Recensione Il Signore degli Anelli: le Due Torri

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Recensione Il Signore degli Anelli: le Due Torri
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  • PS2
  • Gba
  • Xbox
  • NGC
  • Pc
  • Che la battaglia abbia inizio

    A circa un anno di distanza dall’uscita del primo film dell'oramai celeberrima trilogia “Il Signore degli Anelli” e poche settimane prima dell’uscita del secondo capitolo dedicato all’opera di Tolkien, EA si lancia sul mercato con un prodotto davvero molto interessante, sorretto da un impianto grafico di tutto rispetto e di un gameplay frenetico che fa dell’azione la sua principale arma di coinvolgimento. Il filmato introduttivo del gioco è tratto direttamente dal primo episodio cinematografico e, mentre la battaglia infuria alle pendici del Monte Fato, saremo chiamati a rivestire temporaneamente i panni di Isildur, giusto per cominciare a familiarizzare con i basilari controlli di gioco. Fatti i primi passi nelle stupende ambientazioni e colpito di spada qualche orco poco gentile per ben undici missioni ci avventureremo nei territori della Terra di Mezzo, rivestendo i panni dei nostri tre fidati eroi: Aragorn, Gimli e Legolas.

    Grafica

    L’aspetto che più colpisce del lavoro targato EA è l’impressionante resa grafica dei filmati realizzati utilizzando il motore di gioco. Tra una missione e l’altra, infatti, una sequenza tratta direttamente da uno dei due capitoli cinematografici introdurrà la missione che ci apprestiamo a compiere, per poi sorprendere il giocatore lasciando spazio ad un filmato realizzato con grafico in-game. Potremo così apprezzare l’alto livello di dettaglio che delinea i volti e le fattezze dei personaggi, inseriti in ambientazioni estremamente dettagliate, il cui orizzonte spazia lasciando la possibilità di identificare e riconoscere elementi “di rifinitura” già presenti nei due film. L’intero gioco si presenta quindi in modo estremamente positivo: tutti i personaggi coinvolti nell’azione si muovono in modo fluido e molto realistico, corrono, arretrano, sferrano imprendibili combo davvero molto complesse e interagiscono con l’ambiente, anche se questo può sembrare alquanto ristretto. Unica pecca di questo gioco, infatti, è l’eccessiva linearità, causata principalmente da una struttura come quella a missioni, che limita la possibilità di esplorare le varie zone in cui saremo chiamati a combattere garantendo molta azione concentrata però in spazi poco estesi ( a volte si può avere l’impressione di essere all’interno di un grosso corridoio, con la sola possibilità di avanzare menando le mani a più non posso).

    Gameplay

    Ci sono vari aspetti che caratterizzano il gameplay di un gioco ma in questo preciso caso è solo uno quello cui ruota intorno l’intero titolo: la suddivisione in missioni (ben 12 più una extra una volta terminato il gioco) e la loro particolare linearità, che può risultare molto gradita agli amanti del genere arcade, mentre potrebbe far storcere il naso a chi si aspettava un gioco maggiormente impostato stile “gdr”. L’obiettivo principale, infatti, è quello di raggiungere la fine dello scenario in cui ci troviamo a combattere e sfidare il boss di fine stage, al termine del quale attraverso una schermata con grafica di menù saranno riassunti tutti i punti derivati dalle combo effettuate in battaglia; tali punti abilità potranno essere utilizzati successivamente prima di iniziare una nuova missione per “acquistare” nuove combo e un paio di potenziamenti per le armi principali (nel caso di Legolas, l’arciere, potremo acquistare le frecce incantate degli elfi). Per quanto riguarda poi i movimenti dei vari personaggi, il lavoro svolto è davvero pregevole: ogni animazione, per quanto complessa (alcune combo, bisogna ammetterlo, sono davvero assurde e si finirà con il non usarle) è ottimamente realizzata ed è garantita un’ottima giocabilità, visto che ai tasti principali sono stati associati i movimenti di base, a cui si aggiunge, per l’utilizzo delle armi secondarie, il tasto R1 (da tenere premuto) e il tasto X. Ma in mezzo all’orda di orchi e goblins non saremo mai da soli: ci sarà sempre un compagno ad affiancarci nella battaglia, seguito a ruota da alcuni personaggi non giocanti che ci aiuteranno nell’eliminazione di qualche nemico. Tale sostegno, però, giunge solamente nel caso in cui saremo noi ad avventurarci in mezzo alla bolgia, visto che i NPG non entreranno in battaglia autonomamente, ma vi faranno parte solo per coprirci le spalle da eventuali attacchi non desiderati.

    Sonoro

    Particolare attenzione va sicuramente posta al sonoro, aspetto che più che mai in queste occasioni si dimostra fondamentale per un buon successo del titolo. Le musiche sono più di quanto ci si può aspettare: tratte direttamente dai due capitoli cinematografici, supportano egregiamente Il Dolby Digital Sound (consiglio vivamente a tutti di vivere in Dolby l’esperienza della battaglia del fosso di Helm) e risultano in tal modo estremamente azzeccate per un’avventura intensa come questa. Le composizioni sono interamente orchestrali e la loro principale caratteristica sta nel fatto che è stato possibile creare diverse “variazioni sul tema” che di volta in volta risultano adattarsi al ritmo ed alla situazione di gioco in cui ci troviamo. Inoltre va fatto un altro plauso ai programmatori EA: sono state campionate in modo egregio anche le voci dei vari protagonisti, anche queste tratte dai due episodi apparsi sul grande schermo, voci che sono state montate e sincronizzate con le espressioni dei nostri avventurieri garantendo un buon livello di realismo. Particolare attenzione va inoltre posta all’enorme quantità d’effetti che impreziosiscono il titolo: le urla e gli schiamazzi d’Uruk’Ai, Goblins ed Orchi rendono estremamente coinvolgente l’azione tant’è che sfruttando la decodifica Ac-3 (Dolby Digital per intenderci) è possibile riconoscere la direzione di provenienza dei nemici che si apprestano ad attaccarci.

    Conclusioni

    Il lavoro svolto dai programmatori della EA è sicuramente un buon lavoro, che si basa su di una licenza eccezionale. È indubbio che si sarebbe potuto fare qualcosa di più per estendere la longevità del titolo (per finirlo una prima volta siamo sull’ordine delle 7 o 8 ore) ma è anche vero che il titolo, in se, non delude, anzi, coinvolge, grazie ad una trama forte ed una caratterizzazione dei personaggi unica. Sono poche le pecche riscontrabili nel titolo, e generalmente si tratta di piccole precisazioni, oppure di consigli puramente personali su come si sarebbe potuto impostare il lavoro (magari uno stampo più “gdr”) ma che comunque non influiscono sulla valutazione finale, che resta alta. Il signore degli anelli: le due torri, è, in sostanza, l’essenza dei due film apparsi al cinema, e ne interpreta la trama dal punto di vista “bellico”, l’ideale per chi, dopo otto ore passate seduto su una sedia in ufficio ha voglia di scaricare la tensione accumulatasi.

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