Judgment per PS4 Recensione: il braccio violento della legge a Kamurocho

Dopo 35 ore spese nei panni del detective Yagami, siamo pronti ad esprimere il nostro giudizio finale sullo spin-off di Yakuza.

Judgement
Recensione: PlayStation 4
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  • PS4
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Stadia
  • Xbox Series X
  • Poco prima del via all'E3 di Los Angeles vi abbiamo parlato del prologo di Judgment, il promettente spin-off di Yakuza a opera del Ryu Ga Gotoku Studio. Nonostante avessimo appena conosciuto Yagami, Kaito, Genda e gli altri personaggi al centro delle vicende narrate, siamo rimasti impressionati dalla qualità della scrittura, che ha saputo calarci in un contesto narrativo credibile, stratificato e ricco di spunti interessanti. Allo stesso tempo però non abbiamo nascosto i dubbi in merito alla struttura ludica del prodotto, che - a fronte di alcune meccaniche inedite ma dall'efficacia tutta da dimostrare - non sembrava discostarsi più di tanto dalla formula dei capitoli principali.

    In altre parole, sebbene avessimo battuto le strade di Kamurocho per circa quattro ore, non potevamo esprimerci con cognizione di causa sull'identità di Judgment, che tra l'altro doveva ancora svelarci gran parte delle sue feature. Di contro, siccome ad oggi abbiamo passato circa trentacinque ore in compagnia di Takayuki Yagami, siamo pronti a sottolineare le virtù dell'opera come un abile avvocato difensore, posto che per restare in tema emetteremo il verdetto con l'imparzialità di un giudice.

    Un'altra grande storia

    Accusato dell'omicidio di un uomo, Shinpei Okubo scampa la condanna grazie agli sforzi di Takayuki "Tak" Yagami, un talentuoso avvocato dello studio Genda. Infastidito da Shintani, che non vuole ammettere di essere stato superato dall'allievo, il buon Tak si gode un momento di gloria che però ha vita breve: rivelatosi un killer a sangue freddo, Okubo uccide a coltellate la propria compagna e dà fuoco alla sua abitazione, venendo immediatamente incriminato e arrestato.

    Dilaniato dalla consapevolezza di aver fatto assolvere un folle omicida, Yagami lascia l'attività forense e apre una piccola agenzia d'investigazione assieme al suo vecchio amico Kaito. Passano tre anni da quel tragico giorno ma Tak è ancora afflitto dal senso di colpa e non riesce a voltare pagina. Il detective però non ha tempo per autocommiserarsi, giacché Kamurocho si sta trasformando in un vero campo di battaglia. Una banda di ladri mascherati al sapor di Robin Hood sta compiendo una lunga sequela di furti, mentre all'orizzonte si prospetta una guerra tra la yakuza del Tojo Clan e un temibile gruppo del Kansai.

    Tre membri di quest'ultimo infatti sono stati ritrovati nei bassifondi di Tokyo con gli occhi cavati, un macabro particolare che la polizia vede come un messaggio di morte del clan rivale. La situazione precipita quando Hamura, il capitano di una famiglia legata al Tojo, viene accusato di aver commesso l'ultimo di questi efferati crimini: mentre Shintani è chiamato a difenderlo in aula, Yagami si mette a indagare per dimostrarne l'innocenza, arrivando a scoperchiare un oscuro vaso di Pandora.

    Se le nostre parole vi hanno incuriosito, sappiate che questo è solo il principio di un racconto indovinato e avvincente, sorretto da una sceneggiatura che non fatichiamo a inserire tra le migliori dell'universo di Yakuza. Evitando di prendere in prestito i comprimari dalla serie principale, il team ha rinunciato alle soluzioni di comodo, proponendo un mondo di personaggi inediti e ben caratterizzati.

    Ottimamente interpretato dalla star giapponese Takuya Kimura, Yagami non è stato il solo a entrarci nel cuore, anzi ha dovuto far spazio a un gran numero di "colleghi" e antagonisti che vi lasceremo scoprire. Ad ogni modo, Judgment ci ha stregato con le sue tinte fosche e una serie di colpi di scena ben orchestrati, trascinando l'ex avvocato in una spirale di corruzione non legata soltanto alla yakuza ma anche all'alta politica e ad altri potentati. I casi del presente e del passato sono come tasselli di un mosaico narrativo di rara precisione, che quasi mai ha disatteso le nostre aspettative. Spiace solo che in alcuni frangenti siamo stati obbligati a risolvere alcuni incarichi secondari, che per motivi francamente inspiegabili sono stati inseriti all'interno della progressione principale. Nulla di così frequente o di poco interessante, ma crediamo che tale scelta si sarebbe potuta evitare. Detto questo, gli amanti delle avventure di Kiryu Kazuma troveranno pane per i loro denti mentre i neofiti potranno immergersi degnamente nell'universo partorito da Nagoshi-san.

    I limiti del detective, la furia del combattente

    Il viaggio di Tak è come una lunga indagine costellata da molti interrogativi e intrighi. Grazie all'utile dossier dei casi abbiamo tenuto d'occhio i principali sviluppi della trama, ripassando - quando necessario - le connessioni tra gli indiziati, i colpevoli e le vittime. Purtroppo però, la componente investigativa del gameplay si è rivelata superficiale e poco incisiva. Nonostante i casi secondari e l'ufficio in salsa "Sherlock", sul versante prettamente ludico Judgment è uno Yakuza sotto mentite spoglie.

    Partiamo dalla "modalità indagine": quando bisogna identificare un bersaglio o trovare indizi su una scena del crimine, la visuale passa in prima persona e un mirino compare al centro dello schermo; in questo modo è possibile focalizzarsi su alcuni elementi dello scenario ed esaminarli. Tale soluzione fa il suo dovere ma non brilla né per complessità, né per eleganza, al pari di molte altre. I travestimenti ad esempio non si possono utilizzare a piacimento ma solo in specifici frangenti.

    Inoltre, a dirla tutta, non sempre Yagami si camuffa a dovere e il fatto che non venga riconosciuto dal bersaglio richiede una certa sospensione dell'incredulità.
    Sorvolando sugli inseguimenti - che assumono i tratti di una corsa a ostacoli a base di QTE - andiamo a concentrarci su quelle che a nostro parere sono le meccaniche più deboli dell'intero pacchetto. Come ogni buon investigatore, anche Tak deve pedinare bersagli di varia importanza, da mogli e mariti fedifraghi fino alle figure chiave delle vicende.

    Peccato che tali fasi siano strutturalmente antiquate e, a causa del loro continuo reiterarsi, anche ripetitive. Per fortuna i pedinamenti sono abbastanza brevi e non compromettono la qualità generale dell'esperienza. In aggiunta, tolta la possibilità di ottenere un maggior numero di PT ponendo le domande nel giusto ordine, i dialoghi/interrogatori sono di fatto una pura formalità, dato che Yagami riceverà in ogni caso le informazioni sensibili. Molto simpatico invece è il drone, utile a scandagliare i luoghi d'interesse e a trovare i preziosi codici QR sparsi per Kamurocho. Insomma, le meccaniche legate all'attività investigativa si limitano a fare lo stretto necessario, senza mai raggiungere chissà quali picchi qualitativi.

    Neanche a dirlo, è proprio quando arriva il momento di combattere che Judgment mostra fieramente i muscoli, lasciando trasparire con chiarezza la sua vera vocazione. Il sistema di potenziamento di questo spin-off appare snellito rispetto alla controparte di Yakuza Kiwami 2. Del resto prevede un unico tipo di punti esperienza, ottenibili non solo mediante la risoluzione dei casi ma anche scassinando le porte o mangiando nei ristoranti del quartiere.

    Utile a tal proposito è l'app di KamuroGo, che ci conferirà una piccola quantità di PT quando proveremo una specialità culinaria per la prima volta. I rami delle abilità - dedicati all'aumento delle statistiche, alle tecniche di combattimento e alle doti investigative - contengono anche diverse mosse sbloccabili, che per aggiungersi alla lista necessitano del ritrovamento di un "antico libro" o del rispettivo QR Code. Avendo sbloccato l'86% dei talenti, ci sentiamo di confermare la bontà del combat system, il quale - pur poggiando sulla medesima formula delle avventure di Kiryu Kazuma - ha di certo una propria identità scenica.
    Fondamentale per gestire i gruppi di avversari, lo stile della Gru è a dir poco vorticoso e si basa in gran parte sull'uso dei calci. Più letale e precisa è invece l'arte della Tigre, ideale per scatenarsi contro un singolo malcapitato. Da segnalare la possibilità di attaccare sfruttando lo slancio da parete e la Cavallina, che serve letteralmente a scavalcare i nemici. Presenti in buon numero, le combinazioni di mosse sono molto efficaci ma impallidiscono dinanzi ai colpi EX, che in pratica sostituiscono le Heat Action di Yakuza. Tanto potenti quanto spettacolari, questi attacchi sfruttano le peculiarità di Yagami e a volte si rivelano folli ed esilaranti.

    Previa attivazione del Potenziamento EX potremo sferrare i colpi più letali a nostra disposizione, sbaragliando gli opponenti in men che non si dica. Prima di immergerci nella frenesia di Kamurocho vogliamo fare un breve cenno anche alle boss fight e a un particolare da non sottovalutare. I nemici più potenti infatti potranno infliggere delle ferite mortali, che impediranno al buon Tak di guarire del tutto. In tal caso bisognerà correre dal "medico alternativo" nelle fogne, che non mancherà di aiutare il detective...ovviamente al giusto prezzo.

    L'intramontabile fascino di Kamurocho e dei suoi minigiochi

    La Kamurocho di Judgment è la stessa di sempre, coi suoi ritmi frenetici, gli oceani di luci al neon e una quantità smodata di attività ricreative: non potevamo evitare le partite di baseball al Batting Center, le sfide al Mahjong coi vecchietti o le pazze serate a l'Amant, un casinò extralusso celato da un umile negozietto. Bazzicando nei Club SEGA, forti dei soliti Space Harrier, Virtua Fighter 5 e Puyo Puyo, ci siamo divertiti a pensionare gli zombie in Kamuro of the Dead, uno sparatutto a scorrimento in stile Resident Evil: The Umbrella Chronicles.

    In una Tokyo infestata da orde di mostruosità, ci siamo fatti largo attraverso i sei livelli della campagna, che ci hanno ricordato le atmosfere di Yakuza: Dead Souls. Conoscendo il Ryu Ga Gotoku Studio, sapevamo che l'utilizzo del drone avrebbe superato i confini investigativi e infatti così è stato: oltre a essere completamente personalizzabile - incluso il crafting dei componenti - il drone potrà gareggiare in un vero campionato. Pur senza gridare al miracolo abbiamo apprezzato la competizione; sfortunatamente, lo stesso non possiamo dire di Dice & Cube, una sorta di gioco dell'oca in VR.

    Limitandosi a riproporre le meccaniche di gameplay standard in un contesto virtuale, tra i combattimenti e i minigiochi di scassinamento, quest'ultimo ci è parso molto poco ispirato.
    Il vero re dei passatempi inediti si trova nell'ufficio di Yagami e risponde al nome di Pinball Parlor, un incredibile flipper ispirato all'America degli anni '40 e '50. Realizzato interamente in Unity, ha saputo strapparci con facilità alla progressione principale, il che - vista la qualità dell'intreccio - è tutto dire. Decorabile con quadri, vasi antichi e altre chincaglierie, la sede dell'agenzia è il cuore pulsante della nuova carriera di Tak, che nel corso dell'avventura si imbatterà in decine di casi secondari. Questi altro non sono che delle sub stories più articolate e chiedono all'ex avvocato di indagare su dei misteri buffi e spassosi: dai signori della depravazione capitanati da Monsieur Lingerie e Impatto Gigante (il nome è tutto un programma), fino alle scappatelle extraconiugali, i casi opzionali sono la punta di diamante delle attività di contorno e dilatano la longevità in modo assolutamente genuino.

    Dopo aver completato una prima parte degli incarichi però bisognerà aumentare la propria reputazione in città, in modo da attrarre un maggior numero di clienti.
    Diventare amici dei cittadini ascoltandone le preoccupazioni o completando i rispettivi "eventi amico", consentirà a Yagami di accrescere la propria fama e trasformarsi in un eroe del popolo. Badate bene: non stiamo parlando di una componente ludica superficiale o poco interessante, bensì di un'attività complementare ai casi secondari.

    Grazie a queste missioni ci siamo fidanzati con Sana - tra uscite serali e flirt sull'app di messaggistica - abbiamo trovato un lavoretto come aiuto-fabbro, conosciuto il creatore di intrugli miracolosi ed esplorato il mondo di Quickstarter. Come il nome lascia ben intendere, trattasi di un'app che serve a finanziare dei progetti interessanti, legati ai libri antichi e ai componenti avanzati del drone.

    Ad ogni modo, ben presto abbiamo conosciuto mezza Kamurocho, da Tsukumo l'hacker a una stramba veggente, tessendo un'immensa ragnatela di contatti. Per completezza citiamo anche i disordini della banda Keihin, che saremo chiamati a sedare a suon di pugni quando ce ne sarà bisogno. Insomma, benché non raggiunga le vette d'eccellenza di Yakuza Kiwami 2, Judgment sa onorare i concetti di "sidequest" e di "endgame", proponendo una gran mole di contenuti.

    Il (solito) ruggito del Dragon Engine

    Judgment è stato realizzato col motore "actual-gen" del Ryu Ga Gotoku Studio: il Dragon Engine. In altri termini, il comparto grafico dello spin-off porta con sé i pregi e i difetti delle ultime iterazioni di Yakuza, seppur con qualche differenza. Essendo un titolo che punta molto sulla caratterizzazione dei personaggi, è un bene che questi siano stati modellati con dovizia di particolari, assomigliando ai loro interpreti in modo impressionante.

    Vivi ed espressivi, sia i protagonisti che gli antagonisti sono riusciti a bucare lo schermo proprio come gli alter-ego di Takeshi Kitano in Yakuza 6 e Susumu Terajima in Kiwami 2. Per quanto concerne le ambientazioni invece, lo spin-off convince più per resa complessiva che per i singoli dettagli, con le solite texture di qualità altalenante e un sistema d'illuminazione che riesce a smussare gli spigoli più evidenti.

    Purtroppo però non abbiamo apprezzato tutte le soluzioni fotografiche adottate, che non sempre hanno retto il confronto con il remake del secondo capitolo. Le sezioni in notturna, ad esempio, ci sono sembrate un po' più spente del solito e questo ci ha fatto storcere un po' il naso, dato che il Dragon Engine vive di colori sgargianti e oceani di luce accecante.

    Sul fronte del frame rate, d'altro canto, Judgment non mostra il fianco a particolari oscillazioni su PS4 Pro, comportandosi generalmente bene anche nelle situazioni più concitate. Sebbene anche la versione inglese sia di buona qualità, consigliamo vivamente di scegliere il doppiaggio in giapponese, in modo da preservare le ottime performance di attori e doppiatori: grazie ai sottotitoli in italiano, inoltre, anche i non esperti in lingua anglosassone potranno cogliere le sfumature del racconto, senza perdersi neanche un dettaglio. Per concludere il discorso in ambito audio, la colonna sonora accompagna egregiamente sia i combattimenti, sia le sezioni esplorative ma - a eccezion fatta di alcuni specifici brani - non raggiunge le vette di Yakuza Zero.

    Judgment JudgmentVersione Analizzata PlayStation 4 ProIn ultima analisi Judgment è un titolo solido, forte di un comparto narrativo di assoluto spessore e di un pool di nuovi volti assolutamente convincente. Il dipanarsi dell’intreccio potrà anche prendersi i suoi tempi ma credeteci quando vi diciamo che la storia di Yagami saprà catturarvi. In ambito puramente ludico invece l’opera del Ryu Ga Gotoku Studio vive di luci e ombre, ottenendo degli ottimi risultati sul fronte del combat system e dell’offerta secondaria ma - al contempo - trattando con superficialità le meccaniche investigative. Coi suoi pregi e difetti, Judgment ci ha confermato che vale certamente la pena intraprendere l’ennesimo viaggio verso Kamurocho.

    8.3

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