Mega Drive Mini Recensione: torna la storica console SEGA a 16-bit

La nuova sovrana delle mini console? La nostra prova del Mega Drive Mini, la piccola console SEGA con una grande selezione di giochi.

Mega Drive Mini Recensione: torna la storica console SEGA a 16-bit
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La mini console sono un tema scottante nell'ambito del retrogaming. C'è chi le ama perché sono un'opzione pratica per recuperare i classici e chi le odia perché non sono abbastanza puriste. Alcuni si fanno sedurre dal design accattivante e dal chiaro richiamo vintage, altri brandiscono i loro Raspberry Pi dicendo "me lo faccio io meglio con venti euro!". Per finire, c'è chi solleva la questione ecologica, chiedendosi se sia etico produrre milioni di scatolette di plastica per fare quello che si potrebbe fare con più efficienza in altri modi, sfruttando macchine già installate (vedi la recentissima esperienza del Super Nintendo su Switch). Quel che è certo è che l'industria del videogioco sta cercando un modo per preservare e monetizzare il suo passato, prendendo in mano la responsabilità che per anni ha lasciato alle zone grigie dei siti di rom. Il Megadrive Mini, su questo fronte, non fa nulla di diverso da quanto fatto da Nintendo e non propone soluzioni rivoluzionarie, ma ricalca la formula con una qualità di esecuzione ineccepibile.

Modellismo e feticismo

Il Megadrive Mini è un vero e proprio modellino in scala ridotta del suo fratellone a 16 bit. Eccezion fatta per gli ingressi USB dei pad e l'uscita HDMI, siamo davanti a una riproduzione fedelissima della console, con dettagli completamente inutili che strizzano l'occhio alla nostalgia. Lo slider del volume è mobile (anche se non serve a niente), lo slot delle cassette si apre (ma non può leggere niente) e c'è persino la possibilità di aprire lo scomparto in plastica che un tempo nascondeva la porta di espansione. È tutto smaccatamente inutile, ma tradisce una cura per i dettagli che non può che appagare chi ha posseduto un Megadrive negli anni 90.

Molto più interessanti, invece, sono i due controller USB, repliche perfette degli originali gamepad a tre pulsanti del Megadrive. Non si tratta di un formato proprietario, contrariamente a quanto abbiamo visto su NES e SNES Classic, quindi è possibile collegarli senza problemi a un PC. Si tratta di due pad di buona qualità e la possibilità di usarli in altri contesti rende il prezzo del Megadrive Mini molto invitante, specie per chi usa anche emulatori in altri contesti. È possibile acquistare separatamente dei controller a 6 pulsanti, ma l'unico gioco incluso che ne trae un reale giovamento è Super Street Fighter 2. A meno che non vogliate giocare a Street Fighter 2 proprio su Megadrive Mini (perché?), il controller a tre pulsanti basta e avanza.

Emulazione e interfaccia

Il progetto del Megadrive Mini è stato affidato a M2, uno studio che ha in più occasioni dimostrato di saper capire, apprezzare e preservare i grandi classici del videogioco. Il successo delle riedizioni di SEGA AGES è proprio frutto della cultura retro di M2, che fa attenzione tanto alla qualità dell'emulazione quanto all'accuratezza delle musiche e degli effetti sonori. Il lavoro svolto è ancora una volta di grande qualità: l'emulazione è accurata, il sound è quello giusto e la funzione di salvataggio delle partite (disponibile in tutti i giochi) non dà mai problemi. C'è tutto quello che serve per riscoprire e amare il catalogo del Megadrive, sia per chi c'era, sia per chi per motivi anagrafici non ha mai provato il potere dei 16 bit.

Volendo fare un po' di "mini console war", il Megadrive Mini non può competere con il design dell'interfaccia dello SNES Classic, nettamente più elegante e raffinata. L'interfaccia creata da M2 fa il suo dovere, ma ricorda più una delle tante frontend amatoriali, più che un prodotto ufficiale e di alto livello. A farci chiudere un occhio, però, c'è la musica di sottofondo del menu, composta per l'occasione da sua maestà Yuzo Koshiro (autore delle musiche di Streets of Rage, considerato forse il più grande compositore per Megadrive).

La selezione di giochi

Creare la lista perfetta di giochi per una macchina dal catalogo ricco come il Megadrive è quasi impossibile, ma possiamo dire tranquillamente che i 42 titoli proposti dal Megadrive Mini sono un riassunto eccellente della gloria della console Sega.

È una selezione di altissima qualità, con grandi classici e chicche da intenditori, con pochissima fuffa e tanta sostanza. Ci sono delle eccezioni, come quella pila di sterco fumante che risponde al nome di Virtua Fighter 2, ma siamo davanti a giochi che possono essere amati e apprezzati anche nel 2019. Sono questioni di gusti, chiaramente, ma ci sono capolavori come Castlevania: Bloodlines, Gunstar Heroes, Wonder Boy in Monster World, Contra: Hard Corps e Ghouls'n Ghosts, oltre ovviamente agli immancabili Sonic, Streets of Rage e Shinobi.

Interessante anche come cambiare la lingua della console ci permetta di vedere le copertine straniere, e in alcuni casi anche di godere di versioni radicalmente diverse (come Contra: Hard Corps, che era stato modificato per il mercato occidentale). Stiamo parlando di decine di giochi storici, validi, che ancora oggi risultano giocabili e affascinanti, a prescindere dalla nostalgia e dal fattore retro.

Interessante anche l'aggiunta di due giochi mai usciti sul mercato: la sufficiente conversione di Darius di Taito e l'agghiacciante conversione di Tetris per Megadrive. Apprezziamo la preservazione, ma se non era uscito ai tempi, forse un motivo c'era. In ogni caso c'è poco da lamentarsi: il Megadrive Mini è un prodotto fatto con cura e passione, con una selezione di giochi imbattibile e due joypad USB che già da soli valgono buona parte del prezzo del biglietto. È il re delle mini console? Chi lo sa. Che riabbia inizio la console war del 1992!