70
Recensione Videogiochi
La recensione di Resident Evil 4: un remake che ci ha stupito! Quasi perfetto...
9

Mech e mostruosità metalliche sono ormai all'ordine del giorno nei videogiochi e nella pop culture in generale. Vi sfidiamo però a trovarne in opere ambientate in un 1920 alternativo. È con queste peculiari premesse che Iron Harvest, strategico in tempo reale realizzato dal team tedesco King Art Games, lo scorso anno ha tentato di ritagliarsi un posto nel cuore degli appassionati del genere, riuscendoci solo in parte.
Il suggestivo immaginario partorito dall'illustratore polacco Jakub Rózalski, il creatore di quel 1920+ che ha dato vita prima al gioco da tavolo Scythe e poi a Iron Harvest stesso, non è bastato a farlo diventare qualcosa di più di un buon strategico, in grado di regalare un più che discreto numero di ore di gioco ma incapace di conquistare con la sua identità ludica e narrativa. Questo con buona pace di tutti quegli utenti che nel 2019 contribuirono alla sua realizzazione, arrivando persino a triplicare i 450000 $ richiesti in origine dal team via Kickstarter.
Se su PC, la destinazione principale di ogni RTS che si rispetti, il gioco è regolarmente arrivato, delle versioni per le console di vecchia generazione non si ha ancora traccia. A causa di problemi di natura tecnica, infatti, il team non è ancora in grado di far girare Iron Harvest come si deve su PS4 e Xbox One, e pertanto ha rinviato l'uscita a data da destinarsi. La potenza extra delle console next-gen, in compenso, ha permesso a King Art Games di poter concludere l'Anno 1 con il lancio su PS5 e Xbox Series X|S della Complete Edition. Il porting, disponibile dal 26 ottobre, racchiude al suo interno tutti gli interventi di bilanciamento e i contenuti pubblicati dopo il lancio, compresi i due DLC Rusviet Revolution e Operation Eagle.
Nonostante le migliorie e le novità, di cui vi parleremo a breve, dal punto di vista squisitamente ludico e narrativo vale sostanzialmente quanto scritto circa un anno fa da Daniele D'Orefice, che assegnò un 7 lodando stile e immaginario del gioco, così come le sue meccaniche semplici ma efficaci, purtroppo collocate nella cornice di campagne con più di un problema sul fronte della scrittura e della struttura.
Se volete approfondire, vi invitiamo quindi a leggere la recensione di Iron Harvest. In questa sede ci focalizzeremo invece sulla qualità della versione console (e nello specifico, di PS5), facendo anche il punto su quanto aggiunto all'offerta nel corso del primo anno di vita del titolo.
Partiamo proprio dagli aggiornamenti con cui King Art Games ha arricchito Iron Harvest: i più importanti sono di natura contenutistica, e riguardano le due campagne e le due fazioni (o per meglio dire, una e mezzo) aggiunte allo scacchiere di gioco. Da una parte abbiamo infatti la più corposa campagna di Usonia dedicata all'omonima fazione, ovvero gli Stati Uniti in salsa dieselpunk, a cui si uniscono i Beduini; dall'altra la mini-campagna dedicata alla Rivoluzione rusvietica, che ancora una volta riscrive e reinterpreta vicende storiche distorte dalla lente dell'universo 1920+.
La prima, più interessante, introduce anche una serie di unità (delle nuove 20 in totale aggiunte finora) di terra e soprattutto di aria, che offrono nuovi spunti strategici, complice la necessità di Usonia di superare un intero oceano per poter raggiungere le coste d'Europa: si tratta di poderose navi volanti, bestioni di metallo con cui far piovere piombo sulle truppe nemiche, contrastabili con apposite unità anti-aeree. Più contenuta, ma pur sempre funzionale nel quadro della narrazione, la mini-campagna dedicata alla Rivoluzione Rusvietica: composta da 4 missioni contro le solite 7 delle altre campagne, questa ci vede guidare il popolo contro lo Zar, e offre qualche informazione in più sul suo fido consigliere, Rasputin. Le novità però non si fermano qui e coinvolgono anche le altre modalità, tanto in singolo quanto in multiplayer: oltre all'attesa modalità Classificata e alla co-op, il team ha espanso il parco mappe della modalità schermaglia con 9 nuove location, una nuova modalità online (Zona di Atterraggio, che si aggiunge a Distruzione e Dominio).
Da segnalare anche un cospicuo ribilanciamento delle unità, aggiustamenti a Intelligenza Artificiale, meccaniche, mappe e missioni, e migliorie generali alla quality of life, come gli inviti di gruppo o l'auto-cast delle abilità, che semplificano la vita dentro e fuori il campo di battaglia.
Il cardine di questa disamina resta però la qualità del porting e, soprattutto, del control scheme riadattato per il controller, una periferica tutt'altro che semplice da accordare con le esigenze del genere. Sebbene la battaglia con la combo mouse & tastiera sia chiaramente impari, nel complesso su PS5 siamo riusciti a governare le truppe senza troppi mal di testa, malgrado qualche intoppo. Su tutti, l'astruso funzionamento del touch-pad: la singola pressione apre la mappa, con comode indicazioni visive e testuali sugli obiettivi imminenti, ma sfiorandolo si sposta la telecamera, peraltro con estrema velocità.
Fortunatamente basta premere la levetta analogica per riportare la visuale su una delle unità selezionate (alternabili con i dorsali), ma si tratta comunque di una dinamica alquanto fastidiosa. Poco efficace è anche l'auto-agganciamento delle unità (tanto alleate quanto avversarie): di fatto le levette svolgono la funzione del mouse ma senza la medesima precisione, e per ovviare al problema il team permette di attivare e regolare l'attrazione verso l'obiettivo più vicino al puntatore, che però a volte fa le bizze. Molto più efficace è invece la distribuzione delle azioni principali di ogni unità sui quattro tasti frontali del controller, e l'inserimento delle abilità speciali in un menù radiale attivabile con il grilletto sinistro, che agevola non poco il lavoro.
Ammettiamo però che una pausa tattica, almeno su console e in single player, non ci sarebbe dispiaciuta. Ma come affermato dal team stesso, interpellato più volte dalla community a questo riguardo, con una simile feature si andrebbe a tradire la natura real-time di questo strategico. Scordatevi quindi di impartire ordini come fareste su PC, ragione che ha escluso sin da subito qualsiasi possibile velleità cross-play del comparto multiplayer, vista l'evidente disparità tra i due sistemi di controllo.
Duole però constatare che, proprio per questa - giustissima - scelta, al momento i server sono vuoti e non siamo riusciti a giocare nemmeno una partita, né veloce, né classificata, né tantomeno personalizzata. Pur trattandosi di un problema di non poco conto, vale la pena di precisare che solo le campagne vi terranno impegnati per oltre 20 ore, mentre le Sfide e le Schermaglie, personalizzabili in ogni aspetto (inclusi bonus e handicap per giocatore e IA), garantiscono una rigiocabilità pressoché illimitata.
]Per quanto riguarda l'aspetto puramente visivo, nel complesso la qualità generale non è stellare. Se dalla classica visuale isometrica non si notano particolari problematiche (se non una certa povertà poligonale di unità ed elementi ambientali, oltre al clipping frequente), è avvicinando la telecamera che si riscontrano texuture in alcuni casi di bassa risoluzione (particolarmente evidenti sui mech), un problema che affligge anche le cutscene, decisamente più sporche rispetto alla grafica in-game. L'SSD di PS5 garantisce caricamenti tutto sommato rapidi, mentre manca un vero e proprio supporto al DualSense, con una vibrazione molto classica e nessun utilizzo per i grilletti adattivi.
Che voto dai a: Iron Harvest
Altri contenuti per Iron Harvest
PlayStation 5