Recensione Labyrinth Legends

Enigmi e botte da orbi in questo action/RPG

Recensione Labyrinth Legends
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  • I ragazzi di Creat Studios devono essersi posti una domanda molto semplice durante il primo brainstorming che ha dato vita al concept di Labyrinth Legends: come si potrebbe ulteriormente evolvere e variare il gameplay alla base di Diablo? Il pluri-emulato capolavoro di Blizzard non ha mai smesso di generare figli illegittimi e di incantare un pubblico ormai affezionato e assuefatto alla particolare declinazione degli RPG che esso sottende. Tuttavia il settore sembra irrimediabilmente giunto a un punto di saturazione se non propriamente commerciale, quantomeno ideativo.
    Come aggirare il problema dunque? La risposta che hanno proposto i designer del gioco è molto semplice: a discapito della componente ruolistica, escogitare una serie di enigmi da risolvere per uscire tutti interi dal dungeon di turno.
    L’idea sulla carta sembra estremamente stuzzicante e funzionale nel contesto nel quale si vuole inserire. All’atto pratico le cose sono andate ugualmente bene?

    Un matrimonio rovinato

    Il protagonista di questa vicenda ha un compito molto semplice: salvare la sua sposa malvagiamente rapita da uno stregone senza scrupoli, proprio durante lo svolgimento della sacra funzione. Arrabbiatissimo, determinato e inizialmente equipaggiato solo di una mazza da baseball, il nostro romantico eroe dovrà sopravvivere all’attraversamento di sedici dungeon uno più infernale dell’altro.
    Nessun intreccio narrativo degno di questo nome, neanche l’ombra dei toni tetri e demoniaci tanto cari ad altre produzioni simili. Il tutto è trattato con una certa ironia, che si vede benissimo nello stile grafico adottato: colorato e super-deformed.
    Come anticipato, avrete a che fare con un hack’n slash con visuale isometrica, una spruzzata di RPG e diversi enigmi da risolvere. In ogni livello l’obiettivo principale sarà quello di raggiungere sani e salvi l’uscita, ma solo raccogliendo stelle sbloccherete i dungeon successivi. Una buona parte di esse si possono tranquillamente recuperare semplicemente proseguendo nell’esplorazione, ma per acciuffarle tutte dovrete contare sul vostro spirito d’osservazione e sulla materia grigia. Premendo le botole attiverete trappole mortali, ma con la giusta coordinazione eluderete i pericoli e raggiungete zone nascoste. Spostando massi e facendo esplodere casse di polvere da sparo liberete alcuni sentieri. Interagendo con oggetti apparentemente inutili azionerete meccanismi che riveleranno nuovi corridoi. Esplorando da cima a fondo i dungeon vi accorgerete dell’esistenza di porte celate dalla prospettiva della telecamera. Ogni livello è una continua scoperta e lascia piacevolmente sorpresi la quantità di nuovi elementi che varieranno costantemente le cose. Solo i più smaliziati e curiosi riusciranno a scovare tutti i segreti nascosti nei dungeon: chi ha fretta o non è attratto dalla risoluzione degli enigmi si godrà solo in minima parte Labyrinth Legends.

    Non va naturalmente dimenticata la fase dedicata ai combattimenti, ma è innegabile che in questo senso gli sviluppatori si sono applicati molto meno, proponendo un combat system elementare e limitato. All’attacco di base e a quello speciale, si aggiunge la parata e uno scatto utile sia per divincolarsi da situazioni complicate, sia per cariche stordenti. Niente magie, né abilità da apprendere proseguendo nell’avventura.
    Anche il bestiario di creature che dovrete affrontare è relativamente contenuto: zombie, scheletri, arcieri e poco altro. I boss di fine livello, in media uno ogni quattro dungeon, non brillano particolarmente: tutti comunque impegnativi, non presentano un grande inventiva nei pattern d’attacco, limitandosi a necessitare di molti attacchi prima di capitolare e di contare su un nutrito gruppo di bodyguard per rendervi la vita difficile. Menare fendenti sarà divertente, ma non rappresenta di certo il fulcro del gioco.
    Sorte analoga spetta alla componente RPG: periferica e ancor più limitata. Esplorando gli oscuri anfratti dei manieri e delle foreste vi imbatterete in alcuni bauli che conterranno nuovo equipaggiamento. Elmi, spade, armature: tutti item che vi renderanno più forti e temibili. Sconfiggendo i boss di fine livello, d’altro canto, otterrete cuori extra che amplieranno la barra di salute dell’avatar. Come noterete non ci sono statistiche, né punti esperienza pronti a farvi salire di livello. Parlare di componente ruolistica è sicuramente un’esagerazione, ma ottenere nuovi pezzi d’equipaggiamento sarà spesso vitale per fronteggiare i nemici sempre più forti che vi aspettano nei dungeon successivi.

    Il giudizio sul gameplay rimarrebbe cionondimeno esaltante, non fosse per un difetto piuttosto pesante che ridimensiona le aspirazioni di un prodotto comunque intrigante e divertente. Il sistema di controllo è piuttosto impreciso. Dal momento che consumando la barra di salute dovrete ricominciare da zero il dungeon di turno, perdendo tutte le stelle guadagnate, spesso sarete sopraffatti dalla frustrazione. Cadere in una trappola o venire colpiti ripetutamente dai nemici per l’imperfezione del software, piuttosto che per vostri demeriti, vi farà perdere la pazienza più e più volte.
    Resta difficile biasimare eccessivamente gli sviluppatori, a fronte di un gioco impreziosito da una formula godibilissima e capace di regalare immense soddisfazioni all’utente che riuscirà a scovare tutte le stelle nascoste in ogni dungeon. Pur nella sua imperfezione e limitatezza, Labyrinth Legends si lascia giocare con estremo piacere, guadagnando ulteriori apprezzamenti grazie a una struttura che prevede livelli mai troppo duraturi.
    Graficamente, come già detto, avrete a che fare con uno stile cartonesco e molto colorato. Se tecnicamente non vi imbatterete in un prodotto notevole, quanto meno fa piacere non notare alcun rallentamento, né glitch di qualsiasi natura.
    Buono anche il sonoro composto da buffi effetti e musiche che ben si sposano con l’ambientazione medievaleggiante.
    Parlando di longevità è giusto spendere due parole anche sul multiplayer. Esclusivamente in locale, fino a quattro giocatori potranno darsela di santa ragione nel più classico dei deathmatch o in arene in cui tentare di acciuffare per primi alcuni tesori. Divertente, ma non per molto, riuscirà a prolungare debolmente la vita del prodotto, totalmente legata alla durata dell’avventura principale attestata sulle sette, otto ore al massimo.

    Labyrinth Legend Labyrinth LegendVersione Analizzata PlayStation 3A ben vedere Labyrinth Legends soffre in diversi punti. Graficamente è modestissimo, le componenti RPG e di combattimento lasciano a desiderare, il sistema di controllo è piuttosto impreciso e anche la longevità è piuttosto limitata, soprattutto guardando ai dieci euro necessari per acquistare il gioco. Ciononostante questo atipico hack’n slash a base di enigmi non mancherà di appassionarvi e divertirvi grazie allo straordinario lavoro di level design che regala dungeon pieni zeppi di segreti e strade alternative da scovare. Indicato per i provetti esploratori e per chi ama mettere alla prova la propria curiosità e materia grigia, resta comunque il rammarico per alcuni problemi che se eliminati ci avrebbero regalato un titolo ancora migliore e più facilmente consigliabile per l’acquisto.

    7

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