
King Arthur Knight's Tale Recensione: il riflesso oscuro del mito arturiano
A un anno dalla pubblicazione in early access, il GDR tattico King Arthur Knight's Tale approda su PC con la versione definitiva.
Riuscire a districarsi nel labirintico ciclo arturiano non è impresa da poco. I numerosi autori che hanno contribuito ad espandere le avventure del leggendario re britannico e dei suoi cavalieri le hanno rese componenti fondamentali dell'immaginario occidentale. La miriade di personaggi, le imprese eroiche, gli intrecci amorosi e gli incontri soprannaturali, hanno vissuto un'infinita serie di riproposizioni, in chiave più o meno storica: ne sono testimoni i numerosi adattamenti televisivi e cinematografici degli ultimi anni. Non sorprende allora che tali vicende vengano adattate anche in ambito videoludico. Lo sa bene NeocoreGames, studio ungherese già autore di due titoli basati sulle leggende britanniche.
King Arthur: The Role-Playing Wargame e il suo seguito dallo stesso nome cercavano di proporre un mix di elementi strategici in tempo reale e componenti ruolistiche, facendoci vestire prima i panni del Once and Future King in persona, e poi di suo figlio (a proposito, vi va di fare un viaggio nel tempo sul nostri sito leggendo la nostra recensione di King Arthur: The Role-Playing Wargame?). Gli sviluppatori di Neocore hanno deciso di provarci nuovamente, rimescolando però le carte in tavola. King Arthur: Knight's Tale è una rivisitazione in chiave dark fantasy della mitologia arturiana. Richiamati dalla Dama del Lago, vestiremo i panni di Sir Mordred, nemico e traditore di re Artù, per sconfiggere un male antico impossessatosi dell'ex sovrano di Camelot. Il gioco, proponendo un'originale rilettura del materiale di partenza, unisce strategia e tattica a meccaniche da GDR. Starà a noi decidere se essere il saggio sovrano della nuova Camelot, o regnare con il pugno di ferro sulle terre mistiche di Avalon.
Condotta morale
Morto insieme ad Artù nella battaglia di Camlann, Mordred, insieme a tutti i cavalieri che gravitavano intorno alla corte di Camelot, si risveglia in una Avalon corrotta e oscura. Una forza malefica è all'opera e solo noi potremo guidare i cavalieri della Tavola Rotonda attraverso boschi, villaggi e fortezze per impedire che un esercito di non morti conquisti le terre dell'isola mistica. A supervisionare la nostra avventura sarà l'onnipresente Dama del Lago, disposta a risvegliare il nemico mortale del suo prescelto, ora turpe e malvagio, pur di porre fine all'avanzata delle forze oscure.

Il risveglio di Mordred, e l'invito da parte degli sviluppatori ad interpretare proprio questo personaggio, è il pretesto narrativo per implementare un sistema di moralità del protagonista. Fin dal principio saremo posti di fronte a scelte di vario genere che influenzeranno concretamente lo svolgimento: troveremo opzioni di dialogo durante le missioni, o eventi e decisioni riguardanti la fase gestionale che impattano il punteggio morale di Mordred. Spostandosi tra quattro quadranti, il nostro allineamento potrà variare tra quello di un regnante giusto o di un tiranno, oppure orientarsi verso un percorso religioso cristiano o pagano.
Al raggiungimento di determinati punteggi, ci saranno garantiti bonus specifici in linea con il nostro comportamento: avremo modo di reclutare personaggi canonicamente buoni o cattivi, e potremo sbloccare anche upgrade per alcuni edifici della nostra fortezza. Purtroppo confermiamo l'impressione data durante il periodo di early access: fornire bonus di entità crescente in base alla polarizzazione del nostro allineamento non permette una reale personalizzazione morale del protagonista.

Offrire ricompense dietro un sistema di moralità porta a svantaggi concreti nell'adottare una legittima condotta ambigua, o quantomeno ponderata sulla base delle esigenze o preferenze situazionali. Più che di scelte morali possiamo dunque parlare di "pianificazione etica" del nostro personaggio all'inizio dell'avventura, in modo simile a quanto avviene in una campagna D&D. Sebbene il nostro allineamento impatti anche la lealtà verso la causa degli eroi reclutati, modificando in questo modo la loro efficacia in battaglia (fino alla possibilità che questi decidano addirittura di abbandonarci), i benefici in termini di upgrade e bonus strategici superano di gran lunga le conseguenze negative.
Si muore una volta sola
King Arthur Knight's Tale è un gioco piuttosto personalizzabile per quanto riguarda la difficoltà, ma non per questo poco stimolante per chi cerca un certo grado di sfida. Diversi aspetti sono cambiati durante lo sviluppo: se inizialmente la barra della difficoltà era settata piuttosto in alto, ora è possibile modificare il livello anche tra una missione e l'altra. Potremo decidere di affrontare il gioco godendoci maggiormente la trama grazie alla modalità storia: così facendo non dovremo temere di perdere definitivamente i nostri eroi nel caso dovessero cadere in battaglia.
Gli ostacoli non mancheranno in ogni caso: ferite frequenti, di entità variabile, limiteranno spesso le capacità dei nostri eroi, anche in modo permanente. Il gioco punta infatti sull'irreversibilità delle conseguenze delle nostre scelte etiche e tattiche. È alle difficoltà maggiori che il titolo esprime tutta la sua brutalità. Poche cure, limitate risorse e una gestione necessariamente oculata delle abilità in battaglia si traducono in un solo concetto: salvare il più possibile. Per quanto impopolare tra i puristi del genere, ricaricare la partita è stato necessario in un paio di occasioni, per evitare di ritrovarsi in una situazione di non ritorno. King Arthur ci fornirà comunque delle indicazioni sull'adeguatezza del nostro party: dalla mappa di gioco potremo vedere il livello consigliato per affrontare ogni missione e decidere quindi se sarà il caso di concentrarsi temporaneamente su obiettivi diversi.
Se da una parte l'opera spinge alla prudenza sotto praticamente ogni aspetto, l'interpretazione data alla gestione del permadeath è quanto mai peculiare. Non solo la (ri)morte di uno dei nostri personaggi potrà garantirci buff di vario genere, da ottenere recandoci nella cripta dove sono sepolti e pregando sopra le loro spoglie, ma prima o poi sarà necessario comunque separarci da loro. I posti alla nuova Tavola Rotonda sono limitati, e solo circa la metà potrà risiedere nel castello-fortezza di Camelot ed essere attivamente arruolabile per le missioni.
Il castello di Camelot
La gestione del castello di Camelot (o meglio: la versione dell'aldilà di Camelot) è l'attività che ci terrà impegnati quando non saremo in missione. Al nostro arrivo la fortezza sarà completamente in rovina e starà a noi portarla ai fasti di un tempo. Gli edifici che potremo ricostruire sono sette. Nel torrione principale troviamo la Tavola Rotonda, nella quale emanare leggi e decreti, per ottenere maggiore esperienza durante le missioni o aumentare i ricavi di risorse. Nella cattedrale e all'ospedale potremo curare i nostri eroi, mentre nel mercato avremo la possibilità di vendere o acquistare equipaggiamento.

Il campo di addestramento ci permetterà di far accumulare esperienza agli eroi non impegnati nelle missioni mentre nella cripta, come detto, potremo commemorare i compagni caduti in battaglia. Più isolata troveremo la torre incantata, dove sfruttare le nostre conoscenze alchemiche per forgiare oggetti magici. Ogni edificio è migliorabile spendendo oro e materiali da costruzione, entrambi ottenibili al termine di ogni incarico.
Rispetto alla versione early access, il sistema economico è stato rivisto: se il bottino ricavato dalle missioni permetteva a malapena di comprare qualche pozione, e gli upgrade degli edifici erano un lontano miraggio, ora con una gestione attenta delle finanze e la rivendita di equipaggiamento in disuso riusciremo tranquillamente a procedere all'upgrade di ogni edificio. Ricoverare gli eroi feriti è fondamentale, così come permettere a ognuno di livellare equamente: non farlo ci costringerebbe ad utilizzare lo stesso party, incappando quasi certamente in gravi infortuni che, lo ricordiamo, possono causare malus permanenti.

Se decideremo di curare o far crescere di grado i cavalieri in maniera gratuita, il tempo richiesto sarà di tre missioni. Un lasso temporale decisamente troppo lungo per fare a meno dei nostri eroi e ottenere qualche beneficio tangibile. Spendendo oro è possibile ridurre il tempo a una sola missione: si tratta di una soluzione molto allettante, anche se la scarsità di risorse costringe il giocatore a ponderare molto attentamente l'opzione.
Gestione del party
A Camelot dovremo gestire anche il nostro party, gli equipaggiamenti di ogni cavaliere e distribuire punti abilità. Sarà possibile leggere la storia di ognuno dei compagni, e avere in questo modo un background narrativo che ci aiuterà a orientarci nel dedalo di personaggi e avvenimenti della saga arturiana. La sezione ruolistica è sufficientemente dettagliata, e ci dà modo di controllare con chiarezza di ogni aspetto dei membri della nostra corte. Le rune, applicabili a armi e armature per migliorarne le statistiche, oltre che gli oggetti magici e le pozioni curative saranno depositate in un inventario comune.
Tuttavia saranno equipaggiabili solamente gli oggetti compatibili con la classe del personaggio: ogni eroe infatti appartiene a una classe non modificabile, da cui dipenderanno anche le abilità sbloccabili tramite level up. La scelta degli equipaggiamenti si limita purtroppo alla selezione dell'arma più forte, e lo stesso si può dire per lo sblocco di abilità, uguali per tutti gli eroi della stessa classe. Non sarà possibile quindi esplorare setup molto eclettici, o diversificare eccessivamente personaggi appartenenti alla medesima classe; un aspetto che riduce la profondità tattica generale degli scontri.
L'esplorazione di Avalon
Dalla mappa di Avalon, un'isola ricoperta di boschi e puntellata di piccoli insediamenti, potremo scegliere la missione da affrontare. Lo scopo generale è quello di ristabilire il dominio sulle terre di Avalon e ricacciare l'oscurità che ha deciso di invaderle. Nel corso degli incarichi dovremo guidare un party di quattro eroi attraverso mappe isometriche alla ricerca di nemici da sconfiggere e tesori da reclamare. Gli ambienti di gioco, pur presentando un buon dettaglio grafico, non fanno gridare al miracolo: a farsi sentire maggiormente è la mancanza di vera interattività con il setting.
Rispetto alle precedenti versioni del gioco la varietà di elementi su cui investigare è leggermente aumentata: occasionali NPC, che ci potranno affidare obiettivi secondari, e falò e tempietti, per curarci o ottenere buff temporanei, sono ancora presenti; ora potremo trovare anche resti di antiche battaglie o forzieri da depredare e, talvolta, lettere di persone che ci forniranno qualche approfondimento in termini di lore. Ciononostante, gli ambienti da esplorare offrono pochi spunti di interesse: oltre ad apprezzare lo scenario spettrale in cui saremo immersi, non potremo fare molto altro. Ad aiutarci nella navigazione delle varie zone avremo a disposizione una minimappa, che è tornata utile in più di un'occasione nel suggerire la direzione da percorrere. La possibilità di avere una visuale più estesa dell'area di gioco, oltre alla possibilità presente di ruotare l'inquadratura, avrebbe forse reso l'esplorazione più agevole: più di una volta ci siamo ritrovati a ripercorrere lo stesso vicolo cieco nel tentativo di proseguire nella missione, essendoci affidati a elementi decorativi della mappa che, tuttavia, tendono leggermente a ripetersi.
Sul campo di battaglia
È nelle battaglie tattiche a turni che il gioco entra nel vivo. Navigando per le mappe della missione incroceremo le lame con nemici di diversa natura. Non è necessario combattere tutte le battaglie in cui ci imbatteremo, ma una volta avviata la fase di scontro non è possibile tirarsi indietro. L'ispirazione a XCOM è chiara: i nostri eroi possono muoversi all'interno di aree prestabilite e definite da una griglia di quadrati, in cui è necessario spendere punti azione per attaccare, usare abilità e spostarsi (ecco la recensione di XCOM 2).

Le similitudini con la serie Firaxis non finiscono qui: si va dal sistema di copertura parziale o totale fino alla meccanica di overwatch, che ci permette di attaccare un nemico durante il suo turno se questo entra nel nostro raggio d'azione, passando per le abilità di contrattacco e indebolimento da status. Avremo a disposizione una sufficiente quantità di abilità che sarà necessario utilizzare per ribaltare le sorti degli scontri. Pianificare attentamente ogni turno e il posizionamento nella mappa, sfruttando al meglio tutte le nostre capacità da mischia e a distanza, è indispensabile per orientare a nostro favore l'esito delle battaglie, che ci vedranno costantemente in inferiorità numerica.
Il nostro party è composto da quattro eroi tra quelli che saremo riusciti a reclutare durante le missioni, ma spesso saremo affiancati da personaggi già presenti nella mappa di gioco per i più disparati motivi. Questo permette di ottenere un buon potenziale di danni per superare tutte le battaglie, ma è utile in questo frangente ribadire un concetto già espresso nei paragrafi precedenti: il gioco non perdonerà leggerezze, specialmente alle difficoltà più alte.

Meglio abituarsi all'idea di utilizzare un roster variegato di tecniche per superare con efficacia ogni missione. Volenti o nolenti ci troveremo a impiegare ogni classe che il gioco ci propone, vista l'entità delle ferite che i nostri eroi subiranno. Il gioco non è avaro di personaggi: i 30 reclutabili si dividono in 6 classi diverse, due per tipo di attacco (a distanza, melee e magico), offrendo ad ogni amante del genere tattico tutta la varietà di cui ha bisogno per predisporre una strategia ottimale.
Un dark fantasy classico
Al contrario dell'abbondante numero di personaggi giocabili, i nemici sono piuttosto monotoni. Tralasciando qualche sparuto avversario più ispirato, sia gli ostili umani che quelli non-morti si presentano con caratteristiche non troppo originali: si va dai pesanti nemici corazzati fino agli agili e furtivi scout, passando per stregoni e creature del folklore britannico.
L'ottima cura nei modelli e nelle animazioni dei personaggi si scontra con un character design che sembra mancare di rielaborazioni distintive, attingendo costantemente a un immaginario gotico piuttosto basilare, in forma simile a quanto visto nel mastodontico boardgame Tainted Grail. Ogni eroe, cavaliere o mago presenta comunque un livello di dettaglio grafico lodevole, figlio di uno stile artistico dalle tinte horror che conferisce alla rilettura in chiave gotica della saga arturiana spunti estetici e ludici di notevole interesse. La curiosità di scoprire chi si cela dietro le forze che tentano di conquistare le terre di Avalon ci ha spinto a proseguire con curiosità nella missione affidataci dalla Dama del Lago. Incalzati anche da una colonna sonora pressante e d'atmosfera, il trasporto nel compiere le nostre imprese (dalla durata di più di 30 ore) è stato purtroppo minato alla lunga dalla varietà visiva di ambientazioni e nemici che ci siamo trovati ad affrontare.
Considerata la mole di contenuti, è encomiabile lo sforzo da parte del team ungherese per proporre un prodotto interamente doppiato, pur mancando una localizzazione italiana in testi e dialoghi.
King Arthur Knight's TaleVersione Analizzata PCGiocando al titolo di NeocoreGames, abbiamo avuto sensazioni contrastanti. Se dal punto di vista tattico e gestionale il prodotto può offrire una sfida impegnativa anche per i giocatori più esigenti, alcune scelte nelle meccaniche ludiche appaiono non del tutto a fuoco. La cura tecnica per ogni aspetto appare evidente fin dai primi minuti e le ambizioni del team di sviluppo nel voler creare un’epica storia di battaglie e magia fanno di King Arthur: Knight’s Tale un’opera dalle grandi aspirazioni. Non possiamo fare a meno però di notare come queste vadano in più di una circostanza a infrangersi contro una carenza di varietà sotto alcuni aspetti. In ogni caso, la possibilità di sviluppare in più modi una trama ricca di personaggi e vicende dona al titolo una discreta dose di rigiocabilità e di contenuti, che saprà soddisfare gli estimatori del genere.
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