Recensione Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection

Da RPG a simulatore di pop-star: lo spin-off della saga Idea Factory arriva su psVita

Recensione Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection
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  • PS3
  • PSVita
  • Alla serie di Hyperdimension Neptunia l'originalità non è mai mancata, quantomeno nelle premesse. Non si può che definire stravagante un gioco di ruolo che, in barba a ogni canone del fantasy, è di fatto una rilettura della console war in chiave giappo-folle. Nel mondo di Gamindustri quattro regioni si danno battaglia: Planeptune, Lastation, Lowee e Leanbox. A esclusione della prima, le altre tre sono un neanche tanto celato riferimento a PlayStation, Wii e Xbox. In altre parole, i tre marchi a cui orde di giocatori si immolano costantemente, tra faide e rivalità di ogni sorta. A rappresentare ogni regione, una dea: le quattro CPU protagoniste anche di questo Producing Perfection. Che non è un gioco di ruolo, ed è ancora più folle degli episodi standard, se possibile.

    RPG? NON PROPRIO

    Producing Perfection è uno spin-off, un titolo che condivide con gli originali solo l'universo di appartenenza e che si prende più di qualche libertà rispetto ai canoni della serie.
    Producing Perfection è puro fan service, creato a uso e consumo dei fan della serie e delle sue quattro protagoniste femminili.
    Producing Perfection, infine, è un titolo fuori dagli schemi, in particolare nell'ottica di noi giocatori occidentali: si potrebbe definire un simulatore di carriera musicale, o in alternativa un gestionale di idol giapponese, o ancora una visual novel voyeuristica: in fondo, il gioco un po' tutte e tre le cose. Preoccupate dall'ascesa del temibile gruppo musicale MOB48, le quattro protagoniste dell'avventura (Neptune, Vert, Blanc e Noir) decidono di correre ai ripari: come sottrarre quote di mercato a delle pop idol che stanno catalizzando l'attenzione del pubblico, distogliendolo dall'unica fede che davvero conta, quella riposta nelle quattro dee? La soluzione è semplice: giocare ad armi pari.

    Per farlo serve un produttore, qualcuno che possa rendere le nostre CPU delle popstar di tutto rispetto. La popolarità si combatte con altrettanta popolarità, e al giocatore tocca, suo malgrado, il compito di seguire la carriera di queste aspiranti star. Suo malgrado perché il nostro avatar viene a forza trascinato nella dimensione parallela di Gamindustri, costretto a diventare produttore e a scegliere quale delle quattro ragazze seguire.

    VOGLIO FARE IL PRODUTTORE

    Il gioco consente quindi di dedicarsi in toto alla carriera di produttore, gestendo le giornate della prescelta di turno, oppure di concentrarsi sull'aspetto più movimentato della loro carriera (i concerti) o infine di fare il guardone, e non solo, approfittando del doppio touch screen di PS Vita. Va da sé che il fulcro dell'esperienza di gioco sta nella modalità Producer. È in quella fase che il racconto si dipana, tramite dialoghi che sono probabilmente la parte più riuscita di un titolo che per il resto non convince. A strappare più di qualche sorriso sono i continui meta-riferimenti al mondo reale: sia l'atteggiamento delle dee che l'aspetto delle loro regioni di appartenenza sono caratterizzati in modo tale da rimandare immediatamente agli universi dei brand di riferimento. Non è un caso che Lowee sia una regione particolarmente conservatrice, dove la tecnologia non ha ancora avuto la meglio sulla tradizione. Se in questi continui rimandi il gioco evidenzia una certa arguzia, quando si arriva alla parte gestionale svela meccaniche non tanto banali (dopotutto, si è chiamati a fare quel che ci si aspetta di fare in un titolo simile), quanto prive di mordente. Mentre le giornate della nostra beniamina scorrono veloci, a noi spetta l'onere di fissare l'agenda giornaliera. Si può optare per una sessione di studio, teorica o pratica: migliorare la voce, o le doti da ballerina, o ancora buttarsi sui libri. Lavorare alla campagna pubblicitaria o dedicarsi ad attività ed eventi che aumentino la popolarità e il numero di fan. Le nostre scelte andranno a impattare sulle statistiche della ragazza: le doti canore, il ritmo, l’espressività, il grado di preparazione. L'importante è che la barra dello stress non arrivi mai al 100%, pena il game over.

    Man mano che i giorni passano, si possono sbloccare nuovi accessori, canzoni o stage ed effetti speciali per le esibizioni. Quando ci sentiremo sufficientemente pronti, potremo infatti organizzare un concerto: è in quel momento che la nostra popstar dovrà dare il massimo, e noi con lei. Peccato che quel massimo sia estremamente noioso: l'organizzazione del concerto si riduce alla scelta della location, della canzone e alla gestione della regia (effetti speciali e inquadrature). Ben presto, per non dire subito, ci si rende conto che queste sessioni sono terribilmente noiose e prive di ritmo. Non esattamente quel che ci si aspetta da una popstar che punta alle vetta.
    La modalità Unlimited Concert permette di dedicarsi solo a questi momenti clou, lasciando da parte tutti gli aspetti gestionali per concentrarsi sull'evento vero e proprio. In un titolo simile il comparto grafico si limita a fare il proprio dovere, con immagini statiche e ben disegnate tipiche da visual novel, cui si alternano sessioni 3D durante le esibizioni: sessioni che puntano in ogni caso al minimo sindacale. Stesso discorso vale per le musiche: le canzoni cantate dalle nostre beniamine sono orecchiabili, non certo memorabili.
    Va precisato che il gioco è puro fan service, come si diceva in apertura, per cui possiede un target ben preciso che potrebbe trovare appetibile persino la “perversione” voyeuristica del Viewer Mode, di fatto un modo per guardare, rimirare e toccare tramite touch screen le protagoniste della serie.

    LONTANI DALLA VETTA

    Al di là dell'ambiguità “etica” di una simile operazione - su cui non vogliamo addentrarci perché sarebbe scorretto non inquadrare il titolo all'interno del contesto da cui proviene - ci chiediamo quale appeal possa avere un titolo come questo per tutti coloro che non sono appassionati alla serie. Anche i fan, a dire il vero, potrebbero faticare, esaurita la curiosità iniziale. Le premesse strampalate di Producing Perfection potevano dar vita a un prodotto certamente di nicchia, ma non per questo meno appetibile; in realtà le meccaniche di gioco, evidentemente incapaci di divertire e di tenere incollati allo schermo (due aspetti non da poco, in un videogioco), dimostrano che c'è poco spazio per una promozione. In un simulatore/gestionale è importante saper bilanciare investimenti e ricompense, dare al giocatore l’impressione che ogni scelta sia coerente e strutturata in un percorso costante di pianificazione ad ampio raggio; in Producing Perfection, invece, le scelte scorrono veloci, non viene dato loro il giusto e meritato approfondimento. Ammiccamenti e moine, alla fine, non nascondono bensì rivelano la superficialità del titolo Idea Factory. Producing Perfection poteva essere un affascinante e curioso esperimento collaterale: purtroppo così non è.

    Hyperdimension Neptunia: Producing Perfection Hyperdimension Neptunia: Producing PerfectionVersione Analizzata PlayStation VitaLe premesse alla base di questo Producing Perfection erano quantomeno curiose: trasformare un gioco di ruolo in un simulatore di carriera musicale, un gestionale di idol giapponese, una visual novel a sfondo pop. Il gioco è tutte e tre le cose, e si prende più di qualche libertà nel momento in cui decide di trascinare le quattro protagoniste della serie Hyperdimension Neptunia in questo mondo fatto di prove, studio, concerti e classifiche di gradimento. Lo spin-off dei ragazzi di Idea Factory è evidentemente fan service sfrenato, pensato per il pubblico di appassionati della serie. Purtroppo il risultato è debole, la parte gestionale sin troppo superficiale e, a conti fatti, a salvarsi sono solo la caratterizzazione delle protagoniste e i dialoghi, cui non manca l’originalità e una certa dose di ironia. Forse qualche voyeurista potrebbe trovare alcuni spunti d’interesse, ma dal punto di vista ludico non c’è materiale a sufficienza per garantire a questo curioso esperimento l’agognato successo.

    5

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