Recensione Madden NFL 17

Puntuale come ogni anno, ad agosto torna il titolo Madden NFL, il titolo targato EA Sports con licenza ufficiale della National Football League.

Recensione Madden NFL 17
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • È, insieme a R.B.I. Baseball, la serie sportiva più longeva al mondo, una vera e propria istituzione oltreoceano, che anche da noi ha saputo creare attorno a sé un solido stuolo di aficionados. Madden NFL ha collezionato dal 1988 a oggi una trentina di edizioni, sulle piattaforme più disparate, diventando nel corso degli anni, anche per mancanza di avversari causa licenze esclusive, l'unica possibilità per gli utenti di confrontarsi col football americano professionistico. L'edizione dedicata alla stagione 2016-2017 della National Football League prometteva, fin dalle prime indiscrezioni, interessanti per quanto circostanziate novità, ideale rafforzamento di una struttura ormai collaudata, che già in Madden NFL 16 aveva raggiunto una maturità realizzativa forse mai osservata in precedenza.

    Fortissimamente Franchise

    È quel bestione di Rob Gronkowski, tight end dei New England Patriots e uomo copertina di quest'anno, ad accoglierci nel menu di caricamento di Madden 17, in attesa di poter mettere le mani sulle novità che, come da tradizione, vengono illustrate in apertura attraverso un video assai esplicativo. Le rivoluzioni da un anno all'altro non si addicono a Electronic Arts, che però sa come dosare al meglio nuove e spesso determinanti feature, oltre ad affinamenti graduali. Visti gli ottimi risultati di Madden 16 sarebbe stato del resto controproducente ribaltare completamente una struttura che aveva impiegato anni a stabilizzarsi. Le novità della nuova edizione si concentrano soprattutto sul versante del gameplay puro, con importanti incursioni nella struttura fondante della Franchise, sempre più centro gravitazionale della serie, con tutto il rispetto per le altre modalità, Madden Ultimate Team in primis. Se in altri titoli (qualcuno ha detto FIFA?) EA Sports sembra preferire a un upgrade della Carriera, o Franchise che dir si voglia, un'attenzione sempre più totalizzante per l'Ultimate Team, in Madden questo fortunatamente non avviene. Quest'anno, la novità principale della modalità che ci consente di guidare la nostra squadra stagione dopo stagione si chiama Play the Moment. Non sarà il baseball, ma le tempistiche di una partita di football, se giocata play by play con un minutaggio adeguato, possono spesso apparire eterne, specie per chi è abituato a sport più fulminei nel loro svolgimento. Per non parlare di intere stagioni... Tiburon, lo storico sviluppatore della serie Madden, ha pensato a chi non può permettersi di passare ore e ore davanti al televisore, introducendo Play the Moment: in tal modo, sarà possibile giocare solo le fasi cruciali del match, siano esse offensive o difensive, e lasciare tutto il resto alla gestione automatica, con un sistema di Super Sim ulteriormente affinato rispetto agli anni scorsi. Un match di un'ora potrebbe così concludersi in una quindicina di minuti, mantenendo tuttavia punteggi e statistiche realistici, dettagli importanti per chi desidera imbastire le proprie stagioni su numeri paragonabili a quanto offerto dalla vera NFL. Scorrendo i vari menu, un po' macchinosi e pesanti come purtroppo da tradizione, ritroviamo immutata l'ossatura della Connected Franchise, introdotta per la prima volta in Madden 25, nel 2013. Potremo così affrontare le stagioni nelle vesti di giocatore, head coach o proprietario. In quest'ultimo caso tutte le incombenze, da quelle tecniche a quelle finanziarie, saranno nelle nostre mani, così come la decisione di trasferire la squadra in un'altra città o costruire un nuovo stadio. Qui ci saremmo aspettati, dopo tre anni, qualche new entry, ma le città disponibili, i modelli preimpostati degli stadi, i nomi e le uniformi selezionabili sono sempre gli stessi.

    Primo e dieci

    Chi ha qualche annetto sulle spalle ricorderà senza dubbio le critiche rivolte al gameplay di Madden dai fan della serie NFL 2K, a detta di tutti il top della simulazione di football (NFL 2K5, vecchio ormai di dodici anni, è ancor oggi considerato un caposaldo del genere). Il lavoro di Tiburon ha spesso peccato di eccessivo afflato arcade, con il gioco aereo sempre preferito a una realistica rappresentazione degli schemi di corsa. Colpa di un sistema di collisioni mai davvero credibile, neppure dopo l'inserimento dell'engine fisico Infinity, a partire da Madden 13. Col passare del tempo, tra passi falsi e miglioramenti, e soprattutto senza più concorrenza, EA Sports ha imboccato la strada giusta, quella strada che oggi porta Madden 17 al vertice della serie per qualità del gameplay e realismo.

    L'ultimo capitolo introduce una gestione totalmente nuova delle fasi di corsa, con collisioni finalmente credibili e una serie di opzioni assai varie, che consentiranno al nostro running back di scegliere on the fly la soluzione più adatta per superare la linea difensiva avversaria. Merito anche di un'interfaccia rinnovata, per neofiti e non solo, che suggerirà di premere determinati tasti al momento giusto per compiere spin, finte, cariche e tuffi. La difficoltà media si è innalzata, e guadagnare yard su un gioco di corsa non sarà mai banale, neppure su un terzo e inches apparentemente agevole. Di tanto in tanto il giocatore non risponderà con la prontezza che ci aspetteremmo, ma nel complesso la nuova struttura gira a meraviglia. Qualche tweak anche nel gioco aereo, specialmente sul versante difensivo: i giocatori gestiti dalla AI sembrano più pronti a seguire le tracce dei ricevitori, senza movimenti "sovrannaturali" (quanti si ricordano i robo-linebacker, in grado di intercettare palloni senza neppure guardarli?). Sempre in tema realismo, i fan di lungo corso avranno di certo passato le notti, anno dopo anno, a settare al meglio gli slider, per ovviare alle maggiori carenze del gioco. In Madden 17, chi scrive ha personalmente assistito per la prima volta in una quindicina d'anni alla chiamata da parte degli arbitri di una pass interference, senza aver messo mano agli slider e senza aver in alcun modo modificato le impostazioni di default del gameplay. In generale, le flag compaiono molto più spesso, aspetto che restituisce un feeling decisamente molto più plausibile alle nostre partite.

    It's all about presentation

    Un'altra carenza cronica di Madden è da sempre la presentazione. Senza ritirare in ballo ancora una volta NFL 2K5, che due generazioni fa poteva già contare su higlights dagli altri campi, studi pre e post partita con coverage ufficiale ESPN, half-time report e quant'altro, la serie di EA Sports ha sempre lasciato l'amaro in bocca a chi pretende da un titolo sportivo su licenza una solida anima televisiva. Quest'anno la musica è cambiata, a partire dal commento: fuori i soporiferi Nantz e Simms, dentro Gaudin e Davis, con interventi molto più frizzanti e dettagliati.

    Non siamo ai livelli di MLB The Show, ma poco ci manca. Il feeling televisivo è poi rafforzato da un'infornata di nuove cutscene, che vanno a sostituire quelle tre, quattro sequenze che in passato venivano ripetute fino alla nausea. Se FIFA 17 potrà contare sul nuovo engine FrostBite, i fan di Madden, almeno per quest'anno, si dovranno ancora accontentare dell'Ignite, che continua tuttavia a fare la sua discreta figura. Le animazioni e i modelli dei giocatori non sono mai stati così credibili, così come la resa degli stadi, nonostante qualche incomprensibile differenza qualitativa tra un impianto e l'altro. L'engine fisico è al massimo del suo sviluppo e sebbene non riesca a evitare del tutto gli strani e talvolta esilaranti effetti ragdoll del passato, appare oggi ben calibrato e funzionale alle meccaniche di gioco.

    Madden NFL 17 Madden NFL 17Versione Analizzata Xbox OneIl miglior Madden di sempre? La domanda sorge spontanea dopo aver trascorso molte notti insonni a conquistare Superbowl e record a ripetizione. Una cosa è certa: Madden NFL 17 continua il discorso del predecessore, che già dodici mesi fa aveva colpito per un’offerta finalmente matura e priva di evidenti debolezze. Il lavoro di limatura portato avanti da Tiburon è giunto a compimento e offre oggi una Franchise mai così ricca, affiancata da un gameplay che può finalmente dire addio alle croniche carenze della serie. Graficamente, difficile tirar fuori qualcosa di più da un engine ormai datato, ma in attesa di sviluppi futuri, il colpo d’occhio non è affatto disprezzabile.

    8.5

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