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Anteprima Videogiochi
Banishers Ghosts of New Eden: amore impossibile tra due cacciatori di fantasmi

Prologo.
Il sipario si alza. Sul palcoscenico della commedia greca allestita da Ubisoft salgono gli attori di questo spettacolo digitale: c'è Fenyx, impavido protagonista (sta a voi decidere se di sesso maschile o femminile), c'è Zeus, dio buontempone che ama troppo i sollazzi, c'è il saggio Prometeo, costretto ad una punizione eterna per aver aiutato gli uomini, c'è Tifone, titano potentissimo e iracondo, che vuole prendere il posto delle divinità. E poi c'è tutta l'altra schiera di dei, da Afrodite a Ermes, passando per Efesto, Ares e Atena, ognuno costretto ad affrontare i suoi tormenti interiori, ma sempre con una spigliata vena ironica che dona al tutto un tocco di gradita briosità.
Sono questi i personaggi chiave della spiritosa e divertentissima esperienza ambientata nella mitologia greca: un'avventura a mondo aperto che recupera sì alcuni elementi ludici e concettuali dall'ultimo Zelda (qui potete leggere la nostra recensione di Zelda Breath of the Wild), ma che - nonostante la sua struttura un po' derivativa - ha saputo rivelarsi un'esperienza di inaspettata solidità. Allegro, ben bilanciato e piacevolissimo da vivere pad alla mano, Immortals: Fenyx Rising è dunque una delle produzioni più sorprendenti di Ubisoft. Un gioco che conosce i suoi limiti e non cerca mai di eccedere, raccontandosi anzi al meglio delle sue possibilità, con un sorriso schietto e genuino.
Secondo la struttura della commedia greca, una volta superato il Prologo, arriva il momento dell'Agone, ovvero la parte in cui sulla scena si sviluppa una disputa tra due avversari. In questo caso i soggetti in questione sono Zeus e Prometeo, che continuano a battibeccare per tutta la durata dell'avventura: il padre degli dèi si rivolge al cugino incatenato sperando che questi l'aiuti a trovare un modo per sconfiggere il temibile Tifone, il titano che, stanco dei continui capricci delle divinità, è riuscito a liberarsi dalla sua prigionia e a mettere il mondo in ginocchio, imprigionando gli Olimpici.
E così, dalle labbra di Prometeo viene narrata la storia di Fenyx, l'eroe (o eroina) della profezia che riuscirà ad annientare il nemico. All'inizio dell'esperienza, potremo scegliere il sesso del nostro guerriero e modificare i tratti somatici con un editor, alquanto basilare e limitato. La nostra scelta è ricaduta su una condottiera, coraggiosa, altruista e spavalda: sarà lei a fronteggiare Tifone e i suoi sgherri, ma non prima di aver liberato gli dei e l'intera Isola d'Oro dalla maledizione del titano. Inizia così un'avventura umoristica e pungente, che non manca di inattesi elementi di epicità: Immortals possiede infatti una scrittura trottante, vivace al punto giusto, che, al netto di qualche flessione nei tempi comici e di battute non proprio riuscitissime, mescola un'ironia saporita e scanzonata con riferimenti più adulti, mantenendo sempre una buona dose di eleganza.
È questa la marca stilistica della narrazione, l'elemento che permette al gioco di spiccare in quella che altrimenti si rivelerebbe una scontatissima vicenda di formazione e di riscatto personale. Un'altra peculiarità risiede poi nel fatto che Prometeo racconta la storia in tempo reale, e a volte lo scorrere degli eventi si modifica proprio dinanzi agli occhi del giocatore, seguendo i continui commenti dei due buffi narratori.
Sotto la sua patina comica, Immortals nasconde anche una trama meno banale di quanto appare in superficie: senza mai perdere la leggerezza che la caratterizza, la storia propone a volte momenti anche piuttosto intensi, fatti di riflessione, pentimento e un pizzico di dramma. Le vicende personali delle varie divinità ne sono un esempio lampante: le creature in cui sono state trasformate, del resto, rappresentano il simbolo delle loro incertezze, dei loro dubbi, delle loro paure e dei loro dolori.
È un bilanciamento francamente impeccabile, quello tra humor e riflessione, tra il serio e il faceto, che ha la capacità di imbastire un racconto edificante senza scadere nella stucchevolezza o nella banalità. Il rapporto tra Zeus e Prometeo, così come quello tra Ares, Efesto, Atena e Afrodite è semplicemente brillante: Ubisoft ha rielaborato il mito greco in maniera intelligente, e ha infarcito il mondo di gioco di tanti piccoli riferimenti alla mitologia da cui trae ispirazione.
Il risultato è un riassunto in chiave ironica delle leggende classiche, alla cui freschezza alle volte sarà difficile resistere: saremo per questo invogliati a visitare ogni anfratto delle Isole d'Oro, sperando che Prometeo ci delizi con un altro aneddoto. E che Zeus lo infiocchetti con le sue osservazioni tanto inopportune quanto divertenti.
Si passa ora alla Parabasi, quel momento delle commedie in cui l'autore esponeva le sue considerazioni sul tema trattato. Ci sentiamo quindi di affermarlo con tutta franchezza: Immortals Fenyx Rising è un'avventura che è andata oltre le nostre aspettative iniziali. Al netto di un incipit, sia narrativo che ludico, che fatica un po' a carburare a pieno, l'opera di Ubisoft si è rivelata davvero ben bilanciata in ogni sua componente.
Anzitutto, per quanto di primo acchito la somiglianza concettuale sia palese, non ci troviamo affatto dinanzi a un banale clone di Zelda: Breath of the Wild: Immortals possiede una sua distinta identità e, sebbene non manchino elementi derivativi, l'amalgama tra fasi di esplorazione, combattimento e puzzle solving ci è parso sufficientemente solido da non restare schiacciato dal peso della sua fonte d'ispirazione. Lontano dall'accumulo indiscriminato tipico degli altri open world della casa francese, dove la bulimia contenutistica e l'estensione della mappa di gioco assumono tratti davvero estremi (se volete un esempio, vi basta leggere la nostra recensione di Assassin's Creed Valhalla), Fenyx Rising propone un mondo non troppo vasto né dispersivo, ma anzi ben condensato e denso di una buona varietà di attività e missioni da compiere.
Le sette regioni di cui si compone l'Isola d'Oro sono ben diversificate, e ogni zona è caratterizzata da una propria direzione artistica, connessa al dio alla quale è dedicata: dai prati in fiore di Afrodite fino alle lande meccaniche di Efesto, passando per le infuocate terre di Ares, tutto in Immortals possiede una personalità unica e riconoscibile. Anche se non tutte le aree si situano sullo stesso livello qualitativo, e in alcuni frangenti l'art design mostra il fianco a qualche caduta di stile, nell'insieme i panorami di questa commedia greca posseggono un respiro a metà tra il cartoonesco e l'epico, in un equilibrio davvero gradevolissimo.
A tal proposito, sul versante tecnico Immortals è uno dei prodotti più puliti e rifiniti di Ubisoft, con davvero pochissimi bug che inficiano l'esperienza: certo, la semplicità del colpo d'occhio e della modellazione poligonale ha alleggerito il lavoro del team di sviluppo, ma l'estetica colorata e vivace, la palette cromatica sgargiante e la buffa espressività di mostri e divinità si rivelano pienamente adeguati ai toni della produzione. Esplorare l'Isola d'Oro è insomma un piacere per gli occhi. Quando ci muoveremo tra promontori, praterie e templi antichi dovremo però sempre tenere d'occhio la stamina: ogni azione è infatti regolata da una barra dell'energia, al pari di come avviene in Zelda, che si ricarica col tempo o tramite l'ingerimento di funghi e apposite pozioni. Se nelle battute iniziali una simile meccanica può limitare un po' la mobilità, proibendoci ad esempio scalate troppo lunghe, man mano che potenzieremo la nostra protagonista tutta la fase esplorativa di Immortals si fa decisamente più piacevole, complice anche la ridotta estensione della mappa.
Per avventurarci nell'Isola d'oro potremo anche planare con le Ali di Dedalo in dotazione, sfruttando qualche corrente ascensionale per coprire distanze più lunghe, oppure ricorrere a una delle varie cavalcature sparse lungo l'ambientazione. Nonostante le dimensioni del mondo non siano affatto soverchianti, la mole di attività non va sottovalutata: Immortals è un open world abbastanza denso pur senza risultare soffocante, e non manca mai occasione per cimentarsi in qualche sfida opzionale, come gare di corsa, di volo o di abilità con arco e frecce. Senza contare poi l'inserimento degli enigmi ambientali presenti sia sulla mappa sia nelle Cripte del Tartaro, ossia dungeon modellati sulla scia dei Sacrari di Zelda.
Proprio il puzzle solving è il vero fiore all'occhiello della produzione: mai inutilmente complessi, i rompicapi si dimostrano comunque ben elaborati e capaci di stuzzicare a dovere la materia grigia dell'utente, Difficilmente vi troverete dinanzi a un enigma troppo contorto e di solito basta soltanto di un pizzico di ragionamento in più per sbrogliare il bandolo della matassa.
Le dinamiche puzzle trovano poi massima espressione nelle cosiddette Cripte degli Dei, grossi dungeon associati alle diverse divinità: si tratta di sotterranei dove la componente enigmistica si fa predominante e strutturata con grande competenza, mescolando test di abilità con prove di ragionamento, intuito e prontezza di riflessi. In virtù delle numerose possibilità concesse dall'avventura, è difficile quantificarne con precisione la durata effettiva: per approssimazione, si può dire che completare la sola campagna principale richiederà più di venti ore. Ma l'open world di Ubisoft vi stimolerà spesso a compiere deviazioni dalla main quest per concentrarvi sulle missioni opzionali, tutte coerenti con la lore della divinità che ve le assegnerà. Il confine tra storia e attività secondarie insomma diviene sempre più sottile col passare del tempo, invogliandovi a trascorrere anche più di quaranta ore alla ricerca dei segreti dell'Isola d'Oro.
Meno rimarchevole, ma non per questo poco stimolante, è il sistema di combattimento: Fenyx ha la capacità di menare fendenti leggeri e pesanti, di scagliare frecce, di effettuare un parry col giusto tempismo e di schivare gli assalti nemici così da rallentare brevemente il tempo e partire al contrattacco.
La guerriera può poi utilizzare alcuni poteri in dotazione, dopo averli sbloccati investendo moneta sonante, che le permettono di sbaragliare le orde avversarie con maggior facilità. Tra cariche devastanti, martellate tonanti e supporto aereo da parte di una fiammeggiante fenice, le battaglie di Immortals, al livello normale, non impensieriscono eccessivamente il giocatore.
Anche se il grado di sfida, soprattutto contro alcuni boss, non manca, nel complesso l'avventura fluisce con relativa scorrevolezza. Agile ma letale, Fenyx inanella colpi spettacolari in un tripudio di particellari, grazie a un combat system molto semplice da approcciare, privo di grossa profondità. L'obiettivo di Ubisoft, intenzionata a proporre dinamiche di lotta leggere e snelle come la narrazione, può dirsi centrato in pieno, anche se avremmo gradito una maggiore differenziazione per quanto riguarda le combo da concatenare. Benché nuove tipologie di assalti si sblocchino progressivamente, nell'insieme la varietà del moveset di Fenyx non sarà mai molto diversificata.
Ma va bene anche così: se si esclude qualche debolezza nelle hitbox e un uso della telecamera non sempre preciso, il sistema di combattimento di Immortals compie il suo dovere, e richiede, nelle fasi finali, anche un po' di tecnicismo. Non proprio soddisfacente, di contro, la differenziazione del bestiario mitologico che incontreremo: è vero che ogni zona aggiunge all'elenco un tipo di mostro ben preciso, ma la totalità delle creature da affrontare non è molto ricca, e dopo qualche ora di gioco si inizia ad accusare sensibilmente la ripetitività. Neppure i numerosi boss opzionali riescono a sopperire a questa mancanza: nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di versioni più grosse e potenti dei mostri base, con pattern d'attacco fin troppo simili a quelli dei nemici standard. Sotto questo punto di vista, quindi, un po' di varietà in più avrebbe solo giovato all'esperienza, donandole ancora più grinta.
In qualità di action adventure con timidi elementi ruolistici, Immortals propone un sistema di progressione all'acqua di rose, ideato per non far mai leva sul farming compulsivo o sull'esigenza di recuperare forzatamente le risorse necessarie al proseguimento. Lungo la mappa troveremo forzieri ben protetti, materiali di diversa natura, funghi, melograni, cristalli e l'importantissima ambrosia con cui aumentare la salute di Fenyx: per farlo dovremo recarci nell'hub centrale, dove ci attende una sorta di sala di allenamento in cui Ermes ci darà modo di creare pozioni, acquisire nuove abilità, potenziare l'equipaggiamento e modificare il nostro aspetto.
Al termine delle Cripte, dopo aver risolto tutti gli enigmi, come premio otterremo i fulmini di Zeus, indispensabili per migliorare la Stamina che, a nostro avviso, risulta uno degli aspetti più importanti dell'esperienza, dal momento che condiziona profondamente la libertà esplorativa.
Per quanto questo elenco possa sembrarvi molto nutrito, non temete: ogni area delle Isole d'Oro è ricca di risorse, e la loro raccolta si muoverà di pari passo con l'avanzamento, senza apparire inutilmente invasiva. Intelligente è anche il meccanismo di upgrade delle armi: nonostante sia presente una buona diversità di strumenti offensivi, i potenziamenti non riguardano la singola spada o ascia, bensì l'intera macro categoria.
Di conseguenza, incrementando il valore di un'arma, la capacità di danno delle lame si estenderà in automatico anche agli altri strumenti che imbracceremo: a variare, semmai, sarà il tipo di effetto passivo che ciascuna spada o ascia sarà in grado di generare. È questa una soluzione assai ben ponderata, che snellisce l'anima ruolistica di Immortals e amplifica la fluidità dell'azione.
Immortals Fenyx RisingVersione Analizzata PlayStation 5Ed eccoci giunti all'Esodo, la parte conclusiva delle commedie.
Immortals: Fenyx Rising è un gioco capace di regalare ben più di una sorpresa. Nonostante gli ovvi limiti posti dalla sua natura indubbiamente derivativa, priva di grossa originalità e di grandi ambizioni qualitative, il prodotto finale funziona e intrattiene con un ottimo equilibrio tra densità e vastità. Il titolo di Ubisoft conosce quindi il senso della misura, mette in scena un gameplay tanto semplice quanto scorrevole, impreziosisce il tutto con un’esplorazione fluida e piacevole e dà il meglio di sé quando alterna fasi d’azione a base di combattimenti con momenti di intelligente puzzle solving. A fare da cornice c’è poi una narrazione ironica e briosa, che di tanto in tanto sa offrire anche sequenze di inaspettata intensità. La commedia greca allestita da Ubisoft, dunque, riesce nel suo intento: restituire ai giocatori il gusto per un’avventura non certo indimenticabile né desiderosa di trovare un posto tra le vette olimpiche del genere, ma in grado comunque di divertire con leggerezza. Sulla storia di Fenyx cala il sipario. Applausi.
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