Recensione Just Cause

Il gioco più cafone dell'anno?

Recensione Just Cause
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • Xbox
  • Xbox 360
  • Pc
  • Gran Theft Auto secondo Eidos?

    Just Cause è il lampante tentativo di Eidos di saltare sul "carrozzone" dei giochi free roaming, che tanto successo commerciale hanno riscosso presso la massa di videogiocatori negli ultimi anni. Gli Avalanche Studios, consci del sovraffollamento di titoli appartententi a questo genere, hanno promesso nel corso dei mesi di sviluppo grandi innovazioni e naturalmente tutto quello che offre la concorrenza in versione "evoluta": un'area di gioco ancora più ampia di quanto già visto, decine di mezzi mezzi da poter requisire, un vasto numero di gang con cui tessere rapporti diplomatici a fil di coltello a serramanico e così via. Diciamolo subito: praticamente tutte le aspettative vengono disattese.

    Gameplay e dintorni

    Contrariamente a quanto siamo abituati a fare negli altri free roaming, questa volta non dovremo calarci nei panni di un malvivente, ma addirittura in quelli di un agente della CIA, Rico Rodriguez, che dovrà infiltrarsi tra le fila del nemico per colpirlo dall'interno. Per far ciò dovrà, guarda caso, comportarsi come uno di loro. In pratica, impersonando Rico, ci troveremo a strattonare via dai loro mezzi degli innocenti civili ( GTA docet) , causeremo sparatorie in cui essi saranno coinvolti, faremo esplodere le loro abitazioni etc etc. Le nostre avventure sono ambientate nell'arcipelago di San Esperito, un luogo immaginario a metà strada tra un'isola equatoriale ed un arcipelago caraibico, sul quale governano una serie di organizzazioni criminali che si affiancano ad un governo "ufficiale" con tanto di polizia, esercito e corpi speciali. La situazione attuale di connivenza con i mafiosi è messa a repentaglio da un gruppo di guerriglieri rivoluzionari con cui dovremo collaborare per liberare il maggior numero possibile di villaggi presenti nell'arcipelago. Le missioni che ci troveremo a compiere, quindi, saranno fondamentalmente di due tipi: raggiungere un determinato checkpoint e tornare indietro (con molte varianti del tipo "trova l'oggetto" o "fai evadere il detenuto" o ancora "proteggi l'avamposto") e liberare i villaggi (che consiste in un ripetitivissimo abbattere barricate e cambiare bandiera). Il tutto corredato da un discreto numero di missioni secondarie, che al contrario delle principali non faranno avanzare nel dipanarsi della trama, ma serviranno fondamentalmente ad incrementare la fiducia che le varie gang o le varie organizzazioni governative o rivoluzionarie nutrono nei vostri confronti. Il problema fondamentale è sia di tipo quantitativo che di tipo qualitativo: le missioni sono poche ed estremamente ripetitive, tanto che il gioco risulta sin dalle prime ore di gioco piuttosto noioso. Se a questo si aggiunge che per portare a termine una missione bisogna sempre, o quasi, ricorrere alle armi da fuoco e che le sessioni di sparatorie sono decisamente irreali e mal realizzate, il quadro che se ne ricava è abbastanza sconfortante. A nulla sono valsi gli sforzi dei designer volti ad inserire una modalità di fuoco mirato, del tutto superflua a causa della superficialità dei combattimenti, o l'aver infarcito l'arsenale di qualsivoglia fucile, cannone o esplosivo; il risultato è sempre lo stesso, piattezza e mancanza di cura. Le novità che il titolo ha l'ardire di introdurre sono davvero risibili e si riducono alla possibilità di farsi consegnare via elicottero alcuni mezzi sbloccabili (moto da cross, fuori strada, motoscafo) e l'utilizzo del paracadute (apribile anche in momenti improbabili, come ad esempio mentre si impenna con la moto da cross). Davvero poca cosa. Le dimensioni dell'arcipelago e la sua struttura, inoltre, non aiutano a rendere più intensa la già scarsa azione di gioco: l'isola è davvero troppo vasta e davvero troppo poco popolata, senza centri abitati di dimensioni accettabili e con una ripetitività di elementi al suo interno da lasciare senza parole. Per concludere il quadro generale, i mezzi utilizzabili sono relativamente pochi e la realizzazione del modello fisico di guida è sfrenatamente arcade, le gang sono tutte prive di una qualsiasi elemento distintivo ed i personaggi, principali o secondari che siano, hanno una caratterizzazione pedestre e figlia di luoghi comuni e scontatezze. Seppur la longevità del titolo risulta discreta per via della lunghezza della debole trama (e soprattutto per gli interminabili tempi di spostamento tra un'area e l'altra), gli elementi negativi fanno sì che il titolo giunga a noia ben prima della sua naturale conclusione.

    Comparto Tecnico

    E' lampante che Just Cause sia stato pensato principalmente per Xbox360. La cura riposta nella realizzazione del comparto grafico del titolo è di molto superiore a quella riposta nello sviluppo delle versioni per le altre piattaforme. Il risultato di questo lavoro è un motore grafico estremamente solido, che però deve confrontarsi con una direzione artistica decisamente sottotono. I punti di forza sono principalmente la resa degli elementi naturali dell'arcipelago: l'acqua è assolutamente realistica grazie ad effetti di rifrazione della luce efficaci, le onde sulla spiaggia sono molto ben rese, il fitto della vegetazione è folto di cespugli, erba, pianticelle e quant'altro. L'orizzonte è lontanissimo, ed è facile rimanere a bocca aperta ruotando l'inquadratura dalla cima di un dirupo. Gli effetti speciali, quali esplosioni, sfocature, fumo, così come gli effetti particellari, aiutano molto nel coinvolgimento del giocatore e sono da considerarsi allo stato dell'arte (almeno per ora). Quello che invece non convince è il bad clipping che si avverte quando si attraversano zone ricche di elementi grafici quando si guidano mezzi terrestri. Inoltre il design dei veicoli e la realizzazione dei modelli poligonali dei personaggi lascia molto a desiderare e la loro varietà è infima (i poliziotti sono tutti identici, ad esempio, così come lo sono i loro mezzi di trasporto). Per questi due elementi si è deciso di seguire una strada difficilmente condivisibile: l'area di gioco, le strutture e la vegetazione sono incredibilmente realistiche, mentre personaggi e automezzi sono stilizzati, sulla soglia del cartoonesco, con colori sgargianti e fuori luogo. Il risultato è un misto di elementi ottimi contrapposti ad altri appena accettabili; un vero peccato se si pensa alle possibilità, sotto questo aspetto, che il titolo aveva. Un altro aspetto di discutibile fattura è rappresentato dalla fisica di gioco: le reazioni dei corpi ai colpi e alle esplosioni è un po' troppo esasperata (comunque in linea con lo stile sopra le righe del gioco ), mentre le collisioni dei veicoli, la velocità di caduta e i modelli di guida dei mezzi lasciano molto a desiderare. Il comparto audio presenta effetti sonori abbastanza appropriati (anche se qualche arma da fuoco sembra più una cerbottana che altro), musiche adatte all'ambientazione, ma che potrebbero risultare sgradevoli a chi non apprezza il genere, ed un doppiaggio di buon livello.

    Just Cause Just CauseVersione Analizzata Xbox 360Le aspettative attorno al titolo erano abbastanza alte, probabilmente per via degli annunci euforici rilasciati da Eidos ed un "hype" eccessivo tra gli appassionati videogiocatori. Ma chi di hype ferisce di hype perisce e tanto più in alto era stato portato Just Cause, tanto più forte è il rumore del suo tonfo. La ripetitività del gameplay, la dispersività dell'area di gioco, la scarsa interattività e la debolezza della narrazione ne decretano l'insuccesso sotto quasi ogni punto di vista. A salvarsi è praticamente solo il comparto tecnico che, seppur soggetto ad una marcata altalenanza nella realizzazione, risulta comunque essere nella media degli attuali titoli per Xbox360. In definitiva Just Cause è un titolo che potrà essere apprezzato solo da chi proprio non sà stare senza la propria dose quotidiana di "free roaming", gli altri farebbero meglio ad evitarlo.

    5

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