Recensione inFAMOUS: Second Son

Sucker Punch torna con il suo free roaming, forte di una grafica davvero next gen

inFAMOUS: Second Son
Recensione: PlayStation 4
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  • PS4
  • Nonostante i risultati di vendita non stellari, nel corso degli anni la saga di Infamous è riuscita a ricavarsi un posto speciale nel cuore degli affezionati al marchio Playstation. Il forte legame con il mondo del fumetto supereroistico e un gameplay mediamente ben bilanciato hanno reso i due capitoli finora rilasciati dei successi, tanto da garantire a Sucker Punch il privilegio di uscire con un nuovo episodio ad inizio generazione e con pieno supporto da parte di Sony, su una Playstation 4 che, a fronte di diversi vantaggi tecnici, ha ancora molto da dimostrare dal punto di vista della line up. Un onore quindi, ma Infamous Second Son rappresenta anche una bella responsabilità, dato che gli sviluppatori si confrontano oggi con aspettative molto alte da parte del pubblico.

    Addio, uomo Enel

    L'abbandono di Cole, protagonista dei primi due capitoli, non si fa troppo sentire, dato che la storia di Delsin viene introdotta con la giusta contestualizzazione. Per quanto ricchissima di cliché e non sempre coerente, la trama di Infamous: Second Son è tutto sommato ben narrata, soprattutto nella prima metà. In un certo senso, gli equilibri del precedente episodio, dove Cole era l'eroe (o antieroe) tutto d'un pezzo e Zeke la spalla comica, vengono ribaltati. Qui infatti la parte della "testa calda" va al protagonista, sempre pronto ad una battuta nei momenti meno adatti, mentre il fratello Reggie cercherà sempre di tenerlo con i piedi per terra. Un'operazione non facile, dato che Delsin, in apparenza un normale ragazzo ribelle sui vent'anni, otterrà straordinari poteri in seguito all'incontro casuale con un Conduit. Purtroppo, le circostanze giocheranno a suo sfavore, dato che in seguito agli eventi del secondo capitolo gli Stati Uniti hanno deciso di formare un'unità paramilitare, nota come DUP (Dipartimento Unificato di Protezione), destinata a dare la caccia ai Conduit (ribattezzati Bio-Terroristi), con lo scopo di proteggere la popolazione. Proprio lo scontro con il DUP e la sua leader Augustine farà da fulcro dell'intera vicenda, portando Delsin a cambiare per sempre il destino della città di Seattle. Sebbene la prima metà introduca a buon ritmo dei comprimari interessanti, la seconda parte dello svolgimento manca invece di mordente. Una volta entrati nel vivo della vicenda, l'assenza di colpi di scena degni di nota e una sequenza di eventi del tutto prevedibile, a prescindere dalle scelte morali, lasciano dunque al gameplay il compito di mantenere viva l'attenzione dei giocatori.

    Welcome to Seattle

    Senza stravolgere quella che è ormai una formula ben consolidata, Infamous: Second Son recupera i capisaldi del gameplay dei predecessori, ossia la libera esplorazione in ambienti urbani realistici e il combattimento a piedi, a base di superpoteri. Proprio questi ultimi caratterizzano in maniera molto profonda non solo le fasi di combattimento, ma anche l'ambiente di gioco e lo stile grafico. Delsin scoprirà infatti di essere in grado di assorbire i poteri dagli altri Conduit, sebbene questa particolarità non sia utilizzabile liberamente dal giocatore. Più semplicemente, con l'andare della storia si sbloccheranno progressivamente diverse famiglie di superpoteri, e non sempre sarà possibile passare liberamente dall'uno all'altro. Si comincia con i poteri legati al fumo, per poi passare al neon e al "video", tutti ricaricabili (proprio come l'elettricità di Cole nei predecessori) in prossimità di elementi dello scenario ben precisi. Canne fumarie e macchine danneggiate saranno un'ottima fonte per il fumo, i neon saranno invece ampiamente disponibili tra le insegne della città, così come gli schermi, ai quali attingere per caricare il potere "video". Sebbene vi siano delle evidenti differenze estetiche, le tre famiglie di poteri sono accomunate da mosse d'attacco simili. Si avrà sempre a disposizione un fendente da corpo a corpo e la possibilità di sparare dalla distanza (anche senza mirare), mentre un terzo comando sarà dedicato allo spostamento veloce. Nel caso del fumo, i rapidi teletrasporti saranno possibili solo in orizzontale, mentre per salire sugli edifici sarà necessario sfruttare le grate d'aerazione. Neon e video offriranno invece possibilità di verticalizzazione molto più ampie, fornendo a Delsin la possibilità di scivolare sui muri, anche in verticale, oppure, nel caso del video, di sfruttare delle parabole per proiettarsi a grande distanza. Il parkour tradizionale è ancora possibile, e non differisce da quello semi-scriptato già visto nei predecessori, ma, una volta ottenuti i poteri più avanzati, si finirà per farne del tutto a meno. Vi saranno infine un certo numero di attacchi secondari, che ricordano missili e granate, un attacco in caduta, e una devastante offensiva finale, che potrà essere attivata solo imprigionando, o uccidendo, a seconda dell'allineamento, un certo numero di avversari.

    Così come era successo anche con i precedenti capitoli, anche in Infamous: Second Son il sistema di combattimento dà il meglio di sé negli spazi aperti, dove Delsin può muoversi liberamente. In campo aperto, concatenare le varie offensive è divertente, e lascia discreto spazio alla creatività del giocatore. La meccanica di ricarica dei poteri, che richiede di rimanere fermi per qualche istante vicino ad una fonte, è affascinante, ma durante gli scontri più concitati può dare qualche problema, in quanto renderà Delsin vulnerabile agli attacchi nemici. Se non altro, la mossa da corpo a corpo rimane sempre disponibile. Peraltro, il fatto che per cambiare famiglia di poteri sia necessario trovare ogni volta una fonte di energia adatta toglie un po' di varietà al combat system, una scelta di game desing di cui ci sfugge il senso. Avremmo gradito maggiormente la possibilità di alternare senza vincoli i diversi poteri, soprattutto nelle aree dallo spazio limitato, dove alcuni funzionano meglio di altri.

    "Il sistema di combattimento di Infamous: Second Son dà il meglio di sé negli spazi aperti"

    Data infatti l'assenza di un sistema di coperture e di un aggancio sui nemici, gli scontri su piattaforme, o in ambientazioni delimitate, risultano più limitati, e tendenti ad uno sviluppo caotico. Se si considera inoltre come ad essere caratterizzata da scontri meno liberi sia soprattutto la seconda metà di gioco, in abbinamento a un prevedibile aumento della difficoltà media, è facile comprendere come ci si possa trovare di fronte a momenti piuttosto frustranti. Il grande volume di fuoco e gli attacchi ad area di cui i nemici più avanzati dispongono possono dar vita a momenti snervanti, e soprattutto dare la sensazione al giocatore di non avere in pugno il pieno controllo della situazione.
    Per quanto le famiglie di poteri siano simili quanto a offensive offerte, vi sono alcune caratteristiche esclusive, tra cui un attacco in invisibilità temporanea, che tuttavia non abbiamo trovato più di tanto efficace, in quanto si sblocca piuttosto tardi, e richiede un avvicinamento ai nemici che può essere molto sconveniente nelle fasi avanzate di gioco, dove gli avversari dispongono di offensive più efficaci.
    La crescita dei poteri di Delsin è gestibile attraverso un menu dedicato, che richiede l'accumulo di specifici frammenti, rinvenibili all'interno di droni in volo sopra la città oppure presso le basi del DUP. In altre parole, per sbloccare alcune offensive e miglioramenti per gli attacchi base sarà assolutamente necessario esplorare, laddove le missioni principali potranno aiutare solo in parte.

    Dualshock 4

    Le particolarità del pad di Playstation 4 vengono sfruttate in vari modi dai ragazzi di Sucker Punch. Piuttosto deludente è l'implementazione del touch pad, utilizzato solo in sostituzione dei pulsanti per alcune mosse contestuali. Più interessante invece lo sfruttamento dell'altoparlante interno, al quale sono destinati alcuni effetti sonori, con un effetto gradevole. Anche l'accelerometro vede un coinvolgimento, seppure molto marginale, durante la composizione guidata dei murales.

    Scoprendo Seattle

    Il design delle missioni di Infamous: Second Son è piuttosto tradizionale, e tutto comincia spesso con una telefonata di Reggie. Il fratello di Delsin sarà infatti una presenza costante lungo tutta la trama, e indicherà di volta in volta quale sia il percorso migliore da seguire per arrivare finalmente al confronto con Augustine. Le prime ore di gioco, fino all'incontro con uno dei comprimari più interessanti, ossia la Conduit Fetch, sono di gran lunga le migliori dell'offerta. Da quel punto in avanti si nota infatti il recupero della medesima struttura ripetuta più e più volte sino al finale, raggiungibile in crica 10 ore, con la progressiva scoperta di nuovi quartieri della città, e il lento avvicinamento ad Augustine. Per quanto i combattimenti e alcune fasi della narrazione tengano perlpiù alto il ritmo, le missioni di Infamous: Second Son non sono tra le più originali che abbiamo visto in un free roaming, e, soprattutto, i combattimenti appaiono a volte eccessivamente forzati. Risolta una situazione, capiterà più volte di trovarsi costretti a rimanere sul posto per eliminare tutte le forze nemiche solo perché il gioco lo richiede, e senza alcuna giustificazione a livello di trama. Anche avvicinandosi al finale, il trascinamento iniziale verrà a mancare, con la medesima boss fight ripetuta più volte, e la necessità di combattere in ambienti sin troppo delimitati.
    E' un peccato, in questo senso, che in Infamous: Second Son manchino del tutto le missioni secondarie, le quali avrebbero potuto fornire una variazione sul tema importante per sostenere meglio la trama, la quale, da sola, non mantiene il medesimo ritmo per tutta la durata. Gli incarichi opzionali sono invece stati sostituiti da un sistema di progressiva liberazione della città dalle forze del DUP, simile per molti versi a quanto visto con le gang nel primo capitolo. La percentuale di controllo che gli avversari avranno sul quartiere potrà essere erosa con varie attività, tra cui la distruzione dei checkpoint, delle telecamere di sorveglianza, l'individuazione di infiltrati in un'area delimitata e i murales, da creare seguendo le indicazioni a schermo. Il tutto potrà aggiungere molte ore a quelle necessarie a completare la storia, portando così la longevità, almeno sulla carta, a livelli piuttosto alti. Tuttavia, così come vale per le missioni principali, anche queste attività aggiuntive si rivelano interessanti solo durante la prima parte dell'esperienza, ma all'ennesima ripetizione delle stesse meccaniche l'interesse è destinato a scendere. Va detto, peraltro, che la riconquista della città è in grado di offrire alcuni tra i combattimenti più intensi e divertenti, proprio data la totale libertà in cui ci si muove, con ampia possibilità di sviluppare tutte le offensive a disposizione di Delsin.

    Il sistema morale di Infamous: Second Son si ispira più a quello del suo immediato predecessore che a quello del capostipite. Laddove quest'ultimo infatti proponeva diverse scelte non sempre evidentemente allineate in termini di "giusto" o "sbagliato", nei panni di Delsin tutto è sempre molto chiaro. I momenti decisionali nel corso della storia evidenzieranno con un colore blu le scelte buone e col rosso quelle cattive, ed ulteriori contributi all'allineamento del personaggio potranno essere aggiunti durante il gameplay. Una volta ottenuti certi poteri, infatti, ogniqualvolta ci si avvicinerà ad un nemico sarà possibile mirare alle sue gambe, chiaramente evidenziate in blu, oppure alla testa, avvolta da un'aura rossa, ottenendo ulteriori punteggi d'allineamento positivo o negativo. Naturalmente, con la progressione lungo la storia si arriverà anche a missioni a bivio, dove si potrà intraprendere solo la strada relativa al proprio allineamento. Le differenze vere e proprie in termini di gameplay, tuttavia, non sono troppo marcate. Tutto sommato, le scelte morali influiscono più che altro sulla disponibilità di certi poteri d'attacco secondari, mentre a livello di trama si notano differenze vere e proprie solo negli eventi immediatamente successivi al combattimento finale.

    Ago spaziale

    Sin dall'annuncio, Infamous: Second Son ha puntato molto sulla propria componente artistica e visiva, destinata a fare da showcase per le potenzialità di Playstation 4. Se il design si rivela molto curato, con diverse ispirazioni dall'arte "da strada" azzeccate, davvero notevole è la parte tecnica, in grado di mostrare un livello di dettaglio e un'effettistica irraggiungibili per le console di vecchia generazione. Di giorno, della Seattle di Sucker Punch si apprezza l'ampia linea dell'orizzonte, le texture ben definite, i contorni puliti grazie all'anti aliasing e i riflessi. Di notte invece, il comparto luci e quello particellare riescono a dare il meglio di sé. Tra scintille, scie colorate al neon e esplosioni, lo spettacolo a schermo raggiunge in alcuni momenti livelli davvero notevoli. Il prezzo da pagare per questo notevole risultato è tutto sommato contenuto: di giorno si fa notare un certo pop-up degli elementi di sfondo, e a volte il frame rate cede leggermente, ma mai in maniera drammatica. Le animazioni di Delsin, realizzate tramite motion capture, alternano una resa generalmente soddisfacente a qualche dettaglio meno curato, soprattutto nel caso delle arrampicate, mentre durante i filmati d'intermezzo si può apprezzare l'ottimo lavoro di performance capture, in grado di restituire una notevole credibilità dei volti. Per quanto riguarda invece la riproduzione della città, il colpo d'occhio è di sicuro impatto, sebbene traffico e passanti non siano più di tanto densi. Dal punto di vista audio, si apprezza il doppiaggio completamente in italiano, caratterizzato da una recitazione a volte forzata ma nel complesso gradevole. Le musiche, che mescolano pezzi su licenza a motivi originali, non sono memorabili, ma mediamente ben accostate all'azione.


    inFAMOUS: Second Son inFAMOUS: Second SonVersione Analizzata PlayStation 4Nei momenti in cui la formula di combattimento ed esplorazione offerta da Sucker Punch funziona al meglio, trovarsi nei panni di Delsin e sfruttare i suoi poteri è un'esperienza notevole. Peccato tuttavia che lungo il percorso ci sia una certa mancanza di bilanciamento, incostanza e ripetizione di diverse meccaniche, che finisce per penalizzare la produzione nel suo insieme. Infamous: Second Son è un action free roaming molto ben caratterizzato, bellissimo da vedere e divertente nei suoi migliori momenti, ma non il prodotto di altissima qualità, o il punto di riferimento per future produzioni, che avremmo voluto per inaugurare alla grande il 2014 di Playstation 4.

    8

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