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Tutto quello che c'è da sapere su Lost Ark, l'MMORPG gratis pubblicato da Amazon che sta facendo impazzire i giocatori europei.
Lost Ark
Recensione: PC
Articolo a cura di
Giovanni Panzano
Disponibile perPc
Vi mentiremmo, se vi dicessimo che nel corso delle prime ore trascorse in quel di Arkesia non ci siamo mai chiesti come mai un prodotto come Lost Ark, con tutti i suoi anni sulle spalle, stia ottenendo un successo di tale portata sia in termini di giocatori connessi ai server che di spettatori su Twitch. Dopo aver raggiunto l'endgame e passato circa cinquanta ore di gioco sui server dell'MMORPG gratis, i motivi del successo di Lost Ark ci sono parsi molto più chiari, sebbene la produzione Smilegate non sia esente da difetti che in più di un'occasione ci hanno fatto storcere il naso. Scopriamo quindi il perché Lost Ark continua ad essere sulla bocca di tutti a più di una settimana dal lancio europeo. Se avete appena iniziato a giocare, date una occhiata anche alla nostra guida con i trucchi di Lost Ark.
Un po' Diablo, un po' WoW
Dal momento che abbiamo già approfondito il sistema di creazione del personaggio e la selezione della classe nel nostro provato di Lost Ark, non ci dilungheremo troppo su questo aspetto del gioco. Sappiate però che in occasione del lancio della versione finale non solo abbiamo ricominciato l'avventura da zero con la Deathblade, una delle sottoclassi dell'Assassina, ma abbiamo anche condotto qualche rapido test con altre classi e tutte ci sono sembrate divertenti da giocare e in grado di offrire piccole meccaniche di gameplay che differenziano l'approccio al combattimento.
Sebbene sia consigliata solo ai giocatori più esperti, la nostra Deathblade ci ha divertito molto di più rispetto al Monaco Guerriero provato precedentemente, dal momento che la sua fragilità è perfettamente bilanciata dalla letalità degli attacchi, soprattutto quando eseguiti alle spalle del nemico.
In ogni caso è davvero impossibile trovare una classe di Lost Ark che non sia soddisfacente da usare, perché il combat system è il fiore all'occhiello di questo action RPG con visuale isometrica e una ingombrante presenza di meccaniche tipiche degli MMO.
Il sistema di combattimento funziona in maniera pressoché identica a quello di Diablo, con una vasta gamma di abilità che si possono concatenare in maniera fluida, generando a schermo una danza di morte che termina sempre in un'esplosione di sangue e budella di demoni o qualsiasi altro malcapitato abbia deciso di metterci i bastoni tra le ruote. A rendere il tutto ancora più gradevole è la scelta di non bloccare le modifiche alla distribuzione dei punti abilità dietro microtransazioni o spese folli con valute da accumulare giocando: in qualsiasi momento potete sottrarre o aggiungere i punti accumulati a qualunque abilità, così da sperimentare più di una build e magari salvarla in appositi slot. Il potenziamento delle skill è però solo uno dei tanti modi utili per far crescere il proprio eroe, poiché tra carte collezionabili, pezzi d'equipaggiamento, rune e Livello Roster (un livello che coinvolge tutti i personaggi che avete su un server), avrete la possibilità di plasmare l'eroe selezionato in base alle vostre esigenze. Più di una volta ci è capitato di apportare modifiche più o meno importanti alla nostra build e proprio grazie al grado di libertà concessa siamo riusciti a migliorare sensibilmente il damage output trasformando la nostra assassina in un'agilissima macchina da guerra.
Un mondo enorme
Come vi abbiamo anticipato, però, non tutto ciò che riguarda Lost Ark è privo di difetti e quello che più risalta all'occhio riguarda la main quest. Purtroppo dobbiamo confermare il nostro parere espresso nel corso della prima prova del gioco: la storia è piuttosto banale, ricca di cliché e situazioni già viste. Al netto di uno scarso coinvolgimento, non possiamo non citare alcune missioni davvero entusiasmanti sia a livello ludico che estetico, poiché ci hanno inserito in contesti bellici su larga scala con tantissime unità a schermo e piccole variazioni in termini di gameplay. Queste situazioni sono tuttavia troppo poche rispetto alla notevole durata della trama principale, spesso costellata da fetch quest che chiedono al giocatore di effettuare emote di fronte ad un personaggio, spostare massi di pietra o distruggere gabbie contenenti alleati da salvare.
Densa di alti e bassi è anche la qualità delle ambientazioni proposte, con alcune che tendono inevitabilmente a ripetersi con qualche piccola modifica che riguarda prevalentemente il bestiario. C'è però una caratteristica di Lost Ark che ci ha piacevolmente sorpreso, ovvero il quest design: il modo in cui sono state distribuite le missioni e gli obiettivi fa in modo che il backtracking sia ridotto al minimo e ogni volta che si accetta una missione è quasi scontato che il punto di consegna sia da tutt'altra parte, così che si possa proseguire con l'esplorazione della mappa. Si tratta questa di una caratteristica da non sottovalutare, poiché rende il flusso di gioco più gradevole e sprona l'utente ad andare sempre avanti.
Per ora abbiamo parlato solo della main quest per un motivo ben preciso: ad un certo punto dell'avventura, infatti, avviene qualcosa di inaspettato. In prossimità del raggiungimento dell'endgame, la missione principale viene messa in disparte, e viene data al giocatore la libertà di scegliere come proseguire all'interno dell'enorme mondo di gioco. Dopo aver ottenuto una nave, possiamo letteralmente partire all'avventura e decidere in quali aree del continente approdare per completare quest, ottenere equipaggiamento o andare a caccia di risorse per il crafting (il gathering ricopre una certa importanza nell'economia di gioco).
È proprio durante questa fase che ci siamo diretti verso alcuni dei luoghi più particolari tra quelli che abbiamo visitato. Dopo aver aiutato dei bizzarri folletti su un'isola invasa dai pirati, abbiamo gettato l'ancora nei pressi del porto di Anikka, cittadina ispirata al Giappone feudale dove non solo abbiamo affrontato pericolosi demoni, ma abbiamo anche preso parte a scontri nell'arena che ci hanno fatto conquistare il titolo di campione. Siamo poi partiti alla volta di Arthetine, che propone uno stile completamente diverso dal fantasy medievaleggiante e ci mette di fronte ad una città in cui regna la tecnologia che ricorda molto da vicino la Midgar di Final Fantasy VII.
I soldati di questa porzione della mappa non sono dei più originali, poiché il loro design è identico agli Space Marine di Warhammer 40K, ma ci siamo comunque divertiti ad affrontarli dalla cabina di pilotaggio di un enorme mech da guerra in uno speciale dungeon. Insomma, la scarsa originalità viene compensata da una quantità enorme di posti da visitare e attività da completare, soprattutto dopo il raggiungimento del livello 50, il quale apre all'endgame con i suoi Chaos Dungeon, i raid, le missioni giornaliere e altre quest a tempo che offrono un livello di sfida degno dei più abili guerrieri di Arkesia.
Pay To Win? No, grazie
Quando un free to play sembra essere troppo interessante agli occhi di un giocatore, viene quasi spontaneo chiedersi dove sia la fregatura e si pensa subito alle microtransazioni. Dopo le decine di ore trascorse sui server, possiamo confermarvi che nel caso di Lost Ark non vi è alcun tipo di meccanica predatoria nei confronti del giocatore. Certo, il negozio offre decine se non centinaia di modi per esaurire il credito della vostra carta, ma si tratta esclusivamente di orpelli estetici i cui benefici non impattano in maniera decisiva il gameplay al punto da definire il gioco un pay to win.
Potete aggiudicarvi una cavalcatura più bella, un pet più carino o un costume più accattivante per il vostro personaggio, ma nulla che possa realmente farvi essere più forti degli altri o che non si possa ottenere con qualche ora di gioco in più. Dopotutto gli sviluppatori sono stati sufficientemente generosi da regalare a tutti pet e cavalcature sia con bundle gratis che con i Twitch Drop, al punto che un paio degli oggetti distribuiti in forma gratuita possono essere acquistati anche nel negozio a cifre non trascurabili. Malgrado il nostro pacchetto includesse un periodo di Crystalline Aura, che garantisce una serie di benefici a chi decide di sottoscrivere l'abbonamento, abbiamo volontariamente deciso di farne a meno per sperimentare quali potessero essere le frustrazioni derivate da tale mancanza e, sorprendentemente, non ce ne sono state.
Chi dispone di un abbonamento attivo, ad esempio, può usare il viaggio rapido senza pagare ma il prezzo di questa funzione è irrisorio e anche chi deve sborsare qualche Silver per gli spostamenti potrà serenamente continuare a giocare senza nemmeno badare a questa spesa. Potrebbero farvi risparmiare tempo anche i due slot extra per il Bifrost (il viaggio rapido tra regioni diverse, per intenderci), ma parliamo di un'aggiunta che velocizza alcuni passaggi e nulla più.
I reali vantaggi riguardano principalmente la Stronghold, l'isola di proprietà del giocatore in cui non solo si può fare housing, ma dove si possono anche sviluppare tecnologie e creare pozioni o altre risorse con i materiali raccolti in giro per il mondo. In questo caso gli abbonati avranno tempi di ricerca e di crafting velocizzati, ma nulla che possa davvero stravolgere l'esperienza di gioco o che ci spinga a considerare vitali questi bonus.
Per chi se lo stesse chiedendo, inoltre, il PvP in Lost Ark esiste e, sebbene non goda di chissà quale popolarità se rapportato alle restanti componenti del gioco, risulta molto equilibrato e mette tutti i giocatori sullo stesso piano, così che a decidere il vincitore sia solo ed esclusivamente l'abilità.
Un comparto tecnico datato
Se il numero di anni di permanenza sul mercato orientale ha avuto grossi vantaggi per quello che concerne i contenuti, non possiamo dire altrettanto per il comparto tecnico. Lost Ark è un prodotto lontano dagli standard attuali del mercato e pur essendo un MMORPG vanta comunque una veste grafica datata.
Ciononostante, alcuni scorci sono piacevoli da guardare grazie ad una direzione artistica spesso azzeccata seppur carente sul piano dell'originalità. Il design degli NPC lascia parecchio a desiderare, ma quello dei demoni e dei boss, alcuni di dimensioni parecchio generose, è più che discreto e soprattutto abbastanza vario. Ogni luogo della mappa propone nemici completamente diversi e quasi mai abbiamo assistito al riciclo di avversari con solo differenti colori della skin. La presenza di un comparto tecnico non all'avanguardia permette però di avere prestazioni ottimali anche su macchine meno aggiornate, consentendo a chi invece monta sul PC una GPU più recente di spingere sia sui dettagli che sulla risoluzione.
Durante le nostre partite non abbiamo mai avuto alcun problema anche quando a schermo vi era una quantità notevole di modelli, sebbene in alcuni casi vi sia stato qualche fastidioso scatto dovuto al sovraffollamento dei server di Lost Ark, i cui effetti non dipendono dal PC e affliggono tutti i giocatori.
Ci sentiamo inoltre in dovere di spendere due parole sul supporto ai controller: sia chiaro, giocare esclusivamente con un pad potrebbe essere complicato (è comunque possibile, visto che lo stick destro controlla il puntatore), ma tutto sommato funziona discretamente bene. In relazione agli attacchi, alle abilità e agli oggetti, tutto avviene tramite la pressione combinata dei tasti frontali con i dorsali o i grilletti e l'interfaccia rende tutto perfettamente comprensibile.
8
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Lost ArkVersione Analizzata PCLost Ark è un titolo che vive di alti e bassi, ma che riesce ad intrattenere il giocatore grazie ad un sistema di combattimento frenetico e gratificante che rappresenta di fatto il cuore pulsante di questo MMORPG. L’altro più grande pregio del gioco pubblicato da Amazon Games è poi la mole spropositata di contenuti che, al netto di una ripetitività di fondo, garantisce ore infinite di quest e altre attività endgame ormai collaudate nei cinque anni di permanenza del gioco sul mercato orientale. Insomma, se siete disposti a chiudere un occhio sulle fetch quest e sulla grafica non certo all'avanguardia, il free to play di Smilegate saprà come intrattenervi per un bel po’ di tempo, soprattutto se giocato con la giusta compagnia.
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