LEGO City Undercover: Recensione della versione per Nintendo Switch

Dopo essere uscito in esclusiva su Wii U, LEGO City Undercover diventa multipiattaforma, apportando qualche lieve ritocco all'offerta originale.

LEGO City Undercover: Recensione della versione per Nintendo Switch
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Disponibile per
  • Wii U
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Quando LEGO City Undercover, agli inizi del 2013, esordì in esclusiva su una Wii U ancora in pieno stato di produzione, l'allora già feconda serie di videogame basati sui celebri mattoncini danesi poté farsi vanto di quello che, fino ad allora, era probabilmente l'esponente meglio riuscito della propria intera libreria. Dei tanti pregi che (ri)analizzeremo in questo scritto, il più evidente fu senz'altro quello d'iniettare la formula platform di Traveller's Tales, ampiamente rodata nel corso degli anni precedenti, all'interno di un mondo finalmente aperto e strutturato, e in più di un'impostazione in prevalenza free-roaming, quasi si trattasse di un Grand Theft Auto in salsa light. Un precursore "senza licenza", se vogliamo, di quell'altro gioiellino che prende il nome di LEGO Marvel Super Heroes, ad oggi il capitolo più ricco tra i numerosi legati a questo brand fortunato. Sacrificato però a un'utenza circoscritta, il titolo non ha probabilmente ricevuto la medesima fortuna dei suoi simili a tema cinematografico, motivo per cui Warner Bros. e TT Fusion scelgono oggi di riproporlo attraverso un porting che ha appena raggiunto tutte le piattaforme domestiche del momento, da PC a Xbox One, da PS4 fino alla neonata Nintendo Switch. In questo spazio vi parleremo proprio di quest'ultimo adattamento, quello che in tanti vedono come sostituto spirituale della versione che l'ha preceduto. Un erede un po' svogliato, ad esser sinceri.

    Provaci ancora, Chase

    Ed eccoci quindi qui a scrivere nuovamente delle gesta di Chase McCain, agente sotto copertura chiamato ad investigare attorno ai piani criminali del temibile Rex Fury, evaso di recente dal carcere e ora a piede libero tra le vie della città. Senza soffermarci sulla vicenda, vale però la pena rimarcare i meriti di una sceneggiatura mai come in questo caso ispirata e godibile, specie se equiparata a quelle degli altri giochi del filone LEGO. Della scrittura di LEGO City Undercover sorprendono soprattutto i dialoghi, zeppi di battute che esaltano come mai prima lo spirito giocoso insito nella filosofia del brand e perfettamente asserviti a una tipica storia da poliziesco televisivo anni Settanta, infarcita cioè di azione mista a una certa dose di humor. Il titolo in questione, per altro, possiede la medaglia di primo LEGO Game ad essere stato interamente localizzato nella nostra lingua, voci dei personaggi compresi. Il doppiaggio italiano, oltretutto, è davvero curato ed espressivo, molto efficace nel valorizzare ulteriormente il piglio comico che impregna i vari siparietti. L'alternanza di cut scene porta poi il giocatore alla scoperta graduale di LEGO City, vibrante metropoli a blocchetti che Chase dovrà percorrere da un capo all'altro per raggiungere i punti d'innesto delle varie missioni che intramezzano la narrazione, ma non solo. Abbiamo già scritto di come l'opera di TT Fusion sia free-roaming a tutti gli effetti: se è vero che le classiche sfide a stage non sono state abbandonate, e anzi rimangono il cuore della campagna principale, vi è poi una mappa liberamente percorribile che attende soltanto di essere esplorata da cima a fondo. È un mondo, quello di LEGO City Undercover, le cui dimensioni sostanziose non lasciano spazio al bel girovagare a piedi, ma anzi impongono spesso l'utilizzo di uno spostamento motorizzato, sia esso su ruote, via mare o comodamente seduti su un bel treno intercity. Come in GTA, comunque, l'automobile sarà il mezzo di trasporto più comune, dato che il protagonista può sempre impossessarsene al grido di "è per un'operazione di polizia!", oppure costruendo spazi di assemblaggio istantaneo dedicati dopo aver racimolato una certa quantità di Super Mattoncini di color arcobaleno.

    I Super Mattoncini sono un primo indizio di come il gioco, come tutti i suoi predecessori, ponga ancora una volta grande enfasi sull'accumulo seriale dei tanti oggetti collezionabili sparsi in ogni dove. Tornano quindi i famosi mattoncini dorati, e in più un numero di sbloccabili niente male che comprende i differenti modelli dei veicoli, i tanti personaggi secondari e, soprattutto, i camuffamenti del prode agente McCain. Questi ultimi sono particolarmente rilevanti ai fini di gameplay, essendo legati ai talenti che il protagonista è costretto ad adoperare per concludere le quest nonché per avere accesso ad aree altrimenti fuori dalla propria portata. Per fare un paio d'esempi, citiamo qui il travestimento da scassinatore, neanche a dirlo utile a forzare porte blindate e casseforti, e l'outfit da contadino, indispensabile per sorvolare i tetti dei palazzi aggrappati a una gallina svolazzante.

    Mattoncini mancanti

    A scapito di una "nuova" ricetta che, pur nell'assenza di un'originalità tout court, aveva saputo sublimare tutti gli aspetti più riusciti delle produzioni che l'hanno preceduta, LEGO City Undercover ha sempre dimostrato dell'insofferenza verso lo sfortunato hardware di Wii U, per lo meno sotto il profilo tecnico. I nuovi porting rappresentavano dunque l'occasione perfetta per porre rimedio a tutto ciò che agli esordi non aveva convinto: senza esprimerci sulle versioni che non abbiamo testato, possiamo però dire che tale occasione, su Nintendo Switch, è stata tutto sommato sprecata. Lato nuove feature, non possiamo ovviamente lamentarci dell'implementazione della tanto supplicata co-op per due giocatore, che consente di usufruire dell'esperienza con un amico o parente alla semplice sincronizzazione di un secondo controller - che però deve essere "completo": scordatevi la spartizione dei Joy-Con separati. Per una caratteristica aggiunta, tuttavia, un'altra è stata purtroppo messa da parte.

    Ci riferiamo all'uso dello strumento di scansione posseduto da Chase, in origine manovrabile tramite paddone del Wii U grazie ai giroscopi integrati nella periferica. Stavolta il marchingegno, che ricordiamo servire a scovare i Super Mattoncini o a captare le conversazioni segrete dalla distanza, deve invece essere mosso necessariamente tramite levetta analogica, il che priva il suo utilizzo di una certa immediatezza. Non ne avremmo comunque fatto un cruccio, se al piccolo schermo di Switch fosse stata riservata una forma portatile come si deve. Non è così, ed anzi dobbiamo imputare alla cattiva ottimizzazione della "versione tablet" il peggiore difetto di questa operazione di adattamento tanto attesa. In mobilità, infatti, LEGO City Undercover pecca di cali di framerate piuttosto vistosi, duro colpo per una caratteristica che avrebbe altrimenti rappresentato senza sforzi un plus notevolissimo per questa nuova incarnazione del prodotto. Quando la console è nel dock, se non altro, la fluidità generale ne giova in modo sensibile, sebbene anche in questa modalità le magagne dell'originale Wii U non siano state del tutto rattoppate, manifestandosi in particolar modo durante le fasi di guida. Resta infine da dire di un nuovo manto grafico in 1080p e di qualche lievissima miglioria in relazione ai tempi di caricamento. Interventi graditi, sì, ma forse meno necessari rispetto ad altre questioni che invece, come scritto, sono state trattate in maniera fin troppo approssimativa.

    Lego City Undercover Lego City UndercoverVersione Analizzata Nintendo SwitchQuello che salva il porting di LEGO City Undercover per Nintendo Switch da una valutazione meno lusinghiera è, paradossalmente, lo stesso LEGO City Undercover. Il quale è oggi, come nel 2013, uno dei LEGO Game più ispirati in assoluto, così ben scritto e piacevolmente giocabile da mettere in ombra gran parte dei suoi consimili digitali a sfondo filmico. Ciò detto, ci saremmo sicuramente aspettati un lavoro di rimodernamento più mirato da parte degli sviluppatori, che paiono invece avere indirizzato i propri sforzi verso le aree della produzione in principio meno problematiche, a sfavore di una realizzazione tecnica costretta a rimanere imperfetta e di una neonata forma portatile evidentemente abbandonata a se stessa. Al di là di una pigrizia avvertibile, comunque, ci troviamo dinanzi a una versione vagamente più pulita di quella messa alla prova su Wii U, motivo per cui chi fosse incuriosito dalla vicenda di Chase McCain senza averne mai indossato i panni prima, non farebbe di certo male, oggi, a mettersi il distintivo e porre finalmente rimedio a tale mancanza.

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