Recensione Lost: Via Domus

I sopravvisuti del volo 815 naufragano su PS3

Recensione Lost: Via Domus
Articolo a cura di
Disponibile per
  • Xbox 360
  • PS3
  • Pc
  • Chiunque si ritenga moderatamente appassionato di serial televisivi, non può non aver mai visto una puntata di LOST. Ideato da quel geniaccio di J.J. Abrams, con la partecipazione straordinaria di Damon Lindelof e Jeffrey Lieber, è considerato da molti l’erede spirituale di Twin Peaks, grazie ad un sapiente mix di avventura e mistero, dramma e psicologia dei personaggi che tanto affascina le generazioni televisive del nostro secolo. In Italia le prime tre stagioni sono state trasmesse dal canale televisivo Fox, replicate poi gratuitamente dalla cara vecchia Rai Due. La quarta stagione (attualmente in svolgimento sulle reti d’oltreoceano) verrà trasmessa in Italia nella primavera di quest’anno. Ma prima del gran finale della serie (atteso con trepidazione nel 2010) teso a risolvere tutti misteri e gli enigmi irrisolti di Jack, Kate, Sawyer, Hurley e gli altri naufraghi dell’Isola, Ubisoft prende la palla al balzo e si permette, con la benedizione degli autori originali, di farci rivivere in prima persona le avventure dei naufraghi meno fortunati che la storia ricordi.
    Pronti a precipitare di nuovo sull’Isola di LOST?

    Ti senti perso?

    Il volo Oceanic 815, partito da Sydney, precipita in circostanze misteriose su un’isola dell’Oceano Pacifico non segnata sulle mappe. Ben presto i superstiti scoprono che, se vogliono avere qualche possibilità di essere salvati, devono assolutamente riunirsi in un gruppo. L’isola è pericolosa e nasconde una miriade di segreti, molti dei quali legati in maniera indissolubile al passato dei protagonisti.
    Tra questi troviamo lui, il “fotoreporter” Elliot Maslow, il personaggio principale che soffre di una strana forma di amnesia post-traumatica (e chi lo avrebbe mai immaginato...). Il nostro eroe non è diverso dagli altri superstiti: anche lui è stato condotto sull’isola da un passato tormentato e deve redimersi per trovare la strada di casa. Come precedentemente accennato egli non ricorda chi è e da dove viene, sebbene col tempo avrà a disposizione vari mezzi per scoprire quale sia la sua vera identità (primi tra tutti, i famigerati Flashback tanto amati nella serie televisiva).
    Ma dopo esserci ripresi dallo “schianto emotivo” della presentazione iniziale, LOST: Via Domus mette in risalto immediatamente tutte le sue (poche) capacità videoludiche: l’obiettivo primario del gioco sarà quello di vagabondare per l’Isola, facendoci strada tra la fitta vegetazione, scattando fotografie ed interagendo con gli oggetti ed i personaggi non giocanti sparsi per le varie ambientazioni (per tutte le 5/6 ore di gioco necessarie al compimento della missione). Parlare con gli altri superstiti sarà infatti fondamentale per la sopravvivenza di Elliot: quando ci avvicineremo a qualcuno, comparirà su schermo la parola “Parla”. Durante un dialogo avremo a disposizione varie opzioni, dato che ogni icona rappresenta un argomento diverso di conversazione (come “Missione”, “Oggetto”, “Generale” e “Scambio”).
    Gli argomenti non ancor discussi saranno evidenziati in bianco, mentre le chiacchierate attive in grigio. La loro utilità effettiva altri non è che quella di farci proseguire all’interno della storyline principale, al fine di ottenere varie informazioni interessanti per giungere all’episodio successivo. Inoltre, la maggior parte degli oggetti in nostro possesso potrà essere scambiata tramite l’interazione con alcuni personaggi specifici (come ad esempio Sawyer o Charlie), considerati a tutti gli effetti i “commercianti” dell’Isola. Il sistema a risposta multipla (molto simile a quello di celebri avventure grafiche del passato) è qui riproposto in maniera blanda, con un sistema di scelta pacchiano ed assolutamente poco interessante.

    Piccoli Robinson Crusoe crescono...

    E ahinoi, altrettanto poco interessanti si dimostrano essere gli enigmi che andremo a risolvere nel corso della nostra ricerca per la verità: durante l’avventura, difatti, saremo chiamati a far ricorso alla logica per risolvere alcuni rompicapo legati a fusibili da raccogliere e a vari computer presenti nelle diverse locazioni di gioco. Ad ogni modo si tratta sempre di mini-giochi semplici, al limite dell’ingenuità, i quali serviranno il più delle volte ad arginare una perdita di carburante o ad aprire una porta. E oltre alla presenza di alcune trascurabili e brevissime sezioni sparatutto (con un sistema di fuoco preso di peso dagli ultimi action game di nuova generazione), un paio di corse nella giungla (durante le quali dovremmo saltare e scivolare nel fango al fine di evitare tronchi d’albero o mostri “di fumo nero”), l’altro elemento principale del gameplay di LOST: Via Domus è legato ai celebri flashblack presenti anche nell’omonima serie televisiva, quando alcuni eventi o persone attiveranno un ricordo del nostro passato. Si tratta di micro-flash, che contengono degli indizi per recuperare la memoria; quando accederemo ad un flashback, l’immagine sarà sfuocata e potremo visualizzare solo una parte dell’azione. Con la nostra fotocamera potremo tuttavia mettere a fuoco l’immagine, zoomando ed ingrandendo l’elemento selezionato. Una volta messi a fuoco gli eventi, tutto ci sarà rivelato, potendo così ricordare l’intera sequenza degli avvenimenti. Se da una parte queste sezioni sono sicuramente gratificanti dal punto di vista narrativo, dall’altra non offrono nulla di veramente divertente o stimolante per il giocatore, dato che si tratta sempre di aspettare il momento giusto prima del fatidico “clic”.
    Ma dove LOST non delude, è nel comparto audiovisivo. L’ambientazione è sempre ricca di fascino: le grotte avvolte dalle tenebre (nelle quali farsi strada illuminando il cammino con torce o lampade ad olio), la fitta giungla densa di mistero, le varie stazioni della Dharma, la Roccia Nera e la spiaggia coi rottami dell’aereo precipitato faranno senza dubbio fibrillare il cuore dell’appassionato della serie, grazie alle decine e decine di “chicche” pensate sopratutto per far emozionare il fan della nota saga televisiva. Il motore grafico del celebre Ghost Recon: Advanced Warfighter, pur mostrando alcuni limiti strutturali (tra cui un frame rate ballerino ed una modellazione dei personaggi poligonali non sempre all’altezza), riesce a ricreare perfettamente le atmosfere misteriose e verdeggianti delle avventure dei sopravvissuti del volo Oceanic 815.
    Ed anche la partitura musicale, affidata al bravissimo e talentuoso Michael Giacchino (autore tra l’altro della colonna sonora originale del serial TV), riesce ad infondere al giocatore quel misto di tensione ed adrenalina che ci si aspetterebbe di provare dopo la visione di una puntata qualunque di LOST (e scusate se è poco). Unica nota di demerito, il doppiaggio in lingua italiana: le voci dei naufraghi, compresa quella del protagonista Elliot Ma slow, risultano davvero troppo scoordinate e mal recitate (costava troppo scritturare i doppiatori originali?).

    Lost: Via Domus Lost: Via DomusVersione Analizzata PlayStation 3Saremo brevi: LOST: Via Domus è un eccellente “non-gioco”. Farà piangere lacrime di esaltazione all’appassionato della serie televisiva omonima, abbagliandolo di riferimenti più o meno espliciti alle stagioni viste in TV (in particolar modo la prima e la seconda), ma facendo allo stesso tempo contrariare (e non poco) il videogiocatore medio con la sua pochezza ludica e le sue trovate degne di un prodotto di serie B (oltre ad una durata di gioco davvero irrisoria). Perché Via Domus è innanzitutto uno strepitoso affresco delle atmosfere di mistero e disperazione ideate da J.J. Abrams e Damon Lindelof, piuttosto che un buon videogioco in senso stretto. Ma dopotutto, questa è la filosofia che attanaglia la nuova generazione di console, ossia quella del “molto fumo e poco arrosto”. Ma sinceramente, mai come in questo caso, il “fumo” potrebbe risultare per molti dannatamente assuefacente...

    5.5

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