A prima vista molto simile ad un Freedom Fighters spogliato della presenza di altri commilitoni, questo Kill.Switch, a dispetto delle apparenze, risulta una sorpresa quanto mai gradita. Uscito un po' in sordina e senza l'accompagnamento del classico tam tam pubblicitario che contraddistingue la release dei titoli più importanti, lo sparatutto in terza persona di Namco, dopo un'inizio un po' “spartano”, riserva più sorprese di quanto si sarebbe disposti a pensare. Risulta evidente sin da subito che il titolo in questione non pretende di rappresentare una nuova frontiera dal punto di vista dei contenuti, in quanto la storia che fa da sfondo ai conflitti a fuoco che il giocatore dovrà affrontare appare appena delineata e poco più che un pretesto. Le informazioni in nostro possesso riguardo al soldato che saremo chiamati ad impersonare - una vera e propria macchina da guerra - inizialmente saranno pari a zero, ma procedendo con le missioni i ricordi di una precedente vita umana verranno lentamente a galla sotto forma di flash back via via sempre più ricchi di dettagli. Insomma, un po' come accadeva nel film Robocop, echi di vita umana faranno ben presto capolino nella mente del nostro super soldato, aggiungendo di volta in volta ulteriori pezzi al puzzle rappresentato dalla sua storia più recente.
Sparare alla cieca
Ciò che distingue Kill.Switch da un qualunque altro sparatutto in terza persona è il fatto che per poter sopravvivere nell'inferno di piombo che si scatena continuamente durante il progredire del gioco occorre far ricorso ad una caratteristica particolare introdotta, per l'appunto, dal titolo Namco: la possibilità di sparare contro il nemico comodamente - si fa per dire - appartati dietro un muro o un bidone (meglio se non ripieno di materiale infiammabile...) senza correre il rischio di esporre parti del corpo al fuoco avversario. Il rovescio della medaglia è che così facendo la mira del soldato peccherà in precisione, rendendo di fatto un po' più difficoltoso aver la meglio sul nemico. Considerando poi che in alcuni momenti le forze avversarie dispiegate in campo raggiungono livelli numerici piuttosto considerevoli, appare chiaro che la possibiltà di far fuoco nascondendosi dovrà essere utilizzata in concerto con altre tattiche, a maggior ragione se si considera che non saremo gli unuci in grado di sparare riparandoci dietro gli elementi di “arredo” dell'ambientazione. Un aiuto considerevole nella riuscita della nostre missioni, che varieranno di volta in volta dalla semplice infiltrazione in una base nemica alla detonazione di elementi sensibili come sottomarini o centri di comunicazione, ci viene offerto dall'armamentario messo a disposizione del giocatore, veramente vario ed in grado di dar grandi soddisfazione alla nostra anima più guerrafondaia. Bisogna infatti riconoscere che, complici effetti sonori decisamente “corposi”, la sensazione di potenza derivante dall'uso delle armi disponibili, le stesse utilizzate anche dalle forze nemiche e recuperabili dal nostro soldato una volta lasciate cadere dalla vittima di turno, contribuisce ulteriormente a far scivolare il giocatore sempre più nel ruolo di “macchina da guerra”. Lancia granate, fucili da cecchino e mitragliatori di vario genere - postazioni fisse comprese - nonché bombe adesive e flash. A proposito di queste ultime, è da segnalare la reazione nemica e del nostro stesso alter ego se presenti nel raggio d'azione di questo tipo di ordigno. Nel nostro caso un lampo ci impedirà di vedere ciò che ci sta intorno per alcuni secondi ed un sibilo veramente molesto accompagnerà la sgradevole sensazione di esser in totale balia del fuoco nemico. Il comportamento dei soldati avversari, come conseguenza di questi effetti, sarà quella di perder l'equilibrio e iniziare a sparare a destra e a manca, rendendoli di fatto bersagli facilmente eliminabili (attenzione comunque a non finire accidentalmente colpiti dal loro fuoco cieco) e dando vita ad una scena veramente realistica. E realistiche, in generale, sono le reazioni dei nemici in seguito ad una bella dose di piombo o altro - anche se la loro resistenza al fuoco è decisamente poco umana - inflittagli dal nostro alter ego. Al limite delle energie vitali tenteranno di trovar riparo, barcollando, dietro la cassa o il muro più vicino mentre se raggiunti da una granata, cercheranno di salvarsi lanciandosi il più lontano possibile.
Divagazioni tecniche
Tecnicamente Kill.Switch lascia da subito con l'amaro in bocca, per poi riprendersi in alcune occasioni. Come si può notare una volta accesa la PS2 ed inserito il DVD, i programmatori di Namco hanno utilizzato il middleware di Criterion, il celebre Renderware, per confezionare il motore grafico del loro sparatutto in terza persona. I primi livelli di gioco lasciano un po' perplessi per il basso numero di poligoni utilizzati e per le texture non particolarmente definite. Oltretutto, avvicinandosi ad un soldato appena eliminato - ma bisogna fare in fretta, visto che dopo pochi secondi il corpo si smaterializza - si può notare, con un po' di disapprovazione per giunta, la mancanza dell'utilizzo di un filtro qualunque sulle texture che ricoprono il modello, apparendo sgranate e pixellose proprio per questo motivo. Una volta abituati ad un generalmente basso livello tecnico ecco che Namco ci sorprende con un'ambientazione particolarmente riuscita, una sorta di piattaforma su un mare tempestoso decisamente suggestiva anche grazie al cielo minaccioso e ai frequenti lampi e fulmini che lo attraversano nonché a tutta una serie di effetti di riflessione - la pavimentazione bagnata - che contribuiscono ad innalzare di molto il livello tecnico medio del prodotto. Purtroppo si torna ben presto ai precedenti livelli di qualità per poi esser nuovamente stupiti, una volta raggiunto una sorta di tempio cambogiano, da un impiego di texture particolarmente eleborate e un po' spiazzanti in un titolo, inizialmente, così spartano tecnicamente. Sia ben chiaro che mai si raggiungeranno vette toccate dalle produzioni più importanti su PS2, ma è anche vero che la pessima impressione iniziale sarà più volte smentita durante l'esperienza di gioco. Da non sottovalutare la presenza dell'opzione per la modalità 16:9, per la gioia di tutti i possessori di televisori dotati di questo formato. Per quanto riguarda la parte sonora, oltre ai già citati ottimi effetti sonori, è presente un commento musicale molto adrenalinico e sempre calzante, anche se in alcuni casi un po' troppo invadente. In ogni caso musiche quasi sempre sopra la media e particolarmente utili ai fini della creazione dell'atmosfera, in particolar modo durante quelle missioni in cui al giocatore è richiesto di fuggire da una certa locazione o portare a termine un compito in un quantitativo limitato di tempo.
Conclusioni
Kill.Switch è azione allo stato puro ed è anche un titolo in grado di stupire più volte, proprio a causa della sue scarse ambizioni tecniche e contenutistiche. Quella che, sulla carta, potrebbe sembrare un'azione ignorante e ripetitiva, si rivela ben presto ricca di soddisfazioni - e anche frustrazioni, a dire il vero - grazie alla necessità di implementerare strategie anche solo minime per poter sopravvivere al fuoco nemico, talvolta veramente voluminoso. Kill.Switch non passerà certo alla storia per aver rivoluzionato un genere, però è in grado di divertire per un po' di ore - non è eccessivamente longevo - chi volesse disintossicarsi da prodotti troppo cervellotici ed elaborati. Da non sottovalutare, anche se probabilmente un prezzo budget gli sarebbe più indicato considerata la breve esperienza di gioco ed una rigiocabilità non particolarmente eccelsa.
Recensione kill.Switch
Leggi la nostra recensione e le opinioni sul videogioco kill.Switch - 1160
Le
A prima vista moltoapparenze ingannano
simile ad un Freedom Fighters spogliato della presenza di altri commilitoni,
questo Kill.Switch, a dispetto delle apparenze, risulta una sorpresa quanto mai
gradita. Uscito un po' in sordina e senza l'accompagnamento del classico tam
tam pubblicitario che contraddistingue la release dei titoli più importanti, lo
sparatutto in terza persona di Namco, dopo un'inizio un po' “spartano”,
riserva più sorprese di quanto si sarebbe disposti a pensare. Risulta evidente
sin da subito che il titolo in questione non pretende di rappresentare una nuova
frontiera dal punto di vista dei contenuti, in quanto la storia che fa da sfondo
ai conflitti a fuoco che il giocatore dovrà affrontare appare appena delineata e
poco più che un pretesto. Le informazioni in nostro possesso riguardo al soldato
che saremo chiamati ad impersonare - una vera e propria macchina da guerra -
inizialmente saranno pari a zero, ma procedendo con le missioni i ricordi di una
precedente vita umana verranno lentamente a galla sotto forma di flash back via
via sempre più ricchi di dettagli. Insomma, un po' come accadeva nel film
Robocop, echi di vita umana faranno ben presto capolino nella mente del nostro
super soldato, aggiungendo di volta in volta ulteriori pezzi al puzzle
rappresentato dalla sua storia più recente.
Sparare alla cieca
Ciò che distingue Kill.Switch da
un qualunque altro sparatutto in terza persona è il fatto che per poter
sopravvivere nell'inferno di piombo che si scatena continuamente durante il
progredire del gioco occorre far ricorso ad una caratteristica particolare
introdotta, per l'appunto, dal titolo Namco: la possibilità di sparare contro
il nemico comodamente - si fa per dire - appartati dietro un muro o un bidone
(meglio se non ripieno di materiale infiammabile...) senza correre il rischio di
esporre parti del corpo al fuoco avversario. Il rovescio della medaglia è che
così facendo la mira del soldato peccherà in precisione, rendendo di fatto un
po' più difficoltoso aver la meglio sul nemico. Considerando poi che in alcuni
momenti le forze avversarie dispiegate in campo raggiungono livelli numerici
piuttosto considerevoli, appare chiaro che la possibiltà di far fuoco
nascondendosi dovrà essere utilizzata in concerto con altre tattiche, a maggior
ragione se si considera che non saremo gli unuci in grado di sparare riparandoci
dietro gli elementi di “arredo” dell'ambientazione. Un aiuto considerevole
nella riuscita della nostre missioni, che varieranno di volta in volta dalla
semplice infiltrazione in una base nemica alla detonazione di elementi sensibili
come sottomarini o centri di comunicazione, ci viene offerto dall'armamentario
messo a disposizione del giocatore, veramente vario ed in grado di dar grandi
soddisfazione alla nostra anima più guerrafondaia. Bisogna infatti riconoscere
che, complici effetti sonori decisamente “corposi”, la sensazione di potenza
derivante dall'uso delle armi disponibili, le stesse utilizzate anche dalle
forze nemiche e recuperabili dal nostro soldato una volta lasciate cadere dalla
vittima di turno, contribuisce ulteriormente a far scivolare il giocatore sempre
più nel ruolo di “macchina da guerra”. Lancia granate, fucili da cecchino e
mitragliatori di vario genere - postazioni fisse comprese - nonché bombe adesive
e flash. A proposito di queste ultime, è da segnalare la reazione nemica e del
nostro stesso alter ego se presenti nel raggio d'azione di questo tipo di
ordigno. Nel nostro caso un lampo ci impedirà di vedere ciò che ci sta intorno
per alcuni secondi ed un sibilo veramente molesto accompagnerà la sgradevole
sensazione di esser in totale balia del fuoco nemico. Il comportamento dei
soldati avversari, come conseguenza di questi effetti, sarà quella di perder
l'equilibrio e iniziare a sparare a destra e a manca, rendendoli di fatto
bersagli facilmente eliminabili (attenzione comunque a non finire
accidentalmente colpiti dal loro fuoco cieco) e dando vita ad una scena
veramente realistica. E realistiche, in generale, sono le reazioni dei nemici in
seguito ad una bella dose di piombo o altro - anche se la loro resistenza al
fuoco è decisamente poco umana - inflittagli dal nostro alter ego. Al limite
delle energie vitali tenteranno di trovar riparo, barcollando, dietro la cassa o
il muro più vicino mentre se raggiunti da una granata, cercheranno di salvarsi
lanciandosi il più lontano possibile.
Divagazioni
Tecnicamente Kill.Switch lascia datecniche
subito con l'amaro in bocca, per poi riprendersi in alcune occasioni. Come si
può notare una volta accesa la PS2 ed inserito il DVD, i programmatori di Namco
hanno utilizzato il middleware di Criterion, il celebre Renderware, per
confezionare il motore grafico del loro sparatutto in terza persona. I primi
livelli di gioco lasciano un po' perplessi per il basso numero di poligoni
utilizzati e per le texture non particolarmente definite. Oltretutto,
avvicinandosi ad un soldato appena eliminato - ma bisogna fare in fretta, visto
che dopo pochi secondi il corpo si smaterializza - si può notare, con un po' di
disapprovazione per giunta, la mancanza dell'utilizzo di un filtro qualunque
sulle texture che ricoprono il modello, apparendo sgranate e pixellose proprio
per questo motivo. Una volta abituati ad un generalmente basso livello tecnico
ecco che Namco ci sorprende con un'ambientazione particolarmente riuscita, una
sorta di piattaforma su un mare tempestoso decisamente suggestiva anche grazie
al cielo minaccioso e ai frequenti lampi e fulmini che lo attraversano nonché a
tutta una serie di effetti di riflessione - la pavimentazione bagnata - che
contribuiscono ad innalzare di molto il livello tecnico medio del prodotto.
Purtroppo si torna ben presto ai precedenti livelli di qualità per poi esser
nuovamente stupiti, una volta raggiunto una sorta di tempio cambogiano, da un
impiego di texture particolarmente eleborate e un po' spiazzanti in un titolo,
inizialmente, così spartano tecnicamente. Sia ben chiaro che mai si
raggiungeranno vette toccate dalle produzioni più importanti su PS2, ma è anche
vero che la pessima impressione iniziale sarà più volte smentita durante
l'esperienza di gioco. Da non sottovalutare la presenza dell'opzione per la
modalità 16:9, per la gioia di tutti i possessori di televisori dotati di questo
formato. Per quanto riguarda la parte sonora, oltre ai già citati ottimi effetti
sonori, è presente un commento musicale molto adrenalinico e sempre calzante,
anche se in alcuni casi un po' troppo invadente. In ogni caso musiche quasi
sempre sopra la media e particolarmente utili ai fini della creazione
dell'atmosfera, in particolar modo durante quelle missioni in cui al giocatore
è richiesto di fuggire da una certa locazione o portare a termine un compito in
un quantitativo limitato di tempo.
Conclusioni
Kill.Switch è azione allo stato puro ed è
anche un titolo in grado di stupire più volte, proprio a causa della sue scarse
ambizioni tecniche e contenutistiche. Quella che, sulla carta, potrebbe sembrare
un'azione ignorante e ripetitiva, si rivela ben presto ricca di soddisfazioni -
e anche frustrazioni, a dire il vero - grazie alla necessità di implementerare
strategie anche solo minime per poter sopravvivere al fuoco nemico, talvolta
veramente voluminoso. Kill.Switch non passerà certo alla storia per aver
rivoluzionato un genere, però è in grado di divertire per un po' di ore - non è
eccessivamente longevo - chi volesse disintossicarsi da prodotti troppo
cervellotici ed elaborati. Da non sottovalutare, anche se probabilmente un
prezzo budget gli sarebbe più indicato considerata la breve esperienza di gioco
ed una rigiocabilità non particolarmente
eccelsa.
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