Hob Recensione: una nuova avventura dagli autori di Torchlight

Dopo il successo di Torchlight, Runic Games torna sui nostri schermi con Hob, una nuova avventura a base di troll, goblin e giganti...

Hob
Recensione: PlayStation 4
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Come una di quelle storie che si raccontano ai bambini poco prima di andare a letto. Giunto ai titoli di coda di Hob, la mia mente è immediatamente approdata a quella definizione: un vivace racconto della buonanotte, coloratissimo, avventuroso e ricco di misteri, intriso di magia e meraviglia. Hob è un'avventura platform, ultima fatica di Runic Games ed ennesimo gioiello di questa gloriosa stagione indie, ambientato in un mondo decadente dove meccanico e biologico coesistono in una commistione perfetta. Un mix che si riflette anche nelle fattezze del nostro protagonista, risvegliato dalla richiesta di soccorso di un custode robotico.
    L'avventura inizia così, con una chiamata al dovere nei confronti della propria terra natia, infestata e ferita, desiderosa di aiuto: una misteriosa epidemia tormenta il mondo, una purulenta schiuma viola si è diffusa in tutti gli angoli del pianeta, sostituendosi alla flora e alla fauna del posto. Dove prima crescevano alberi troviamo scheletrici steli, agli animali si sostituiscono troll, goblin e giganti. Il nostro obiettivo è debellare questo flagello riportando i prati fioriti e i corsi d'acqua al loro antico splendore.

    Un mondo ostile

    Liberare il mondo di Hob da questa sciagura non sarà impresa semplice, e i primi secondi di gioco ce ne daranno immediato assaggio: nell'introduzione infatti, il nostro protagonista verrà infettato dalla piaga virulenta perdendo il braccio sinistro. Una mancanza alla quale porrà rimedio il nostro amico di ferro, cedendo di buon grado il suo arto bionico. Questioni di scelteFate molta attenzione negli ultimi attimi di gioco. Hob concede, a sorpresa, la possibilità di compiere una scelta che influenzerà totalmente il finale. Andare dritti per la vostra strada o cedere di fronte alla scoperta prima dei titoli di coda, oltre a mettervi di fronte a un dilemma etico, influenzerà anche il gameplay. Imbracciare la spada ancora per qualche attimo o passare per il via riprendendo dall'eng-game sono soluzioni che mostreranno due volti della storia di Hob.
    Questa soluzione improvvisata si rivelerà chiave di sopravvivenza: il braccio meccanico offre infatti un ventaglio di possibilità per il giocatore, che influiscono sia sull'esplorazione che sui combattimenti. Durante la battaglia l'arto può trasformarsi in scudo o permetterci di sferrare un pugno potente, durante l'esplorazione può abbattere muri, attivare interruttori altrimenti inerti o diventare rampino per raggiungere aree diversamente inaccessibili. A completare il nostro arsenale si aggiunge una spada, delle quali vi attendono quattro versioni distinte per letalità, e che in casi molto particolari funge da chiave d'accesso per alcune aree segrete. Questo piccolo inventario sarà il poco che avremo a disposizione per fronteggiare i nemici che, sebbene non vantino una grande caratterizzazione, offrono una piacevole varietà negli scontri. Lenti o veloci, in armatura o senza, risultano temibili a causa dei danni inferti, specie se il gioco viene tarato su una difficoltà molto alta.

    Un mondo in movimento

    Il mondo di Hob è vivo, pulsa mosso in superficie dai rovi tentacolari e nel sottosuolo da un antico sistema di ingranaggi che innalza o fa ritrarre porzioni di mappa a seconda del caso.

    Questo aspetto è uno dei meglio riusciti del titolo che, forte di una direzione artistica ispiratissima, stupisce costantemente nonostante le sue numerose iterazioni. Vedere interi livelli comparire dal nulla e stagliarsi fino all'orizzonte è sempre motivo di meraviglia, spettacolo imponente e "firma" del lavoro curato e attento dei ragazzi di Runic Games. Il risultato è una mappa di gioco che si dispiega rivelando un'articolazione sorprendentemente elaborata. Intere ambientazioni mutano alla semplice spinta di una leva, come in una grande scenografia teatrale, contribuendo a creare un level design solido e variegato. L'intricato dedalo di sentieri e piattaforme è confusionario solo in apparenza. Andando avanti lungo l'avventura saranno numerose le scorciatoie, tutte da attivare a ritroso via via che sulla mappa verranno tracciati nuovi confini. Speciali capsule permetteranno inoltre di spostarsi agevolmente da un'area all'altra, soluzione vitale per tornare repentinamente al nostro modesto rifugio, dove sarà possibile investire le risorse raccolte durante il viaggio in potenziamenti per la propria spada, per il set di mosse a nostra disposizione e per gli indumenti dai quali dipendono benefici su statistiche di salute, velocità e rigenerazione dell'energia. Hob vanta inoltre una componente puzzle degna di nota, mescolata saggiamente con la sua natura platform.

    PrologoHob è anche transmediale. I ragazzi di Runic Games hanno creato un piccolo fumetto digitale che fa da preludio alle vicende del gioco. Potete leggerlo qui.

    Una commistione così efficace non si vedeva da tempo: il titolo è cerebrale al punto giusto, serratissimo, vario; le sfide offerte dai suoi enigmi ambientali sono piacevoli e perfettamente contestualizzate con la necessità di rimettere insieme i pezzi di un mondo al collasso. È proprio il puzzle solving a rappresentare l'elemento centrale della produzione, il suo motore ludico: scontri ed esplorazione restano, rispetto al bilanciatissimo backtracking ed agli enigmi ambientali, un po' in disparte. Pure il racconto, fatto di freddi ingranaggi che muovono vita, resta morbido e velato fino ai titoli coda, mostrandosi solo attraverso il gameplay "enigmistico" della produzione.

    Un mondo silenzioso

    Hob rispetta tutti i crismi di una narrazione implicita: niente dialoghi, niente sottotitoli, solo le sillabe incomprensibili di linguaggi inventati e qualche elemento gestuale universalmente riconosciuto. Un nuovo gioco che lascia il ruolo di narratore alla caratteristica tipica del software: l'interattività. Runic Games dimostra di aver colto perfettamente gli elementi costituenti di questo approccio al medium, ne sono un esempio i punti di osservazione di cui il gioco è costellato, luoghi che fanno del fascino contemplativo dei panorami una voce, utilizzata dal mondo di gioco per invocare la protezione dei suoi delicati equilibri.

    Anche le musiche rispettano gli stessi principi: mai invasive, mai sovrastanti, accompagnano il giocatore variando in base al mood e raccontano di sfide, di momenti di quiete prima della tempesta, di situazioni misteriose, di corse, di enigmi. Hob è una mirabile esecuzione di questo modo di fare videogiochi: snello, perfettamente finito nella sua minuta statura, gigantesco nel dominare gli elementi di cui è composto.

    Hob HobVersione Analizzata PlayStation 4Hob è un’avventura onirica e dinamica, divertente e visivamente favolosa. La varietà di situazioni che offre rendono le sue sessioni platform e di puzzle-solving alcune tra le meglio confezionate del momento. Pochi difetti lo affliggono: la telecamera, saldamente ancorata in visione aerea, risulta in alcuni casi una soluzione tutt'altro che ottimale, unica vera pecca insieme a sporadici rallentamenti nei momenti più concitati di gioco. Ciononostante Hob resta un’esperienza avvincente, che vi terrà incollati allo schermo per una dozzina abbondante di ore e più, qualora vogliate dedicarvi a un end game di esplorazione e di ricerca minuziosa dei collezionabili (in una mappa vasta, ma risoluta nel non voler sfociare nei territori dell'open world). Un viaggio eccezionale, per una nuova perla della scena indie.

    8

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