Recensione Life is Feudal: Your Own

Un simulatore di lavori forzati? Quasi: almeno è così che gli sviluppatori di Life is Feudal si immaginano la vita nel medioevo. Scopriamo come se la cava il titolo firmato Bitbox dopo essere uscito dall'Early Access.

Recensione Life is Feudal: Your Own
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  • Ho adorato il genere, che continua ad appassionarmi grazie ai suoi migliori esponenti, ma tutti questi giochi così simili tra di loro, costruiti attorno al mantra del "sopravvivi, produci, consuma, crepa" iniziano effettivamente a stancare. È vero che i diversi sviluppatori, quasi tutti indipendenti, stanno ancora cercando la formula perfetta, ma se si continua così, di early access in early access, c'è il rischio di non vedere mai la luce. Anche Life is Feudal ci mette del suo, non si accontenta di copiare DayZ, Ark e le altre sporche dozzine, e anche Life is Feudal, quando c'è da dare il colpo finale, si dissolve all'improvviso, abbandonando i giocatori sul più bello.

    Feudalesimo e Libertà

    L'idea dietro a questo progetto si barrica sicura dietro un presunto realismo. Realismo che però va e viene a intermittenza, e sinceramente non si riesce a capire se per una chiara scelta di design o per colpa dei lavori ancora pesantemente in corso. Sopravvivere in Life is Feudal non è di per sé complicato: il nostro alter-ego non ha bisogno di continue attenzioni come avviene in altri titoli simili, e non c'è il rischio di spezzarsi entrambe le gambe e dover poi strisciare come dei vermi fino a costruirci una gruccia, o lasciarci morire di inedia, come accade in DayZ. Forse, allo stato attuale, persino lo stesso Minecraft sa essere più letale di questo nuovo gioco. Ma non è davvero un problema, oggi Life is Feudal sembra più interessato ad altro, ovvero a fornire gli strumenti necessari per ricreare nel mondo virtuale del gioco una sorta di comunità medievale. La differenza di approccio rispetto ad altri titoli è enorme: basta un'ora di gioco per capire che da soli non si va molto avanti, e che in Life is Feudal non c'è davvero posto per i lupi solitari. Potrete costruirvi la vostra casetta ai bordi del bosco, o giocare a fare gli eremiti sulle montagne, ma prima o poi dovrete vedervela, in un modo o nell'altro, con gli altri. Il primo intoppo è dato dalla gestione dei confini all'interno della mappa, confini che gruppi di giocatori potranno reclamare e che potrebbero comprendere anche il vostro amato appezzamento di terreno. Ma lo scoglio più grande, per i giocatori che preferiscono starsene in disparte, è il limite dell'inventario e l'enorme numero di risorse necessarie per costruire anche la più piccola e insignificante struttura. Non essendo ancora possibile costruire nemmeno le più rudimentali forme di trasporto, questo continuo spostamento di risorse dal luogo in cui sono state raccolte al nostro campo base, rende ogni azione di gioco estremamente lenta e tediosa. Considerate poi che ogni zolla di terreno, ogni albero e ogni formazione rocciosa, ha un numero di risorse collezionabili dal giocatore estremamente limitato, e per raccogliere quello che serve sarà necessario guardare sempre più in là, almeno fino al prossimo reset del server.

    Pronti per la Pugna

    Il fascino di Life is Feudal risiede quasi completamente nel tasto destro del mouse, che una volta premuto vi darà accesso a una più o meno lunga lista di azioni contestuali. Cliccando su un albero, potrete analizzarlo per scoprirne la specie e quante risorse contiene, strapparne la corteccia, raccogliere ramoscelli, e se in possesso dello strumento adatto iniziare a tagliarlo; cliccando sul terreno potrete cercare piante, metalli e pietre, e se avrete con voi una pala potrete anche modificarne l'aspetto, appiattendo la zona per creare delle fondamenta, o iniziando più semplicemente a scavare alla ricerca di preziose risorse. Il pulsante destro del mouse funziona su tutto, compresi gli animali selvatici, che potranno essere "riciclati" in molto modi diversi. Per quel che mi riguarda, è proprio così che mi immaginavo il gioco "in cui è possibile fare tutto".

    Mi ha emozionato interagire con i diversi elementi del gioco e trovare sempre o quasi l'azione che cercavo, mi ha fatto sentire libero di sperimentare, libero di osservare e di toccare, come è successo in pochissimi altri giochi. Come in un vero "gdr", non tutte le azioni saranno accessibili senza la dovuta esperienza: creando il personaggio, dovrete infatti stabilirne caratteristiche e conoscenze, i cui valori aumenteranno lentamente ogni volta che le utilizzerete (ed è un sistema che non può che ricordare i bei tempi di Ultima e dei primi giochi Bethesda). Giocando, sarà anche possibile sbloccare nuove abilità, divise in tre diversi specializzazioni: artigiano, combattimento e minore. Ed è in quest'ultima voce che troverete le abilità più originali, tra cui la capacità di insegnare ad altri giocatori ciò che voi avrete appreso. Ecco, è proprio da questo tipo di abilità che la mia eccitazione verso Life is Feudal è iniziata a calare: l'insegnamento è infatti una delle risorse più importanti di una comunità, ma in questo gioco è soltanto una preziosa goccia di originalità in un mare di cose già viste, anche se rielaborate per raggiungere una profondità maggiore. E mancando gli strumenti per creare e gestire una società vera e propria, rimane il "grind" come in mille altri giochi, e un manipolo di appassionati che meccanicamente svolgono le loro robotiche mansioni fino a quando non ne avranno abbastanza, o il castello di turno sarà finalmente completato.

    Nemmeno il sistema di combattimento riesce a dare un senso al progetto: nonostante le diverse armi presenti e le numerose parti del corpo che potranno essere individualmente ferite, nonostante la libertà con cui è possibile menare fendenti (un'altra similitudine con i giochi Bethesda), anche gli scontri più tirati si risolveranno sempre in un lento e impacciato balletto, dove la precisione è una chimera e di conseguenza è soprattutto la qualità delle armature a contare. Ma almeno che ci lascia le penne potrà tornare in un batter d'occhio sulla "Terra", dovrà soltanto rinunciare a qualche punto abilità, la cui perdita sarà più o meno importante a seconda del suo allineamento.

    Life is Feudal: Your Own Life is Feudal: Your OwnVersione Analizzata PCA Life is Feudal manca un pezzo. Il sistema di terraforming è unico e funziona anche piuttosto bene, l'ampia gamma di azioni contestuali a disposizione lo rendono estremamente profondo in fase di esplorazione, ma allo stato attuale, in questo gioco non c'è via d'uscita dalle solite ripetitive mansioni. La vita feudale si riduce così a una sorta di campo di concentramento in cui si raccolgono risorse e poi si montano porte e staccionate, senza nessun tipo di dinamismo, senza nessun tipo di sorpresa e, cosa ancor più importante, senza nessuno strumento per regolare la vita di un intero insediamento o del singolo abitante. L'unica speranza è che gli sviluppatori inizino a introdurre una serie di elementi di gameplay in grado di fare la differenza anche dal punto di vista sociale, che poi è una direzione a cui il gioco sembra già interessato. Allo stato attuale però potrete godervi soltanto qualche bagliore di originalità, affogato in un mare di già visto e di già fatto. Però è tradotto in italiano, cosa più unica che rara per il genere. Fatto sta che Life is Feudal sembra ancora un early access a tutti gli effetti, ma di quelli ancora lontani dalla loro forma finale. Il team avrebbe dovuto concentrare meglio le sue forze, uscire magari con un po' meno feature ma meglio sviluppate, per poi aggiornare il prodotto anno dopo anno come succede per Elite Dangerous. Sicuramente la situazione sarebbe stata migliore di quella attuale: Life is Feudal costa trenta Euro e viene venduto sfacciatamente come “completo”, anche se non lo è affatto.

    5.5

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