Little Nightmares 2 Recensione: una notte ancora più scura

Bandai Namco torna alla carica con un nuovo, affascinante capitolo dell'originale franchise horror degli Svedesi Tarsier Studios.

Little Nightmares 2 4K
Recensione: PlayStation 4 Pro
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • Xbox One X
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Stadia
  • Xbox Series X
  • Il bello della saga di Little Nightmares credo stia soprattutto nel suo essere così vaga, volutamente in sospeso. Difficile da definire e da comprendere, sfumata nel tempo e nello spazio, in un tripudio di simbolismi e di archetipi da sublime fiaba degenerata. Certo, è comunque possibile provare a fare delle ipotesi, a mettere un ordine alle vicende, ma - esattamente come al momento del risveglio dopo un incubo surreale - c'è sempre qualcosa di sfuggente, un dettaglio non abbastanza a fuoco che ti impedisce di afferrare davvero la visione d'insieme.

    Quello che proprio non si può non cogliere nell'opera dei talentuosi Svedesi di Tarsier Studio (per approfondire, qui trovate la nostra recensione di Statik, brillante esclusiva per PlayStation VR) sono invece le sensazioni che Little Nightmares riesce puntualmente a evocare. Un grandioso tripudio di ansia, di timore, di minaccia celata nelle ombre a malapena diradate da luci forse per fortuna troppo flebili. Perché, nell'universo di Six e Mono, i mostri non soltanto esistono, ma anzi cercano spesso di agguantarti e di ucciderti in maniera crudele. Il tutto mentre vieni sovrastato dalle proporzioni gigantesche e deformi di scenari che sembrano sempre pronti a schiacciare come insetti i malcapitati bambini protagonisti.

    Piccoli incubi tornano a far paura

    Little Nightmares II riparte esattamente dalla formula di successo dell'originale (a proposito, eccovi la nostra recensione di Little Nightmares): l'idea è quella di un platform narrativo alla Limbo, in cui il gameplay diventa anche e soprattutto un mezzo attraverso cui evocare emozioni e raccontare una storia completamente priva di testi o dialoghi. In questo seguito diretto - ma siamo davvero sicuri che sia così? - vestiremo i panni di Mono, un ragazzino imprigionato in una dimensione corrotta dall'incessante segnale trasmesso da una titanica torre. Un assuefacente richiamo che, tramite gli schermi TV, ipnotizza le persone e diffonde nell'aria un malessere impossibile da comprendere, eppure concretamente incarnato da uno slanciato e inarrestabile uomo nero in stile Slenderman.

    Lungo il vostro cammino, con un'avventura che si attesta all'incirca attorno alle sei ore, presto incontrerete Six, la protagonista del primo episodio. Proprio le interazioni con la bimba dall'impermeabile giallo saranno uno degli elementi cardine di Little Nightmares II. Un gioco che, nonostante la presenza di un secondo personaggio, è e rimane un'esperienza tassativamente single player: sarà infatti l'intelligenza artificiale ad occuparsi (peraltro alla grande) di Six, con comportamenti credibili e una mano indispensabile tanto nell'esplorazione quanto nella risoluzione dei piccoli enigmi che anche a questo giro contraddistinguono l'esperienza.

    Un modo per spezzare un po' il ritmo, aggiungendo un pizzico di riflessività a un videogioco altrimenti incentrato su sezioni platform, ansiogeni passaggi stealth e rocambolesche fughe al cardiopalma, destinate a davvero spingervi sull'orlo della sedia.

    Senza dubbio alcuno, ancora una volta l'aspetto più curato e affascinante di Little Nightmares si dimostra ad ogni modo la sua lugubre e meravigliosa atmosfera, tra surreali incontri con esseri disturbanti e ambientazioni deliziosamente creepy che non potranno non lasciare il segno. Il merito va alla cura fuori dal comune riservata all'insieme dai talentuosi Tarsier Studios: Little Nightmares II centra appieno il bersaglio in virtù di un'encomiabile direzione artistica e di un'attenzione speciale ai dettagli più o meno di contorno, confermandosi come un videogioco pregevole da vedere e da ascoltare.

    Dal character design alla modellazione poligonale, passando per l'illuminazione e la regia - con un consapevolissimo uso della profondità di campo - il viaggio di Six e Mono vi lascerà in più di un'occasione a bocca aperta, accompagnandovi per mano nei meandri di un dolce e tormentato incubo destinato a spaziare tra boschi, aule e metropoli spettrali. Impossibile poi non menzionare, a questo proposito, la colonna sonora e più in generale l'eccellente audio design: tra melodie che ricordano inquietanti carillon e lo scalpiccio dei piedini dei protagonisti come unico rimedio per interrompere silenzi altrimenti soffocanti, Little Nightmares II dimostra di padroneggiare alla grande i meccanismi della paura, senza dover necessariamente ricorrere ai banali jump scare.

    Orrori ed errori

    Da registrare che, come già anticipato nelle anteprime dei mesi scorsi, questo secondo capitolo della serie viri in maniera piuttosto compiaciuta sull'horror puro: senza trascendere mai nel gore, mettendo però da parte il peculiare gusto per il grottesco dell'originale in favore di un terrore più esplicito e diretto. Suggestioni perfettamente incarnate dalle schiere di manichini deformi che infesteranno l'ospedale abbandonato: oscene marionette pronte a muoversi con animazioni contorte nel buio, per poi interrompersi sul posto non appena illuminate dalla luce di una torcia.

    In un contesto globale ampiamente positivo, in tutta la produzione si registra un'unica, fastidiosa sbavatura: il bilanciamento della difficoltà. Con un cambio di direzione francamente abbastanza difficile da comprendere, Little Nightmares II è infatti diventato un gioco assai più esigente e più rigoroso rispetto al primo episodio. Un'impostazione che mal si sposa sia con il genere - tradizionalmente più incentrato sull'esperienza che non sulle performance - che soprattutto con la componente prettamente ludica del titolo, non certo trascendentale per reattività dei controlli e precisione.

    Richiedendo un'esattezza e una puntigliosità semplicemente eccessive nei tempi di reazione, nei salti e nelle inedite fasi di combattimento (apprezzabili come idea ma non così riuscite all'atto pratico, fosse solo per il modo in cui alle volte mancherete il bersaglio letteralmente di pochissimi centimetri), preparatevi dunque a un trial & error come minimo insistito, che in alcune circostanze e per un certo tipo di utenza potrebbe sfociare addirittura nella frustrazione. Un peccato perché, volendo buttarla con una tale enfasi sul rigore e sull'accuratezza delle interazioni, Tarsier Studios avrebbe dovuto rivedere dalle fondamenta certe dinamiche di gameplay che sono invece rimaste immutate.

    Così com'è, Little Nightmares II si dimostra un titolo comunque intrigante e consigliabilissimo, che seppur con qualche inciampo (peraltro facilmente evitabile) denota ancora una volta il talento cristallino del team di Malmo, nonché il valore di un franchise con carattere da vendere.

    Little Nightmares 2 Little Nightmares 2Versione Analizzata PlayStation 4 ProIspirato e ammaliante, Little Nightmares II si inserisce in maniera agevole e coerente sulla scia del predecessore, ampliando con intelligenza e stile il racconto di una dimensione perversa e angosciante, eppure al tempo stesso quasi irresistibile. Al netto di qualche antipatico passo falso nel bilanciamento del livello di sfida, con una meticolosità alle volte oggettivamente fuori luogo, il ritorno sulle scene dei Piccoli Incubi a marchio Bandai Namco vince e convince grazie a una solidissima realizzazione tecnica e all'evidente personalità in termini artistici. Lasciarselo sfuggire, a 29,99€, sarebbe un peccato degno delle crudeli punizioni inflitte della terribile Maestra dal collo estensibile.

    8

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