Horizon Zero Dawn The Frozen Wilds Recensione: una nuova avventura per Aloy

A sei mesi dal lancio del gioco, Guerrilla Games espande l'universo di Horizon Zero Dawn con il DLC The Frozen Wilds.

Horizon Zero Dawn: The Frozen Wilds
Recensione: PlayStation 4
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Disponibile per
  • PS4
  • The Frozen Wilds è la dimostrazione di come il mondo di Horizon: Zero Dawn abbia in serbo molte altre storie da raccontarci: un DLC che non si limita ad aggiungere alcune quest secondarie di poco conto, né qualche blando escamotage narrativo utile a farci esplorare ancora una volta quelle lande ostili, bensì introduce un'intera regione inesplorata, oltre ad un nuovo manipolo di missioni e bestie meccaniche corrotte, fornendoci al contempo un sostanzioso, inedito armamentario con il quale fronteggiarle. Corposa espansione di uno dei giochi più acclamati dell'anno, The Frozen Wilds riconferma anche tutta l'abilità di Guerrilla Games nel costruire un immaginario potente e stratificato, che si incastra perfettamente con quello dell'opera di base (necessaria, tra l'altro, per poter usufruire dei contenuti dell'add-on). È stato quindi un piacere indossare i panni di Aloy in questa mini-avventura. Qualora decideste di partire anche voi, tuttavia, fareste bene a prepararvi adeguatamente: "nelle terre gelate" di The Frozen Wilds si muore, e non solo dal freddo.

    Un gelido inverno

    La missione che la nostra impavida cacciatrice si troverà costretta ad affrontare è terribilmente insidiosa: occorrerà in sostanza aver ottenuto un adeguato livello di esperienza per riuscire a sopravvivere a lungo nella zona dello Squarcio, un'ampia porzione di territorio vergine, inospitale e selvaggio, situato all'estremo Nord della mappa.

    Le vicende raccontate da The Frozen Wilds saranno accessibili dopo aver completato circa tre quarti della storyline principale: per evitare di essere sopraffatti dall'ipotermia, sarà meglio partire in avanscoperta con un livello pari almeno a 30. Nel caso foste già pronti, nulla vi vieterà di armarvi di scarponi da neve e pellicciotti imbottiti e partire alla volta di questa macro area del tutto nuova, tanto bella da vedere quanto pericolosa da esplorare. Animata dal suo solito spirito da buona samaritana, Aloy si prodigherà nel salvataggio della tribù dei Banuk: un "Demone" di origine ignota, infatti, sta assumendo progressivamente il controllo delle macchine, rendendole ancora più aggressive del solito. Per fermarlo, la protagonista dovrà entrare in contatto con gli usi ed i costumi di questa popolazione nomade, incline al misticismo, al culto della forza ed alle dure punizioni corporali. Meticolosa e sfaccettata, la caratterizzazione dei Banuk mette in risalto tutto il lavoro di approfondimento operato da Guerrilla Games: con poche immagini e righe di dialogo, lo studio ci introduce la "storia" di questa tribù dallo stile di vita in continuo movimento, costantemente all'erta per il pericolo proveniente ora dal clima rigido, ora dagli assalti di una fauna artificiale inspiegabilmente feroce. I suoi insediamenti, costituiti da capanne mobili e ripari di fortuna, rappresentano la chiara testimonianza di un'esistenza precaria, incerta, sofferente. I fumi di un vulcano in lontananza, l'inverno perenne ed i bacini d'acqua a rischio siccità sono solo alcuni dei problemi che i Banuk si trovano a combattere quotidianamente: Aloy è chiamata quindi a fungere da "salvatrice", giunta in loro soccorso allo scopo di comprendere l'identità del Demone ed il metodo più efficace per annientarlo.

    Nell'impresa sarà affiancata sia dalla saggia sciamana Ourea, sia dal burbero ma forte capo tribù Aratak, due comprimari tanto diversi eppure così simili, accomunati dal solo desiderio di ridare al loro popolo una nuova speranza. Interessante nelle premesse ma un po' claudicante nello svolgimento, la trama di The Frozen Wilds (che ci terrà occupati per circa 8 ore) non riserva particolari sorprese: procede infatti in modo canonico e piuttosto lineare, alternando momenti parecchio tesi ad altri assai più intimi, senza mai raggiungere strepitose vette qualitative. Benché la personalità di Aratak e Ourea ci sia parsa delineata con criterio, la scrittura svolge pertanto un compito di routine, non allontanandosi mai dallo stereotipo e concludendosi, forse, con un po' troppa fretta.

    La presenza di informazioni extra che arricchiscono la vicenda principale ed il carisma di questi due coprotagonisti "riscaldano" però il cuore di una trama che rischia a tratti di lasciarci, anche quando cerca la commozione a tutti i costi, un po' "freddi" e privi di un grande trasporto emotivo. Seppur la sceneggiatura non ci abbia esaltati, The Frozen Wilds riesce a migliorare la verve registica di Guerrilla Games, che finalmente si prodiga, durante i dialoghi, in inquadrature meno statiche e più dinamiche.
    Ma a dare manforte allo storytelling ci pensa un'art design da capogiro, in cui potremo lasciarci incantare da meravigliosi paesaggi, ricoperti da una spessa coltre di neve (la cui riproduzione è senza dubbio la migliore mai vista in un videogioco), nonché sormontati da architetture futuristiche di rara bellezza. Evocativi cieli stellati, pennellati dai colori dell'aurora boreale, incorniciano poi panorami che si estendono oltre i confini dell'immaginazione, capaci di ricordarci, con un solo sguardo, che "il freddo brucia quasi quanto il sole".

    "The cold never bothered me anyway..."

    Quella proposta da The Frozen Wilds non è però un'allegra scampagnata in montagna: lo Squarcio è un luogo feroce, tortuoso, ruvido ed inospitale. La conformazione dell'ambiente, composto per lo più da sentieri scoscesi e boscaglie imperscrutabili, favorisce un tipo di esplorazione molto più faticoso e assai meno intuitivo, in cui sarà necessario mettere a frutto tutte le abilità da scalatrice di Aloy.

    Sin dall'inizio del DLC si intuisce come gran parte del "focus" sia incentrato sulle arrampicate dinamiche e sul platforming: mai come in questo contenuto aggiuntivo, d'altronde, per raggiungere un punto d'interesse o completare alcune sfide dovremo far affidamento sull'agilità della protagonista, cercando appigli di fortuna, saltando su superfici instabili o provando ad "ingannare" il level design, alla ricerca di scorciatoie in grado di dimezzare i tempi di spostamento da un falò all'altro. Una delle debolezze di The Frozen Wilds si riscontra principalmente nella volontà di invogliare ad un approccio più "avventuroso", fatto di scalate e balzi millimetrici, senza però rifinire la gestione dei salti e dei movimenti di Aloy, rimasti leggermente legnosi ed imprecisi proprio come nel gioco base. Che l'idea di fondo di questo add-on verta quasi del tutto intorno al concetto di "viaggio" e scoperta lo si intuisce anche dal nuovo ramo dell'albero dei talenti, denominato non a caso "Viaggiatrice": si tratta di una serie di otto skills aggiuntive, che permette alla cacciatrice, ad esempio, di sferrare un attacco contro un nemico dal dorso della sua cavalcatura, oppure di incrementare del 20% lo spazio disponibile nell'inventario. Simili capacità non forniscono chissà quale aiuto imprescindibile all'interno delle Terre Gelate, ma quantomeno garantiscono alla progressione un discreto senso di crescita.

    Tra i vertiginosi monti dello Squarcio, del resto, saranno altre le abilità cui fare ricorso: orientamento, tempismo e, in particolar modo, un'ottima mira. Non saranno rari infatti i momenti in cui potremmo venir assaliti, di punto in bianco, da una terrificante bufera, che limita esponenzialmente la visuale a schermo, rendendo così l'avanzamento molto problematico. Per non parlare di quando, nel bel mezzo di una tempesta di neve, verremo aggrediti dalle creature meccaniche che popolano queste lande selvagge: le cinque bestie introdotte da The Frozen Wilds sono creature di una pericolosità inaudita, brutali e quasi inarrestabili, tutte dotate di pattern unici e difficilmente prevedibili.

    Dal Gelartiglio al Mastino, passando per le macchine demoniache: vi aggrediranno all'improvviso, sbucheranno dai cumuli di neve più nascosti, e venderanno davvero cara la loro pelle metallica. Artisticamente notevoli, i nuovi nemici dispongono di specifici punti deboli che spetterà ovviamente a noi analizzare con cura, cercando la soluzione d'attacco più efficace per farli letteralmente a pezzi. In aiuto giunge un equipaggiamento del tutto inedito, pensato appositamente per garantire la sopravvivenza all'interno dello Squarcio. Armi come il Lanciatuono, il Forgiafuoco e la Geliera andranno quindi a rimpinguare la nostra scorta, proponendo differenti stili offensivi, da alternare sapientemente tra di loro per avere la meglio contro gli avversari. Dai mercanti rari sarà anche possibile acquistare completi fatti su misura dai Banuk per i climi meno temperati: al di là del semplice vezzo estetico, ogni tessuto garantisce bonus passivi di diversa natura, come la resistenza al fuoco o la rigenerazione automatica della salute. Nonostante non siano presenti in gran numero, simili strumenti e vestiti risultano abbastanza diversificati da indurci a sperimentare alternative soluzioni offensive e difensive durante le battaglie.

    Considerata la mole solitamente gigantesca delle bestie, gli scontri tornano con il loro immutato carico di spettacolarità, adrenalina e confusione. Senza risolvere i problemi di telecamera che affliggevano anche la versione originale, The Frozen Wilds inscena duelli spesso un po' troppo caotici, durante i quali la regia virtuale non sempre riesce a seguire i movimenti animaleschi delle prede, né il passo felpato di Aloy, minando così la piena leggibilità della scena. Ciononostante, i combattimenti restano appaganti, vigorosi ed intensi, nobilitati persino da un tasso di sfida spaventosamente elevato. Lungo la mappa, non a caso, potremo imbatterci nelle Torri di Controllo, ossia macchine tentacolari che presiedono una determinata area, emanando tutt'intorno delle onde ad impulsi che, oltre a disabilitare gli scudi della protagonista, hanno la facoltà di riparare e rendere più forti gli animali nelle vicinanze.

    Il cammino tra gli ripidi altipiani nei territori dei Banuk non va quindi sottovalutato: nel corso dell'avanzamento occorrerà accrescere le proprie skill con costanza, ed alcune missioni finali richiederanno un grado di esperienza molto alto, che vi condurrà anche oltre il livello 50. Nel caso in cui la sola main quest non fosse sufficiente per permettervi di guadagnare abbastanza XP, potrete cimentarvi in un buon quantitativo di attività collaterali, tra incarichi opzionali e commissioni di varia natura: sommando insieme tutte le sfide secondarie, i potenziamenti ed i collezionabili, The Frozen Wilds vi catturerà tra le gelide morse del suo abbraccio anche per più di 15 ore complessive. E credeteci: ogni minuto speso tra i ghiacci non vi farà rimpiangere il "soleggiato" focolare di Meridiana.

    Horizon Zero Dawn: The Frozen Wilds Horizon Zero Dawn: The Frozen WildsVersione Analizzata PlayStation 4Con The Frozen Wilds si chiude definitivamente il nostro viaggio nello sconfinato universo di Horizon: Zero Dawn. Primo e unico DLC dell’opera di Guerrilla Games, questo corposo add-on ci trascina all’interno di una regione ancora sconosciuta, popolata da belve meccaniche temibili ed indomabili. L’espansione, tuttavia, soffre il peso di una narrativa non certo indimenticabile e di un’attenzione forse troppo accentuata verso dinamiche platform alquanto imperfette. Simili, leggere mancanze sono comunque controbilanciate da una direzione artistica stratosferica e da una mole contenutistica di tutto rispetto, che offre più di dieci ore di gioco extra ad un prezzo (19,99 euro) adeguatamente proporzionato. Il più grande rammarico, al termine di The Frozen Wilds, è quello di aver assistito al tramonto di una delle più belle avventure di quest’annata videoludica. E così, mentre ci fermiamo ad osservare il cielo notturno dalla cima più alta di un picco innevato, avvolti dai colori dell’aurora boreale, la nostra sola speranza è quella di poter ammirare, il più presto possibile, l'avvento di una “nuova alba”.

    8

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