Insurgency Sandstorm: Recensione del nuovo sparatutto tattico per PC

Focus Home Interactive distribuisce l'FPS tattico del team New World Interactive: uno shooter difficile, punitivo ed appagante.

Insurgency Sandstorm: Recensione del nuovo sparatutto tattico per PC
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • "Ricordo ancora quel giorno come se fosse ieri. Io e il mio plotone eravamo stati inviati in ricognizione nel deserto. Tenevamo, come al solito, gli occhi ben aperti... ma ci hanno preso di sorpresa: è stato un attimo! Colpi d'arma da fuoco, un'esplosione e i miei compagni a terra col cervello spappolato. Mi sono salvato soltanto perché ho trovato copertura dietro una roccia vicino a me: se fosse stata qualche metro più in là, non sarei qui a raccontarvi questa storia...".
    "Cavolo, non sapevo avessi combattuto in Iraq!" "
    Ma quale Iraq...sto parlando di una partita a Insurgency!".
    Questo breve siparietto, per quanto possa sembrare assurdo, potrebbe accadere sul serio, a condizione che decidiate di provare Sandstorm, il nuovo capitolo di Insurgency, e di immergervi completamente nel suo gameplay realistico e coinvolgente. L'FPS tattico, sviluppato da New World Interactive e distribuito da Focus Home Interactive, da poco disponibile su PC, è un titolo che farà certamente parlare di sé, non soltanto tra le fila dei videogiocatori hardcore amanti del realismo, ma anche tra chi, armato della necessaria pazienza, volesse approcciarsi ad un videogame spietato e punitivo, ma anche in grado di creare una vera e propria dipendenza: proprio per questo motivo la nostra recensione si trasformerà in una sorta di piccolo esperimento...

    Una vita difficile

    Il nostro "studio scientifico" è destinato ad analizzare le reazioni ad un'alta esposizione da Insurgency: Sandstorm. Partiamo dall'inizio: il primo soggetto da analizzare sarà il giocatore medio, che si è sparato qualche partita a Call of Duty Black Ops III o a Battlefield V, con una certa soddisfazione, fiero del suo bel rateo uccisioni/morti da 1,07. Bene: piazziamolo davanti alla nuova opera di Focus Home e osserviamone le conseguenze. Durante le primissime ore, la quantità di ragequit del soggetto è molto alta, direttamente proporzionale al numero di imprecazioni che li accompagnano. Sì, perché in Insurgency si muore con un sol colpo (se ben piazzato o di alto calibro), un singolo proiettile che può sbucare dal nulla. Dimenticate, quindi, il time to kill di Battlefield o lo spensierato "girovagare" di COD: qui si fa sul serio. Grazie al cielo gli sviluppatori ci vengono incontro con due modalità: un tutorial per imparare le basi del gameplay, ed un PVE cooperativo, in cui potremo affrontare bot nemici assieme ad un compagno d'avventura, catturando e distruggendo degli obiettivi, il tutto con una difficoltà che aumenta gradualmente.

    Neppure in questo caso sarà una passeggiata di salute, ma questa modalità ha quantomeno il merito di insegnarvi la prima regola d'oro per affrontare il titolo: il gioco di squadra conta tantissimo. Coordinatevi nel modo giusto coi vostri amici, coprendovi le spalle a vicenda, e riuscirete a battere l'IA del computer, non di certo geniale, ma pur sempre letale!

    Il nostro esperimento continua: dopo aver affrontato la modalità PVE il soggetto, sempre più esperto, decide di riprovarci, ed accade qualcosa di inaspettato: scorge in lontananza un nemico nascosto, punta rapidamente il fucile contro di lui e riesce così nell'impresa della sua prima uccisione. Il soggetto sembra provare un livello di soddisfazione molto alto, sorride e continua a giocare spammando altezzosamente "gg" in chat. Il livello di realismo offerto da Insurgency: Sandstorm, è un'arma a doppio taglio: può spaventare chi in un videogioco cerca immediatezza e ritmi troppo frenetici, ma è così curato da poter offrire esperienze al cardiopalma, spesso "ovattate" e smussate degli FPS di maggior successo, che, a causa della loro frenesia e dall'altissima frequenza di respawn, "desensibilizzano" il giocatore.

    Note di guerra

    Quali sono, dunque, le caratteristiche che, una volta messe assieme, compongono il realismo di cui parlavamo sopra? Partiamo dalla fisica delle armi: impeccabile. Dalla A di Ak alla U di Uzi, ogni bocca da fuoco ha un peso tutto suo, un suo rateo di fuoco e capacità di penetrazione: imbracciate una mitragliatrice leggera, dimenticate di piazzarvi a terra con un bipede, e dopo un paio di colpi sparati vi troverete a "riveder le stelle", completamente sbalzati fuori asse dal rinculo violento.

    C'è, poi, un'infinità di piccoli dettagli che fanno la differenza: colpi che rimbalzano a seconda delle superfici, l'arma che si ritrae ogni volta che siete troppo vicini ad un muro, porte che si possono sfondare facendo saltare i perni, il peso dell'equipaggiamento che modifica sensibilmente la velocità del giocatore e decine di accessori per personalizzare le armi a seconda delle necessità.
    A spiccare su tutto, però, è il comparto sonoro: una sinfonia bellica di prima qualità. Nel bel mezzo della battaglia vi potrà capitare di sentire i vostri compagni imprecare o gridare di dolore, mentre il suono del muro che si sgretola sopra di voi, crivellato dal fuoco di soppressione nemico, vi mantiene incollati a terra dalla paura.

    Ecco: "paura" è forse la parola chiave per descrivere l'esperienza di gioco immersiva di Insurgency. La tensione di un bassissimo TTK, unita al suono roboante della battaglia e alle grida dei soldati, ricostruisce una sensazione che si prova di rado nelle partite multiplayer della maggior parte degli FPS. Sandstorm va giocato con un buon paio di cuffie, non c'è dubbio. In caso contrario potreste perdervi alcuni dei piccoli dettagli di uno dei migliori comparti sonori di sempre. Completando il versante tecnico, parliamo della grafica: buona ma non sensazionale, segno di come Insurgency abbia certamente bisogno di una ripulita generale. Gli ambienti interni sono ben realizzati, così come le armi, ma le animazioni dei compagni di squadra e degli avversari sono a stento sufficienti, per non parlare del fatto che più di una volta ci siamo imbattuti in fastidiosi bug, riguardanti il pop up delle texture. In generale abbiamo constatato come il gioco sembra più "pesante" di quanto non sia in realtà: nonostante la qualità visiva non sia delle migliori, fatica a girare ai livelli alti di dettaglio (nonostante un buon setup di partenza).

    Il Multiplayer

    Torniamo al nostro esperimento: il soggetto si è ora perfettamente ambientato e comincia a pretendere di più, vuole sfruttare a fondo tutte le opportunità offerte dal gioco. Il comparto multigiocatore presenta tre modalità: Push, Firefight e Skirmish. La prima è la più popolare ed anche la più semplice: conquistare progressivamente degli obiettivi, oppure, al contrario, difenderli, il tutto con respawn limitati.

    Firefight è una rivisitazione di "cattura la bandiera", mentre invece in Skirmish le squadre si contengono gli stessi obiettivi e devono far esplodere la base nemica (modalità a nostro avviso più interessante, ma meno popolata, per il momento). Le classi disponibili sono otto: oltre al classico cecchino e al bombarolo di turno, quelle di maggior interesse sono certamente il comandate e l'osservatore che, lavorando in coppia, possono chiamare supporto aereo e fuoco di mortaio mirato: veri e propri "game changers".

    Adesso il nostro soggetto riesce a riconoscere rapidamente i nemici dagli amici, senza far strage di alleati: il fuoco amico, infatti, è uno dei possibili "fattori ragequit". Immaginate di essere riusciti a sfuggire ad un attacco avversario, rifugiandovi in uno stanzino. Tesi e coi nervi a pezzi sentite dei passi di qualcuno che si sta avvicinando: sparare senza pensare è istintivo...ed in moltissimi casi le battaglie si vincono proprio battendo d'anticipo i vostri rivali.

    Attenzione però: uscire da una stanza aprendo il fuoco come pazzi scatenati potrebbe farvi perdere un prezioso compagno! Alquanto deludenti, purtroppo, le (poche) mappe: un ammasso di edifici generici, che non sempre consentono ai giocatori amanti degli scontri ravvicinati di sgusciare inosservati da un punto all'altro. In tutto ciò Insurgency: Sandstorm non è affatto un gioco lento: è un titolo in cui, indubbiamente, è richiesto un approccio più riflessivo e tattico, ma non manca affatto di ritmo. Il risultato è un prodotto realistico e strategico, duro e punitivo. Per le versioni console dovremmo aspettare il 2019 (non abbiamo ancora una data precisa), anche se la nostra sensazione è che questo shooter vada giocato con mouse e tastiera, per essere goduto appieno.

    Insurgency Sandstorm Insurgency SandstormVersione Analizzata PCGettate in un pentolone gigante il time to kill fulmineo di CS:GO, l’irruenza e la violenza dei combattimenti di Rainbow Six Siege, mischiate il tutto con il realismo di opere come Arma ed otterrete Insurgency: Sandstorm, il nuovo FPS tattico sviluppato da New World Interactive e distribuito da Focus Home. Sandstorm è un gioco spietato, ma non è dedicato esclusivamente agli “hardcore gamers”: con la necessaria dose di pazienza per superare l’impatto iniziale, anche un semplice appassionato di sparatutto in prima persona potrebbe innamorarsene. Grazie ad un comparto sonoro magistrale, che contribuisce ad un immersione totale e ad una costante sensazione di tensione, il nuovo capitolo di Insurgency ci ha divertiti ed appassionati. La mancanza di una campagna single player è controbilanciata dal prezzo ridotto (€ 29,99); ci sentiamo quindi di consigliarlo anche a tutti coloro che vogliono semplicemente virare su un’esperienza diversa dai titoli di maggior successo.

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