Matchpoint Tennis Championships Recensione: un gioco di tennis su Game Pass

Matchpoint Tennis Championships arriva su PC, PlayStation e Xbox, disponibile anche su Game Pass. Come se la cava questa nuova simulazione tennistica?

Matchpoint Tennis Championships Recensione: un gioco di tennis su Game Pass
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Disponibile per
  • Pc
  • PS4
  • Xbox One
  • Switch
  • PS4 Pro
  • PS5
  • Xbox Series X
  • Nell'ultimo decennio i titoli tennistici sono diventati sempre rari, con risultati lontani anni luce rispetto a quei Top Spin, Virtua Tennis e Grand Slam Tennis (senza scomodare Smash Court Tennis Pro Tournament e altre produzioni più datate) che avevano deliziato il palato degli appassionati all'inizio del nuovo millennio. È dal 2012 che non abbiamo più avuto un nuovo episodio della serie Top Spin; Virtua Tennis ha abbandonato la platea un anno prima, mentre EA, dopo aver confezionato una serie dedicata alle prove dello Slam e ad alcune leggende del tennis, ha abdicato in fretta e furia.

    Da appassionati ci siamo dovuti accontentare delle serie AO Tennis, Tennis World Tour e Tennis Elbow (PC), senza considerare un "certo" Mario Tennis (ecco la nostra recensione di Mario Tennis Aces) e altre interpretazioni più spiccatamente arcade. Direttamente dall'Australia, una delle nazioni più prolifiche a livello tennistico, arriva ora una "possibile" soluzione alle nostre sofferenze videoludiche, ovvero Matchpoint - Tennis Championships, titolo sviluppato da Torus Games che qualche mese fa e aveva suscitato sensazioni piuttosto positive.

    Un roster discreto

    Partiamo col dire che l'offerta contenutistica di MPTC risulta, nel complesso, alquanto basilare: la classica partita d'esibizione (i match in doppio non ci sono per ora), una modalità carriera, un tutorial, una serie di minigiochi di allenamento e un multiplayer locale e online (con tanto di cross-play).

    Di contro il roster dei tennisti è abbastanza variegato: possiamo giocare con Carlos Alcaraz, Daniil Medvedev, Garbiñe Muguruza, Andrey Rublev, Casper Ruud, Hubert Hurkaczs, Nick Kyrgios, Benoît Paire, Heather Watson, Hugo Gaston, Kei Nishikori, Madison Keys, Victoria Azarenka, Amanda Anisimova, Taylor Fritz e Pablo Carreño Busta. Mancano i big 3 e i giocatori nostrani, mentre la Legends Edition aggiunge due "presunte" leggende come Tim Henman e Tommy Haas (il loro status è discutibile).

    Se Top Spin e Virtua Tennis proponevano due diverse interpretazioni del tennis (il primo strizzava l'occhio alla simulazione, il secondo era uno spassoso arcade), entrambi erano accomunati da una giocabilità ottima e da una buona longevità, e la stessa cosa - purtroppo - non possiamo dirla di MPTC, che alterna qualche squarcio di luce a nuvole nere come la pece.

    La CPU guida il giocatore sul campo

    Il sistema di controllo proposto da Torus Games punta sulla semplicità: i quattro pulsanti frontali del pad permettono di eseguire i colpi principali del nostro tennista (top spin, tiri piatti, slice e lob), mentre i dorsali permettono di dare "priorità alle volée" (è stato tradotto così) e alle palle corte.

    La prima cosa che si impara scendendo in campo è quanto sia fondamentale il posizionamento del giocatore: il movimento del tennista viene sempre accompagnato dalla cpu (indipendentemente dal livello di sfida selezionato), e ciò significa che è quasi impossibile andare a rete in modo autonomo, a meno di non essere chiamati dal proprio avversario con una palla corta o una volée difensiva. Va però detto che la costruzione degli scambi, nonostante la folle velocità della pallina e la discutibile fisica delle superfici, non è affatto male. La simulazione di Torus Games, infatti, lascia al giocatore un certo margine di tolleranza nel colpire la pallina: per un colpo profondo e potente basta semplicemente riempire il cursore che appare, per angolare invece bisogna spostare lo stick analogico nella direzione scelta, e in entrambi i casi non è necessario trovare il giusto timing per eseguire un colpo vincente, né posizionare alla perfezione il corpo del tennista verso la pallina. Gli errori forzati/non voluti ci sono, per carità, ma la loro frequenza dipende più che altro dai tennisti utilizzati e dal livello di difficoltà selezionato (sono tre).

    La velocità degli scambi resta invece sostenuta, indipendentemente dalla superficie su cui si gioca. Con un paio di rovesci tagliati è possibile rallentare lo scambio e andare a rete (ci vuole un po' di tempo per metabolizzare il sistema proposto da Torus Games): da nostalgici dei vari Sampras, Rafter, McEnroe, Edberg e compagnia bella abbiamo apprezzato la possibilità di eseguire delle volée difensive e offensive (a livello di sensibilità di tocco MPTC offre qualcosa di più di un AO Tennis 2, per esempio).

    Gli smash, invece, non risultano altrettanto brillanti: tralasciando il fatto che il giocatore colpisce la palla a un'altezza da volée, la difficoltà principale nell'esecuzione del colpo consiste nel centrare il solito cursore che appare sul campo avversario.

    Sul campo, poi, la cpu si esibisce in prodigiosi recuperi e in risposte che vanno oltre le normali leggi della fisica: per essere una simulazione non è proprio il massimo del realismo. Molto meglio il servizio che permette di realizzare degli ace e delle prime robuste grazie al kick e allo slice (è possibile servire dal basso come fa abitualmente Kyrgios). La cpu, poi, tende ad "aiutare" il giocatore durante i match suggerendo i punti di debolezza del proprio avversario, e questo supporto si rivela spesso prezioso durante le partite.

    Il team di sviluppo ha cercato di caratterizzare gli avversari che si andranno ad affrontare: c'è chi va a rete dopo pochi scambi, chi picchia sul servizio, chi invece predilige gli scambi da fondo e così via. La varietà non manca, mentre qualche dubbio sull'efficacia di un cambio di strategia in corsa ce l'abbiamo: il suggerimento della Cpu sembra una soluzione artificiosa per rendere più appaganti e meno monotoni gli incontri. Per quanto riguarda la fisica di gioco abbiamo dei forti dubbi sul rimbalzo/velocità della pallina sulle diverse superfici presenti: tra terra rossa, erba o cemento non sembra esserci differenza, e questo rappresenta senza dubbio un problema per una simulazione di tennis.

    Carriera e basta

    Il punto di forza della produzione di Torus Games è senza dubbio la modalità Carriera. Rispetto a quanto sperimentato in titoli più recenti (AO Tennis 2, come citato nella recensione di AO Tennis 2) possiamo considerarla una versione light della classica modalità in singolo: si crea il proprio alter ego (l'editor è davvero basilare), si sceglie allenatore, racchetta e abbigliamento tecnico e si partecipa a una serie di tornei (tutti rigorosamente non ufficiali) cercando di salire il più in alto possibile del ranking mondiale (MPT).

    Per migliorare le performance del proprio giocatore si hanno a disposizione una serie di sessioni di allenamento con minigiochi (sono sempre gli stessi e possono essere saltati). Non ci sono sponsor da inseguire, conferenze da stampa a cui partecipare o avversari da provocare, e la maggior parte delle partite che si disputeranno saranno contro avversari fittizi.. Insomma, una modalità nuda e cruda, senza grossi orpelli e decisamente troppo asettica. L'unica alternativa è il multiplayer, che permette sfide in locale contro un amico e online con partite di ranking (non è possibile organizzare per ora alcun torneo), ma va detto che la mancanza del doppio e di qualche modalità alternativa si sentono.

    Una platea di manichini

    Nonostante l'impegno profuso dal team di sviluppo nel riprodurre le animazioni dei tennisti, i Kyrgios, Paire, Alcaraz, Rublev, Medvedev virtuali appaiono dei lontani parenti degli originali: alcuni assomigliano di più, altri meno. Alcuni colpi da fondo campo sono stati riprodotti con un buon numero di animazioni, mentre le espressioni sui volti del giocatori sono sul "depresso andante" (sorrisi ed esplosioni di gioia non sono contemplati).

    Sulla bontà dei modelli poligonali dei tennisti è meglio soprassedere (sembrano di qualche generazione fa) così come sul pubblico composto da intere file manichini che trasmettono un entusiasmo prossimo allo zero. La presentazione dei match è praticamente inesistente (il commento tecnico in inglese è limitatissimo, i menu di gioco e le modalità sono tradotte in italiano), mentre al contrario arene e campi - pur essendo privi delle licenze ufficiali - sono realizzati con discreta perizia. Sono inoltre disponibili solo due tipi di inquadrature televisive ed è facile incappare in qualche bug legato soprattutto ai movimenti degli atleti.

    Matchpoint Tennis Championships Matchpoint Tennis ChampionshipsVersione Analizzata Xbox Series XMatchpoint Tennis Championships è una simulazione con alti e bassi: da Torus Games ci aspettavamo di più. Come gioco di tennis in sé, una volta metabolizzato il sistema di controllo e passando sopra a una serie di lacune, non è affatto male. Purtroppo, mancano i contenuti: la carriera diventa noiosa dopo un paio di ore di gioco e non c'è nient'altro da fare che battere i propri record con i minigiochi o sfidare un amico sul divano di casa. L'impossibilità di giocare in doppio (dovrebbe arrivare prossimamente) è un grosso limite, mentre l'online offre - per ora - troppo poco. Torus Games punta a realizzare una serie, ma la partenza è davvero tutta in salita. A chi dispone di un abbonamento Game Pass consigliamo di scaricarlo (PC o Xbox Series S/X), mentre a chi vuole acquistarlo suggeriamo invece di aspettare qualche ribasso di prezzo.

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