Maquette Recensione: un puzzle narrativo per PS5 gratis su PlayStation Plus

Edito da Annapurna Interactive, Maquette è un puzzle game narrativo in prima persona che gioca con la ricorsività e l'alternanza di dimensioni.

Maquette Recensione: un puzzle narrativo per PS5 gratis su PlayStation Plus
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  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Non è fra i generi che trascinano maggiormente le folle, ma il puzzle game di stampo narrativo può ancora contare su una nicchia di fan abbastanza compatta. Sono quei giocatori rimasti folgorati dai vari Portal e Q.U.B.E; verosimilmente gli stessi utenti che, col tempo, si sono interessati anche a quella branca sperimentale, un po' meno enigmistica e un po' più esplorativa, che ha toccato il suo apice con lo splendido What Remains of Edith Finch (per rinfrescarvi la memoria, ecco la recensione di What Remains of Edith Finch). Con l'avventura sviluppata da Giant Sparrow, Maquette ha in comune l'editore, Annapurna Interactive, e il desiderio di raccontare qualcosa che in qualche modo lasci il segno nel cuore di chiunque sieda al di qua dello schermo per ascoltarla. In questo caso si tratta di una storia d'amore piuttosto comune, che noialtri avremo il privilegio di scoprire passo per passo, dall'interno di un setting modificabile mettendo concretamente mano a un piccolo plastico raffigurante quella medesima ambientazione: una sua maquette, per l'appunto.

    Prima di lasciarvi alla recensione vi ricordiamo che Maquette è gratis con PlayStation Plus a marzo insieme a Remnant From The Ashes, Farpoint e Final Fantasy VII Remake.

    Piccolo, grande amore

    C'è un lungo sentiero da percorrere, prima che la sfida di Maquette mostri la sua vera natura. Con visuale in prima persona, siamo inizialmente chiamati a procedere con un brano musicale in sottofondo, "San Franciscan Nights", che risuona con fare vagamente onirico, mentre sotto un cielo stellato, sulle architetture che si parano dinanzi al nostro sguardo, compaiono delle brevi citazioni, quasi dei frammenti di ricordi cristallizzati in forma scritta.

    Ne capiremo il senso poco dopo aver messo piede nel luogo in cui si svolgerà il resto del gioco, una piazzetta centrale sormontata da una grossa cupola rosa con quattro vialetti che, dai lati, si connettono ad altrettanti spazi periferici. È qui difatti che, origliando parti di dialogo, assisteremo all'evolversi del rapporto fra Michael e Kenzie, due innamorati di cui non vedremo mai i volti, ma con almeno uno dei quali sarà davvero difficile non entrare in sintonia. E non solo per merito di un doppiaggio di spessore, frutto del coinvolgimento di due attori noti, Seth Gabel (Fringe, American Horror Story) e Bryce Dallas Howard (Jurassic World, Rocketman). Il racconto di Maquette, nella sua semplicità, è infatti estremamente "umano", un saliscendi sentimentale che è tipico dello sbocciare di un affetto forte e, proprio per questo, a misura di singolo spettatore. Per ovvie ragioni non vogliamo svelare altro della vicenda in questione, limitandoci a dire che la narrazione, pur priva di fronzoli, risulta piacevole sino alla fine, impreziosita dall'uso di bozzetti 2D che, di tanto in tanto, vengono disegnati dal software all'interno dell'inquadratura, graziosa sintesi metaforica dei fatti esposti a voce dai protagonisti.

    Il gameplay stesso, se vogliamo, può essere interpretato come sorta di metafora delle gioie e dei dolori che si possono incontrare mentre una qualunque esperienza di coppia comincia a germogliare. Al centro del mondo di Maquette, come accennato in partenza, c'è un modellino, riproduzione in miniatura dell'ambiente di gioco direttamente circostante. All'inizio di tutto c'è inoltre un cubo rosso di grandezza normale, che il giocatore può prendere fra le mani e spostare a piacimento, e poi far cadere ovunque nelle zone transitabili.

    Posando il cubo nei dintorni della cupola centrale, esso comparirà anche dentro il plastico, nell'esatta posizione in cui è stato poggiato nel mondo "macro", ma di dimensioni infinitamente più piccole. Da quel momento, il mini-cubo potrà a sua volta essere afferrato e spostato, laddove il cubo originale, invece, sparirà dal setting. L'espediente funziona pure al rovescio, buttando il cubo di misura standard fra le mura della maquette: in tal caso si paleserà anche nella realtà attorno, gigantesco (ma inamovibile).

    L'uso del cubo funge solo da esempio di come funzioni la meccanica trainante l'intera formula ludica di Maquette, che di volta in volta vedrà apparire fra le strutture dello scenario nuovi oggetti - chiavi, tessere, sfere, cristalli - da ridimensionare al fine di proseguire nella sfida.

    Questo perché il titolo di Graceful Decay, più di ogni altra cosa, si basa sul principio di ricorsività. Gli stessi item devono quindi essere riutilizzati di continuo, ingranditi o rimpiccioliti, per portare a termine i compiti più disparati, dall'aprire portoni all'attivare interruttori, fino al creare varchi tra alcune barriere colorate. Spesso, per altro, in maniera decisamente creativa: una chiave di medie dimensioni può sbloccare una serratura, ma, poco più in là nella progressione, anche essere posizionata nel plastico, tra due superfici, per creare un enorme ponte nel mondo "reale". Inoltre dalla maquette è possibile comunicare e interagire con aree della macro-location che da fuori risultano sbarrate, così da creare le condizioni indispensabili ad avanzare verso il nuovo rompicapo di turno.

    Errori ricorrenti

    Il concept fondante Maquette ha insomma un discreto fascino, che ben presto, purtroppo, viene smorzato dall'effettiva qualità del lavoro di puzzle design, che non stentiamo a definire altalenante. L'avanzamento non manca di proporre prove di logica davvero ingegnose, improntate in larga parte sull'impiego del pensiero laterale. Del resto, le quattro-cinque ore necessarie a chiudere la partita sono anche puntellate di enigmi ambientali le cui risoluzioni tendono a risultare inutilmente macchinose e cervellotiche. È una discontinuità, questa, che rischia di sfociare in qualche momento di stallo che potrebbe spezzare fin troppo spesso i ritmi di gioco, minando di riflesso la godibilità dello sviluppo narrativo.

    Uno studio dei rompicapi meno attento di quanto sarebbe lecito aspettarsi è altresì tradito dal fatto che alcuni dei puzzle possono facilmente essere "forzati", aggirandone le soluzioni corrette sfruttando le falle del comparto tecnico. Il che ci porta a trattare un altro problema di Maquette, forse, ad oggi, il più fastidioso: una certa mancanza di polishing.

    Si parla di classiche compenetrazioni poligonali, ma anche - su PS5, dove abbiamo testato la produzione - di piccoli cali prestazionali e, soprattutto, di bug più o meno gravi. Specialmente uno, sopraggiunto a metà del nostro playtest, è stato in grado di confinarci in uno spazio senza via d'uscita, e conseguentemente dover ricominciare tutto daccapo.

    Dispiace, quindi, che la parte tecnica non assista del tutto ciò che di buono l'esperienza ha da offrire sul piano audiovisivo. È chiaro che si tratti di un prodotto a basso budget, graficamente low-poly, ma il colpo d'occhio di Maquette resta gradevole nelle sue forme essenziali, nelle cromie sgargianti e nelle altre scelte artistiche, fra il fantasy e l'estetica del quotidiano.

    Maquette MaquetteVersione Analizzata PlayStation 5Maquette è una storia romantica narrata con garbo ed eleganza, ma anche un’avventura rompicapo che ruota attorno a un’idea di gioco ricorsiva e pluridimensionale, decisamente atipica. Le due anime dell’esperimento di Graceful Decay e Annapurna convivono in maniera sufficientemente armoniosa, benché la concezione superficiale di alcuni puzzle rischi di rallentare l’avanzamento, ostacolando la fruizione del piacevole racconto che contorna il gameplay. Produzione senz’altro imperfetta, Maquette rimane comunque un indie che gli amanti del genere non farebbero male a provare, magari sfruttando l’attuale inclusione nella lineup di PlayStation Plus (o futuri sconti, per quanto riguarda gli utenti PC).

    6.5

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