Recensione Kane & Lynch

Mercenari e psicopatici, tradimento e omicidi... e Tarantino non c'entra!

Recensione Kane & Lynch
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Chi lascia la via vecchia per la nuova...

    Realizzare un gioco di successo è difficile, e lo è ancor più creare seguiti capaci di raccogliere riscontri positivi sia a livello di critica che di vendite: Io Interactive è riuscita nell’intento dal 2000, dando vita al progetto “Hitman”, una serie che nel corso degli anni ha saputo regalarci titoli di valore (rappresentati al meglio dal secondo e dal recente quarto episodio), e al tempo stesso raccogliere una discreta schiera di fan sempre pronta a seguire le avventure dell’agente 47, silenziosa macchina da omicidi che fa dello stealth un’arte vicina alla perfezione.
    Tuttavia capita spesso che un franchise importante e duraturo possa rappresentare un’arma a doppio taglio, divenendo come un marchio impresso a fuoco con cui gli sviluppatori avranno a che fare per tutta la vita: un po' come gli attori delle serie televisive di successo, che non sfondano mai a hollywood perchè sono identificati con il proprio personaggio piuttosto che con il loro lavoro.
    La creatività e la voglia di esprimersi in un team di sviluppo, prima o poi necessitano uno sfogo: ecco dunque che nel 2003, grazie alla distribuzione da parte di Electronic Arts (che Eidos non volesse rischiare?), arriva Freedom Fighters, la prima escursione di Io Interactive al di fuori del mondo di Hitman.
    Il titolo si rivelò valido, un originale esponente degli sparatutto tattici in terza persona, ottendendo al contempo buonissime recensioni dalle diverse testate e discreti risultati di vendita (almeno negli "states"; nel resto del mondo si è trattato di un discreto fiasco), che ha permesso di mettere in cantiere la realizzazione di un seguito, questa volta distribuito da Edios (marcia indietro?).
    Con il passare del tempo (e dopo la pubblicazione di due nuovi Hitman: Contracts e Blood Money), si sono però perse le tracce di questo nuovo episodio, in favore dell’annuncio di una nuova IP: “Kane & Lynch: Dead Men”.
    Sarà nuovamente un successo a tutto tondo o si rischierà di bissare (se non peggiorare) i risultati di Freedom Fighters?

    Per la visione di questo spettacolo è consigliabile uno stomaco forte.

    Kan & Lynch è uno di quei giochi che rientra nella categoria dei titoli “maturi”, con tanto di bollino pegi 18+ sulla confezione: a letto i bambini dunque, perché lo spettacolo che ci si ritrova davanti non è per niente edificante ed eccessivo a tratti.
    La storia riprende gran parte dei clichè tipici del genere criminal-polizesco e mette nei panni di Kane, un mercenario attualmente nel braccio della morte, che durante la sua vita ha compiuto gesta più efferatissime, servendo questo o quel boss criminale ma tenendo all’oscuro di tutto la propria famiglia.
    Il giorno dell'esecuzione, lo stesso in cui decide di rivelare a sua figlia tutti gli errori compiuti tramite una lettera, Kane viene “intercettato” da una un’organizzazione segreta che usa un altro condannato a morte, Lynch, come tramite: il risultato è un’evasione su larga scala che coinvolge buona parte della città, con numerosi scontri a fuoco, fino a giungere alle menti dietro l’azione, ovvero “I Sette”.
    Per farla breve qualcuno ha rubato i soldi di questa organizzazione, che Kane aveva in custodia, ma l’organizzazione crede ad un tradimento del nostro “antieroe”: così rapisce sua figlia per convincerlo a restituire il denaro... con la certezza di essere ucciso ma al tempo stesso di avere messo in salvo la propria famiglia.
    Inizia dunque un’avventura poco pulita all’inseguimento dei numerosi “compagni” che potrebbero aver tradito Kane e avergli impedito di morire in pace.
    Fin qui nulla di esageratamente eccessivo per ciò che concerne la storia recente dei videogiochi se non che, proseguendo nell’avventura, le situazioni iniziano a spingersi al limite, a causa anzitutto dall’eccessiva volgarità dei dialoghi (nel doppiaggio originale -decisamente superiore a quello italiano, che immancabilmente pesca dai doppiatori in gamba ma senza troppo carisma- Kane usa in maniera eccessiva la parola “fuck”, fino a rendersi quasi ridicolo) passando per gli scatti di follia di Lynch, che lo portano per esempio ad ammazzare senza troppi problemi decine di ostaggi, concludendo con poliziotte che rimangono agonizzanti sul terreno chidendo di essere risparmiate perché hanno una figlia, con un ritornello continuo che rimbomba nelle orecchie del giocatore fino a quando un proiettile mette fine all’agonia.
    Non si vuole in questa sede mostrarsi eccessivamente perbenisti, ma chi dovesse essere intenzionato all’acquisto deve essere conscio che tra le mani si troverà un prodotto per adulti, in cui situazioni magari già compiute in passato (omidici di forze dell’ordine o di innocenti, assunzione di droghe, etc...) sono ora in un contesto decisamente più realistico sia come resa grafica che come narrazione, al contrario di altri titoli (come GTA) in cui la violenza è talmente stilizzata e caricaturale da sminuire quasi in toto la crudezza delle proprie azioni.
    Il gioco infatti vanta un comparto grafico solo discreto quanto a modellazione e animazioni (che spesso non si legano correttamente durante l’uccisione di un nemico, con i personaggi che sembrano colpire l’aria), ma che risulta decisamente credibile grazie alla caratterizazione dei protagonisti, la renderizzazione molto pulita e l’uso di una palette di colori tenue che, abbinata ad un’illuminazione adeguata, dona corpo e concretezza ad ambienti e personaggi.
    Nonostante il comparto tecnico non faccia gridare al miracolo, è possibile rimanere decisamente compiaciuti da alcune situazioni in cui il gioco si trasforma e stupisce, come nella scena del club di Tokyo in cui Kane e Lynch attraversano una vera e propria marea di persone (sciuramente oltre il centinaio) senza il minimo rallentamento, o nella discesa dall’esterno del palazzo, in cui le rifrazioni sui vetri risultano davvero convincenti.
    Nel complesso gli svilupatori sono riusciti a creare un mondo credibile nonostante una cosmesi che certo non è al passo con le migliori produzioni attauali: per un gioco che basa tutto sulla trama e l’atmosfera è comunque un buon risultato.

    Avere il pane e non i denti

    Dubbi “morali” a parte, è innegabile che l’atmosfera creata dagli sviluppatori sia di primo livello: nonostante la poca originalità di alcune situazioni (gli stessi eventi scatenanti della trama non brillano per fantasia) la narrazione ha un buon ritmo e la rappresentazione degli eventi è piuttosto verosimile; inoltre la “strana coppia” del mercenario e dello psicopatico, per quanto sostanzialmente incompatible, funziona egregiamente e fornisce numerose situazioni di contrasto che donano brio ad un sussegursi di eventi piuttosto lineare.
    Nel complesso si può affermare che la trama sia decisamente il punto forte di questa produzione, rappresentando la maggiore attrattiva verso questo titolo, capace di distinguerlo da un mare di giochi che ha lasciato poco spazio (e a volte spesso ignorato) ad una storia che spinga ad andare avanti o quantomeno risulti interessante e risvegli la curiosità del giocatore.
    Kane & Lynch da questo punto di vista fa centro e stimola l’interesse a preoseguire... ma a quele prezzo?
    Dopo avere evidenziato i lati positivi del titolo infatti, è arrivato il momento di parlare delle note dolenti che, purtroppo, affliggono principalmente il sistema di controllo e l’intelligenza artificiale di nemici e compagni.
    Con ordine: Kane & Lynch è uno sparatutto in terza persona, con la possibilità di gestire, tramite tre semplici comandi, alcun compagni di squadra.
    È possibile richiamare i compagni alla propria posizione, farsi seguire, indicare un punto in cui stazionare o il bersaglio su cui fare fuoco: pochi semplici comandi che però permettono una gestione tattica delle stiuazioni di gioco meno caotiche, così da esporre a minori rischi il proprio personaggio grazie alla potenza di fuoco garantita da Lynch, solito usare un fucile a canne mozze.
    Nelle situazioni più confuse, invece, si assiste ad un confusionario smembramento di schieramenti, con le forze nemiche che piazzano azzardatamente i singoli elementi anche in mezzo ai due protagonisti, mantenendo dunque un livello di attenzione e di frenesia sempre elevato ma al tempo stesso costringendo ad adottare la tattica piuttosto semplice, che porta a elminare più nemici possibile in corpo a corpo (ignorando i colpi rivali) per poi ripararsi e ricominciare a usare le armi nell’attesa che il successivo avversario “folle” si metta a portata di lama.
    A evidenziare questi strani comportamenti ci pensa anche il fatto che Kane, una volta ricevuti un numero di colpi sufficienti a esaurire la propria salure, non muoia ma cada ferito a terra in attesa di una iniezione di adrenalina (dopo un certo numero di iniezioni perviene la morte per overdose) da parte di uno dei propri compagni: in questo caso i nemici sembrano far parte di uno spettacolo in cui tutto si ferma per permettere al giocatore di resuscitare.
    I controlli poi rappresentano un ulteriore problema: si mostrano diverse carenze, come il sistema di mira (piuttosto impreciso) e quello automatico di copertura, che vede Kane nascondersi automaticamente dietro il primo riparo disponibile che sfiori: insieme questi due “problemi” danno vita al difetto più importante, ovvero l’impossibilità di sfruttare appieno la possiblità di ripararsi e sporgersi per colpire i nemici.
    Il problema nasce dal fatto che in certe situazioni, anche se il mirino indica chiaramente una visuale "libera", i proiettili esplosi finiscono per colpire la propria copertura. La situazione diventa ancora più grave a causa dell’imprecisione di diverse armi, che vi farà sprecare proiettili preziosi.

    Nemici in casa

    A concludere il pacchetto offerto da Io Interactive e Edios, troviamo la possibilità di giocare la campagna con un amico (solo in locale ed in split screen) e la modalità online “Fragile Alleanza”, in cui una squadra di crimilali si batte per effettuare una rapina e dividersi il bottino (condividendo così il punteggio finale), ma in cui in qualsiasi momento è possibile tradire i propri compagni, uccidendoli, per ottenere l’intero bottino.
    Chi viene tradito ha la possibilità di rientrare subito in gioco come poliziotto e cacciare il proprio assassino per ottenerne la taglia. Una modalità stimolante e piacevole, fortunatamente lontana dagli schemi classici e per niente stereotipata.
    Tuttavia, in complesso l'offerta online della produzione non riesce a trattenere l'attenzione per troppo tempo: nonostante una buona ottimizzazione del netcode i problemi sopra indicati possono rendere l'esperienza frustrante, ed il sistema di gioco sembra non del tutto adatto a partite sulla rete.

    Kane & Lynch: Dead Men Kane & Lynch: Dead MenVersione Analizzata PlayStation 3Kane & Lynch rappresenta una produzione dotata di un grosso potenziale ma che fallisce in maniera incomprensibile (vista la caratura del team di sviluppo) nella gestione dei controlli e del sistema di mira. Nonostante questo il risultato è godibile se si cerca un'avventura dotata di una buona trama e da un susseguirsi degli eventi ben ritmato. In alcuni momenti si fa strada la tentiazione di abbandonare il pad (soprattuto nelle missioni più complicate in cui bisogna proteggere qualcuno o in cui Lynch non può fornire supporto), ma con un po’ di pratica e imparando a riconoscere e “aggirare” alcune problematiche si può tirare fuori il meglio da un titolo che forse avrebbe meritato una maggiore cura e ottimizzazione del gameplay. In ogni caso la demo è disponibile per tutte le versioni del prodotto (Playstation 3, Xbox360, PC), ed è quindi possibile farsi un’idea più chiara di quello che ci aspetta prima dell'acquisto. Chi avrà la pazienza (e la sensibilità adatta) di seguire l'ottimo impianto narrativo potrebbe trovare in Kane & Lynch una piacevole sorpresa; chi predilige l'azione pura e focalizza la propria attenzione sulla precisione del sistema di controllo, potrebbe considerare il titolo un dimenticabile ed evansecente surplus, in un periodo in cui i titoli di spessore non mancano.

    7

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