Recensione Killer 7

Sette uomini ed un'unica mente malata...

Recensione Killer 7
Articolo a cura di
Disponibile per
  • PS2
  • NGC
  • Pc
  • Harnan Smith, l'uomo del mistero

    Benvenuti nella mente di Harman Smith, il killer più famoso del ventunesimo secolo; ben poco si sa di lui, del suo aspetto, della sua vita privata e delle sue “particolarità”, molte però sono le leggende che circondano questo anziano assassino e il gruppo di sicari che egli stesso ha formato per servirlo.
    Di lui si dice che ormai sia ridotto all’immobilità, c’è chi giura di averlo visto giacere su una sedia a rotelle, con lo sguardo vacuo del demente. Altri affermano che il suo corpo lo abbia abbandonato ma che la sua mente sia più attiva che mai, pronta a guidare i suoi fedeli Killer 7 negli incarichi più delicati che i governi di tutto il mondo gli affidano ogni giorno.
    Harman non ha alcun contatto con i suoi clienti, affida la “burocrazia” al fedele Garcian Smith, imponente ed elegantissimo afroamericano, che è anche il suo unico contatto con il mondo esterno. Altrettanto mistero circonda i membri del sindacato “Killer 7”; di loro si raccontano le cose più assurde: c’è chi racconta di un giovane assassino cieco capace di correre come il vento, chi riferisce la presenza di un fantasma nel gruppo, e chi assicura che Garcian, il membro più importante del sindacato, sia in grado di vincere la morte con i suoi poteri... Ad ogni modo tutte le voci sono concordi nel definire i poteri dei sette “Smith” almeno soprannaturali. I più avventati arrivano a supporre che questi sette killer, così grotteschi, differenti dai comuni esseri umani e capaci di azioni incredibili, altro non siano che manifestazioni fisiche della mente potente e sanguinaria di Harman Smith, un uomo che ha passato la maggior parte della sua vita a nutrirsi del rosso fluido vitale delle sue vittime..
    Il nuovo mondo ha bisogno di “esseri” come Harman Smith e i Killer 7 per mantenere la pace creata all’alba del ventunesimo secolo. Da molti anni le nazioni di tutto il mondo progettavano il raggiungimento della pace planetaria ma solo con l’avvento del nuovo millennio il piano è stato attuato. Ogni forma di trasporto aereo civile è stata eliminata e i maggiori network soppressi. Gigantesche vie di comunicazione terrestri squarciano gli oceani, collegando fisicamente i continenti, rendendoli una cosa sola. Le migliaia di testate nucleari dislocate nei punti più remoti di tutto il pianeta, sono state rese inoffensive facendole esplodere fuori dalla stratosfera. Per molte notti il chiarore provocato dai “Fireworks”, i fuochi d’artificio, ha illuminato a giorno l’intera Terra; gli esseri umani ricorderanno questi momenti come quelli che diedero inizio al primo vero periodo di pace mondiale...
    Ogni cosa però è destinata a terminare e ben presto nel mondo nascono i primi focolai di ribellione a questa “forzata” pace: atti terroristici, sindacati clandestini, trame segrete tornano a far parte della realtà del nostro pianeta; per arrestare rapidamente il diffondersi di questa piaga i governi di tutto il mondo decidono di ricorrere a metodi poco ortodossi ma sicuramente più efficaci delle burocratiche “vie legali”: uno di questi è l’utilizzo di killer professionisti.
    Ancora una volta Harman Smith, i suoi misteriosi alleati e il sindacato Killer 7 sono chiamati dal mondo a ristabilire l’ordine; questa volta il pericolo è più subdolo e grande di quanto si sia visto in precedenza: misteriose e invisibili creature note come Heaven Smiles minacciano la pace nel mondo. Alla loro guida si trova l’ambiguo Kun Lan, amico e acerrimo rivale di Harman Smith.
    Riusciranno i Killer 7 a sventare i piani di Kun Lan? La pace nel mondo sarà salva? Presto queste facili domande verranno dimenticate e cederanno il passo a nuovi interrogativi ben più inquietanti... Chi sono gli Heaven Smiles? A cosa mira davvero Kun Lan?
    E’ vera pace quella che si cerca di difendere?

    Killer 7 è l‘ultimo dei “Fabolous Five”, una serie di cinque giochi, inizialmente destinati al Nintendo Gamecube e successivamente trasportati anche su Playstation2; per molti mesi il pubblico ha potuto ammirare gli enigmatici screenshot tratti dal gioco, lo stile genuino della grafica, la bizzarra caratterizzazione dei protagonisti e le tinte scure e grottesche usate per le ambientazioni. Poche, invece, sono state le informazioni su trama e gameplay di quest’ultima fatica di casa CapCom, talmente poche che per molto tempo si è dubitato fortemente proprio della giocabilità, se non della distribuzione del gioco...
    Oggi Killer 7 ha finalmente raggiunto i negozi italiani e ora la sua custodia, dalla misteriosa copertina rosso sangue, fa bella mostra sugli espositori, carica del mistero che ha avvolto questo titolo dal giorno della sua prima apparizione. E’ ora di affrontare un lungo viaggio all’interno della mente contorta e letale di Harman Smith..

    Gli Heaven Smiles l'invisibile...

    Killer 7 è un gioco assolutamente difficile da descrivere, così come è faticoso abituarsi alla disarmante semplicità del suo gameplay. Non è un action game, scordatevi complicate combo e lunghe sessioni di prova per il sistema di comando. Non è nemmeno un first person shooter, sebbene gli scontri a fuoco siano visualizzati in prima persona. Un delicato mix di questi elementi e di una buona dose di elementi adventure creano la miscela che caratterizza il gameplay di Killer 7.
    Nel gioco impersonate i sette killer che vivono alle dipendenze di Harman Smith; il gioco è diviso in una serie di missioni, o incarichi, che si concluderanno con l’assassinio del sospettato. Per giungere al nostro fine dovremo sfruttare al meglio le peculiarità di ognuno dei membri del sindacato.
    Ciascuno dei sette “Smith” possiede una propria abilità e una serie di parametri che definiscono i parametri di combattimento. Per esempio Con Smith è velocissimo e spara con due pistole contemporaneamente, ma è fisicamente più debole rispetto ad altri e i suoi colpi non sono efficaci quanto quelli di altri Killer. Coyote Smith può manomettere facilmente qualsiasi lucchetto e riesce a raggiungere con un balzo il piano superiore di un palazzo. Kaede Smith, l’unica donna del gruppo, è specializzata nei tiri di precisione (ha una pistola dotata di mirino telescopico) e nell’eliminazione delle barriere. Kevin Smith può diventare invisibile e può infierire sui suoi nemici con dei piccoli ma letali coltelli.
    Lo sfruttamento di queste abilità permetterà al gruppo di procedere nell’esplorazione delle molte locazioni in cui è divisa l’area di gioco.
    Il sistema di controllo, che ci permette di interagire con le nostre controparti digitali, è di una semplicità disarmante; per fare avanzare il protagonista è sufficiente premere il tasto X, per farlo tornare sui suoi passi bisogna fargli invertire il senso di marcia premendo il tasto triangolo. Il nostro alter ego si muove su un binario predefinito fino al momento in cui si trova ad un incrocio, in cui vengono proposte al giocatore diverse possibilità, strade alternative, osservazione o raccolta di oggetti, dialogo con personaggi o puzzle da risolvere. Una volta raggiunto un “punto di incrocio” si apriranno sullo schermo dei “fumetti”, ognuno dei quali rappresenta una possibile scelta. Muovendo la leva analogica, nella direzione che indica la nostra scelta, e premendo il tasto X procederemo nel gioco.
    I nostri, gli Heaven Smiles, sono invisibili agli occhi dei comuni esseri umani; il loro stile di combattimento è semplice e allo stesso tempo inquietante: avanzano lentamente verso il nemico per poi farsi saltare per aria, una volta giunti ad una distanza adeguata. Eliminare gli Heaven Smiles è semplice: basta riempirli di piombo. La presenza di un Heaven Smile nelle vicinanze è segnalata da una tetra risata che giunge dal nulla. Premendo il tasto R1 si passa alla modalità in prima persona; esaminando l’area in questa visuale vi accorgerete della presenza di “ombre” nel paesaggio. Premendo il tasto L1 l’immagine viene “messa a fuoco”, smascherando il nostro nemico, uno strano essere dagli occhi neri e vuoti e il sorriso deforme, che avanza lentamente verso di noi. Non rimane altro da fare se non fuggire o ucciderlo. I primi Heaven Smiles richiedono un approccio semplice per essere abbattuti, successivamente dovremo affrontare nemici sempre più complessi, che richiedono di essere colpiti solo in certi punti (ben nascosti).
    Tutto Killer 7 ruota attorno al sangue; uccidere un Heaven Smile significa far spruzzare litri di rosso liquido dal suo corpo e imbrattare qualsiasi cosa sia nei dintorni. Harman si nutre di questo sangue, da esso trae energia e potere per le sue missioni. Ogni volta che un nemico cade al suolo il nostro alter ego digitale assorbe parte del sangue lasciato dal rivale. Tale sangue, definito “Thin Blood” sarà usato per migliorare le caratteristiche dei singoli killer. Esiste poi un altro tipo di sangue, il “Thick Blood” e si ottiene in un modo leggermente differente: durante gli scontri a fuoco, nel momento in cui, premendo il tasto L1, smascherate un Heaven Smile, potrete osservare un flebile luccichio provenire dal corpo del nemico. Quella luce rappresenta il punto debole del nostro avversario. Se riuscite a colpire questo punto, con un singolo colpo ben assestato, questo scomparirà all’istante e tutto il suo sangue sarà assorbito dal killer e immagazzinato in una provetta. Questo “Thick Blood” può essere usato essenzialmente in due modi: innanzi tutto è possibile, tramite l’utilizzo di alcune fiale di sangue, dare maggior vigore al nostro fuoco; premendo il tasto quadrato nella visuale in prima persona, si carica un colpo speciale, in grado da solo di abbattere alcuni dei nemici più coriacei. Il secondo utilizzo, ben più importante, prevede il recupero dell’energia persa nel contatto (esplosivo ) con un Heaven Smile. In ogni momento del gioco, premendo il tasto START, è possibile avere accesso ad un menu in cui utilizzare questo sangue per recuperare in parte la vitalità dei singoli membri del sindacato. Da questo menu è possibile, in ogni momento del gioco, la scelta del personaggio da utilizzare. Una volta scelto il nostro alter ego vedremo il personaggio utilizzato in precedenza esplodere in una nuvola di sangue, per poi “coagulare” nel nuovo assassino, una sequenza davvero inquietante...

    La vita e la morte

    L’unico killer che non si può selezionare da questa schermata è Garcian; per potersi trasformare nell’imponente africano è necessario trovare delle particolari stanze, denominate “Harman’s Rooms”. All’interno di queste buie e scure camere si trovano tre cose: un televisore, l’assistente di Harman, Samantha e Iwazaru, una delle inquietanti “entità” che affollano l’intero Killer 7.
    Tramite il televisore è nuovamente possibile selezionare il Killer da utilizzare, Garcian compreso. Ogni canale televisivo del vecchio trasmettitore a tubo catodico visualizza uno dei membri del sindacato, immobile o assopito. Prima di selezionare un personaggio è possibile “gestire” le sue abilità e potenziarlo dotandolo di nuovi poteri. L’undicesimo canale televisivo mostra un medico in attesa di operare. Se selezionate questo canale metterete in moto un processo di trasformazione del “Thin Blood” in un siero che può essere utlizzato per migliorare i parametri dei nostri killer. Potrete rendere il nostro personaggio più rapido negli spostamenti, nella ricarica dell’arma o più preciso nel tiro. Superando certi livelli di potenziamento al killer saranno assegnate delle abilità aggiuntive, come la possibilità di eseguire contrattacchi, utilizzare dei super colpi o di infierire sugli avversari caduti a terra.
    Selezionare Garcian Smith ha uno scopo ben preciso: il potere speciale di questo killer gli permette di riportare in vita quei compagni caduti in combattimento. Se per un caso (non troppo raro...) venite uccisi da un Heaven Smile, il gioco non termina ma riparte dall’ultima Harman’s Room visitata, qui potete scegliere un nuovo killer da utlizzare. Il compagno caduto in battaglia non sarà perso per sempre; transitando nel luogo in cui è morto potete assistere ad una scena raccapricciante: sul pavimento si trova il classico disegno in gesso raffigurante il cadavere rinvenuto e, al centro della figura, un sacchetto di carta insanguinato e pulsante di vita. Nessuno, tranne Garcian, può fare nulla di quel sacchetto; selezionando il nero killer e avvicinandovi al sacchetto assisterete alla sequenza in cui l’uomo raccoglie i miseri resti e li depone nella sua valigetta.
    Pochi secondi dopo vi troverete nuovamente al televisore, pronti a resuscitare il compagno defunto.
    In alcune delle stanze è possibile trovare Samantha, la giovane e ambigua (capirete poi perché) infermiera che accudisce l’invalido Harman Smith; a lei è affidata la funzione di salvataggio della partita. L’ultima figura che si può incontrare nella Harman’s Room è Iwazaru, un fantasma dalle sembianze raccapriccianti, che pende dal nulla appeso ad una corda. Costui si proclama assistente di Harman e a lui è affidato il database delle informazioni di gioco: tutti i dati che riguardano il gameplay, le abilità dei personaggi, i profili di amici, nemici e spiriti vari è affidato a lui. Ad Iwazaru è assegnata anche la funzione di consigliere di gioco: durante le nostre missioni lo incontrerete spesso, appeso alla sua corda, intento a fornirvi indizi e informazioni.
    Samantha e Iwazaru non sono gli unici personaggi inquietanti che ruotano attorno ai sette killer e al loro padrone: una moltitudine di spiriti, spettri e manifestazioni raccapriccianti danno vita (sempre se così si può dire...) alle missioni in Killer 7: questi fantasmi, che affiancano Harman durante tutto il gioco, forniscono preziose informazioni e indizi, come capita con Iwazaru o con Travis, uno spirito piuttosto scaltro che sembra saperla piuttosto lunga sulle trame ordite dai governi di tutto il mondo. Altre entità forniranno aiuto materiale, come nel caso della tenera Suzie, una testa di donna che appare saltuariamente in qualche ripostiglio con un oggetto tra i denti e un breve racconto della sua passata vita da serial killer. E’ grottesco pensare che tanto aiuto deriva dalle anime di coloro che sono stati uccisi da Harman Smith...

    Arte interattiva

    Tecnicamente killer 7 innalza il livello di arte videoludica di qualche punto: non ci sono milioni di poligoni, effetti speciali o altro: c’è vera grafica, rappresentazione e arte figurativa. Tutto in Killer 7 a suo modo è originale e vivo; la prima visione della morte di un killer è davvero turbante e le frenetiche scritte che appaiono durante il gioco lasciano per qualche istante storditi.. Il gioco di chiaroscuri creato dal particolare utilizzo del cel shading trasforma il mondo di Killer 7 e i suoi abitanti in un fumetto in puro stile “noir”.
    Gli Heaven Smiles sono esseri semplici, essenziali, ma non approssimativi. Nel gioco si affrontano parecchi tipi di “sorrisi”, ciascuno caratterizzato da uno stile di combattimento e punto debole ma; per quanto irreali e suggestivi questi esseri invisibili sono credibili nel loro ondeggiare con calma verso il fatale destino e quando aggrediscono il giocatore lo fanno con rabbia e determinazione...
    Le decine di Cut Scenes, sono realizzate con una moltitudine di differenti stili; alcune sono in realtime, altre sono dei filmati in puro stile “Anime”, altre ancora sono più simili allo stile “dark” americano. Tutte comunque sono accomunate da una cura estrema sia per la regia, per la cosmesi e per i contenuti. L’unica critica che si può muovere al comparto video riguarda alcuni vistosi cali di frame rate nelle sequenza più caotiche.
    L’audio è bello e inquietante quanto la grafica: in killer 7 vengono sperimentati nuovi suoni mai sentiti prima nel mondo del videogame e grazie a questi i già provati nervi del giocatore subiscono un ulteriore scossone. Gli Heaven Smiles, che si annunciano con una risata agghiacciante differente per ogni tipologia di nemico, mentre avanzano inesorabili cantano sottovoce, come se fossero contenti di avvicinarsi alla loro morte... gli spettri che circondano Harman Smith gli parlano, ma emettono un linguaggio a noi sconosciuto, simile alla voce distorta che echeggia in un tubo, ma ancor più incomprensibile... Le musiche sono un misto tra le melodie più classiche europee e i ritmi più misteriosi dell’antico oriente.

    Violenza Digitale

    La violenza digitale trova un nuovo imperatore in Killer 7: tutto, nell’ultima fatica di CapCom è violento e inquietante, dai caratteri con cui sono scritti i titoli, che vibrano e ridono di una risata isterica, agli stacchi di caricamento tra uno stage e l’altro, che ritraggono una luna che pulsa ed emette un suono gutturale... Il sangue è uno dei fattori che meno incide nel gioco, le scene in cui i corpi vengono dilaniati dai proiettili, gli spettri dall’aspetto innaturale, le storie stesse dei personaggi, degli assassini e degli spiriti, trasudano violenza ad altissimi livelli. A completare l’opera ci sono scene di sesso piuttosto equivoche e lievemente celate.
    La prima sensazione che si prova giocando a Killer 7 è un profondo disagio: ci si sposta premendo un tasto e si interagisce con personaggi che parlano in modo assolutamente incomprensibile. Le poche azioni che si possono effettuare, soprattutto a causa della scarsa padronanza di gioco, opprimono il giocatore e lo rendono prigioniero di un gioco che affascina nel suo aspetto cosmetico ma provoca rifiuto a causa del gameplay apparentemente legnoso. Presto, però, il disagio scompare e il giocatore ha la possibilità di vivere una delle storie più intense, poliedriche e violente che la storia del videogioco ricordi. Il mondo raccontato da Killer 7 è assurdo, ordinatamente caotico, ricco di trame ordite nell’ombra e di “falsi nemici” così come solo il grande Masamune Shirow è in grado di raccontare (il celebrato mangaka autore di Appleseed e The Ghost in the Shell). Tutti i personaggi sono caratterizzati in modo divino; il loro scopo è colpire il giocatore e ognuno a suo modo ci riesce alla grande, anche con un singolo dettaglio. Anche il gioco, una volta impratichiti, allenta quella rigida morsa che attanaglia il giocatore e cede il passo ad una struttura che, per quanto non proprio originale, viene proposta in un modo alternativo e ricco di spunti per futuri sviluppi.

    Killer 7 Killer 7Versione Analizzata PlayStation 2Killer 7 non è semplicemente un gioco: è un esperienza visiva, narrativa ed emotiva. Tutto è studiato ad arte per regalare emozioni, coinvolgere, turbare e incollare il giocatore al monitor, dalla prima all’ultima scena del gioco e oltre, vista l’ottima rigiocabilità del titolo. Non si fa fatica ad essere calamitati nell’assurdo futuro in cui vivono Harman Smith e soci e la voglia di comprendere fino in fondo le trame segrete che muovono gli Heaven Smiles (e i potenti che sono ad essi collegati) sono un fortissimo stimolo a proseguire nell'interpretazione degli eventi di questo gioco. E poi c'è un senso di inquietudine così intenso, raramente si è provata una simile angoscia in un videogioco, la paura dell’incomprensibile. Un esperienza estrema non può, per forza, essere gradita da tutti: le tinte di questo gioco sono spesso molto forti e gli argomenti trattati non sono adatti ad un pubblico troppo giovane. Inoltre, coloro che cercano un gameplay avvincente e completamente interattivo, potrebbero storcere il naso di fronte alle meccaniche “elementari” di Killer 7. In effetti la struttura di gioco è la parte mano ricercata di questo titolo così ambizioso e così corposo; forse il team di sviluppo ha cercato apposta di creare una struttura semplice al punto di poter facilmente gestire l’intero gioco e godersi le sfumature della grafica e lo spessore di personaggi e trama. Forse un po’ di più poteva essere dato a questi giocatori del ventunesimo secolo, capaci ormai di digerire giochi ben più complessi senza il minimo problema. Un altro tallone di Achille che affligge Killer 7 (in versione PS2) riguarda i tempi di accesso al DVD; i frequenti caricamenti sono piuttosto lenti nella versione PS2 e rompono parecchio il ritmo nelle fasi di azione e la tensione nelle fasi di esplorazione. Ultima nota di biasimo va alla pessima localizzazione italiana: Killer 7 sbarca nel nostro paese privo del minimo accenno al nostro idioma. Il problema, già grave durante il gioco si accentua nelle molte ed importantissime Cut Scenes, recitate divinamente ma in un inglese molto complesso, rapido e senza il minimo sottotitolo! Il rischio di perdersi parecchi dettagli sulla trama di questo gioco è tangibile, è inutile girare tanto attorno al problema. Tirando le somme possiamo affermare tranquillamente che Killer 7 è un gran bel gioco, non esente da difetti, critiche o interpretazioni personali, ma comunque un prodotto confezionato con quella classe e voglia di proporre qualcosa di innovativo che contraddistingue la produzione Capcom degli ultimi anni. Davvero un gran bel lavoro!

    8.5

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