Recensione Mario Party 7

Nel Regno dei Funghi è di nuovo tempo di festeggiare!

Recensione Mario Party 7
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  • NGC
  • Sette anni insieme

    Puntuale come un orologio svizzero, anche quest’anno l’accoppiata Hudson - Nintendo ci propone un nuovo party game ambientato nel Regno dei Funghi. C’è chi ritiene che il settimo episodio di una serie, se essa è tanto longeva da poter raggiungere tale traguardo, sia il migliore: basti vedere Ultima o Final Fantasy. Ma per Mario Party la situazione è diversa... L’uscita annuale forzata, unitamente alla mancanza di effettivi miglioramenti o quantomeno modifiche sostanziali nella formula che accompagna il titolo fin dal suo primo episodio (uscito nel ‘99 su Nintendo64), fanno sì che la sensazione che il gioco regala sia in effetti quella di una saga trascinata fin qui per inerzia, senza avere effettivamente nulla di nuovo da aggiungere a quanto già visto. Il gioco, in fatti, è sempre il solito: quattro giocatori si affrontano su di un tabellone in stile gioco dell’oca, e partecipano a diversi mini giochi al termine di ogni turno, in base alle caselle sulle quali sono finiti. Il tutto è ovviamente farcito dall’utilizzo di power up quali funghi, gusci e simili, e dalla possibilità, su alcune caselle, di sfidare direttamente gli avversari mettendo in gioco le proprie monete (utili per acquistare stelle e power up) o le proprie stelle (indispensabili per la vittoria della partita: chi più ne possiede vince).

    Tutti in crociera... tranne Bowser

    La premessa da cui il titolo prende le mosse è quella di una crociera, organizzata dal buon vecchio Mastro Toad, alla quale vengono invitati tutti i personaggi Nintendo, meno che Bowser naturalmente, che si adirerà non poco per l'esclusione. La crociera visiterà 6 diverse locazioni che faranno da sfondo ad altrettanti tabelloni sui quali si svolgerà, come sempre d’altronde, l’azione di gioco. Abbandonato il tema dell’alternanza giorno-notte che aveva caratterizzato il sesto episodio, in questo capitolo ogni tabellone ha un differente set di regole, il che aiuta a differenziare non solo dal punto di vista visivo, ma anche a livello ludico le diverse ambientazioni. Nel gioco in singolo c’è la possibilità di sfidare uno contro uno un avversario comandato dalla CPU, il che dovrebbe permettere una maggiore velocità di svolgimento della partita, ma non fa altro che frustrare il giocatore, poiché i due personaggi non si sfidano ogni turno, ma solo se capitano su determinate caselle. Inoltre, il giocatore umano è costretto spesso e volentieri ad assistere ai minigiochi per player singolo affrontati dall'avversario. Nel gioco multiplayer invece c’è una gradita novità, ovvero la possibilità di giocare in 8 dividendosi un pad in coppia: i minigiochi in questa modalità sono molto semplici ed è possibile affrontarli con pochissimi tasti. Come nei precedenti capitoli, man mano che si partecipa a nuove partite sarà possibile sbloccare nuovi minigiochi e aggiunte di vario genere, che tuttavia non modificano sostanzialmente l’esperienza di gioco. Sono presenti, inoltre, tutte le modalità dei precedenti titoli della serie, quali il gioco a coppie, o la partita a singoli minigiochi.

    Cosa funziona e cosa no

    Partiamo dagli aspetti positivi: come il 6° capitolo, anche questo Mario Party 7 prevede l’utilizzo del microfono per alcuni minigiochi, il che rompe un po’ la monotonia del titolo. Il riconoscimento vocale non è comunque perfetto e la reattività dei comandi è tale da rendere del tutto casuale il risultato delle prove. La succitata possibilità di giocare in otto, assieme all'ispirazione delle ambientazioni (in particolare quella veneziana) completano il quadro dei principali miglioramenti del titolo. Le mancanze invece sono decisamente più visibili: in primis il titolo non riesce a discostarsi dal peggior difetto di tutti i capitoli precedenti, ovvero l’intrinseca lentezza di svolgimento. Ogni elemento è descritto da una finestrella di testo, sovrabbondante ed inutile. Sembra di partecipare continuamente ad un lungo ed estenuante tutorial, tanto che il tempo effettivo di gioco, raffrontato con quello perso inutilmente sul tabellone, risulta davvero irrisorio, quando invece la dinamicità del gioco trarrebbe grandissimo giovamento dall’abolizione di tutti i tempi morti che da sempre affliggono la saga (arrivati al settimo capitolo sembra davvero impossibile non aver notato questo difetto ed ottimizzato il codice). I minigiochi inoltre, pur avendo qualche picco di divertimento e di genialità, sono mediamente sottotono: troppi minigiochi non richiedono alcuna abilità e sono basati quasi totalmente sulla fortuna... è comprensibile la volontà di permettere a chiunque di avvicinarsi al prodotto, ma ciò è realizzabile con minuterie ludiche dalla curva d’apprendimento pressoché istantanea, non con sfide del tutto prive di mordente. La presenza preponderante (ben più che nei predecessori) di Bowser non fa che aumentare il senso di impotenza e di frustrazione che attanaglia il giocatore scafato, poiché ad ogni apparizione del nemico di Mario per antonomasia, oltre all'attivarsi di minigiochi single player tediosi per tutti gli altri giocatori, tutto ciò che si è costruito nel corso dei turni è in totale pericolo e non si sa se ci sarà nuovamente l’opportunità di riconquistare la stella o le monete di cui si è stati ingiustamente privati. Questi espedienti, volti a rendere incerto fino all’ultimo turno l’esito della partita, più che l’effetto sperato, riescono solo ad infastidire l'utente.

    Tecnicamente parlando

    Dal punto di vista grafico non è presente alcuna innovazione degna di nota: la grafica è come sempre abbastanza essenziale e funzionale, seppur molto colorata, allegra, ben modellata e ben animata, senza mai far gridare al miracolo. Il numero di poligoni non è particolarmente elevato, mentre la qualità media delle texture si attesta su livelli leggermente più elevati. Nota di demerito per il sonoro: gli effetti audio sono sempre gli stessi dall’arrivo della serie su GameCube ed i temi di sottofondo, che dovrebbero accompagnare partite lunghe anche svariate ore, diventano noiosi dopo un quarto d’ora e odiosi dopo mezz’ora.

    Mario Party 7 Mario Party 7Versione Analizzata GameCubeMario Party 7 non solo giunge a stento all’ultimo appuntamento su GameCube, ma lo fa senza migliorare la serie dove avrebbe bisogno e non riuscendo a mantenere una qualità media dei minigame equiparabile a quella degli episodi precedenti. Il titolo è come al solito assolutamente ingiocabile in single player ed invece divertente in multiplayer, ma non riesce neanche nell’intento di essere il migliore della serie, pur mantenendo uno standard qualitativo complessivo accettabile. Ma ormai sembra chiaro a tutti, Nintendo è proiettata verso Revolution e questa serie sarà di certo una di quelle che si avvantaggerà maggiormente del passaggio sulla nuova piattaforma... speriamo che il prossimo, rivoluzionario episodio sia più ispirato di questo.

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