Mario Party Superstars Recensione: una grande festa su Nintendo Switch

Mario Party torna su Nintendo Switch con Superstars, rimasterizzazione best of della serie da divano per eccellenza: una festa... nella festa!

Mario Party Superstars
Recensione: Nintendo Switch
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  • "Ha un aspetto familiare, vero?". Rivolta a noialtri seduti al di qua dello schermo, è questa la frase scelta da Nintendo per introdurci a Mario Party Superstars, mentre la telecamera, dapprima ferma a lato di un tubo verde, non tarda ad alzarsi in cielo per farci sbirciare all'interno dell'oggetto. In realtà è probabile che i videogiocatori più giovani possano non avere la più pallida idea di cosa rappresenti quella specifica conduttura, che per forma e dimensioni non differisce per nulla dalle tante sparse per le lande del Regno dei Funghi. D'altro canto, quell'ingresso circolare potrebbe facilmente riaccendere i ricordi d'innumerevoli giornate trascorse all'insegna del chiasso e dei grandi sorrisi in chiunque abbia avuto la fortuna di vivere i nintendosi fasti del gaming di fine anni Novanta.

    Si tratta, infatti, del medesimo, magico dotto che troneggiava nel bel mezzo del Mushroom Village, il placido hub del primo Mario Party per Nintendo 64: un luogo che la nuova iterazione per Switch, non per caso, decide di riprodurre in grafica moderna dopo più di vent'anni da quell'esordio col botto, un momento cruciale nell'evoluzione del party game in quanto genere. Al di là di ciò, essere o meno a conoscenza delle meraviglie riposte in quella tubatura non è affatto un problema. Quel che conta è che, una volta entrati, appare subito chiaro come Superstars sia una festa più che mai aperta a tutti.

    Da brava raccolta "best of", l'opera sviluppata da NdCube chiama senz'altro all'appello i fan inossidabili, celebrando il filone dei Mario Party in ciascun centimetro di tavolo virtuale o minigioco ripescato dal passato; contenuti antichi ma forieri di un divertimento sempreverde che, nel contempo, ha tutto il potenziale per intercettare anche gli utenti a digiuno di quel sano videogiocare "da divano" che oggigiorno, colpevolmente, l'industria tende a proporre sempre più di rado. Il tutto senza scordare che Mario Party Superstars, sin dal lancio, non intende neppure sottrarsi alle importanti opportunità offerte dalla fruizione in rete, per la prima volta - e finalmente! - nella lunga storia del franchise.

    Il party dei ricordi

    Mario Party Superstars è quindi, innanzitutto, un episodio rievocativo e in quanto tale si pone il compito di raggruppare ciò che di meglio la serie è stata in grado di presentare in oltre due decenni di onorato servizio. Si parte, come sempre, dalla modalità Mario Party, rivisitazione del tradizionale Gioco dell'Oca con l'idraulico e i suoi compagni a far da pedine di alcuni tavolieri interattivi in continuo mutamento e

    ricchi di dettagli. Per l'occasione i protagonisti sono cinque tabelloni recuperati dall'era dei 64-bit: Yoshi's Tropical Island e Peach's Birthday Cake, dal Mario Party del 1999; Space Land e Horror Land, da Mario Party 2; infine Woody Woods, da Mario Party 3. Sulla qualità della selezione crediamo non ci sia molto da discutere, trattandosi di tavoli divenuti classici per ragioni piuttosto evidenti, oggi come ai tempi del loro primo svelamento. Sono mappe sostanzialmente ineguagliate in termini di estensione e complessità strutturale, percorsi particolarmente adatti ad assecondare le dinamiche tipiche di una formula in cui, a ogni lancio di dado, può succedere davvero di tutto. Per di più ognuno dei playset porta in dote degli elementi di gameplay esclusivi, chiaramente in linea con la tematizzazione del livello: nella torta di Peach è possibile piantare delle Piante Piranha mangiasoldi fra i fiocchi di panna montata, mentre gli "spazi imprevisto" dell'Isola Yoshi evocano un Pesce Gnam che inverte la posizione di Toadette - colei che dispensa le Stelle, fondamentali per vincere - con quella di Bowser, messaggero di malus variegati.

    Molto interessanti sono poi le trovate alla base della terra del terrore, i cui eventi sono scanditi da un ciclo giorno/notte, come anche il concept che caratterizza la stazione spaziale, al centro della quale spunta una casella che, se calpestata troppe volte, aziona un raggio laser capace di azzerare le monete di tutti i concorrenti in traiettoria. La decisione di affiancare cinque tavoli così diversi tra loro innalza notevolmente il valore ludico di Mario Party Superstars, cui si aggiunge il piacere nostalgico di ritrovare le stesse scenografie ammirate tanti anni fa in una veste totalmente rimodernata.

    L'operazione di remaster si serve dell'engine sperimentato in Super Mario Party per rivitalizzare un comparto artistico già brioso e sgargiante all'epoca delle release originali, ora impreziosito da nuovi e particolareggiati modelli poligonali e animazioni più fluide e aderenti ai singoli personaggi in scena.

    Più rilevante del solito è poi la questione dei settaggi pre-partita, stavolta non soltanto limitati alla scelta del numero di turni che andranno a comporre il match. Superstars è anzi un Mario Party altamente personalizzabile: per esempio il software dà modo di definire la velocità dei testi scritti e di spostamento degli avatar sul campo da gioco, vera e propria manna per movimentare i ritmi dell'esperienza.

    Soprattutto, viene lasciata a chi impugna il pad la libertà di attivare o meno la meccanica di assegnazione delle Stelle bonus a fine incontro, da sempre croce e delizia della serie. È una possibilità di non poco conto, poiché fa finalmente sì che sia il gruppo di partecipanti, e non il gioco, a stabilire cosa privilegiare tra la mera fortuna, come di consueto nei Mario Party, e un esito finale maggiormente dettato dal merito e dalla strategia. Inoltre sono a disposizione dei filtri utili a circoscrivere, secondo criteri molto specifici, il ventaglio di minigame su cui i giocatori andranno casualmente a cimentarsi nel corso della gara, fra un giro di caselle e il successivo.

    A proposito di minigiochi, non è certo un mistero che la loro presenza svolga un ruolo determinante nella buona riuscita di ogni festa mariesca che si rispetti. Superstars ne raggruppa ben cento, anch'essi, come i tabelloni, attinti direttamente

    Souvenir festosiNon c'è festeggiamento che non preveda qualche simpatico cadeau e Mario Party Superstars, in quanto sorta di collection "storica", sceglie di donare a tutti i suoi invitati degli extra pensati per illustrare i bei trascorsi della serie. Per dirne alcuni, l'emporio di Toad mette a disposizione -in cambio degli spicci vinti in-game- le pagine di un'enciclopedia party-centrica, breve compendio che contiene informazioni sui dieci videogiochi canonici, sui cinque tavolieri rimasterizzati e sul cast di personaggi. Nel negozio è inoltre possibile comprare le allegre musiche dei titoli di vecchia generazione, poi riproducibili attraverso un grammofono virtuale.

    dal passato - nella fattispecie dai dieci Mario Party "numerati", esclusi Super Mario Party e i titoli per sistemi tascabili. L'assortimento è equilibrato e comprende di tutto, dalle sfide di logica a quelle che testano velocità d'esecuzione e riflessi, dalle prove di abilità a quelle dove, invece, è solo e soltanto la sorte a farla da padrone. Parliamo comunque di esperimenti di gameplay piuttosto semplici, che qui rinunciano ad adattarsi alle peculiarità tecnologiche dei Joy-Con in favore di un normale sistema di controllo a pulsanti; una soluzione di comodo, palesemente spinta dall'urgenza d'integrare la compatibilità con il Pro Controller nonché l'uso della console in portabilità, due feature chieste a gran voce dai fan dopo l'uscita dello scorso capitolo per Switch. Oltre a trovarli nella Mario Party Mode sotto forma d'intermezzi, i minigame sono protagonisti assoluti dell'intera offerta di contorno del titolo, riassunta nella sezione denominata Monte Minigiochi.

    Questo spazio ospita diversi contenitori ricreativi che permettono di affrontare le piccole competizioni una ad una o in sequenza, ora a coppie, ora in assetto 3vs1, ora tutti contro tutti.

    Sono varianti, queste, che all'atto pratico si somigliano un po' tutte, laddove alcune risultano sinceramente poco ispirate, finanche superflue - un esempio è incarnato dall'area Sport e Rompicapi, incentrata sui giochi peggiori del lotto. L'assenza di modalità secondarie realmente stimolanti e incisive è in fondo l'unica, vera nota dolente di Mario Party Superstars: peraltro a sorpresa, considerando quanto materiale si sarebbe potuto rispolverare dai vecchi esponenti del brand.

    Vicini e lontani

    Lo ripetiamo recensendo ogni Mario Party e forse, oramai, se ne potrebbe quasi fare a meno: giocare da soli contro la CPU è sempre consentito, ma dire che sia un buon modo per approcciare i contenuti del pacchetto equivarrebbe a mentire. Proprio come i suoi predecessori, Mario Party Superstars è difatti un'esperienza che nasce e vive per essere usufruita assieme a quante più persone in carne e ossa possibili: quattro amici nella migliore delle ipotesi, almeno due nella peggiore. Il multiplayer locale è semplicemente la quintessenza della produzione e Nintendo Switch si conferma essere una piattaforma perfetta per assecondare le esigenze di aggregazione più disparate, come d'altronde Super Mario Party aveva già tentato di dimostrare nel 2018 (per saperne di più, vi rimandiamo alla nostra recensione di Super Mario Party).

    Si può dunque giocare con i controller "a pezzo unico", come pure spartendosi i Joy-Con; ed è possibile decidere se connettere via wireless fino a quattro console in assetto mobile (purtroppo sempre a patto di possedere altrettante copie del prodotto), oppure se spassarsela alla cara vecchia maniera, tutti davanti allo stesso display. Superstars viene incontro all'utenza addirittura sotto l'aspetto della gestione delle singole sessioni di gioco, dando modo di salvare le partite della modalità principale in qualsiasi istante dell'avanzamento, così da poterle poi riprendere in un secondo tempo.

    Bisogna infine spendere qualche parola relativamente all'online, forse la portata più attesa del nuovo, festoso menù. Com'è noto la funzione si è fatta lungamente desiderare e dopo aver fatto capolino - con notevole ritardo - all'interno di Super Mario Party, quest'anno fa ritorno puntando all'obiettivo di supportare l'offerta di

    Mario Party Superstars in maniera integrale, fin dal giorno del debutto. Dopo qualche test eseguito insieme ai colleghi giornalisti, tra un tabellone e un giretto sul Monte Minigiochi, siamo giunti alla conclusione che la formula abbia le carte in regola per dispensare sorrisi e soddisfazioni anche dalla distanza delle proprie case, cortesia di un'esperienza in generale più fluida rispetto agli standard cui la casa di Kyoto ci ha abituato. Detto questo, il confronto con le serate spese insieme ai compagni di una vita, fianco a fianco, resta ovviamente impietoso: prendersi per i fondelli sul posto, commentando ogni successo o fallimento dei "rivali" di fronte al televisore, è un divertimento a cui nessuno dovrebbe mai rinunciare, con buona pace degli usi di un mondo iperconnesso.

    Mario Party Superstars Mario Party SuperstarsVersione Analizzata Nintendo SwitchSe Super Mario Party sceglieva d’intraprendere la via della timida evoluzione “next-gen”, Mario Party Superstars imbocca la strada opposta, eppure complementare, del tradizionalismo amarcord. Il risultato è un episodio celebrativo di pregevole fattura, selezione ragionata di alcuni fra i tavoli e minigame più rappresentativi di ciò che il franchise è stato nel suo ventennio abbondante di esistenza. Vecchia, solida sostanza che rinasce con un aspetto tutto nuovo, il cui fascino non risiede soltanto nell'estetica; fra i dettagli di un gameplay finalmente customizzabile e inedite opportunità per l’esperienza multigiocatore, Superstars è, anche dal punto di vista formale, uno dei Mario Party più interessanti e accoglienti di sempre. Una festa di Mario che, ricordando la propria storia, sa esattamente come farsi ricordare.

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