Recensione Kingdom Hearts Re:Coded

Kingdom Hearts tra un probabile futuro e un quasi-remake

Recensione Kingdom Hearts Re:Coded
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    Kingdom Hearts è una saga sempre più particolare. Se i primi due capitoli su PS2 avevano confezionato un prodotto indiscutibilmente di qualità e facilmente accessibile, con il Chain of Memories per GBA prima, e con altri episodi per PSP e DS e poi, le cose sono sensibilmente cambiate. Anzitutto, il mezzo passo falso compiuto con 358/2 Days ha lasciato un segno indelebile nei cuori dei tanti fan, delusi dalla poca cura riservata al gameplay. Inoltre nei vari episodi, la trama è andata via via complicandosi, rendendo quasi impossibile per un neofita cominciare se non dal primissimo capitolo.
    Da serie di grido, che faceva dei volti noti Disney una sua carta vincente, Kingdom Hearts si è insomma trasformata in un'epopea piuttosto controversa e accessibile solo a un ristretto pubblico.
    Eppure Kingdom Hearts Re:Coded cerca in qualche modo di essere un nuovo inizio, che prende il via dalla fine, in una sorta di riassunto-prologo per il terzo capitolo ufficiale che verrà. Confusi? Continuate a leggere.

    Back in time

    Kingdom Hearts Re:Coded si presenta come una sorta di remake-remix dei primi due capitoli, pubblicati entrambi su PS2. Per questo motivo, molte situazioni e ambienti saranno estremamente familiari ai veterani della saga; ma ciò non significa che non ci saranno variazioni e diverse novità.
    Le premesse narrative, innanzi tutto, si dimostrano piuttosto deboli, ma comunque coerenti per l'introduzione di questo di riassunto delle puntate precedenti. Sulla time-line di Kingdom Hearts, Re:Coded trova posto in seguito ai fatti narrati nel secondo capitolo ufficiale, diventando il primo a far avanzare temporalmente la trama dopo tanti prequel.
    Il diario personale del Grillo Parlante, sul quale il nostro si è preoccupato di trascrivere tutte le peripezie di Sora & Co., si scopre inspiegabilmente vuoto. Tutte le pagine, difatti, non presentano più nulla di scritto, se non una misteriosa frase di cui il Grillo Parlante giura di non esserne l'autore. Insospettito dalla cosa, il Grillo si dirige da Re Topolino. Utilizzando un potente computer, il memoriale viene così digitalizzato, e si scoprono delle vere e proprie anomalie che hanno attaccato e reso illeggibili le pagine. Insospettito dalla cosa Re Topolino decide di utilizzare una versione digitale di Sora affinché indaghi e riporti le cose alla normalità. Il giovane eroe sarà dunque chiamato ad affrontare un viaggio indietro nel tempo, dove ogni pagina del diario, e quindi ogni livello, propone ambientazioni e personaggi già incontrati in passato, in un gioco di continui richiami tanto piacevoli, da un punto di vista nostalgico, quanto fastidiosi per chi, invece, ha voglia di qualcosa di nuovo.
    In sostanza Kingdom Hearts Re:Coded, a livello narrativo, rappresenta uno dei titoli meno ispirati della saga. Ciò, in buona parte, è ovviamente dovuto alla sua natura di remake. Inoltre, pur volendo riabbracciare le origini dell'epopea di Sora, non risulta nemmeno adatto ai neofiti vogliosi di introdursi nelle fitte trame della produzione Square-Enix. I dialoghi tra i personaggi infatti sono piuttosto fiacchi, mentre le scene animate, sia quelle che sfruttano il motore grafico in-game, sia quelle realizzate in CG, non evitano mai di creare ulteriori misteri e domande che solo i più esperti possono facilmente sciogliere.
    Il plot, insomma, non si rivela molto vincente: rischierà di annoiare gli amanti della saga e di lasciare insoddisfatti e con troppe domande i neofiti.

    Caro, vecchio Sora

    Le cose, fortunatamente, funzionano molto meglio, ma con qualche riserva, dal punto di vista del gameplay. Tornando, ma solo per un attimo, indietro nel tempo, 358/2 Days ci aveva delusi sopratutto per una cronica mancanza di varietà nelle missioni e per una certa imprecisione nel sistema di controllo. Re:Coded ovvia parzialmente a queste due lacune.
    Il gameplay, innanzi tutto, è si quello classico di Kingdom Hearts, ma in più di un'occasione subisce contaminazioni e variazioni di genere. Ciò significa che per la maggior parte del suo tempo Re:Coded si compone come un RPG votato all'azione. Sora avrà modo di aumentare di livello nel corso dell'avventura e di apprendere nuove tecniche in un sistema che analizzeremo a breve, ma non ci saranno né scontri casuali, né turni. I nemici da combattere, infatti, compariranno direttamente sulla mappa di gioco e potrete attaccarli sfruttando il campionario di mosse del nostro eroe.
    Il combat system, come ormai da tradizione, è un riuscito mix tra immediatezza e profondità. Un pulsante attiva gli attacchi base, un altro quelli speciali (che dopo il loro utilizzo necessitano di qualche secondo di ricarica), con un altro potrete saltare e l'ultimo vi permetterà di parare o schivare i colpi nemici. Come potete capire, dunque, non vi sono concesse intricate, quanto gustose, combo, ma ogni combattimento è sufficientemente veloce e appassionante da fare tanto la felicità di chi è alla ricerca di un po' di sana azione, quanto degli irriducibili amanti degli RPG, che potranno sollazzarsi tra parametri che aumentano e mosse speciali da selezionare dopo un'attenta analisi dei propri avversari. Naturalmente ai livelli di difficoltà maggiori bisognerà sia essere abili con le dita quanto che con il cervello se si vuole sopravvivere.
    A rendere le cose ancor più interessanti ci pensano i numerosi nemici con cui dovrete vedervela. Le tipologie di avversari non sono moltissime, ma, soprattutto i boss, sapranno lasciarvi lo spazio per imbastire furiosi attacchi e complesse quanto lunghe manovre di progressivo indebolimento.
    Purtroppo nemmeno Kingdom Hearts Re:Coded è esente da difetti. La croce direzionale, purtroppo, anche in questo capitolo si rivela imprecisa in più di un'occasione. Non solo Sora procede in maniera fin troppo scattosa, ma quando sarete chiamati a saltare da una piattaforma all'altra, comincerete ad odiare ogni singolo sviluppatore che ha dato il suo contributo nella realizzazione del gioco. Sora, infatti, è dotato di un sistema automatico di salto, ma questo si attiva con una certa dose di casualità, lasciandovi cadere in alcune situazioni o facendovi saltare troppo presto in altre. Anche quando agirete manualmente sul pulsante, dovrete fare i conti con una certa imprecisione della croce direzionale. Fortunatamente raramente un salto mal calcolato vi costerà la vita, ma alla lunga potrete stufarvi di ripercorrere da capo un lungo tragitto.
    Purtroppo anche la telecamera vi renderà la vita difficile qualche volta. Questa non è dotata di un sistema di rotazione automatico e, durante le esplorazioni, dovrete continuamente riposizionarla alle spalle dell'avatar premendo il laterale destro. Fortunatamente durante gli scontri potrete contare sul lock automatico, cosa che rende la vita più facile, ma aspettatevi, anche in queste situazioni, qualche istante di imbarazzo.

    Spara, salta, punta e clicca. Punta e clicca?!

    In apertura del paragrafo precedente vi abbiamo parlato di una certa varietà di fondo nel gameplay di Re:Coded. E' questa l'anima da remix che varierà diverse situazioni già vissute e viste negli episodi precedenti. Ciò è dovuto principalmente a particolari e circoscritte fasi che propongono generi videoludici diversi da quello solito di Kingdom Hearts. Un paio di esempi si riveleranno estremamente utili per comprendere più facilmente la situazione. Il Paese delle Meraviglie trasforma il titolo in una vera e propria avventura grafica con Sora impegnato a esplorare gli scenari alla ricerca di indizi e oggetti con cui interagire. A Hollow Bastion dovrete gestire un gruppo di personaggi in una rilettura Disneiana del genere degli RTS. Il Monte Olimpo rende Kingdom Hearts Re:Coded un GDR a turni, mentre in altre ambientazioni dovrete vedervela con sezioni platform, sparatutto e così via. L'idea si rivela vincente. Innanzi tutto perché queste raramente sono sviluppate malamente. Nonostante manchi, come ovvio, una certa dose di profondità, quasi tutte sono sufficientemente godibili e divertenti. Inoltre anche quelle mal realizzate, come quella platform, o quella che non incontrerà i vostri gusti personali, non si protrarrà per più di una manciata di minuti.
    Infine, parlando di gameplay, non ci resta che commentare il sistema di crescita adottato in questo capitolo. Se 358/2 Days si affidava a un sistema di emblemi, Re:Coded, coerentemente all'ambientazione digitale dell'intera avventura, si affida a un sistema di circuiti, CPU e matrici da collegare tra loro tramite determinate caselle. Queste potranno essere ottenute sconfiggendo i nemici o acquistandole nei negozi e permetteranno a Sora di salire di livello o apprendere nuove abilità. Non solo, ma costruendo il circuito potrete sbloccare ulteriori tecniche di battaglia e usufruire di determinati bonus che si attiveranno collegando un componente elettronico con un altro. Il sistema insomma, si rivela sufficientemente profondo e innovativo per andare incontro ai gusti di un pubblico sufficientemente ampio.
    Tecnicamente Kingdom Hearts Re:Coded raggiunge livelli di qualità davvero alti. Al di là delle animazioni poco fluide, lo spettacolo sugli schermi del vostro DS sarà sempre garantito. Le scene in CG, per quanto poco numerose, sono meravigliose e godono di un ottimo livello di compressione. Le ambientazioni in-game sono tutte dettagliate e dotate di texture dall'ottima risoluzione. Anche in modelli dei personaggi sono ottimamente realizzati grazie ad un'elevata quantità di poligoni.
    Il sonoro gode, come sempre, di una cura fuori parametro. Tutte le musiche, che pur non si vergognano di recuperare tracce presenti nei capitoli precedenti, sono ispirate ed esteticamente valide. Buoni anche gli effetti sonori e l'ottimo doppiaggio, esclusivamente in inglese.
    Parlando di longevità, infine, per completare l'avventura principale vi serviranno poco più di una ventina d'ore. Purtroppo una volta terminata avrete poco altro da fare, ma mai come in questo caso sarà tempo ben speso.

    Kingdom Hearts Re:Coded Kingdom Hearts Re:CodedVersione Analizzata Nintendo DSKingdom Hearts Re:Coded non è un titolo perfetto. Purtroppo, vuoi per i limiti hardware del DS, vuoi per qualche problema in fase di realizzazione, il sistema di controllo e la telecamera virtuale anche in questo episodio danno più di un problema. Persino l’aspetto narrativo, inoltre, non è esente da difetti: fin troppo noto per i fan della saga, eccessivamente lacunoso per permettere ai neofiti di capirci qualcosa, è tra i peggiori della serie. Tuttavia il combat system diverte, la varietà del gameplay e l’intrigante sistema di crescita del personaggio sono elementi che rendono Re:Coded migliore di 358/2 Days e, in generale, un gioco più che discreto. Nonostante ciò Kingdom Hearts ha raggiunto un’autoreferenzialità tale da renderlo difficilmente consigliabile ai neofiti. Un buon titolo insomma, ma raccomandato quasi esclusivamente ai fan irriducibili.

    7.5

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