Recensione Il Padrino 2

Don Vito Corleone torna in chiave Next Gen

Il Padrino 2
Recensione: Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Gli farò un'offerta che non potrà rifiutare

    Difficile, quasi impossibile, riuscire a scrivere qualcosa senza scadere nel banale o nel già letto, quando si ha dinnanzi un capolavoro del calibro de "Il Padrino". Il film (divenuto successivamente trilogia) di Francis Ford Coppola (trasposizione dell'omonimo libro di Mario Puzo, il quale fra l'altro scrisse a quattro mani con il regista la scenografia dei lungometraggi) fu come una folgorazione, un vero e proprio bagliore accecante per la storia del cinema moderno: la meticolosità di Coppola nella riproduzione di un argomento così scottante e sempre attuale (la malavita organizzata siciliana, ossia la mafia), il cast di attori di assoluto valore e una colonna sonora monumentale orchestrata dal maestro Nino Rota valse alla pellicola del regista italoamericano tre Oscar (su ben nove candidature), cinque Golden Globe e due David di Donatello.Ad oltre trent'anni di distanza dall'uscita di questa pietra miliare del cinema Electronic Arts decise di trasporre a livello videoludico le vicende della famiglia di Don Vito Corleone, presentando al pubblico, nell'anno di grazia 2006, Il Padrino - The Videogame. Il titolo, uscito sull'onda lunga del buon successo di Mafia degli Illusion Softworks (team di sviluppo recentemente acquisito da 2K Games), si presentava come un classico esponente del genere free roaming in cui il giocatore doveva (partendo dal grado di picciotto) farsi strada nella gerarchia di "cosa nostra" adempiendo a tutta una serie di missioni volte all'eliminazione di famiglie rivali e al dominio della malavita di New York.Il gioco, nonostante il budget elevato e l'acquisizione di praticamente tutto il cast di attori del film (escluso Al Pacino che, insieme a Francis Ford Coppola, etichettò il titolo come violento e diseducativo, discostandosi dunque dalla produzione), non ebbe però un equivalente successo di critica e pubblico, risultando alla fin della fiera un game comunque di buona fattura. La parziale delusione non ha però scoraggiato il colosso dell'intrattenimento americano il quale, dopo soli tre anni, ripropone sugli schermi dei possessori di Playstation 3 e Xbox 360 le gesta dei malavitosi italo americani presentando Il Padrino II.

    Ritornare agli antichi splendori

    Cuba, terra di sogno, isola incastonata in un mare azzurro e posto ideale per passare le vacanze (o magari per passare la propria vita). La terra che tanto diede ad Ernest Hemingway è però terreno fertile per i più disparati traffici illeciti della malavita e, proprio per questo motivo, Michael Corleone ha scelto cuba per dirigere in modo più semplice la sua organizzazione malavitosa. Quella che sembra però una sorta di roccaforte inespugnabile dalle altre fazioni mafiose viene clamorosamente assaltata durante il capodanno del 1959 dal clan dei Rosato i quali, approfittando della rivolta del maresciallo Baptista, sono riusciti ad entrare nel punto nevralgico della famiglia per attentare alla vita di Michael. Il nostro ruolo sarà quello di Dominic, uno dei picciotti fidati del Don, il quale dovrà inizialmente aiutare il pezzo grosso a scappare da Cuba per dirigersi nuovamente nella Grande Mela, e definitivamente spazzare via gli irriverenti fratelli Rosato. La nostra dedizione alla causa, l'aver messo a disposizione dei Corleone la nostra vita pur di far rientrare il pupillo della famiglia in territorio americano, sarà ricompensata con l'assegnazione dell'affare Rosato: spetterà a noi infatti condurre i traffici sul territorio, riconquistare i racket (sconfiggendo una volta per tutte i tignosi rivali) e, tramite la nostra ambizione, arrivare a scalare freneticamente le gerarchie dell'organizzazione mafiosa.

    Ai tuoi ordini Don

    Durante lo story mode dovremo calarci dunque nei panni di Dominic ed adempiere ad una serie di missioni (assegnateci di volta in volta da Michael Corleone e dai suoi asserviti), il cui scopo unico sarà quello di colpire le varie gang avversarie, minandone prima le risorse economiche per poi salire mano a mano lungo la loro scala gerarchica sino ad arrivare al cuore dell'organizzazione, ossia il boss.Proprio la prima di queste operazioni, ossia l'impadronirsi dei traffici illeciti che imperversano nelle città, è forse la particolarità più interessante della produzione Electronic Arts. In buona sostanza sull'area di gioco troveremo delle zone nevralgiche su cui gravitano le attività malavitose più importanti: traffico di droga, furti, estorsioni, prostituzione, ciascuna controllata da un tirapiedi della famiglia mafiosa di turno. Per arrivare ad acquisire queste aree dovremo ovviamente ridurre a più miti consigli i succitati sgherri e, per far ciò, non dovremo ovviamente basarci sulla nostra eloquenza o sull'innata abilità da mediatori, bensì fare leva sulle paure nascoste (riempiendo un'apposita barra che comparirà in alto a destra sull'hud di gioco) di questi scagnozzi inducendoli così a passare sotto la nostra ala protettiva. Una volta conquistato il territorio andrà però difeso dalle incursioni dei rivali (pronti a tutto pur di tornarne in possesso), per far ciò avremo modo di reclutare delle guardie, retribuite da un "regolare" salario giornaliero, le quali stazioneranno lungo il perimetro della zona e che interverranno prontamente in caso di assalti rivali. Tali rinforzi ci garantiranno un vantaggio non da poco: l'area di gioco infatti pullulerà letteralmente di attacchi nemici, rendendo praticamente inutile la sfrenata corsa da zona a zona per intervenire personalmente. I racket conquistati ci garantiranno sia un fio giornaliero (tanto maggiore quanto grande sarà la dimensione della zona in cui esso gravita) con cui sosterremo le spese di mantenimento delle guardie appena menzionate (ivi compreso il loro potenziamento in alcune specifiche voci come armi più potenti o mira più accurata), sia dei bonus sotto forma di oggetti speciali, come giubbotti antiproiettile o tirapugni. Gli asserviti non saranno gli unici personaggi secondari che potremo arruolare durante lo story mode: avendo avuto piena libertà di poteri sulla zona da parte dei Corleone, il buon Dominic potrà prendere con sé i così detti "uomini d'onore". Questi personaggi saranno il nostro braccio destro, la nostra mano armata e, proprio per la loro importanza ai fini della prosecuzione delle azioni malavitose, saranno dotati ciascuno di un'abilità speciale da utilizzare in alcuni luoghi ben precisi: piromani per posizionare cariche esplosive, scassinatori per aprire casseforti o caveau di banche, medici per curare i compagni sono solo alcuni esempi di quel che ci ritroveremo a dover coordinare e a scegliere oculatamente per arrivare alla conquista della criminalità organizzata. Come precedentemente detto per le guardie, anche gli uomini d'onore potranno essere potenziati per aumentarne l'efficienza e l'efficacia, inoltre avremo la possibilità di promuoverli gerarchicamente, dando così modo di aiutarci nello smistamento delle forze da inviare sulle strade della città.La gestione pratica di tutte queste attività avverrà tramite la così detta Visione del Don, vale a dire una riproduzione tridimensionale della città su cui sono segnati i punti nevralgici su cui agire, la piramide gerarchica dei nostri asserviti ed i loro upgrade, oltre ad un pratico bilancio di entrate uscite.

    Una testa di cavallo e delle scarpe di cemento

    Sotto l'aspetto del puro gameplay, Il Padrino II va comunque a collocarsi nella categoria degli action/free roaming, proseguendo dunque nel solco tracciato dal suo predecessore. Dovremo affrontare una serie di missioni primarie (le già citate acquisizioni dei racket) volte allo scopo di distruggere le famiglie avversarie, arrivare così al vertice di casa Corleone e avere il pieno controllo della malavita americana. Oltre queste potremo anche cimentarci in alcune quest parallele, tramite le quali raccogliere denaro extra, estorcere favori ai poliziotti corrotti (evitando così di essere catturati nel caso venissimo scoperti), o venire a conoscenza di informazioni vitali per uccidere gli uomini d'onore delle fazioni avversarie, i quali per essere eliminati definitivamente dovranno subire delle peculiari esecuzioni (come ad esempio essere investiti da un veicolo oppure scaraventati giù da un palazzo). Nonostante queste buone premesse, Il Padrino II soffre purtroppo di un certo grado di ripetitività, vera e propria croce e delizia di tutti i giochi Gta-style: a livello pratico infatti le varie missioni (sia primarie che secondarie) si ridurranno ad un mero andare nel luogo X, eliminare gli scagnozzi a mani nude o con armi da fuoco ed impossessarsi dell'area e del suo attinente racket. Non aiuta molto nemmeno l'intelligenza artificiale, la quale svolgerà il classico compitino con delle routine aggressive, inframezzate da qualche sporadica ricerca di copertura o di punti favorevoli per mirare senza subire gravi danni. L'azione scorre comunque fluida e con un certo grado di compulsività, coadiuvata anche da un sistema di controllo pressochè perfetto per quel che concerne sia i nostri movimenti sul campo che la gestione delle risorse tramite la mappa del Don, strutturata in maniera semplice, chiara e coincisa. Difetti strutturali più che effettive mancanze del gioco, a riprova dunque che il gameplay del genere sandbox necessita di qualcosa in grado di rinnovarlo nel tempo, per non incappare in una clamorosa involuzione. Chiudendo il discorso legato alla parte ludica, l'ultima fatica Electronic Arts si attesta, sotto il profilo della longevità, su circa diciotto ore di gioco, un valore questo che lievita nel caso in cui si vogliano completare tutte le varie side quest e trovare i vari goodies nascosti (non troppi, a dir la verità). 

    Dalla Ishimura agli anni '60

    Sotto l'aspetto squisitamente tecnico, dobbiamo fare constatazioni un poco più amare. Il Padrino II va a mostrare il suo tallone di achille proprio dal punto di vista della qualità cisiva, decisamente altalenante e purtroppo non in linea con gli eccellenti risultati mostrati nelle ultime produzioni della software house americana. Iniziamo parlando degli aspetti positivi: sicuramente possiamo ascrivere in questa categoria la caratterizzazione del decennio 50/60, grazie ad una connotazione e ad una riproduzione piuttosto certosina di oggetti, vestiti ed automobili decisamente ben ricreati e fedeli agli originali. Ben realizzati anche i modelli poligonali, soprattutto quelli dei personaggi non giocanti con cui ci intratterremo, la mimica facciale durante le cutscenes e le relative skin su cui spiccano diversi particolari caratteristici, come barba, baffi, imperfezioni della pelle e cicatrici. L'utilizzo inoltre del motore grafico alla base di Dead Space ha permesso agli sviluppatori di calcare la mano sugli effetti particellari derivanti dalle esplosioni: nuvole di fumo, detriti, fiamme che divampano, bossoli di proiettile e scintille provenienti dalle armi sono estremamente appaganti; ottima la fluidità (non abbiamo incontrato particolari cali di frame rate) e discreta la fisica, soprattutto per quel che concerne la manovrabilità delle pesantissime auto dell'epoca (nonostante la guida estremamente arcade andremo incontro a frequenti imbarcate e sovrasterzi). Di contro dobbiamo però constatare come tutto l'ambiente sia affetto da eccessive carenze che riguardano sia la mole poligonale che la costruzione delle varie architetture, toccando persino il comparto texture, sulle quali si nota una ingiustificata mancanza di bump mapping e una certa ripetitività. La generale pochezza visiva dà così la sensazione di trovarsi sempre di fronte agli stessi scenari. Eccellente invece il comparto sonoro, vero e proprio fiore all'occhiello della produzione: musiche estremamente calzanti con l'epoca (swing, jazz e qualche accenno di rock saranno all'ordine del giorno) accompagneranno le nostre scorribande in auto o nei locali di malaffare, nei quali avremo modo di udire il brusio della folla (sempre intenta a chiacchierare del più e del meno) ed altri rumori come spari, sgommate e sirene della polizia. Ottimo anche il doppiaggio interamente in italiano (in grado di non sfigurare con la favolosa controparte inglese), veramente ben diretto nella recitazione e acuito da voci con un timbro espressivo e un accento siciliano credibile, quasi mai grossolano o grottesco.

    Ne resterà soltanto uno

    Concludiamo la nostra disamina spendendo due parole sulla modalità multiplayer: tramite connessione ai servizi Xbox Live e Playstation Network sarà possibile ospitare o partecipare a delle classicissime partite in deathmatch a squadre, nelle quali due bande rivali (poco originalmente contraddistinte dai colori rosso e blu) dovranno confrontarsi per avere la meglio. Nonostante le quattro diverse modalità (squadre, assalto, incendiario, scassinatore) e la possibilità di vestire i panni del Don (in cui l'unica effettiva differenza risiederà nella possibilità di scommettere parte del nostro patrimonio), il multiplayer del Padrino II soffre di quella sensazione di accessorietà che connota buona parte delle produzioni improntate soprattutto sulla componente story mode a giocatore singolo.

    Il Padrino 2 Il Padrino 2Versione Analizzata Xbox 360Il Padrino II è un titolo più che discreto, in grado di trasmettere il feeling del capolavoro cinematografico miscelandolo con una struttura free roaming classica (dalla quale mutua sia pregi che i citati difetti) qualche interessante divagazione gestionale rigurdante la propria squadra di sgherri. Il vero punto debole è però il solo sufficiente comparto grafico, in cui i pregi derivanti dalla caratterizzazione e l'utilizzo di effetti particellari vengono controbilanciati da una generale sensazione di poca cura dal punto di vista della mole poligonale e della varietà delle texture degli scenari. Consigliamo l'acquisto del gioco a tutti i fan della trilogia di Coppola (i quali rimarranno soddisfatti dall'atmosfera e dalle varie cut scene estremamente cinematografiche) e a tutti coloro che vogliono cimentarsi in un free roaming dai toni squisitamente italiani.

    7

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