrutto da un incendio. Sulle tracce del killer ci sarà anche l'intraprendente procuratore distrettuale Felicity Graves, decisa a vederci chiaro in una storia che, apparentemente, sembra nascondere troppe mele marce. Piuttosto riuscita dal punto di vista dell'atmosfera e della tensione narrativa, la trama di Hidden Agenda si basa sui classici meccanismi del genere: sospetti, presunti colpevoli e tradimenti saranno quindi all'ordine del giorno, e riusciranno a stuzzicare il palato dei novelli investigatori virtuali. Al netto di una sceneggiatura che delinea abilmente i tratti caratteriali dei protagonisti, in ogni caso, man mano che si prosegue nella "visione" i tasselli del mosaico iniziano a sommarsi, a farsi più confusi e difficilmente combinabili.
    In poco tempo, il titolo ci subissa con un numero incredibile di informazioni e comprimari, che non riescono a ritagliarsi il giusto spazio nel ridotto minutaggio dell'avventura.
    Hidden Agenda ha le sembianze di un film, ma non lo è: le regole di una produzione ludica sono infatti ben diverse da quelle cinematografiche, e richiedono tempistiche maggiori nell'approfondimento caratteriale delle pedine in campo. I bivi decisionali, le fasi di ricerca degli indizi e le sezioni a base di QTE sottraggono inevitabilmente tempo prezioso allo sviluppo dello script, senza che le ore "effettive" dedicate alla narrazione vengano però aumentate.
    È presumibile che gli sviluppatori abbiano gestito con tale fretta e confusione le linee guida della vicenda per invogliarci a rigiocare più volte l'avventura, sperimentare nuove soluzioni ed indagare così più a fondo su quei personaggi che, ad una prima run, abbiamo invece trascurato.

    C'è da ammettere che un simile escamotage volto a duplicare (o anche triplicare) la vita del prodotto è minato da rivelazioni finali fin troppo "chiarificatrici", le quali ci mettono (parzialmente) al corrente della reale soluzione anche in caso di un "bad ending", il che, inevitabilmente, sminuisce la forza del replay value. Al massimo, quindi, ricominciare l'avventura potrà rivelarsi stimolante soltanto per comprendere maggiori dettagli sull'identità dell'assassino e sul modo corretto di incastrarlo, dimenticando però il brivido della curiosità.
    Pur dinanzi a simili - e chiaramente volute - scelte narrative (che fatichiamo a comprendere del tutto), Hidden Agenda riesce ad inscenare una storyline ricchissima di variabili, nonostante la sua breve longevità, che ci porterà pertanto a vivere situazioni abbastanza differenti, dando così forma ad un thriller che assume - a tratti - le sembianze di un intrigante puzzle da assemblare.

    Allo scopo di rendere il tutto ancora più coinvolgente, i ragazzi di Supermassive hanno optato per una fotografia molto scura, basata sui contrasti e sui giochi d'ombra: risulta evidente soprattutto durante i numerosissimi close-up, che mettono in mostra un discreto lavoro di motion capture e una serie di particolari grafici di indubbio valore (come pori del viso e gocce di pioggia). La regia virtuale è però molto imprecisa ed elementare, inciampando spesso in glitch visivi e transizioni parecchio ruvide. Si tratta di un'approssimazione in fase registica in grado di ridurre l'impatto che alcune scene, quantomeno a livello di scrittura, sarebbero capaci di garantire.

    "Fermi tutti: Smartphone in alto!"

    Alla base del concept di Hidden Agenda c'è un'idea tanto semplice quanto efficace: il titolo può essere giocato sia da soli sia insieme ad altri giocatori (fino ad un massimo di sei utenti), rispettivamente nella modalità Storia ed in quella Competitiva. Ciascun partecipante dovrà scaricare l'apposita app gratuita sul suo smartphone, il cui schermo di fatto sostituirà l'uso dei Dualshock 4.

    Dopo aver scelto il proprio colore, i giocatori potranno utilizzare il display del cellulare come se fosse la propria "agenda" personale, in cui sono elencate le biografie dei personaggi, gli obiettivi da raggiungere, le prove rinvenute e gli sviluppi della trama sempre aggiornati. Nel corso dell'esperienza saremo chiamati ovviamente a prendere importanti decisioni che - come accennato - modificheranno lo svolgersi degli eventi: in gruppo, Hidden Agenda assume sì le forme di un party game (fulcro portante della collana PlayLink) ma abbandona i toni spensierati e allegri di produzioni come Sapere è Potere per imbastire un mood dove, a farla da padrone, è solo l'ansia e l'inquietudine. Quando si affronta il gioco con più amici, la decisione presa dalla maggioranza sarà quella che porterà avanti la vicenda.
    In casi specifici, invece, occorrerà che tutti optino per la stessa soluzione prima di poter procedere. In simili istanze tra gli spettatori si inizia ad instaurare un dialogo ed un confronto di opinioni sulle eventuali conseguenze delle nostre azioni: ed è qui che Hidden Agenda dà il meglio di sé, facendoci avvertire davvero sulla nostra pelle tutto il peso emotivo delle scelte effettuate.
    Ma la modalità "competitiva" si chiama così per un motivo ben preciso: oltre al confronto "amichevole", negli snodi narrativi più importanti - dove a dominare è "l'effetto a catena" (che sostituisce quello "farfalla" di Until Dawn) - tutti i giocatori otterranno a turno, di nascosto, i cosiddetti "piani segreti", ossia delle direttive da seguire affinché la trama si svolga in un determinato modo.
    Qualora l'utente in possesso del piano riuscisse a "manipolare" gli altri concorrenti e a veicolare la storia seguendo le regole imposte dal suo obiettivo, otterrà un ampio quantitativo di punti, i quali determineranno, al termine dell'avventura, il vincitore della sfida.

    Ci sono due modi per condizionare le scelte altrui: potremo usare la semplice dialettica oppure "forzare" la mano consumando una "carta Decisione", che ci permette di bloccare momentaneamente i nostri amici e imporre solo la nostra volontà. Questi bonus si ottengono sia ritrovando gli indizi sulla scena del crimine entro un tempo limite, sia completando correttamente i QTE prima degli altri. Al di là del fatto che i momenti più "action" rischiano di essere rovinati dall'eccesso di caos a schermo (causato dalla sovrapposizione di più cursori), il limite più grande della natura "competitiva" di Hidden Agenda si palesa proprio nel momento in cui - allo scopo di trionfare - uno dei giocatori è costretto a muovere le fila del racconto verso una direzione obbligatoria, perdendo di vista il fulcro principale dell'indagine: smascherare il colpevole.
    L'anima da party game, del resto, non sempre si sposa adeguatamente coi ritmi di un thriller: chiacchierando con gli amici, seguendo dettami narrativi preimpostati e mettendo spesso "in pausa" il gioco allo scopo di lasciar spazio ad uno scambio di idee, la tensione finisce per smorzarsi e alcuni particolari per passare in secondo piano. E nel caso in cui la decisione di un nostro amico - che ha sfruttato il potere delle carte - dovesse dimostrarsi talmente fallimentare da rovinare l'intero corso delle indagini proprio sul finale, allora è assai probabile che ci "scappi il morto". Per davvero...

    Hidden Agenda Hidden AgendaVersione Analizzata PlayStation 4Hidden Agenda aggiunge al catalogo del PlayLink - pregno di party game allegri e vivaci - quel pizzico di suspense che gli mancava: Supermassive Games riconferma il proprio talento nella raffigurazione “cinematografica” del videogioco, imbastendo un’opera investigativa tesa e solida, decisamente intelligente nello sfruttare le peculiarità del nuovo servizio “social” offerto da Sony. Non tutto però prosegue secondo i piani, a causa di uno script un po’ ingarbugliato e di meccaniche, cooperative e competitive, che alle volte si scontrano con la natura attenta, riflessiva e ponderata tipica di un thriller interattivo. Se per voi il Cluedo è un gioco di società troppo antiquato, Hidden Agenda potrebbe rappresentare quindi una soluzione adeguata e sufficientemente originale per riunire sotto lo stesso tetto gli appassionati di cinema e di gaming. D’altronde, siamo certi che il fascino della narrativa poliziesca possa realmente mettere tutti “d’accordo”.

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