Recensione Lost Planet 2

Il ritorno degli Snow Pirates di Capcom

Lost Planet 2
Recensione: Xbox 360
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Uno dei primi titoli a sfruttare in maniera -per l’epoca- intensiva l’hardware delle console di nuova generazione (in particolare Xbox 360) fu Lost Planet, che mostrava un utilizzo delle fonti d’illuminazione, delle texture e degli effetti particellari davvero fuori dal comune, combinando il tutto con meccaniche sì rodate ma declinate in funzione di un mondo del tutto nuovo, basato su regole davvero peculiari.
    L’inaspettato successo in termini di vendite -quasi due milioni di copie nel mondo- portò di lì a poco Capcom a rimuginare su un degno seguito, conosciuto oggi con il nome di Lost Planet 2.
    All’E3 2009 il titolo aveva fortemente convinto i nostri inviati. Non il semplice seguito di uno degli action dallo stampo arcade più divertenti di questa generazione, ma quasi una produzione del tutto nuova, che condividerà con il suo predecessore solo alcuni degli elementi più importanti, mutando quasi tutto il resto.
    E’ chiaro comunque che non sarà facile ripetere il successo commerciale del primo Lost Planet e, considerato proprio questo dato, non è forse un caso che la softco nipponica abbia scelto di optare per una strada fortemente incentrata sull’appeal della cooperazione e della competitività in multiplayer, aspetti di prim’ordine nel bilancio ludico odierno.
    Lost Planet 2, giunto finalmente nelle nostre mani in versione completa, sarà disponibile nei negozi a partire dall’11 Maggio, per Xbox 360 e Playstation 3.

    Rivoluzione su E.D.N. III

    Lo storyline prende piede dieci anni dopo la conclusione del primo capitolo: il pianeta E.D.N. III, lasciato in fase di scongelamento, è oramai una rigogliosa distesa verde, ricoperta per buona parte da una fitta boscaglia tropicale.
    Un breve incipit giocabile ci accompagna dai ghiacci di Wayne Holden a questo secondo episodio, che si rivela decisamente più vario: l’orientaleggiante eroe del primo Lost Planet passa infatti il testimone a 5 nuovi personaggi, ognuno protagonista di un episodio dedicato insieme alla propria fazione di Snow Pirates, fino alla reunion prevista per il 6 ed ultimo capitolo.
    La ricerca dell'energia termica, divenuta sempre più preziosa, è ancora una volta alla base dell'azione frenetica che si svolgerà sullo schermo, caratterizzata dal battagliare con i sempre più grossi, numerosi ed agguerriti Akrid, gli alieni ostili abitanti il suddetto pianeta.
    Lo story telling perciò non riguarderà il singolo individuo quanto invece il gruppo nella sua totalità, acquisendo un più ampio respiro e permettendo al giocatore un'immedesimazione più agevole e meno forzata.
    Tale simbiosi sarà resa possibile anche da un sistema di personalizzazione che incontreremo prima dell'inizio dell'avventura e che darà modo di scegliere il sesso, le caratteristiche fisiche e l'equipaggiamento del nostro beniamino.
    Dal punto di vista estetico sarà possibile modificare gambe, torso, testa e “zaino” del nostro eroe, con un centinaio di skin ispirate, tra cui troviamo anche Frank West (direttamente da Dead Rising), tutte intersecabili tra loro. Ma la customizzazione principale riguarda le capacità belliche: il giocatore dovrà scegliere un’arma preferita per ogni categoria (standard, short, long, heavy e supporto), pescando in un’arsenale di tutto rispetto, tra cui riscontriamo anche alcuni strumenti pensati per un approccio più tattico. Deciso l’armamento utilizzabile sarà possibile anche selezionare 2 particolari abilità per personaggio, che miglioreranno sprint, capacità di recupero o di attacco e via discorrendo. Questa caratterizzazione trova terreno fertile soprattutto nel multiplayer competitivo, aperto fino a 16 giocatori, che permetterà per di più di sciorinare speciali mosse di scherno di sicuro impatto, anch’esse personalizzabili tramite editor del personaggio.
    E’ bene precisare, a questo punto, che, per quanto la sensazione dopo i primi istanti di gioco possa sembrare quella di una trama “di contorno” piuttosto superficiale, a conti fatti, nonostante il titolo non sia più -per ovvie ragioni- incentrato sulla narrazione, dobbiamo ammettere di aver trovato piuttosto intrigante l’intreccio imbastito dal team creativo, capace di portare alla luce alcuni retroscena del tutto inaspettati.
    Nonostante ciò i gamer “non più adolescenti” (quelli nella fascia d’età tra i 22 e i 35 anni, per capirci) sentiranno la mancanza di un supporting cast ben caratterizzato.

    Cambia la forma ma non la sostanza

    Dal punto di vista del gameplay non ci sono veri e propri mutamenti nelle meccaniche basilari che sottendono la struttura ludica di Lost Planet 2; si tratta, sostanzialmente, di un prodotto che gli americani chiamerebbero “Stronger, Bigger & Better”, declinato nella più popolare delle accezioni contemporanee: il multiplayer.
    Alla base dell’esperienza ludica, dunque, ci saranno ancora i continui scontri con gli Akrid, rinvigoriti da moltissime -e pericolosissime- nuove specie, da un arsenale ancora più ghiotto che comprenderà strumenti d’offesa e di difesa (scudo e granate rigeneranti su tutti) nonchè da una serie di nuovissimi VS e da un level design totalmente rinnovato.
    Le numerose ore di gameplay alle spalle hanno dimostrato essere proprio quest’ultimo elemento chiave, assieme alla possibilità di affrontare l’intera avventura con tre amici, della spropositata quantità di divertimento veicolata dalla produzione nipponica.
    Lo scioglimento della scorza gelata ha permesso ad E.D.N. III di uscire -letteralmente- dal suo bozzolo, come una farfalla: quelle che prima erano lande completamente desolate ora si sono tramutate in complesse giungle equatoriali, esplorabili nella quasi totalità ed in grado di garantire un’elevato numero di possibilità diverse nell’approcciare qualsiasi situazione.
    Sapientemente mescolati al loro interno giacciono insediamenti umani di varie dimensioni che contribuiscono a spezzare il trend “ampi spazi aperti” intrappolando in stretti corridoi e veri e propri labirinti di cemento la frenesia quasi mai doma dell’azione.
    Ed è proprio il ritmo, dopo il level design, uno dei maggiori punti di forza della produzione. La gran quantità di nemici sempre presente sullo schermo (siano essi Akrid o temibilissimi Jungle Pirates - la fazione “nemica” per eccellenza) non permetterà quasi di prendere respiro, proponendo sfide sempre più agguerrite legate anche ad un’intelligenza artificiale di tutto rispetto.
    Già ai livelli di difficoltà più bassi gli avversari avranno piena coscienza di quanto li circonda e saranno capaci di ripararsi sfruttando l’ambiente, equipaggiarsi ed utilizzare VS e postazioni di fuoco semi-fisse ed effettuare efficaci -per quanto basilari- manovre d’accerchiamento.
    La vasta estensione delle ambientazioni consentirà anche al giocatore ed ai suoi tre compagni, come anticipato, di mettere in atto diverse strategie per cogliere il nemico impreparato.
    Sarà importante, in questo senso, agire in perfetta sincronia: ne è un lampante esempio lo sfruttamento di alcune particolari postazioni da fuoco pesante, per utilizzare le quali il giocatore “al controllo” dovrà farsi aiutare da un secondo in funzione di addetto al caricamento.
    La migliore applicazione delle tecniche cooperative si riscontrerà, tuttavia, durante gli scontri con i giganteschi boss, i più grandi mai visti in un action game di questa generazione.
    In questi frangenti, infatti, non basterà tutta la potenza di fuoco se a disposizione di un singolo ma occorrerà una pesante dose di strategia e cooperazione per colpire la creatura nei suoi punti deboli, immobilizzarla e quindi finirla.
    Emblematico l’esempio mostrato al mondo nella demo presentata all’ultimo E3 nel corso della quale si era chiamati a combattere una sorta di gigantesca talpa alla quale si poteva forzare l’apertura delle fauci per entrare all’interno ed operare una distruzione simultanea (interno-esterno) sino a farsi sputare.
    A conti fatti l’esperienza si traduce in una specie di sandbox game in cui ad ogni capitolo ci verrà messa di fronte una vasta area disseminata di armi e mezzi d’ogni genere e ci verrà richiesto di raggiungere un determinato punto/attivare un congegno/distruggere una fortezza; il come sarà totalmente a nostra discrezione.
    Una conformazione del genere ha il difetto d’essere alquanto dispersiva; per ovviare anche a questo problema il team ha pensato di inserire un folto sistema di checkpoint dai quali ripartire in caso di morte ed una suddivisione in zone che prevede diversi secondi di caricamento in maniera da dare la possibilità al gruppo di radunarsi.
    Prima di proseguire è infine doveroso accennare che sarà possibile completare le 10 ore abbondanti anche in singolo, affiancati dalla CPU: in questo caso, chiaramente, risultati, varietà e divertimento verranno pesantemente ridimensionati.



    Vista l’inclinazione totalmente multiplayer della produzione non poteva mancare anche la componente competitiva che, seppur non a livello di quella cooperativa, riesce a soddisfare i requisiti di questa generazione.
    La composizione di tale sezione vede declinare secondo le meccaniche di questo secondo capitolo modalità di gioco tipiche di TPS ed FPS, alcune presenti addirittura nel primo episodio della serie.
    Si tratta, sostanzialmente, di un tutti contro tutti dove sbizzarrirsi nel massacro degli avversari, nella sua variante a squadre ed in un’altrettanto competitiva cattura dei territori a squadre, dove la frenesia lascerà spesso il passo alla strategia per cercare di conquistare (e difendere) i ripetitori prima dello scadere del tempo.
    Come anticipato, e vista soprattutto la non eccezionale immediatezza del sistema di controlli di Lost Planet 2, questa sezione del multiplayer risulta decisamente meno interessante, seppur coadiuvata dall’ottimo editor sopra descritto che, grazie ai credi accumulati (in singolo, in coop e in versus), permette di personalizzare ancor più a fondo la dotazione del nostro alter-ego.
    Una piccola nota negativa va spesa, al momento, riguardo al netcode che ha presentato diversi problemi di latenza durante le partite.

    MT Framework 2.0

    Tra le altre cose, anche il motore grafico ha subito notevoli miglioramenti. La seconda versione dell’engine MT Framework, realizzato dalla stessa Capcom, si comporta infatti egregiamente ed è in grado di offrire scenari stupefacenti.
    Il motore grafico regala ottimi effetti di luce, texture in alta definizione di prima qualità, una mole poligonale invidiabile per la maggior parte delle produzioni ed una perfetta palette cromatica.
    L'inversione di marcia verso location più ricche d'elementi ha poi permesso alle nipponiche mani dei game designer di mostrare tutte le potenzialità nascoste del loro motore: le enormi foreste tropicali si presentano più vive che mai, presentando fronde in continuo movimento, fantastici specchi d'acqua ed una serie di ottimi effetti ambientali che garantiscono un coinvolgimento sensoriale a 360°.
    Rinnovati e rinvigoriti anche i particellari adibiti alla riproduzione di fumo e fuoco, ora più realistici che mai e capaci di donare un tocco cinematografico all'atmosfera.
    Decisamente promosso anche il comparto animazioni, molto credibile specialmente per quanto riguarda i boss, nonostante la loro mole esagerata. Dobbiamo solo denotare un sistema di collisioni non raffinatissimo, oltre a qualche sporadico calo di framerate nelle fasi più animate, ma nulla che possa inficiare la qualità del progetto, che graficamente risulta davvero squisito.
    Di ottimo livello anche le campionature sonore, la stessa soundtrack ed il doppiaggio in inglese della versione testata.

    Lost Planet 2 Lost Planet 2Versione Analizzata Xbox 360Lost Planet 2 è il perfetto esempio di action game al passo con i tempi. Il titolo riesce ad amalgamare alla perfezione una struttura ludica solida e collaudata con le novità di un’ambientazione di grande impatto, costituita da un level design variegato ed intelligente. Il tutto viene poi reso vivo dal vastissimo arsenale bellico e da un’enorme mole di nemici caratterizzati da un’intelligenza artificiale ottimamente implementata e capace mettere sotto pressione anche i player più navigati. La ciliegina sulla gustosissima torta è infine la possibilità di affrontare l’intera avventura con tre amici e scoprire, ogni volta, molteplici possibilità diverse; le sezioni competitive, seppur di minor interesse, costituiscono una gradevole -quanto imprescindibile- aggiunta. Ad onor di cronaca, gustato senza la compagnia di un gruppo affiatato, Lost Planet 2 perde buona parte del suo fascino. L'intento del team di sviluppo è chiaro: quello di proporre un titolo fortemente legato al multiplayer cooperativo, sulla scia del successo di prodotti come Monster Hunter. Giocato con l'aiuto dell'IA, il prodotto è decisamente meno coinvolgente, e chi non ama stazionare nei server online può togliere un punto al giudizio finale. Se siete tuttavia appassionati dell'online gaming, il quadro di un titolo assolutamente da non perdere è però delineato, e la cornice perfetta non può che essere il comparto visivo sopra le righe offerto dall’ottimo MT Framework 2.0.

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