Recensione Layton e il Futuro Perduto

Terza uscita per Layton: ancora un successo? Scoprilo nella review di Everyeye

Recensione Layton e il Futuro Perduto
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  • DS
  • Con calma, ma con costanza

    Il Professor Layton nel giro di qualche episodio ha raggiunto una più che discreta fama all’interno del mondo videoludico. Già carismatico protagonista di due videogiochi dall’indubbia qualità, il gentleman inglese si è fatto ricordare anche per l’estrema calma e lentezza con cui ha varcato i confini nipponici. Il primo episodio è infatti uscito nel febbraio del 2007 in Giappone e per giungere in Europa ha impiegato quasi due anni. Da quel novembre del 2008, tuttavia, ogni stagione autunnale è stata salutata da una nuova iterazione del professore amante degli enigmi. Così, dopo Il Villaggio Dei Misteri e Lo Scrigno Di Pandora, è giunto il turno de Il Futuro Perduto ultima avventura di Layton destinata al Nintendo DS.
    Mai come in questo caso ci si trova di fronte a un problema prima di tutto metodologico e critico. Come leggerete voi stessi nel corso dell’articolo infatti, quest’ultima iterazione non soffre apparentemente di nessun difetto rispetto agli episodi passati. Eppure Il Futuro Perduto può essere messo alle strette se analizzato attraverso le novità apportate alla saga. Il perché di una tale premessa, è presto detto.

    Ancora Layton, ancora enigmi

    Il Futuro Perduto sfrutta il medesimo bagaglio ludico battezzato da Il Villaggio Dei Misteri e nuovamente riutilizzato ne Lo Scrigno Di Pandora. Ancora una volta avremo quindi a che fare con un’avventura grafica che sostituisce il ritrovamento o l’interazione tra oggetti, con tutta una serie di rompicapi ed enigmi da risolvere sfruttando logica e abilità matematiche.
    Ed è proprio da questa semplice formula che si nasconde la maggior forza, ma anche il limite più grande della terza avventura del Professor Layton. Come in passato si tratterà di muoversi attraverso ambientazioni riprodotte in due dimensioni. Passando da schermata in schermata, vi sarà concessa una debole interazione con gli elementi dello scenario. Picchiettando sul touch-screen potrete ricevere informazioni aggiuntive o parlare con i vari personaggi che incontrerete. Per progredire nella trama, tuttavia, dovrete necessariamente sottoporre la vostra materia grigia a delle prove tutt’altro che semplici. Si tratterà in generale di avere la meglio su indovinelli e rompicapi da superare con una calcolatrice di fianco o con carta e penna a portata di mano. Vi capiterà di dover trovare un luogo su una mappa a partire da una serie di indizi. Oppure di dover girare e rigirare una coppia di chiavi alla ricerca di un numero nascosto. Non mancano nemmeno prove relativamente più semplici dove, per esempio, controllare una miniatura di Layton attraverso un labirinto infestato da bucce di banane che vi faranno perdere momentaneamente il controllo del personaggio. Niente paura se alcune prove vi sembreranno inizialmente insuperabili: toccando elementi dello scenario potrete entrare in possesso di alcune monete da spendere per ricevere dei suggerimenti per la risoluzione della prova di turno. Novità di questo capitolo un super-aiuto che, sostanzialmente, risolve al posto vostro il rompicapo.
    Il giudizio generale sugli enigmi non può che essere positivo. Più che ne Lo Scrigno Di Pandora si fatica a trovarne di già visti e riproposti con qualche variante. Certo, non manca qualche dejà-vu ma si tratta di casi molto sporadici. Rispetto al passato, piuttosto, si avverte un cambiamento nel bilanciamento della difficoltà delle prove. Alcune infatti, soprattutto quelle legate alla trama principale, risultano essere più semplici del solito, per quanto la parola semplice debba sempre essere trattata con i dovuti accorgimenti del caso, altre invece sorprendono per l’estrema difficoltà. Il neofita insomma potrebbe trovarsi di fronte a ostacoli difficili da superare, mentre il navigato laytonista potrà persino concedersi qualche sbadiglio di tanto in tanto. Entrambi tuttavia si troveranno accomunati da due cose: l’efficacia di impegno e tenacia come armi capaci di tutto e la facilità di apprezzare l’indubbia qualità e varietà degli oltre 160 enigmi proposti.
    Non mancano nemmeno i classici minigiochi che cercano di spezzare di tanto in tanto l’azione. Questi sono in tutto tre. Il primo è anche quello meno stimolante, in quanto si tratterà semplicemente di completare una piccola storia attaccando tra le pagine del libro delle figurine, ottenute sempre risolvendo gli enigmi, in modo che la narrazione proceda in modo logico. Il secondo, estremamente più stimolante, vi chiederà di guidare la macchina di Layton attraverso un percorso raccogliendo gli oggetti sparsi lungo il tragitto e guadagnando l’uscita. Per farlo dovrete posizionare sulla mappa, divisa in quadrati, delle caselle capaci di cambiare la direzione della vettura, fargli compiere dei salti e così via. Il terzo, infine, sfida l’utente a costruire un trespolo per un pappagallo sfidando di volta in volta leggi fisiche e una serie di ostacoli presenti nello scenario.

    Cara vecchia Londra

    Se quindi nella somministrazione dei vari enigmi Il Futuro Perduto va quasi con il pilota automatico, nella trama si registra un netto miglioramento rispetto al passato. La vicenda questa volta tira in ballo i viaggi nel tempo e il misterioso omicidio del Primo Ministro inglese. Attirati da una lettera apparentemente inviata dal futuro, il Professor Layton e il suo inseparabile allievo Luke raggiungeranno un cupo e caratteristico negozio di orologi. Manco a dirlo, grazie a un gigantesco ingranaggio attiveranno una macchina del tempo, ritrovandosi così in una Londra completamente cambiata, decadente e sotto il giogo di un’organizzazione criminale. Tra la presunta esistenza di un Layton maligno, flashback nel passato del protagonista e misteriose sparizioni, l’intreccio narrativo di questo capitolo risulta essere il più intrigante di tutta la saga. La narrazione risulta ben ritmata tra dialoghi mai troppo lunghi e deliziosi filmati più numerosi rispetto al passato. Sullo schermo inoltre si alternano personaggi carismatici, semplici figuranti e qualche immancabile ritorno, per un cast ben caratterizzato e sufficientemente numeroso.
    Dal punto di vista narrativo quindi, Il Futuro Perduto rappresenta senza alcun dubbio il picco dell’intera saga grazie a una trama ricca di colpi di scena e a personaggi tutt’altro che anonimi.
    A livello artistico inoltre, il prodotto dei Level-5 si riconferma tra i più ispirati degli ultimi anni. Va detto che anche in questo caso, un po’ come nel gameplay, si fatica a vedere qualcosa di veramente nuovo. Dominano ancora i colori caldi, i personaggi dalle proporzioni deformate e gli scenari dettagliatissimi. Domina ancora la fisarmonica come principale strumento per le poche tracce sonore presenti. Tra queste, purtroppo o per fortuna, un paio sono tratte dai passati episodi del Professor Layton, cosa che farà o meno la felicità di alcuni.
    Insomma a livello visivo e sonoro Il Futuro Perduto si conferma come i suoi predecessori un vero capolavoro. Non ci sarà più la sorpresa del primo capitolo, ma innamorarsi dello stile qui adottato è veramente cosa impossibile.
    Una piccola nota finale sulla longevità. Questo fattore dipenderà in larga parte da voi. Gli oltre 160 enigmi e i tre minigiochi presenti non sono poca cosa, ma se siete unicamente interessati alla trama principale, e magari avete anche un quoziente intellettivo fuori parametro, il gioco non durerà più di una decina di ore. Diverso il discorso se vorrete completare tutti i rompicapo e non godete di un cervello einsteniano: in questo caso le ore si duplicheranno come minimo. Potendo poi sfruttare la Nintendo Wi-Fi Connection avrete la possibilità di scaricare settimanalmente un enigma nuovo di zecca. Insomma, anche qui c’è ben poco di cui lamentarsi.

    Professor Layton e il Futuro Perduto Professor Layton e il Futuro PerdutoVersione Analizzata Nintendo DSIl Professor Layton e il Futuro Perduto rappresenta sicuramente il capitolo migliore della saga. Gli enigmi sono vari e si dividono tra quelli impegnativi e altri più semplici, utili a evitare un cortocircuito al proprio cervello. Inoltre l’ormai classico stile grafico e sonoro impreziosisce un titolo che a livello narrativo da il meglio di sé grazie a una sceneggiatura e a un cast di prim’ordine. Dove sta l’inghippo allora? I neofiti ameranno il titolo a patto di apprezzare la natura enigmistica dell’avventura. Diverso il discorso per chi mastica Layton da tempo. Aspettarsi qualcosa di nuovo non farà che causare una sonora delusione. Eccolo allora l’unico limite del gioco: la sua eccessiva similarità ai passati episodi. Difetto o meno starà a voi deciderlo. Ci troviamo di fronte a un altro grande gioco per DS senza alcun dubbio, ma non è detto che tutti abbiano voglia di rivivere momenti già visti.

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