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Exoborne: un extraction shooter in una situazione disperata

A distanza di un anno torniamo nell’arcipelago tropicale di How to Survive, senza alcun indizio riguardo il nostro naufragio e con l’unico obbiettivo di sopravvivere, combattendo gli zombie, ma anche la fame e la sete. Quale modo più efficace se non quello di accettare un mucchio di quest da un vecchio storpio, una scimmia amica di un pappagallo parlante, una folle gattara, nonchè un loschissimo tizio con una maschera da saldatore?
Lo shooter-RPG isometrico di EKO Studios si ripropone al mercato della nuova generazione di console, in un succoso pacchetto comprendente tutti i DLC che avevano aggiunto nuovi personaggi, armi, armature e inedite modalità di gioco al titolo originale.
Con in mano i nuovi joypad next-gen ci siamo ritrovati nello stesso clima da da b-movie che avevamo lasciato un anno fa, pronti a spargere budella in paesaggi incontaminati e a dimostrare che gli zombi delle isole tropicali sono friabili quanto quelli di “The Walking Dead”.
Il sistema di gestione dei bisogni primari per la sopravvivenza è sempre lì, severo e opprimente, con le sue barre colorate che calano in continuazione. Si tratta di un aspetto che di sicuro rende onore al genere, e che riesce a tenere il giocatore sempre indaffarato fra una quest e l’altra.
La scelta del personaggio per la ricerca di un luogo sicuro è ora arricchita dalla presenza di un nuovo sopravvissuto, Nina, esperta nel combattimento corpo a corpo e nell’utilizzo di armi incendiarie. Come nel titolo originale, la suddetta scelta non ha un enorme impatto sulla progressione e sull’approccio alla sopravvivenza, o per lo meno non è abbastanza da garantire la rigiocabilità della modalità storia: ognuno dei 4 personaggi si distingue dagli altri solo per qualche abilità nello skill tree e per la possibilità di costruire un’arma speciale nelle fasi più avanzate del gioco.
Resta invariata anche la componente RPG, che, se da un lato trascura la gestione delle stats ad ogni passaggio di livello, dall’altro consente di scalare le circa venti abilità dello skill tree prediligendo quelle di sopravvivenza a quelle legate al combattimento, e viceversa: scegliendo di incrementare la resistenza del personaggio alla carenza di cibo, acqua e riposo, sarà più difficile, almeno nelle prime fasi di gioco, acquisire le conoscenze necessarie a creare strumenti di morte sempre più efficienti; una perfetta macchina da guerra sarà invece più vulnerabile agli effetti devastanti della fame, della sete e della deprivazione del sonno.
Punto di forza del titolo originale, e anche del nuovo pacchetto onnicomprensivo, è di sicuro il validissimo sistema di crafting. Spesso lotteremo contro lo spazio esiguo nell’inventario, ma l’obbiettivo rimarrà uno solo: prendere tutto, non si sa mai. Rottami di velivoli, imbarcazioni arenate e scricchiolanti rifugi abbandonati saranno il luogo perfetto per dare sfogo ad un bisogno che presto sovrasterà quelli primari: l’accumulo compulsivo. Anche gli oggetti apparentemente inutili potranno essere combinati per creare armi e corazze rudimentali, dispositivi meccanici di varia natura, e persino fantasiose soluzioni alle quest.
La caccia ai progetti per la costruzione di nuovi strumenti di sopravvivenza riesce a tenere viva la curiosità del giocatore nella story mode più della trama in sè.
Le impellenti necessità ci trasformeranno ben presto anche in erboristi provetti, intenti a mescolare intrugli curativi, pozioni dai dubbi riscontri scientifici e sfiziose bevande energetiche.
Apprezzata una modalità di crafting più che convincente e un sistema di questing piuttosto classicheggiante, ci si imbatte nuovamente in sessioni di combattimento non proprio esaltanti. Nessuna miglioria è stata apportata alle modalità di combattimento che avevano deluso più di un possessore di How to Survive, rovinate da collisioni fin troppo imprecise e dalla totale assenza di impatti spettacolari. La storm warning edition ci restituisce lo stesso survival in cui i pesonaggi agitano un'ascia chiodata come fossero entomologi con un retino per farfalle, e in cui si può ammazzare gli zombi con una motosega senza esaltarsi più di tanto.
Restano tuttavia apprezzabili le interazioni con la fauna dell’arcipelago tropicale, sia nelle sessioni di caccia, sia negli incontri casuali con i predatori, che, se infastiditi, attaccheranno in modo realistico e piuttosto convincente.
Fra le corpose aggiunte apportate dagli innumerevoli DLC, ritroviamo l’interessante modalità Barricade, che stravolge l’esperienza di gioco rispetto alla story mode, relegando il giocatore in uno spazio ristretto, con il compito di rendere sicura l’area con recinzioni e torrette e resistere alle continue ondate di zombi. Per i più audaci giocatori alla ricerca di esperienze nettamente più estreme, è d’uopo segnalare la terribile “One Shot Escape”, una run al massimo livello di difficoltà, con la non trascurabile aggravante della morte permanente. Vivamente sconsigliata al 99% dell’utenza.
Se dal punto di vista dei contenuti ci ritroviamo con un quantitativo di quest raddoppiato e con un numero spropositato di nuove combinazioni fra gli oggetti raccolti, sul lato tecnico non è possibile annoverare migliorie di sorta, oltre all’introduzione degli ormai obbligatori 1080p. How to Survive, sulle console della passata generazione, non ha mostrato grandi prodezze tecniche in campo grafico -a parte una certa cura per gli effetti di illuminazione-, nè ha stupito il pubblico con campionamenti audio eccellenti o una colonna sonora ragguardevole. Rischia pertanto di non soddisfare le aspettative dell’utenza di PS4 e Xbox One, senza parlare dell’esigente pubblico di PC gamers.
How to SurviveVersione Analizzata PlayStation 4La Storm Warning Edition mantiene gli spunti molto interessanti del titolo originale lo arricchisce di contenuti interessanti, come le nuove modalità di gioco e un bel po’ di armi e quest nuove di zecca. Tuttavia si porta dietro le gravi incertezze tecniche nel combattimento, punto cardine di ogni survival che si rispetti. Se non avete mai fatto un giro sul titolo 505 Games e siete particolarmente amanti del genere, potreste considerarlo. Diversamente, andate a caccia di Zombie da qualche altra parte.
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