Recensione Mario Golf World Tour

Camelot riporta Mario fra mazze e Tee.

Recensione Mario Golf World Tour
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  • 3DS
  • Due anni dopo il traballante tentativo di rilanciare Mario Golf, il team Camelot torna su Nintendo 3DS con uno sportivo arcade ambientato nel regno dei funghi. Stavolta però si gioca sul green, con Mario Golf World Tour: seguito dell'episodio uscito su Game Boy Advance ormai dieci anni fa.
    Il team di sviluppo se la cava sicuramente meglio con le mazze che con le racchette, a giudicare dal suo pedigree: Camelot è infatti la software house che ha concepito la serie Everybody's Golf su piattaforme PlayStation, e che poi si è occupata dei golfistici “marieschi” a partire dal lontano 1999.
    Tralasciando quindi gli inciampi di “Open Tennis”, ecco che la piattaforma portatile Nintendo accoglie un prodotto interessante e solido, con un gameplay che sa essere immediato e al contempo non banale, e un pacchetto di modalità corposo quanto basta.

    Chip in Buca

    E' difficile immaginare una rivoluzione integrale, nell'ambito delle simulazioni golfistiche: che vogliano abbracciare un collaudato realismo oppure l'immediatezza tipica delle produzioni arcade, ormai il sistema di gioco è sempre quello. Si posiziona la pallina sul Tee, si sceglie la mazza, si calcola la traiettoria tenendo conto della forza del vento. Poi è il momento dello swing: tre tocchi sul pulsante principale, e via. Al massimo si può decidere dove colpire la pallina, per imprimere qualche effetto.
    Mario Golf: World Tour non cerca di riscrivere il canone del genere, ed anzi lo accoglie con ritrovato entusiasmo. Eppure, forte di un'esperienza quasi ventennale, il team di sviluppo ha saputo interpretare al meglio una struttura collaudatissima, rendendola adatta davvero a tutti: sia a chi non ha mai sopportato i ritmi ciondolanti delle partite, sia a chi invece si esalta nel calcolare le traiettorie considerando mille variabili.
    La domanda sorge spontanea: come fare a coniugare un gameplay semplice e immediato, adatto ad un pubblico più eterogeneo possibile, con la necessità di “acchiappare” anche i giocatori che cercano un'esperienza di gioco più solida e strutturata?
    Molto semplice: Mario Golf: World Tour prevede due diversi sistemi di tiro, che si dedicano efficacemente ad entrambe le categorie di utenti. Da una parte c'è il sistema automatico: in nome di un approccio quantomai sintetico, abbandona il classico colpo “a tre tocchi” per farsi ancora più semplice. Dopo aver stabilito la traiettoria della pallina (ovviamente considerando il vento e poi le pendenze del terreno nel punto d'impatto previsto), bastano due click del pulsante frontale per esibirsi in uno swing da maestro. A patto ovviamente di fermare l'indicatore della potenza nel punto esatto segnalato dall'interfaccia sul touchscreen.
    Scegliendo di colpire in questa modalità, l'esperienza di gioco di Mario Golf: World Tour è semplice e rapidissima - quasi lineare.

    Chi cerca un approccio un po' meno disimpegnato, ma senza pretendere le raffinatezze di un Tiger Wood, sceglierà invece di effettuare il tiro in modalità manuale. In questo caso le cose si fanno un po' più complesse, ma aumenta in maniera considerevole il controllo sulla parabola della pallina. Oltre alla potenza, bisogna infatti dare un terzo input che corrisponde alla precisione del colpo, e proprio prima dell'impatto è anche possibile - inclinando lo stick analogico - decidere il punto in cui la mazza toccherà la sfera. Così possiamo alzare o abbassare la traiettoria, ma anche curvala leggermente per sfruttare il vento a favore. C'è anche un sistema che permette di imprimergli un topspin o un backspin: una volta toccata terra, la pallina comincerà a rotolare avanti e indietro sul campo. Con un po' di esperienza, si possono preparare giocate di classe, con rotolamenti calcolati che ci portano vicinissimi alle buche.
    Ovviamente Mario Golf: World Tour non ha pretese di simulatività, ed anzi si diverte proprio ad “esagerare” sul fronte della fisica di gioco. Ma anche questo a parte della sua anima arcade.
    Ad onor del vero bisogna ammettere che in modalità “manuale” tirare sfruttando pulsanti e stick analogico è un po' scomodo e non molto immediato: abbiamo preferito di molto il controllo tramite pennino, che ci permette di toccare esattamente la pallina nel punto in cui vogliamo colpirla. Dopo lo swing, quattro tasti virtuali che appaiono ai margini dello schermo permettono di scegliere che tipo di spin imprimere: una soluzione molto comoda, che sfrutta finalmente in maniera competente le specificità della console.

    Fra i due sistemi di tiro, comunque, si può passare nel corso della stessa partita, decidendo magari di affidarsi a quello automatico per i primi colpi (solitamente molto regolari), per poi switchare su quello manuale quando ci si avvicina al green. Proprio nei pressi della buca bisognerà fare maggiore attenzione, studiando a fondo le pendenze e cercando di non farsi trarre in inganno dalla potenza suggerita, che non sempre è quella che basta per conquistare il “birdie”. L'aspetto forse più riuscito di Mario Golf: World Tour è che gli aiuti a schermo restano sempre un'indicazione di massima, e che per riuscire a scendere sotto il par bisogna sempre interpretare ogni tiro, esaminando con cura condizioni atmosferiche e conformazione del terreno.
    C'è anche da dire, però, che i percorsi non sono molto complicati, e arrivare sul green, soprattutto sfruttando la modalità automatica, sarà questione di poco conto. I risultati dei tornei, insomma, si decideranno quasi tutti con il Putt in mano.

    Modalità e DLC

    Oltre all'opzione partita veloce, in cui è possibile scegliere vari tennisti con le più disparate caratteristiche di tiro (ci sono proprio tutti, persino Waluigi), la modalità “principale” di Mario Golf: World Tour si chiama “Club Castello”. Qui utilizziamo il nostro Mii per esplorare un grosso Hub da cui possiamo prender parte ai vari tornei. Qui, dopo aver effettuato 18 buche di prova per calcolare il nostro Handicap, potremo cominciare la nostra scalata e l'attacco ai campioni. Le competizioni sono inizialmente regolari, su campi non ispiratissimi a livello scenico. Superati i primi campionati, però, si incominciano a sbloccare stage molto più interessanti come gli zuccherosissimi Giardini di Peach, la giungla di Donkey Kong, o il Lago di Yoshi. Ogni ambientazione ha una serie di ostacoli o bonus a tema, che in buona sostanza risveglia un design dei percorsi altrimenti molto regolare: peccato solo che questi campi speciali siano divisi in appena nove buche, invece delle canoniche 18 dei primi tre tracciati (foresta, spiaggia e montagna).
    L'avanzamento, dopo le fasi iniziali un po' noiose, procede comunque abbastanza spedito e mai privo di stimoli: prender parte alle competizioni speciali (come quelle, veramente “spietate”, dell'Isola Celeste, in cui bisogna andare in buca con un Drive e un Putt), oppure semplicemente vincere i tornei e ridurre il proprio handicap, permette di sbloccare vari accessori da acquistare nelle boutique delle sale interne del castello. Personalizzare la dotazione del nostro Mii permetterà di migliorare poche statistiche, trasmettendo un buon senso di progressione, ma senza che questo influisca in maniera determinante sui risultati che è possibile ottenere in campo.

    Segnaliamo anche la presenza di qualche modalità accessoria: le Sfide, ad esempio, sono prove di abilità in cui dovremo dimostrare di avere un eccezionale conoscenza delle meccaniche di gioco. Far schizzare la pallina attraverso dei cerchi chiudendo una buca sotto al par, oppure raccogliere le enormi monete che fluttuano a mezz'aria, sono alcuni fra i compiti disponibili in questa modalità pensata per partite “mordi e fuggi”, che completa in maniera più che brillante l'offerta di gioco.
    Qui, fra l'altro, si cominceranno ad usare gli swing speciali, che è possibile raccogliere colpendo apposite casse-bonus sparse per i campi. E' una fortuna che l'esperienza di gioco di Mario Golf: World Tour non si concentri troppo su questi improbabili tiri dagli effetti più disparati, e resti invece più focalizzata sui tecnicismi di base. I super-colpi rappresentano sicuramente un tocco di colore, ma avrebbero potuto sbilanciare l'esperienza di gioco. Invece vengono usati con estrema parsimonia, lasciando che sia soprattutto l'abilità dell'utente a determinare i risultati della sequenza di buche.
    Chiude il quadro di Mario Golf: World Tour una serie di modalità multiplayer che permettono di giocare con gli utenti in lista amici (eventualmente anche il modalità Wireless Locale) o con sfidanti da ogni parte del globo, prendendo parte a competizioni ufficiali e campionati mondiali organizzati direttamente da Nintendo. Molti di questi tornei prevedono condizioni di vittoria particolari, e si affrontano in solitaria inviando poi il proprio punteggio. C'è da dire che l'opzione “asincrona” risulta molto funzionale, ma che anche durante le partite in multiplayer il team ha ben pensato di eliminare i tempi morti, senza imporre ai giocatori la necessità di aspettare il colpo degli sfidanti prima di poter vibrare il proprio swing.
    In ultimo qualche commento sulla presenza di contenuti aggiuntivi, confermati dalla stessa Nintendo, da acquistare separatamente sotto forma di DLC. Ancora non sappiamo esattamente quali saranno i prezzi dei nuovi campi da gioco, ma possiamo assicurare gli utenti che la quantità di campi presenti nella versione base è più che sufficiente per tratteggiare un titolo bello denso e duraturo. Certo, il fatto che oggi si pensi a rilasciare degli Add-On ancor prima di aver lanciato il prodotto non è molto elegante, ma anche Nintendo deve abbracciare strategie commerciali che hanno il loro successo: e per lo meno non si ha mai l'idea che il titolo sia stato in qualche modo “tagliato” per incentivare l'acquisto dei DLC.
    A livello tecnico, Mario Golf: World Tour si presenta bene senza fare miracoli sul fronte della stereoscopia, con modelli poligonali semplici ma efficaci, e appena un po' di aliasing di troppo. Le inquadrature panoramiche che sorvolano i campi di gioco mettono in luce non solo il set di colori molto accesi e le forme tondeggianti di alberi e ostacoli, ma anche una buona vivacità stilistica, sostenuta da brani rilassati ma sempre ben presenti, che seguono ottimamente i ritmi delle partite.

    Mario Golf World Tour Mario Golf World TourVersione Analizzata Nintendo 3DSMario Golf: World Tour è una delle migliori produzioni targate Camelot: il team sembra finalmente ritrovare l'ispirazione che gli mancava da un bel po' di tempo. Il gioco propone con successo un sistema di controllo ibrido: da una parte la semplicità estrema dello stile automatico, dall'altra il ben più calcolato approccio manuale, che permette di gestire con cognizione di causa le traiettorie e le reazioni della pallina. Non c'è mai una pretesa di simulatività, ma le reazioni della sfera sul green, o la necessità di calcolare attentamente le pendenze del terreno, rendono Mario Golf: World Tour profondo quanto basta per non far mai mancare gli stimoli anche a chi cerca una produzione non del tutto disimpegnata. L'aspetto che più colpisce è però la quantità di modalità e sfide, che tratteggia un avanzamento forse un po' rapsodico, ma per fortuna molto variegato e con un occhio di riguardo per l'online. Il numero di campi disponibili è più che soddisfacente (a patto di sbloccarli superando delle fasi iniziali un po' noiose), ed il fatto che se ne aggiungeranno altri sotto forma di DLC non toglie nulla al valore della produzione. Semmai bisogna dire che non tutte le location sono ispirate, a livello scenico e strutturale, e che la componente tecnica non fa miracoli, limitandosi ad interpretare al meglio lo stile coloratissimo del Regno dei Funghi. Mario Golf: World Tour è comunque uno sportivo arcade vivace e curato, ma soprattutto vario e densissimo. Vivamente consigliato

    8.8

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