Recensione Lunar Knights

La luce e le tenebre per combattere i vampiri che non temono il sole.

Recensione Lunar Knights
Articolo a cura di
Disponibile per
  • DS
  • ... ma salvaci dall’insolazione, amen.

    Hideo Kojima volle lo stealth game, e Metal Gear fu. Volle arricchirlo con una trama coinvolgente, una grafica 3D e un taglio registico cinematografico, e fu Metal Gear Solid. Fantasticò su un gioco d’azione che desse l’emozione di guidare un robot (in stile anime giapponese) in adrenalinici combattimenti in ambienti tridimensionali, e fu Zone of the Enders. Volle un videogioco che sfruttasse la portabilità di una console handheld per introdurre qualcosa di originale - l’utilizzo di una lente sensibile alla luce solare montata sulla cartuccia del gioco stesso - e fu Boktai. Infine, volle portare questa sua recente produzione sul nuovo portatile a due schermi Nintendo, ma turbato al pensiero dei suoi cari fan videogiocatori, disposti a rosolare per ore ed ore al sole pur di giocare a Boktai, decise di lasciar perdere l’idea del sensore solare, intenzionato a trovare piuttosto un modo originale per usare doppio schermo e touchscreen. E fu Lunar Knights.

    Che tempo che fa...

    L’eterna lotta tra umani e vampiri sembra non dar mai tregua, anzi, per i mortali ogni speranza pare svanita definitivamente da quando i succhiasangue hanno lanciato nell’atmosfera terrestre il ParaSOL, un satellite in grado di oscurare il sole, permettendo di controllare le condizioni climatiche ed eliminando l’unico punto debole che li rendeva vulnerabili. Ma non tutto è perduto: Lucian, un misterioso spadaccino in cerca di vendetta ed Aaron, un’apprendista pistolero, presto si ritroveranno a combattere fianco a fianco (nonostante la riluttanza del burbero Lucian) per salvare l’umanità. Insieme sconfiggeranno uno ad uno i generali dei vampiri e, prima che questi possano resuscitare, partiranno a bordo dell’incrociatore interstellare Laplace per portare i corpi dei non morti oltre l’orbita del ParaSOL e purificarli (leggasi “eliminarli definitivamente”) con il cannone solare del satellite Sunflower.
    La serie di eventi che coinvolgeranno i protagonisti si rivelerà in realtà povera di veri e propri colpi di scena o intrecci particolarmente arzigogolati, ma resterà comunque piacevole ed originale, riallacciandosi alla tematica della lotta tra umani e vampiri già affrontata nel suo predecessore, Boktai.

    Alla luce del sole

    In Boktai il protagonista, Django, andava a caccia di vampiri armato della Gun del Sol, una pistola in grado di sparare proiettili carichi di energia solare concentrata, letale per i non-morti. Ma le munizioni dell'arma erano limitate e l’unico modo per non restare privi di risorse era ricaricarsi esponendo il Game Boy Advance (o per essere più precisi la cartuccia del gioco, sulla quale è montato il sensore) alla luce diretta del sole. Al giocatore toccava dunque attraversare svariati dungeon infestati da non morti senza far troppo spreco di munizioni, ma avendo avvalendosi di stratagemmi tipici degli stealth game (spesso bussando sui muri, emulando Solid Snake) per superare i giri di ronda delle guardie più incaute. Ciononostante, in particolari frangenti era inevitabile il ricorso alla Gun del Sol e non sempre le riserve residue di energia solare erano sufficienti allo scopo. Così, in Boktai sorgeva sovente l’esigenza di giocare sotto la luce diretta del sole per superare alcune fasi del gioco, inficiando quel pregio proprio dei videogiochi portatili di essere giocati dove e quando se ne ha voglia.
    Pur essendo l’erede “spirituale” di Boktai, del quale riprende il look ed alcune meccaniche di gioco, Lunar Knights propone qualcosa di diverso: niente più sensori di luce, per proporre qualcosa di nuovo bastano doppio schermo, touchscreen e microfono. Ovviamente questo implica anche un approccio diverso: laddove prima si alternavano enigmi da risolvere, sezioni stealth e qualche scontro a fuoco, ora tutto si incentra per lo più sull’azione e sul combattimento.

    Occhio al bollettino meteorologico!

    Lunar Knights è un action adventure arricchito con elementi da rpg, quali i danni inflitti e ricevuti indicati da valori numerici e la crescita in esperienza dei protagonisti, con tanto di punti caratteristica incrementabili a proprio piacimento per ogni livello superiore raggiunto. Punto di partenza per ogni avventura nel gioco è la mappa del mondo; da qui si può accedere alla taverna, nella quale riposare o parlare con gli avventori in cerca di notizie utili o eventuali missioni secondarie, andare in un emporio per rifornirsi di oggetti, armature ed accessori, oppure avventurarsi in una delle zone infestate dai tirapiedi del vampiro di turno, che sarà nostra prossima preda. I livelli sono suddivisi in diverse aree adiacenti, tra le quali ci si può orientare al meglio usando una mappa accessibile da un sottomenu raggiungibile premendo START. Durante l’esplorazione lo schermo inferiore funge da visuale primaria, nella quale agiscono i protagonisti, mostrando il mondo di gioco in prospettiva isometrica; lo schermo superiore invece offre una sguardo sul cielo, mostrando le condizioni meteorologiche del mondo di gioco, oltre che l’attuale posizione del sole o della luna e segnalando anche la temperatura, il grado di umidità e la velocità del vento. Si tratta di elementi di cui tener sempre conto, in quanto possono influenzare positivamente o negativamente alcuni tipi di attacchi e allo stesso tempo permettono ad alcuni accessori in nostro possesso, se equipaggiati, di fornire dei bonus alle caratteristiche del nostro personaggio. Inoltre, bisogna tener conto che molti degli oggetti di recupero che è possibile raccogliere sono soggetti a deperimento, ed alcuni climi possono velocizzare questo procedimento, rallentarlo o addirittura migliorare la qualità dell’oggetto: per esempio un cartone di latte rischia di andare a male (divenendo imbevibile) se non viene consumato entro un certo lasso di tempo da quando lo si è procurato, ma se lo si porta con sé in un ambiente col giusto clima, può trasformarsi invece in Yogurt, che ha proprietà di recupero migliori.
    Come già anticipato, il sistema di gioco è molto diverso da Boktai: ora la possibilità di poter affrontare sempre faccia a faccia i propri nemici tende ad incentrare il gioco sull’azione, a discapito della risoluzione di enigmi (quasi assenti) e dell’approccio “stealth”. In Lunar Knights tutto verte nel sapiente impiego del personaggio giusto al momento giusto, a seconda delle fasi lunari o solari e degli avversari che ci si parano innanzi. Aaron e Lucien, che possiamo alternare all’azione rapidamente premendo il tasto SELECT, si differenziano infatti sia per le armi che utilizzano (il primo armi da tiro, il secondo armi da mischia) sia per la fonte dei loro poteri, che sono più forti in base alla presenza e alla visibilità, rispettivamente, del sole e della luna. Ad accompagnarli nella loro lotta contro l’oppressione dei vampiri ci saranno i Terrenial, delle creature che conferiscono proprietà elementali alle armi, con efficacia variabile a seconda delle diverse condizioni climatiche, e permettono, quando l’indicatore di “trance” è pieno, di trasformarsi per alcuni secondi fondendosi con i terrenial del sole e della luna oppure di lanciare, con l’utilizzo del touchscreen e del microfono, un devastante attacco che scatena la furia degli elementi (per esempio disegnando dei cerchi per evocare trombe d’aria o soffiando per alimentare una tempesta di ghiaccio).
    I controlli sono ben mappati, semplici da imparare e permettono di avere sempre un’ottimale padronanza del personaggio in uso, consentendo di attaccare o ripararsi dietro lo scudo prontamente, di cambiare arma e terrenial equipaggiati al volo e di utilizzare un semplice sistema di “aggancio” dei bersagli per facilitare la mira (indispensabile per le armi da tiro). In più, soffiando nel microfono, è possibile far fischiare il protagonista, attirando l’attenzione dei nemici nelle vicinanze.
    L’azione di gioco si mantiene generalmente molto varia, sia per le differenze nello stile di combattimento di Aaron e Lucian sia per i diversi approcci con cui si possono affrontare alcune situazioni: è possibile scagliarsi apertamente verso il nemico, cercando poi di parare un suo attacco all’ultimo momento per stordirlo e contrattaccarlo, oppure attirarlo in un angolo facendo rumore per poi colpirlo alle spalle infliggendogli danni doppi, oppure abbatterlo da lontano con le armi a lunga gittata di Aaron, oppure ancora evitare del tutto il combattimento, sgattaiolando dietro muri e casse per non farsi vedere.
    La struttura dei dungeon inoltre incoraggia il backtracking, nascondendo in alcuni angoli zone inizialmente inaccessibili che più tardi si riveleranno l’ingresso di veri e propri sotto-dungeon, nei quali trovare oggetti rari ed armi extra, contribuendo ad attribuire al gioco una discreta longevità.
    Per diversificare ulteriormente il gameplay, dopo ogni scontro con un boss bisognerà portare il corpo del vampiro appena sconfitto oltre l’orbita del ParaSOL affrontando una sezione di sparatutto: sullo schermo inferiore, che mostra uno scenario spaziale in 3D con la telecamera poco dietro l’incrociatore Laplace, bisogna toccare i caccia avversari in avvicinamento per colpirli e trascinare col pennino Laplace per evitare gli spari nemici, mentre premendo L si può cambiare il terrenial in uso per selezionare diversi tipi di proiettili (singoli, esplosivi, a bersaglio multiplo, ecc.). Un minigioco semplice ma accattivante.

    Splendente come il sole, incantevole come la luna

    Esteticamente, Lunar Knights lascia pienamente soddisfatti. I fondali in prospettiva isometrica sono tutti di ottima fattura, colorati e ricchi di dettagli. Il design dei personaggi e dei mostri è altrettanto ben curato ed esibisce sprite gradevoli e animati con un numero abbondante di frame (sebbene in molti casi riciclati direttamente dai tre episodi di Boktai). Ad impreziosire il tutto si aggiungono scene animate completamente doppiate, rare e non eccessivamente lunghe, ma di sicuro piacevoli da guardare. Impatto meno positivo è reso invece dalle (poche) sezioni in 3D, che sono semplici sia a livello di complessità poligonale che di effetti visivi, attestandosi tuttavia su un livello sufficiente.
    Ottimo lavoro è stato fatto anche per la colonna sonora. Le tracce musicali sono varie ed orecchiabili, apprezzabili in ogni contesto, oscillando tra influssi jazz e rock. Ad arricchire il comparto audio assieme ai già convincenti effetti sonori si aggiungono inoltre una nutrita quantità di brevi campionamenti vocali.
    L'avventura è piuttosto duratura, e dopo averla portata a termine, oltre a continuare a collezionare oggetti e a risolvere quest secondarie, sarà possibile cimentarsi in una divertente modalità multiplayer che consente a quattro giocatori di sfidarsi in duelli all'ultimo sangue.

    Lunar Knights Lunar KnightsVersione Analizzata Nintendo DSCon la varietà di possibilità di azione e gli spunti originali che offre, Lunar Knights è un titolo che difficilmente rischia di annoiare ed è caldamente consigliabile a chiunque cerchi un buon action/adventure per il portatile Nintendo e a chiunque apprezzi degli sprite e i fondali 2D splnedidamente disegnati ed animati. Tecnicamente quasi ineccepibile, l'ultima fatica di Kojima piacerà sia ai neofiti che ai fan di Boktai, i quali potrebbero trovarsi inizialmente spiazzati davanti alla sostanziale alterazione nel gameplay dovuta per lo più all’assenza del sensore di luce solare (che può essere comunque implementato inserendo una cartuccia di Boktai nello slot GBA del DS).

    8

    Che voto dai a: Lunar Knights

    Media Voto Utenti
    Voti: 9
    7.2
    nd