Recensione Il Signore degli Anelli: La Terza Era

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Recensione Il Signore degli Anelli: La Terza Era
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Gba
  • Xbox
  • NGC
  • Vecchia ambientazione, nuove vicende!

    Con l'uscita del terzo ed ultimo episodio della trilogia cinematografica, Il Ritorno del Re, ha avuto termine anche uno degli eventi mediatici più importanti degli ultimi anni: milioni di fan e di appassionati sono rimasti privi di quel piacevole senso di attesa che ci ha sempre accompagnato da tre anni a questa parte, ad ogni nuovo episodio della saga.
    Anche la EA si è trovata nella situazione di doversi inventare un nuovo modo per far fruttare quei diritti pagati fior di dollaroni: terminata l'epoca dei giochi ufficiali, è venuto il momento di inventarsi qualche variante alla solita solfa per rendere la proposta sempre allettante: ecco allora uscirsene con uno strategico per pc e con un gioco di ruolo per console... e forse anche questa volta ha azzeccato le mosse giuste!

    La Terza Era

    Innanzitutto una precisazione: il titolo EA non ha un gameplay simile a Final Fantasy, La Terza Era E' Final Fantasy X! Quindi aspettavi un gioco di ruolo "alla giapponese" con fasi di esplorazione, combattimenti casuali e turni.
    La storia è piuttosto ben congegnata: nei panni di Berethor, un soldato di Gondor mandato a raggiungere Boromir, finirete per seguire da vicino il cammino della Compagnia dell'Anello senza tuttavia mai raggiungerla: vi capiterà quindi di combattere il Balrog al fianco di Gandalf o di affrontare gli Uruk-hai al Fosso di Helm assieme ad Aragron, Legolas e Gimli, ma più spesso vi troverete ad agire da soli visitando gran parte delle locazioni più importanti della pellicola come le miniere di Moria, il Mark, Osgiliath e Minas Tirith (anche se ci sono assenze illustri come La Contea, Isengard, Gran Burrone, Lothlorien...).
    Al già citato Berethor nell'avventura si affiancheranno, ovviamente, altri compagni: Idrial, un'elfa di Lothlorien, Elegost, un ramingo, il nano Hadhod, la rossa Morwen, gondoriana esiliata a Rohan ed infine il prode Elegost, cavaliere del Mark.
    Il vero problema del titolo è che se generalmente la trama ha degli ottimi spunti, tuttavia i programmatori vanno troppo di corsa: sono rarissimi i momenti i cui i personaggi parlano tra loro, col risultato che di loro si apprende poco e quindi finiscono col rimanere piuttosto anonimi. La cosa più imperdonabile è, tuttavia, il modo in cui vengono liquidati i passaggi decisivi della sceneggiatura e i colpi di scena, che sono molti e spesso clamorosi, ma non influiscono affatto sulle vicende né sul comportamento dei vari eroi. Il peggio è che a tali carenze nella sceneggiatura fanno da contraltare decine e decine di spezzoni filmati tratti dai tre film per mezzo dei quali Gandalf illustra gli accadimenti non solo dei nostri protagonisti, ma in generale di tutta la Terra di Mezzo, quasi che il potente stregone ci seguisse appollaiato su una nuvoletta, per intervenire ogni qual volta (e sono numerose) ci sia da dare una qualche spiegazione: insomma, il sospetto è che abbiano privilegiato questi filmati, spesso fuori contesto, a tutto discapito dell'approfondimento delle vicende narrate nel gioco. Insomma, tutto il contrario di quello che è solita fare Square Enix con i suoi prodotti!
    Alla fine, dunque, i punti di forza del prodotto risultano essere l'atmosfera e la possibilità di visitare liberamente alcune delle più evocative locazioni del film, mentre la trama e i protagonisti servono giusto come raccordo tra i vari livelli.

    L'esplorazione della Terra di Mezzo

    Come detto, il gameplay è preso di peso da Final Fantasy X, quindi chi ha anche una PlayStation 2 sa già cosa aspettarsi. Per tutti gli altri diciamo che ogni missione è ambientata in una delle locazioni viste nel film, a loro volta suddivise in tanti mini-livelli separati uno dall'altro da brevi caricamenti. Gli ambienti sono liberamente esplorabili per quanto previsto ma assolutamente non interattivi, ad eccezione di tutta una serie di scrigni disseminati un po' ovunque nella Terra di Mezzo e che vanno aperti per recuperare oggetti ed equipaggiamento.
    Rispetto ad un FF qualsiasi, tuttavia, il gameplay risulta privo di alcuni elementi tipici della maggior parte dei Gdr: uno di questi è l'assenza di Npc (non player characters) con cui interagire per proseguire nell'avventura o per ottenere compiti secondari. Le missioni ci vengono assegnate automaticamente all'inizio di ogni livello o una volta raggiunti determinati punti prestabiliti; il loro completamento ci regala preziosi punti esperienza. Alcune missioni sono fondamentali per proseguire, altre sono facoltative, ma per completare il gioco al 100% è sufficiente esplorare con attenzione i vari ambienti, senza stare a lambiccarsi troppo il cervello: ogni incarico si conclude inesorabilmente entro lo stesso livello in cui è stato assegnato.
    Una seconda, significativa mancanza è quella di città e negozi: ne La Terza Era non esistono soldi, città in cui andare a riposarsi e negozi ai quali rivendere l'equipaggiamento inutile per comprarne di nuovo. Tutto ciò di cui abbiamo bisogno lo troveremo nei famosi scrigni, comprese le armi e le armature più potenti, secondo la formula che più si avanza nel gioco, più performanti saranno gli oggetti messi a disposizione.
    Naturalmente la mancanza di questi elementi semplifica di molto l'esperienza di gioco, decisamente più semplice e lineare di un qualsiasi FF e proprio per questo in grado di coinvolgere chi si avvicini per la prima volta al genere: tuttavia chiunque tra voi sia cresciuto a pane e Jrpg potrebbe trovare l'esperienza meno soddisfacente del previsto!

    La minaccia di Mordor e Isengard

    I combattimenti sono per lo più casuali, vale a dire che non vedrete l'avversario che vi attacca: tuttavia è stato introdotto un opportuno indicatore (dalla discutibile utilità) che segnala quando si entra nelle zone a rischio e quanto manca all'imminente attacco.
    Una volta cominciato lo scontro si viene trasportati in un'apposita schermata, riproducente la morfologia del luogo in cui si trova, dove il gruppo dei nemici e quello dei nostri eroi (tre per volta, ma potrete sempre sostituire i titolari con gli altri rimasti nelle retrovie) sono schierati uno di fronte all'altro e si affontano secondo un preciso ordine di turni: a questo punto si sceglie da un apposito menù a tendina quale azione far compiere ai protagonisti, subendo nel frattempo le iniziative dell'avversario. Per rendere più spettacolari ed interessanti le battaglie, il gioco si è concesso qualche libertà rispetto ai film (e ai libri di Tolkien): ecco allora che tutti i vari protagonisti sono dotati di attacchi speciali, di magie curative, di supporto ed offensive e, meraviglia delle meraviglie, evocazioni (Wharg, Ent, Aquile...)! Per utilizzare tutto ciò che non sia l'attacco base i personaggi consumano Punti Attacco che, una volta consumati, vanno rigenerati col riposo o apposite fiale; naturalmente ci sono anche i classici Punti Ferita, azzerati i quali il proprio personaggio o il nemico è definitivamente sconfitto.
    Al termine di ogni combattimento vengono assegnati oggetti e punti esperienza, da spendere per l'acquisizione di nuove capacità, differenti per ogni personaggio.
    Nel complesso il sistema è sufficientemente approfondito ed in grado di regalare sempre combattimenti interessanti e divertenti: peccato che il passaggio di livello avvenga fin troppo frequentemente (in media ogni 2-3 battaglie) ed in generale gli scontri risultino abbastanza semplici per un veterano del genere (salvo alcune eccezioni contro i saltuari boss).
    Nel caso, poi, abbiate un amico/fratello al vostro fianco, potrete inserire un secondo pad nel vostro GameCube e, durante gli scontri, fargli controllare tre dei sei membri del party!

    Il sogno di Tolkien

    Tecnicamente parlando si può solo fare tanto di cappello all'opera svolta dai ragazzi di Redwood Shores! Quella del gioco EA è La Terra di Mezzo più vasta, liberamente esplorabile e meglio riprodotta mai vista in un videogioco. Naturalmente il design è preso di peso dalla trilogia di Jackson, ma questo è un vantaggio visto che buona parte del fascino risiede proprio nella possibilità di muoversi attraverso terre e locazioni già note e ricche di fascino. I personaggi, pur inediti, sono modellati sulle fattezze degli eroi cinematografici, quindi richiamano figure familiari: la loro realizzazione è comunque ottima, il grado di definizione eccellente e le movenze, realizzate col motion capture, convincenti a parte i momenti di esplorazione, quando appaiono un poco legnose.
    In ogni caso c'è da segnalare che, contrariamente al solito, questa volta la EA non ha penalizzato la versione per GameCube: per riproporre tutti i filmati presenti nel gioco (anche se con una qualità di compressione inferiori alle versioni XBox e PS2), infatti, La Terza Era é stata distribuito su ben due mini-dvd!
    Considerate poi che il tutto è condito con la colonna sonora originale delle trilogia e le voci del doppiaggio sono quelle originali del cinema e capirete quanto grande è il coinvolgimento che il prodotto è in grado di offrire! Purtroppo questa versione per GameCube è l'unica non localizzata in italiano (mentre quelle per PS2 e XBox usufruiscono di una localizzazione completa, parlato e sottotitoli), ma gli anglofoni godranno di un doppiaggio sicuramente superiore rispetto alla versione italiana.
    Resta da parlare della longevità che si attesta sulle 25-30 ore al massimo e purtroppo non offre spunti alla rigiocabilità visto che completare l'avventura non sblocca nuove modalità né extra: nel complesso, comunque, la prima volta il divertimento é molto alto, quindi per un appassionato della trilogia può essere più che sufficiente (anche Paper Mario 2, per dirne uno, non è che duri di più...).

    Conclusioni

    Vista la generale carenza di giochi di ruolo, specialmente occidentali, per GameCube, mi sento di affermare tranquillamente che questo La Terza Era sia un acquisto obbligato per ogni appassionato della saga e non solo, previa una discreta conoscenza dell'inglese. Il gioco è piuttosto facile e lineare nella progressione, ma anche appagante nel sistema di combattimento ed incredibilmente evocativo per quanto riguarda ambientazioni ed atmosfere. Peccato che alla fine prevalga proprio l'ambientazione sulla storia, con i sei eroi dalla personalità appena accennata e che non entrano certo nel cuore. Tutto sommato la cosa non pesa più di tanto visto che il divertimento maggiore del gioco viene proprio dal poter visitare luoghi noti come Moria, Osgiliath e Minas Tirith ed affrontare le stesse minacce della Compagnia dell'Anello (il Balrog, i Troll, i Nazgul...).
    In definitiva un gioco imperfetto ma tremendamente coinvolgente e, soprattutto, in grado di divertire ed appassionare fino alla fine; dopodiché lo accantonerete ed inizierete ad aspettare il seguito, nella speranza che questa volta si ricordino di curare anche la trama, oltre al gameplay...

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