Hotel Transylvania 3 Mostri in Mare Recensione: Drac naufraga su Switch

Prima dell'arrivo nei cinema nostrani di Hotel Transylvania 3, abbiamo testato il tie-in sull'ibrida di Nintendo: il risultato è un vero disastro.

Hotel Transylvania 3 Mostri in Mare Recensione: Drac naufraga su Switch
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Disponibile per
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • Le acque dei tie-in, si sa, sono decisamente pericolose: riproporre in formato interattivo lo stesso appeal di opere cinematografiche o televisive non è mai così tanto semplice, ed il rischio concreto è quello di produrre titoli di scarsa verve ludica, che provano, come meglio possono, a "campare di rendita". Mostri in Mare tenta ingenuamente di cavalcare "l'onda" di un film che - come si evince dalla nostra recensione di Hotel Transylvania 3 - ha saputo colpirci non poco. Ma lo fa con una produzione estremamente elementare sia nelle intenzioni che nella messa in scena: quando abbiamo acceso la nostra Nintendo Switch per incontrare nonno Drac e la sua combriccola di buffi mostriciattoli, insomma, ci siamo trovati dinanzi ad un gioco chiaramente pensato per un pubblico infantile, incapace però di comprendere che il target di riferimento non dev'essere in alcun modo una giustificazione per una realizzazione fin troppo approssimativa. Ed ecco perché, già dopo pochi minuti essere salpati al largo di questo adventure con elementi puzzle, abbiamo compreso come la nuova trasposizione targata Torus Games sarebbe ben presto naufragata...

    Un gioco mostruoso

    Mentre si trovano felicemente in vacanza, sulla nave da Crociera che fa da sfondo al terzo film della saga, Dracula, Frank, Wayne e compagnia vengono travolti da una fortissima bufera, che scaraventa in mare non solo i nostri protagonisti, ma anche la famigerata Bussola di Nettuno, un artefatto a cui Ericka - la new entry di Hotel Transylvania 3 - sembra essere particolarmente legata.

    A Drac e a sua figlia Mavis, insomma, spetta l'ingrato compito di recuperare tutto ciò che è andato perduto tra i flutti dell'Oceano, compresi i tre pezzi della bussola. Non vi sembrano presse narrativamente entusiasmanti? Ed in effetti non lo sono. Ma fidatevi: risultano comunque più accattivanti di tutto il resto della storyline. La vicenda - che prosegue per lo più tramite siparietti di dubbia qualità - è raccontata unicamente con anacronistiche slide di immagini statiche, che denotano un'evidente pigrizia in fase creativa. Senza contare inoltre che l'umorismo di cui si fa portavoce ci appare come una copia sbiadita e annacquata di quello sfoggiato invece sul grande schermo. Laddove la trama e l'atmosfera sono capaci di resistere alle ondate della mediocrità, grazie soltanto all'innata simpatia dei personaggi, è il gameplay a far colare la produzione totalmente a picco. Mostri in Mare ci chiederà di girovagare all'interno di tre diverse isole alla ricerca di tesori perduti, scegliendo ora di giocare nei panni di Drac ora in quelli di Mavis. Prima dell'inizio di ogni livello, avremo l'opportunità di selezionare, di volta in volta, il protagonista preferito, senza che ci sia però alcuna tangibile differenza in termini di approccio all'esperienza. Quando esploreremo la terraferma, però, non potremo combattere in prima persona né superare da soli i vari ostacoli naturali: per farlo, ci toccherà sfruttare gli Impa, ossia strambi (ed un po' teneri) animaletti che ci seguiranno costantemente ad ogni nostro passo. Ne esistono di quatto tipi, da sbloccare man mano durante la progressione, ed ognuno di essi - com'è ovvio - presenta delle peculiarità uniche da utilizzare per abbattere mura e trappole altrimenti insormontabili. Seguendo l'esempio della serie Pikmin, in Hotel Transylvania 3: Mostri in Mare dovremo impartire ordini alle suddette bestiole, chiedendo loro di radunarsi, di raccogliere specifici oggetti e di attaccare i nemici che popolano gli atolli.
    Le dinamiche ludiche si fanno immediatamente farraginose e ripetitive, poiché il sistema di puntamento per indirizzare gli Impa e la gestione della telecamera ci sono parsi fin da subito dannatamente antiquati ed imprecisi. La visuale isometrica e la limitata libertà di spostamento dell'inquadratura non riescono mai a fornirci un quadro chiaro e preciso del punto in cui ci troviamo, obbligandoci a spendere interi minuti a zonzo tra i sentieri sabbiosi al solo scopo di ritrovare l'orientamento, complice anche l'inspiegabile assenza di una minimappa che alleggerisca l'avanzamento.

    Ed il tempo, in Mostri in Mare, è un fattore piuttosto importante: ogni sessione di gioco, difatti, possiede un limite di dieci minuti prima che il sole sorga e abbrustolisca i nostri pallidi protagonisti. Al termine del countdown, quindi, se non avremo raggiunto il successivo checkpoint, non potremo far altro che ripetere la sequenza di stage già affrontata, stando al contempo ben attenti a non perdere la nostra scorta di Impa. Tenete a mente che per svolgere alcune azioni come la raccolta di pietre magiche, la costruzione di ponti o il sollevamento di piattaforme sarà necessario un numero specifico di creature.
    Questo implica che, qualora non ne avessimo a sufficienza, saremo obbligati a ripercorrere a ritroso il livello e raggiungere uno dei vari altari Impa sbloccati, tramite i quali rifornirci di animaletti e riprendere il viaggio. Siccome il numero di bestie non è illimitato, dovremo prestare attenzione a suddividere equamente la quantità in base alle quattro tipologie, così da usarle al momento opportuno e non rimanere mai bloccati.

    L'obiettivo del team, in sostanza, è quello di dare all'insieme un pizzico di strategia: tuttavia, considerando la mancanza totale di profondità e la ridondanza concettuale alla base del gameplay, tutto sfocia nella noia più totale già dopo pochi minuti. Senza contare che il vincolo temporale - per quanto coerente con la narrazione - è una feature che diviene ben presto assai fastidiosa. È vero che scoprendo forzieri nascosti è possibile incrementare sia la durata della notte sia il quantitativo di Impa da portare con noi, in modo tale da attenuare la frustrazione di dover ripetere interi frammenti di livello, ma nel complesso l'avventura prosegue comunque in modo davvero lento e soporifero. Fortuna che, in questo caso, la scarsa longevità dell'esperienza può annoverarsi tra i pregi: Mostri in Mare è completabile infatti con gran facilità nell'arco di circa tre ore, il tempo di una siesta pomeridiana sotto l'ombrellone. Peccato che non ci sia neppure un comparto grafico di spessore a supporto di un tie-in rivolto principalmente ad un'utenza in fase pre puberale. Su Switch, sia in modalità TV che in mobilità, il colpo d'occhio è talmente vetusto da sembrare vecchio di due generazioni, azzoppato da un aliasing atroce e da animazioni dell'anteguerra. Su PS4 e Xbox One la situazione migliora leggermente, ma non a sufficienza da riportare a galla un titolo già ampiamente affondato.

    Hotel Transylvania 3: Mostri in Mare Hotel Transylvania 3: Mostri in MareVersione Analizzata Nintendo SwitchCon Hotel Transylvania 3: Mostri in Mare, purtroppo, non abbiamo fatto “zing”. Non è scattata, in sostanza, la scintilla che riuscisse a farcelo amare davvero. Nonostante la presenza di un cast simpaticissimo, dei doppiatori originali (in inglese sottotitolati in italiano) e di un’atmosfera gradevolmente scacciapensieri, il tie-in di Torus Games non è stato capace di riprodurre, neppure in minima parte, la medesima magia della serie cinematografica. Un gameplay fin troppo approssimativo ed una resa visiva - almeno su Switch - di vecchia generazione affondano di colpo un gioco incapace di soddisfare sia gli estimatori del film, sia una fascia di pubblico molto giovane. Il celebre "bla bla bla" di Drac, tanto caro ai fan della pellicola, rischia insomma di tramutarsi in un "bleah bleah bleah”.

    4.5

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