Recensione Medal of Honor: European Assault

L'fps di EA continua a rivivere le tappe salienti della storia.

Recensione Medal of Honor: European Assault
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  • PS2
  • Xbox
  • NGC
  • La storia attraverso gli FPS

    Europa, circa 1942. Le armate della Germania nazionalsocialista hanno praticamente conquistato l’intero continente, e solo l’Inghilterra e’ riuscita ad evitare l’invasione di quello che sembra un esercito inarrestabile. Non ci perderemo oltre nella descrizione storico-geopolitica degli eventi che tutti conoscono, ma è quantomeno fondamentale inquadrare il periodo nel quale si svolgono gli eventi rivisitati nel gioco EA. Medal of Honour European Assault è il terzo capitolo di una serie che affonda le radici nella generazione di console antecedente quella attuale, ma che ha conosciuto un ottimo successo anche su Xbox, PS2 e Gamecube grazie ai capitoli precedenti, Frontline e Rising Sun.

    Tecnicamente, diciamolo subito: deludente.

    Sfortunatamente, nonostante il titolo arrivi in un periodo durante il quale abbiamo potuto valutare la qualità grafica dell'ultima generazione ludica, l’impatto grafico di MOHEA è davvero di basso livello. Textures scialbe, sfocate, una pulizia d’immagine che ricorda più la generazione a 64 Bit in talune occasioni, colori talvolta troppo monotoni e talvolta troppo sparati, soprattutto nell’imperdonabile scelta (sia grafica che di concetto) di dotare alcuni nostri compagni d’arme di enormi icone verdi fosforescenti, onnipresenti e di disturbo durante l’azione di gioco, ma su questo ritorneremo più avanti.
    La delusione traspare proprio perché solitamente i prodotti EA mantengono almeno graficamente uno standard di qualità buono, solitamente curato, ma nel caso del titolo in oggetto sembra davvero di essere tornati alcuni anni indietro, come standard grafico.

    Non di sola grafica vive il giocatore, il gameplay ?

    Dobbiamo comunque considerare che la grafica non è l’unico parametro necessario a giudicare nel globale un videogame, ma sicuramente la mancanza di un comparto visivo soddisfacente non facilità l’immedesimarsi nelle situazioni che dovremo affrontare durante lo svolgersi del gioco. Considerando proprio la questione del gameplay, finalmente European Assault sembra aver abbandonato l’idea di muoversi su “binari” prefissati nell’ambiente di gioco, favorendo un approccio differenziato in una stessa missione, offrendo strade e strategie alternative per raggiungere gli obiettivi e portare a termine con successo i nostri scopi. Un ulteriore miglioramento possiamo notarlo nel diverso stile che caratterizzerà la nostra azione nei campi di battaglia. Non potremo più comportarci come eroi invincibili e muoverci a nostro piacimento incuranti della battaglia in corso. L’approccio nell’affrontare le forze nemiche sarà improntato ad una cauta attesa e valutazione attenta di ogni singola mossa che dovremo prendere, pena una morte quasi certa sotto il copioso crepitare delle armi nemiche. Se vogliamo possiamo accomunare l’esperienza di European Assault in molti frangenti più vicina a Brother in Arms che a Doom 3 , come frenesia di gioco. Muoversi da copertura a copertura, da un muro ad un’auto distrutta. Questa sarà la chiave per il successo e l’avanzamento nel gioco. La possibilità di mirare e sparare da un punto coperto tenendo premuto il grilletto sinistro del pad e sporgendoci a mirare aiuta a sentire il feeling di tensione e pericolo che dovrebbe contraddisitnguere un gioco di guerra.

    Le idee sono buone ma....

    Sfortunatamente quella che potrebbe sembrare una descrizione ottima nei sui concetti base è rovinata da troppe imperfezioni che elencheremo di seguito. L’IA dei nemici non è tra le più evolute, talvolta non riuscirete a stanare gruppi di soldati tedeschi nemmeno avvicinandovi a pochi passi dal loro nascondiglio e nemmeno il lancio di una granata riuscirà a distoglierli dalla pedissequa routine di IA che gli è stata assegnata “ mi alzo, sparo al nemico, mi abbasso , ricarico, mi alzo, sparo, etc.....” . Potremmo anche passarci sopra se, come in Brother in Arms, l’IA dei compagni che dovremo comandare fosse all’altezza. Sbagliato. I tre, quattro nostri commilitoni, contrassegnati da enormi icone fosforescenti durante tutta la battaglia (che per la cronanca non possono essere disabilitate) risultano inutili quando lasciati a loro stessi, e poco utili quando comandati a dovere. Il loro giusto nickname, più che Smith e O’brien, avrebbe dovuto essere CarnedaMacello e Cervellocrivellato. L’utilità maggiore dei propri compagni è utilizzarli come “magneti” catalizzatori del fuoco nemico, cosicchè voi abbiate più possibilità di sparare ai soldati avversari, sempre che non siate già a corto di munizioni. Un altro aspetto discutilibile è infatti la scarsità di munizioni; anche se improntata al realismo, stride con la scelta di dare ai nemici una potenza e scorta di munizioni teoricamente infinita, mentre voi a volte vi troverete a girovagare per decine di minuti in cerca di una qualsiasi arma che possa almeno sparare tre o quattro colpi.


    La ciliegina sulla torta che va ad ammazzare la giocabilità è l’assenza totale di checkpoints, se non nella debole forma di “rivitalizzatori” che, se collezionati durante il gioco (sempre nell’ottica del realismo), in caso di morte prematura vi faranno rinascere sul posto, ovviamente sotto fuoco nemico, con scarse munizioni e senza avere una vaga idea di chi vi abbia ucciso e quale potrebbe essere un’alternativa di sopravvivenza. Doversi rifare tre quarti d’ ora di livello perchè siamo stati uccisi a pochi passi dall’obiettivo finale è una delle situazioni che all’alba del 2006 non avremmo più voluto vedere in un moderno FPS per console.

    Ancora una volta, l'audio è di gran livello

    Il comparto audio è uno dei pochi settori in cui Medal of Honour European Assault eccelle. Dal drammatico filmato iniziale fino alle enormi esplosioni che caratterizzeranno l’avanzare del vostro cammino per la riconquista dell’europa, tutto contribuisce a creare un sonoro d’atmosfera incredibilmente realistico e con pienezza di dettaglio, con le armi che stridono quando usate in eccesso e con le alte grida di guerra che caratterizzeranno le fasi più concitate degli scontri in ambienti chiusi. Un lavoro davvero incredibile è stato svolto per la sezione audio. Avremmo preferito sicuramente qualche elemento in meno nell’audio e qualche ritocco in più alla parte grafica del gioco, ma comunque a pieni voti promuoviamo il comparto audio di European Assault.

    Medal of Honor: European Assault Medal of Honor: European AssaultVersione Analizzata XboxIl nuovo capitolo della serie di Medal of Honour presenta alcune discrepanze che non ci permettono di promuoverlo a pieni voti. Nonostante sia lodevole il tentativo di allargare l’esperienza di gioco con maggiore libertà d’azione, l’idea viene frustrata dalla mancanza di checkpoints e soprattutto dalla tipologia di gioco che costringe ad immensa cautela, per la paura di essere uccisi e dover rigiocare interi capitoli solo per un banale errore. Un comparto grafico datato e nemmeno troppo brillante non contribuisce alla causa di European Assault, ma d’altronde l’impatto del sonoro attenua in parte la delusione. Scelte di design pessime come le icone onnipresenti e d’intralcio durante le concitate azioni di gioco aumentano ulteriormente l’irritazione verso un titolo che vuole porsi sulla carriera del realismo e cade nella banalità di elementi fuori luogo e nel regno dell’impossibile ( “resuscitare” durante l’azione). I fan della serie potranno apprezzarlo per il feeling che è rimasto dai precedenti capitoli. Per i veterani dei giochi di guerra su PC e console, che hanno già provato tutte le ultime offerte sul mercato, l’ultimo FPS di EA più che una grande battaglia della seconda guerra mondiale è paragonabile ad una scaramuccia di frontiera tra due piccoli paesi in via di sviluppo.

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