Recensione Hyrule Warriors

Le nostre impressioni definitive sul musou che mescola la saga Warriors coi personaggi di The Legend of Zelda.

Hyrule Warriors
Recensione: Wii U
Articolo a cura di
Disponibile per
  • 3DS
  • Wii U
  • Switch
  • In attesa di Bayonetta 2, gli utenti Wii devono accontentarsi per questo mese di un action game ben meno tecnico rispetto a quello di Platinum Games. E' infatti in arrivo, in esclusiva sulla nuova console Nintendo, Hyrule Warriors, new entry nella smisurata libreria dei musou firmati Tecmo-Koei.
    Qui c'è anche lo zampino di Nintendo che, ingolosita dal moderato successo di iniziative simili, “presta” al team giapponese ambientazioni, location e personaggi della saga di The Legend of Zelda, e commissiona quindi un altro di quegli improbabili cross over che abbiamo già visto per Hokuto No Ken e One Piece.
    Il risultato è un titolo generalmente apprezzabile, che recupera la struttura dei capitoli più convincenti dell'hack'n'slash, e la rende un po' meno monotona grazie a qualche modalità inedita ed alla discreta abbondanza di personaggi. Senza aspettarsi miracoli, né sul fronte visivo né su quello del Gameplay, e soprattutto per chi non cerca la profondità tipica della saga Nintendo, Hyrule Warriors potrebbe insomma essere un discreto diversivo in attesa dei piatti ben più succulenti che la line-up di Wii U già ci ha promesso.

    Zelda, picchiami

    Hyrule Warriors -si diceva- nasce come una collaborazione tra Nintendo e Tecmo Koei. Il matrimonio ha conseguenze piuttosto ovvie: Zelda offre ambientazioni, eroi, nemici e boss, qualche enigma e le conseguenti armi per superarli; Dinasty Warriors, invece, apporta il proprio gameplay tradizionale, temprato dai molti episodi ambientati in vari periodi della periodo feudale nipponico e cinese, oltre che negli universi finzionali di One Piece, Gundam e Ken il Guerriero.
    Il gameplay ha sempre a che fare con scontri tra armate: l'esercito di Hyrule da un lato, mostri e creature obbedienti a Ganondorf dall'altro. Le missioni vi chiedono di esplorare una mappa e portare a termine uno dopo l'altro gli obiettivi assegnati, ciascuno dei quali avrà quasi sempre a che fare con la conquista ed il controllo del territorio. Ripulendo i "Presidi" dalla feccia avversaria il nostro esercito si ingrandirà: altri soldati ingrosseranno le fila e tra di essi potreste scorgere alcuni personaggi secondari dei vari episodi di Zelda come Impa, i Goron e addirittura un Coccò.
    Il sistema di combattimento, tuttavia, non si discosta affatto da quello ultra-collaudato dei Dinasty Warriors. All'inizio del gioco c'è la possibilità di selezionare uno fra due metodi di controllo (Zelda o Dynasty Warriors), ma quello che cambia è solo la funzione dei tasti: per il resto ci si trova sempre a falciare orde di avversari a suon di (monotone) combo. Abbiamo due tasti per l'attacco leggero e pesante, alternando i quali è possibile esibirsi in attacchi di diverso tipo. Non cercate però una qualche strategia: visto l'abbondante numero di avversari, la vostra unica preoccupazione sarà quella di individuare una combo che venga conclusa da un efficace attacco ad area, e continuare a martellare sugli stessi pulsanti.

    Ci sono per fortuna dei diversivi: alcuni Boss, ad esempio, sono vulnerabili solamente ad un oggetto come da tradizione degli Zelda (ad esempio solo le bombe possono fare danni a Mega Dodongo, mentre l'arco serve per colpire a distanza piante velenose). L'uso degli oggetti resta comunque limitato, utile al massimo per risolvere dei puzzle “d'occasione”. Non aspettatevi quindi di trovare qualcosa in più che scontri estesi e massacranti: tra pozioni, magie in boccetta e super-mosse, le barre da tenere d'occhio sullo schermo sono molte (la “magia” permette di attivare una modalità in cui gli attacchi sono più potenti e si ha accesso ad una Supermossa più efficace), ma il combat system rifugge in maniera perentoria qualsiasi tecnicismo.
    In Hyrule Warriors c'è pure un sistema di progressione dei personaggi che mette in campo stemmi da creare coi materiali raccolti sul campo, pozioni e armi da fondere. Gli stemmi si dividono in Difesa (migliorano le resistenze elementali), Attacco (sbloccano nuove combo e attacchi “Musou”), Aiuto (rendono più efficaci gli oggetti), mentre le pozioni permettono di recuperare, sul campo, armi più potenti. Unitamente alla possibilità di combinare le varie armi per crearne versioni più potenti, questo sistema funziona nei primi momenti di gioco, ma non riesce a tenere sulla lunga distanza: spingendo di fatto verso il grinding selvaggio, aggiunge poco alla qualità della progressione, che si fa stanca e monocorde dopo qualche ora.
    C'è da dire che il gioco si sforza di proporre una varietà di situazioni quantomeno accettabile. Peccato che poi le missioni si rivelino troppo lunghe ed estenuanti. Può capitare di stare per quaranta lunghissimi minuti sullo stesso campo di battaglia, schizzando da un presidio all'altro. Forse per questo capitolo il team avrebbe dovuto pensare a strutturare uno story mode meno “diluito”, con stage più contenuti nelle dimensioni.
    Lo dimostra ad esempio l'inedita Modalità Avventura: qui si comincia con una mappa che ricalca quella del primo episodio per Nintendo 8 bit; ogni suo tessera nasconde una specifica Sfida, che se superata sbloccherà le tessere limitrofe e quindi nuove sfide. Avanzando in questa modalità sbloccherete anche nuovi personaggi ed armi esclusive, ma anche delle tessere speciali grazie alle quali potrete interagire con elementi specifici della mappa di gioco, in una maniera che ricorda un po' gli enigmi dei primi, storici capitolo della saga di The Legend of Zelda.
    Le sfide di questa modalità, che vanno dall'uccisione di un generale all'eliminazione di un preciso numero di nemici, raramente durano più di dieci minuti, e ci sono sembrate un piacevole diversivo: peccato che però a questo game mode manchi un po' di coerenza narrativa. L'ideale sarebbe stato avere una modalità che mescolasse la progressione della Storia ai ritmi dell'Avventura.

    Resta complessivamente convincente il comparto artistico di Hyrule Warriors, estremamente efficace soprattutto in chiave di rilettura di personaggi, oggetti e ambienti storici della serie. Il motore di gioco, invece, regala soddisfazioni molto più moderate: gestisce l'esplosione di effetti speciali ed il numero di personaggi su schermo in modo generalmente fluido e costante, ma non mancano vistosissimi (e inspiegabili) cali di framerate in certe situazioni, che infastidiscono parecchio. La modellazione poligonale non è eccelsa, soprattutto per quel che riguarda le ambientazioni: se i personaggi riescono in qualche maniera a cavarsela, gli scenari sono abbastanza piatti e strutturalmente molto poveri. Nonostante si noti, almeno sul fronte delle texture, il salto di qualità rispetto ad altri musou Tecno-Koei, bisogna ammettere che l'impatto non regge il confronto con quello di altre esclusive WiiU. Forse la colpa è anche del colpo d'occhio un po' generico che, nonostante i vibranti cromatismi della saga, ormai si avverte di fronte allo stra-abusato engine che la software house continua ad utilizzare. Resta invece apprezzabile non solo l'uso di effetti sonori “estratti” di peso dalla saga di Zelda, ma anche una soundtrack che ne recupera le sonorità per poi rileggerle in chiave più rock. Anche in questo caso, in linea con i ritmi compulsivi dell'azione, il “mood” è forse un po' troppo aggressivo, “soffocando” sample e ispirazioni acustiche in un mare di riff elettronici, ma non manca lo spazio per movimenti più epici e con il fiato meno corto.

    Hyrule Warriors Hyrule WarriorsVersione Analizzata Wii USarebbe un errore madornale cercare in Hyrule Warriors qualche elemento che lo possa distanziare in maniera netta dai suoi “colleghi”, allontanandolo da quella monocorde ripetitività che affligge tutti gli altri capitoli della smisurata opera firmata Tecmo-Koei. Nonostante la presenza di oggetti e situazioni strappate ad una delle più affascinanti saghe di Nintendo, dal punto di vista del gameplay ci troviamo di fronte ad un titolo che rimane fedele alla filosofia disimpegnata degli hack'n'slash di matrice nipponica. Il vero punto di forza del gioco, insomma, risiede soprattutto nell'iconografia a cui fa riferimento, che basta a mantenere alti gli entusiasmi nel corso delle prime ore di gioco, a reggere il peso della modalità principale, e magari a stuzzicare tutti gli appassionati che per una volta vogliono vedere i propri eroi in versione un po' più aggressiva. C'è da dire che sulla lunga distanza anche l'ottimismo dei primi playtest tende a sgretolarsi, lasciandoci in mano un titolo che soffre di difetti fisiologici. Hyrule Warriors, però, ha un sistema di sviluppo dei personaggi ed in generale una struttura ruolsitica/narrativa più riusciti rispetto a quelli di altri esponenti della categoria, e questo basta perchè si affianchi agli episodi migliori della “saga”: più vicino a Pirate Warriors e Warriors Orochi che al terribile Ken's Rage, risulta un musou più colorato e vario del solito.

    7

    Che voto dai a: Hyrule Warriors

    Media Voto Utenti
    Voti: 21
    6.5
    nd