Kena Recensione PS5: un'avventura splendida da vedere e da giocare

Abbiamo giocato a lungo a Kena Bridge of Spirits, disponibile su PS5, PS4 e PC: un action adventure imperdibile.

Kena Bridge of Spirits
Recensione: PlayStation 5
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • PS4 Pro
  • PS5
  • In Kena alberga lo spirito degli action adventure di una volta, quelle esperienze caratterizzate da una grandiosa coerenza interna, prive di orpelli che seguono la via dell'accumulo, coese ed eleganti nello svolgimento, semplici ma precise nelle meccaniche di gioco. Sorprendente a dirsi, eppure il team Ember Lab è al suo esordio, e in tutta onestà era davvero difficile aspettarsi un inizio migliore: Bridge of Spirits è incredibilmente rifinito, e ogni aspetto narrativo e ludico trova la sua collocazione, senza mai strafare, senza mai oltrepassare il confine delle sue coscienziose ambizioni. La potente e delicata cornice del racconto fa dunque da contenitore per un'avventura la cui traccia rimarrà impressa a lungo - ne siamo certi - nella memoria di chi la giocherà. Proprio come gli spiriti dei defunti lasciano una scia di ricordi in quelle terre su cui hanno vissuto.

    Anime da salvare

    La Corruzione divora tutto: ingurgita le piante, inaridisce il terreno, contamina persino l'anima. La natura è piagata, la vita si affievolisce. Il mondo si trasforma, foglia dopo foglia, in una Zona Morta, dove la luce viene inglobata dalle nubi e nascosta dalla pioggia, in cui il grigiore smunto della decomposizione annichilisce il bagliore del sole.

    Kena può ridare linfa vitale alla Foresta: lei è una Guida Spirituale, capace di traghettare altrove gli spiriti di coloro che, per qualche male insondabile, non possono lasciare questa terra. Nel farlo, la giovane protagonista, dal tenero sorriso e dagli occhi intrisi di pace, può anche sradicare dal suolo la Corruzione, così da liberare un villaggio posto alle pendici della Montagna Sacra, dal cui Santuario sgorga un potere ormai affievolitosi. La storia di Kena è quella degli abitanti di questo borgo bucolico: anime timorose, rassegnate, sagge e a volte anche profondamente turbate, le cui trame si sviluppano e si intrecciano.

    Insieme ai Rot, timide creaturine dalla magnetica espressività il cui ruolo è quello di preservare l'equilibrio naturale, la giovane guardiana si incamminerà verso un'avventura dal messaggio tutt'altro che elementare: le singole vicende dei villici sono micro racconti che narrano un preciso tratto della personalità umana in conflitto con le esigenze della Natura. Dalla paura alla tracotanza, passando per il cieco ardimento e per un pizzico di egoismo, tutte le storie di Kena, apparentemente isolate, formano un unico mosaico, sufficientemente profondo sul piano tematico e intessuto con la delicatezza di una favola. Le scene d'intermezzo che accompagnano lo svolgersi degli eventi sono un trionfo di estetica e regia, meravigliose da vedere e da ascoltare, merito anche di un contorno sonoro e tecnico di indiscutibile grazia. Forse solo il doppiaggio in inglese (sottotitolato in italiano) ci è parso leggermente sottotono se confrontato con gli standard del reparto audiovisivo.

    In un pendolo costante tra commozione, riflessione, tenerezza ed epicità degna dei migliori film Dreamworks, Kena fluisce armonicamente per più di dieci ore. Manca, semmai, un po' di approfondimento per quanto concerne i trascorsi della protagonista, lievemente accennati e lasciati un po' troppo sottotraccia: date le premesse piuttosto interessanti che riguardano il passato della guardiana, avremmo gradito un focus un po' più esteso. Chissà, magari potrebbe essere materia per un sequel...

    Un mondo bellissimo, più denso del previsto

    La foresta di Kena Bride of Spirits è un palcoscenico virtuale sontuoso, florido e rigoglioso: graficamente l'opera di Ember Lab è un gioiello che, pur nella sua natura cross-gen (è disponibile anche su PS4 oltre che su PS5 e PC), mostra comunque scorci di nuova generazione. Se si esclude qualche modello un po' più spigoloso, a cui si uniscono alcune incertezze nelle texture e nella definizione dell'orizzonte visivo, tutto il resto della cornice artistica e grafica è abbagliante nella sua bellezza.

    A onor di cronaca, va segnalato che su PlayStation 5 è possibile selezionare sia la modalità Performante, che in 4K upscalati alza il frame rate a 60 fps, sia l'opzione Fedeltà, che imposta il gioco a 4K nativi e blocca la fluidità a 30 fotogrammi al secondo. Dal canto nostro, abbiamo abbondantemente preferito la prima modalità, specialmente per la spettacolarità degli scontri con le creature partorite dalla Corruzione. I nemici si presentano come raffigurazioni depravate e contorte delle escrescenze naturali, formati perlopiù da radici e pietre, in un design che possiede una sostanziosa varietà anche mantenendo un forte senso di coerenza artistica. Lo stesso può dirsi per l'ambientazione che non cerca disperatamente di proporre aree contraddistinte da una notevole differenziazione scenica, ma anzi crea un equilibrio concettuale molto ben bilanciato tra i vari luoghi che visiteremo. Questo non significa però che il mondo di gioco risulti piatto o poco diversificato: l'abilità del team risiede nell'inusitata capacità di aver mantenuto una considerevole coesione e di aver a contempo caratterizzato in maniera unica ogni scenario nel quale ci muoveremo, dal cuore di una Foresta fatta di fiumiciattoli e arbusti, passando per campi di mulini e fucine artigianali, finendo poi in caverne sotterranee e altre splendide zone su cui preferiamo non indugiare.

    Per quanto sia un gioco tendenzialmente lineare, non aspettatevi insomma un'avventura dai confini ristretti. Una volta superate le primissime ore, vi renderete conto che Kena possiede un level design sorprendentemente interconnesso, fatto di zone nascoste, sentieri secondari che celano nuovi Rot e scrigni, luoghi in cui tornare dopo aver appreso un determinato potere per sbloccare vie d'accesso o scovare gli ultimi oggetti da recuperare.

    È un titolo arioso senza essere dispersivo: la chiarezza espressiva dell'art design ci aiuterà sempre a individuare il percorso da seguire o a rintracciare un baule opzionale da raggiungere. Spetterà a noi scegliere se addentrarci nella foresta, seguire il sentiero principale, o fermarci un po' ad esplorare lo scenario, magari usando gli altari per il viaggio rapido allo scopo di ripercorrere, con nuova consapevolezza, un'area precedentemente visitata per completarla al massimo della percentuale. Anche se non abbraccia, com'è ovvio che sia, i dettami di un open world, vi assicuriamo che il mondo di Kena è più ampio di quello che potete immaginare.

    Il perfetto amalgama di Bridge of Spirits si evince anche nelle poche attività secondarie: senza imporre la ricerca di oggetti usati come banale riempitivo, il team ha scelto di arricchire il mondo con collezionabili che hanno anche una squisita funzione narrativa. Oltre ai cappelli per personalizzare i Rot (da acquistare poi in appositi carrelli sparsi nella mappa), alle sfide con l'arco e alle prove dei forzieri maledetti (che ci chiederanno di eliminare uno specifico numero di nemici in un limitato lasso di tempo), potremo anche raccogliere la "posta spirituale" delle anime del villaggio. Nell'hub centrale rappresentato da questo piccolo insediamento, fatto di case di legno e altarini sacri, troveremo delle dimore pervase dalla corruzione, il cui ingresso ci è proibito. Si tratta del focolare di uno spirito tormentato, e il modo per liberarlo consiste nel trovare un frammento della sua memoria: una soluzione che contribuisce, nella sua semplicità, a dare grande unità all'intreccio ludico e narrativo dell'avventura.

    Azione, platform ed esplorazione

    L'esplorazione della foresta non è però esente da pericoli: la Corruzione si è espansa a dismisura, e le verdeggianti pianure sono infestate da creature maligne. Per questo, Kena deve far ricorso alla sua agilità e al suo bastone per eliminare le minacce e al tempo stesso purificare la Zona Morta.

    Il combat system di Bridge of Spirits, scevro da tecnicismi eccessivi o virtuosismi fuori fuoco, funziona con una gradevolissima scorrevolezza: all'attacco leggero e pesante si alternano le schivate e le parate con lo scudo spirituale, la cui durata però non è eterna, e pertanto occorrerà prestare la dovuta attenzione per non consumarlo interamente.

    Non va dimenticato poi l'uso del parry, che possiede una finestra d'azione tutt'altro che immediata, e calcolare il tempo giusto per azionarlo non sarà sempre un'impresa elementare. Chiudono il quadro ulteriori abilità sbloccabili col prosieguo della trama, tra cui un arco d'energia che permette di colpire dalla distanza.

    I talenti della protagonista sono poi supportati dall'utilità dei Rot: gli esserini batuffolosi sono sì timidi ma, una volta ricaricato l'indicatore del Coraggio, diventano alquanto grintosi e possono assaltare i bersagli, spesso mirando ai loro punti deboli e provocando danni decisamente considerevoli. L'efficacia dei Rot in combattimento non termina certo qui, ma vi lasciamo il piacere di scoprire in prima persona quali sono le loro capacità dopo essere stati potenziati a dovere.

    Mescolando questi elementi all'agilità di Kena, che si muove flessuosa e acrobatica, gli scontri si tramutano in un concentrato quasi impeccabile di intuitività e complessità, valorizzati da un uso pacato del DualSense, che emerge soprattutto durante lo scocco di una freccia.

    Buona parte del merito spetta anche al grado di sfida, che non va affatto preso sottogamba: le bestie nate dalla corruzione sanno essere dannose e aggressive, e anche se la difficoltà (settabile su tre valori, a cui se ne aggiunge un quarto al termine dell'avventura) non risulta mai proibitiva, il bilanciamento tra facilità d'approccio e attenzione richiesta per completare le battaglie si è rivelato molto efficace. Il tutto culmina poi in tante boss fight scenograficamente e ludicamente di alto profilo, spettacolari e coreografiche al punto giusto. L'unica incertezza in Bridge of Spirits si manifesta, a nostro avviso, in una lieve ridondanza delle azioni da svolgere per portare avanti la storia principale: concettualmente la missione - anche per spiriti diversi - ci impone di completare sempre le stesse attività, ma per fortuna il modo per compierle è di volta in volta abbastanza differente. Gli autori di Ember Lab hanno infatti puntellato l'avventura con guizzi costantemente nuovi, che contribuiscono ad alleggerire la ripetitività degli incarichi. Si avverte una crescita continua, nel gameplay di Kena: ogni nuova abilità sblocca inedite soluzioni e approcci innovativi, che si riflettono sia nelle battaglie sia nell'esplorazione.

    Man mano che proseguiremo lungo l'esperienza, le fasi platform e di arrampicata si faranno dunque più estese ed elaborate, e benché le collisioni con le piattaforme a volte appaiano non proprio precise come dovrebbero, non si respira mai l'aria di un trial and error imputabile ai limiti del game design. I potenziamenti di Kena si ramificano inoltre in uno skill tree limitato ma puntuale, dove tutto è esattamente al suo posto: i pochi talenti ottenibili sono del resto davvero utili, e una volta sbloccati offrono una maggiore stratificazione al combat system, senza mai esagerare nell'accumulo di abilità per il solo gusto dell'eccesso.

    Al fine di migliorare le performance guerresche della protagonista avremo bisogno di Karma, una delle due valute del gioco (la seconda sono i cristalli, con i quali comprare gli elementi di personalizzazione estetica). Accumulare simile energia positiva è molto semplice: basterà solo compiere azioni che rimettano in sesto la Foresta.

    Ecco che dovremo chiedere ai Rot, ad esempio, di sollevare dal suolo una statua votiva, oppure di sconfiggere i nemici corrotti, oppure ancora di cibarsi dei frutti che offre la natura. I Rot sono compagni instancabili: ci danno una mano a spostare oggetti indispensabili per l'arrampicata, possono in specifiche occasioni aiutarci a purificare l'ambiente e donano un pizzico di tenerezza all'avanzamento (fidatevi: trovatene il più possibile per arricchire il gruppetto che vi segue!).

    Vederli sgambettare al nostro fianco, o nuotare per cercare di raggiungerci sull'altra sponda di un fiumiciattolo, oppure ancora appollaiarsi in attesa di una nostra azione è un concentrato di dolcezza che di certo vi strapperà ben più di un sorriso. Vale la pena insomma fermarsi ogni tanto e interagire con loro, per vederli danzare, starnutire o stamparvi sulla guancia un adorabile bacio.

    Kena Bridge of Spirits Kena Bridge of SpiritsVersione Analizzata PlayStation 5Dopo aver completato Kena, abbiamo percepito il desiderio di non lasciare queste terre virtuali, di proseguire ancora nel cuore della foresta per eliminare anche l’ultimo briciolo di Corruzione. Come le anime del villaggio, insomma, neppure noi volevamo “andare oltre”. La magia di Bridge of Spirits sta tutta qui: nel suo dolce magnetismo, nel suo equilibrio tra gameplay e narrazione, nell’eco di quegli adventure d’altri tempi, dove la semplicità si muoveva di pari passo con la raffinatezza. Splendido da vedere e appagante da giocare, Kena è un’opera d’esordio come raramente se ne sono viste negli ultimi anni: che il settore indipendente possa essere guidato dal suo spirito.

    8.8

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