Recensione Inazuma Eleven Strikers

La stravagante serie calcistica di Level-5 approda su Wii

Recensione Inazuma Eleven Strikers
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  • Wii
  • I due episodi di Inazuma Eleven, disponibili per Nintendo DS (il secondo dei quali disponibili in due differenti versioni come Pokémon insegna), hanno ottenuto un ottimo riscontro di pubblico in Italia.
    Si trattava di produzioni caratterizzate da un livello qualitativo molto alto, tipico dei Level-5, con un target ben preciso: quello dei ragazzi che, in seguito, si sarebbero appassionati anche all'anime, puntualmente proposto sulle reti nazionali in chiaro.
    Con Inazuma Eleven Strikers, giunto in Europa con più di un anno di ritardo rispetto all'uscita giapponese, l'obiettivo appare differente. La struttura di gioco prende infatti le distanze da quella a cui gli appassionati si sono affezionati, tralasciando tutto il comparto ruolistico e abbracciando completamente la sezione giocata, con un'offerta completa e ben caratterizzata che tuttavia potrebbe faticare a trovare una sua collocazione nel mercato attuale.

    Un approccio diverso

    Inazuma Eleven per DS era caratterizzato da due differenti sezioni, quella prettamente da JRPG e la sua controparte action, che prendeva il sopravvento una volta scesi in campo.
    Strikers si focalizza completamente sulla seconda, tagliando in maniera netta con il passato: l'avvio del gioco, quindi, non prevede nessun incipit, in quanto non c'è alcuna storia da narrare. Si viene invece accolti da un filmato introduttivo di altissima qualità (al punto da sembrare in HD su un televisore dotato di un ottimo scaler), molto simile per stile all'anime.
    Il menu principale confermerà la mancanza di una modalità storia, offrendo la possibilità di scendere subito in campo, sia per un'amichevole in singolo che in multiplayer, oppure per iniziare una nuova carriera, partendo dalla Raimon classica, per provare a vincere le competizioni e le coppe che il gioco mette a disposizione.
    Qualunque scelta si faccia ci si renderà rapidamente conto della qualità con cui il gioco è stato confezionato: se graficamente non si può gridare al miracolo, con modelli poligonali non particolarmente ricchi ma ben animati, tutto il resto è ottimo, compresa la localizzazione, completamente in italiano e con le voci dei doppiatori dell'anime.

    Questo è un plusvalore che riesce ad arricchire il prodotto, anche se bisogna escludere la telecronaca, ripetitiva e poco ispirata, tanto da diventare molesta durante le azioni più concitate.
    Si sente purtroppo la mancanza di un tutorial interattivo, sostituito invece da una serie di consigli testuali che illustrano il gameplay, spiegando nel contempo il sistema di controllo (declinato in tre differenti configurazioni) in maniera tutt'altro che efficace, e obbligando il giocatore a sperimentare prima di riuscire ad assimilare la struttura di gioco in modo da iniziare a diventare competitivo.

    Finalmente in campo

    Una volta selezionata un'amichevole o iniziata la propria carriera scegliendo una coppa al quale partecipare, si scenderà in campo, avendo la possibilità di decidere chi inserire in squadra dal primo minuto e come comporre la panchina.
    Al fischio d'inizio ci si ritroverà un po' spiazzati: Strikers ha poco da spartire con i giochi di calcio moderni e guarda con un occhio critico a quelli del passato, cercando di prenderne gli aspetti migliori per proporne una propria formula, più attuale ed adatta a ciò che i videogiochi sono diventati in questi anni.
    La sola tipologia di telecamera ad inquadrare il campo, a scorrimento orizzontale, e un gameplay molto permissivo, con contrasti ed entrate in scivolata di chiaro sapore anni '80, riportano alla mente i capolavori del passato, alcuni provenienti proprio dal Giappone, come Soccer Brawl e Perfect Striker.
    Inazuma Eleven, da parte sua, aggiunge alla formula le abilità che hanno sempre caratterizzato la serie: ogni giocatore infatti, dal campione all'esordiente, è dotato di tecniche di attacco, difesa e parata assolutamente straordinarie, riportate in gioco dall'anime in maniera certosina.
    Una volta caricata l'apposita barra, quindi, si potrà scartare un avversario o tirare in porta con modalità molto differenti: nella fase di protezione della palla o di recupero sarà possibile scuotere il Wiimote, in modo da far comparire attorno al giocatore una sezione circolare: se l'uomo con la palla o un difensore entrerà in quella sezione di campo si avvierà l'uso della tecnica, visualizzata quindi con animazioni create con il motore di gioco, molto ben integrate nell'ambiente e decisamente coinvolgenti.

    Differente è la gestione dell'attacco: mantenendo premuto il pulsante B, quello posto sotto al Wiimote, si potrà caricare un tiro, che partirà automaticamente verso la porta se il giocatore non sarà dotato di tecniche offensive o la sua barra Inazuma non risulterà abbastanza piena, oppure darà il via ad una delle devastanti tecniche di tiro, diverse per ogni attaccante e che metteranno a dura prova i portieri, anch'essi dotati di tipologie di parata differenti, come la celebre Mano del Colosso, vista in azione anche nell'anime.
    Le partite, quindi, si svilupperanno alternando parti giocate relativamente normali, con contrasti e tackle anche molto duri, e momenti in cui le tecniche domineranno la scena, con dribbling incredibili e tiri ai limiti della fisica, anche effettuati da più giocatori alla volta con le tecniche combinate.
    Ai controlli, poi, si aggiunge la possibilità di compiere degli scatti (che però affaticano i giocatori), e un sistema di passaggio intelligente, che mira automaticamente al compagno più vicino se la pressione del pulsante A è breve, oppure dà maggiore libertà sui lanci lunghi, con la possibilità di affidarsi ai passaggi filtranti in prossimità della porta.
    Il sistema di controllo via Wiimote e Nunchuck funziona e -benché non precisissimo- si adatta efficacemente al gameplay del gioco. Anche se supportato, quindi, non si sente la mancanza del controller Classic, anche nella sua versione Pro, mentre il solo Wiimote non riesce a garantire una buona resa, soprattutto a causa del d-pad, non del tutto adatto ad un titolo che basa gran parte del proprio gameplay su movimenti istintivi e fulminei.

    Piccoli calciatori crescono

    A livello di contenuti puri Inazuma Eleven Strikers si dimostra un titolo controverso: la presenza di una moltitudine di giocatori diversi, provenienti dalle molte squadre viste negli alti titoli della serie e nelle varie stagioni dell'anime, permette di creare la propria squadra preferita, attingendo dalle altre formazioni e ingaggiando i calciatori delle squadre sconfitte.
    In quest'ottica, quindi, l'ampiezza globale del gioco appare di tutto rispetto, soprattutto se si alternano partite e gironi in single player con sfide a più giocatori, con l'opportunità di poter salvare la propria formazione preferita all'interno del Wiimote, portandola poi a casa di un amico per sfidarlo.
    E' però la formula di gioco globale ad apparire lacunosa, in quanto le varie coppe si riducono ad un semplice insieme di menu, dai quali selezionale le competizioni, fattore che sminuisce l'impatto dell'intera produzione, facendola apparire come molto meno estesa rispetto agli episodi per DS, più ricchi in termini di ambienti e situazioni, proprio grazie al comparto ruolistico ormai scomparso.
    Strikers, quindi, si presenta come un vero e proprio gioco di calcio, benché alternativo, e i moltissimi fan difficilmente non rimarranno delusi dalla mancanza di una profondità vera e propria, che permetta di rientrare nel mondo di Inazuma Eleven non solo per quanto riguarda le competizioni, ma anche per tutto ciò che ad esse gravita intorno.

    Prestazione sufficiente

    Dal punto di vista puramente visivo Inazuma Eleven Strikers convince solo in parte. Buone le animazioni, molto caratteristiche e ben realizzate, in grado di portare su schermo le varie movenze dei giocatori in maniera convincente, dando il giusto peso alle differenze fisiche di due giocatori molto diversi come Axel Blaze, veloce e letale anche dai limiti dell'area di rigore, e Jack Wallside, gigante lento ma molto efficiente in difesa.
    L'aliasing è sempre molto presente, come da tradizione per molta della produzione per Wii, ma è più evidente all'interno della scuola di calcio rispetto alle sfide in campo, fattore che quindi limita il problema, in quanto si passerà molto più tempo in gioco rispetto a quello trascorso nei menu.
    Stupisce invece l'impossibilità di utilizzare il classico puntatore gestito dal Wiimote nelle varie selezioni, obbligando a spostarsi nei menù con l'analogico del Nunchuck: scelta tutt'altro che comoda e senza un motivo valido a giustificarla.

    Inazuma Eleven Strikers Inazuma Eleven StrikersVersione Analizzata Nintendo WiiInazuma Eleven muta e si trasforma in qualcosa di completamente diverso, abbandonando il terreno dei JRPG e posizionandosi in un segmento di mercato complesso come quello dei giochi di calcio. Ovviamente non ha nulla a che fare con FIFA e PES e non tenta in alcun modo di inserirsi nella battaglia commerciale che ogni anno si ripete in questo periodo, con schiere di appassionati che attendono la nuova edizione del loro titolo calcistico preferito. Il problema di Inazuma Eleven Strikers, quindi, è proprio questo: quale tipologia di utente vuole andare a raggiungere? La decisione di pubblicarlo in Europa quasi in concomitanza con le uscite principali per quanto riguarda i giochi di calcio lo mette in una posizione difficile, almeno per ciò che concerne la visibilità commerciale, adombrandone quelli che sono i tanti meriti. In fondo il nostro paese è quello del calcio giocato, dei sessanta milioni di commissari tecnici della nazionale; anche i ragazzi che hanno acquistato ed apprezzato i capitoli per DS sono spesso appassionati di calcio che, quindi, preferiranno sicuramente un bella sfida a due a FIFA o a PES, rispetto alle acrobazie su schermo di Mark Evans e compagni. Oltretutto il declino di popolarità cui è andato incontro Nintendo Wii, ormai prossimo al pensionamento con il lancio di WiiU, non gioca a favore di un’uscita così solitaria, avvenuta dopo la pubblicazione di quelli che saranno ricordati come gli ultimi titoli importanti della console: Xenoblade, The Last Story e Pandora’s Tower. Inazuma Eleven Strikers, quindi, troverà terreno fertile in quella ristretta nicchia di amanti delle produzioni giapponesi che, paradossalmente, non sono così vicini al calcio, vero o simulato, e scopriranno un titolo divertente e fuori dagli schemi, che guarda al passato dei vecchi arcade attualizzandolo in maniera convincente.

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